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28. ARCHITETTURA DEL QUATTROCENTO A MILANO
Tra il 1385 e il 1447 Milano è governata dai Visconti. Il duca Filippo Maria muore senza lasciare eredi
maschi. Lascia quindi come ereditiera la figlia Bianca Maria, sposa del condottiero militare Francesco
Sforza. Nel 1450 Francesco Sforza entra a Milano e si auto-legittima duca, in virtù del suo matrimonio. Inizia
un periodo di pace per Milano, che dura fino agli anni ’70. Sotto Francesco Sforza avviene la Pace di Lodi
(1454, con Venezia, Bergamo e Brescia sono sotto territorio veneto) e un accordo col duca di Savoia. Le
malelingue dicono che il figlio Ludovico Maria Sforza abbia avvelenato il fratello maggiore Gian Galeazzo
Sforza per prendere il potere. Ludovico Maria Sforza è duca di Milano dal 1494. In questi anni però si
inimica tutti: nel 1499 i francesi si accordano con Venezia per la divisione del Ducato e lo conquistano.
Nel periodo di pace, che ha inizio con la Pace di Lodi, il ducato si estende da Bellinzona a Pontremoli,
comprendendo pure Parma e Piacenza. L’architettura ha il solo scopo di legittimare la dinastia degli Sforza
(famiglia di condottieri militari).
C’è una difficoltà a leggere le opere di questo periodo storico, poiché convivono un atteggiamento
conservatore (tardogotico) e uno di avanguardia (nuovo linguaggio toscano). La doppia velocità nella
diffusione di nuovi linguaggi può essere giustificata da quattro motivi (1-2 vs 3-4):
1. La continuità con alcune importanti fabbriche trecentesche (Duomo di Milano con le sue forme
gotiche) e con la tradizione costruttiva/formale di alcuni ordini religiosi.
2. La tradizione “solariana” (rappresentata dalla famiglia dei Solari, miscuglio di forme rinascimentali e
forme gotiche, tiburio del Duomo + Certosa di Pavia + Ospedale Maggiore + San Pietro in Gessate +
Santa Maria del Carmine + Santa Maria delle Grazie + Castello Sforzesco). Gli elementi che
identificano le opere dei Solari sono: crociere costolonate archiacute (già forma tardogotica,
facciata dell’Ospedale Maggiore con combinazione di archi a tutto sesto e ogivali), cappelle seriali
(tutte uguali), compressione del transetto, colonne al posto di pilastri compositi, aperture ogivali,
mattoni a vista, sostegno appeso, campiture di intonaco bianco per le aperture (le aperture in cotto
rompono la trama muraria e quindi si vuole nascondere tale rottura con l’intonaco).
3. La nuova committenza non milanese composta da banchieri e ambasciatori.
4. L’arrivo di artisti toscani (Filarete, Benedetto Ferrini) che si scontrano con i maestri lombardi.
Ci sono ancora molte incertezze rispetto all’attribuzione della paternità delle opere, a causa della scarsa
documentazione per incarichi/ pagamenti e della mancanza di disegni/modelli.
Tradizione milanese:
- Molti elementi sono derivati dal romanico: tiburio (Duomo di Milano), modulo quadrato (Duomo <
Sant’Ambrogio), sincerità strutturale (architettura tettonica, il pilastro è evidente, si riconoscono
quali sono gli elementi strutturali più importanti, nel Duomo c’è un sistema di contrafforti e di archi
rampanti). Tra i modelli della tradizione romanica possiamo trovare San Satiro, San Lorenzo,
Battistero di San Giovanni, San Gregorio (mausoleo imperiale a fianco di San Vittore), Sant’Aquilino,
Sant’Ippolito.
- La particolare organizzazione del cantiere e la tradizione costruttiva. I muratori milanesi sono
considerati i migliori in Italia. La loro abilità sta nel riuscire a prendere un lavoro e portarlo a
termine, avendo una base economica che garantisca il completamento dell’opera.
- L’arricchimento decorativo delle architetture, secondo un’idea di Rinascimento più decorativo che
strutturale. Es San Satiro. 22
Sotto Francesco Sforza (1450-66): Sotto Ludovico il Moro:
- Ospedale Maggiore. - Santa Maria delle Grazie a Milano.
- Cappella Portinari. - Piazza di Vigevano.
- Castello Sforzesco. - Canonica di Sant’Ambrogio.
- Santa Maria presso San Satiro.
Opere dei Solari:
- Santa Maria delle Grazie a Milano. Questa chiesa è un esempio eclatante
dell’architettura solariana. Nasce per volontà ducale, che fa un modo che un
parente dia in dono questo grande terreno per la costruzione di un complesso
domenicano che sia dalla parte del duca (vs Sant’Eustorgio, i domenicani sono
dei grandi predicatori e sono legati all’inquisizione). Colonne, archi ogivali
acuti, estrema decorazione, sostegni appesi (elemento sopra al capitello che va
a raccogliere le spinte delle crociere costolonate. Qui l’architettura è
sovrastata da decorazioni, le quali però vanno a simulare l’architettura stessa.
- Chiesa di San Pietro in Gessate.
- Certosa di Pavia. La chiesa è impostata secondo proporzionamenti gotici, analoghi a quelli del
Duomo di Milano o di San Petronio a Bologna, pur evidenziando delle aperture verso l’arte
rinascimentale grazie alla presenza dul cantiere di artisti come Antonio Rizzo.
Antonio Avellino detto il Filarete. Egli è il primo a portare un nuovo modo di costruire a Milano. Francesco
Sforza aveva scritto a Cosimo Medici di mandargli un artista fiorentino. Filarete, prima di arrivare a Milano,
già aveva fatto esperienza a Roma: porte bronzee di San Pietro. Una volta giunto a Milano, il duca gli affida
tutte le fabbriche più importanti della città: Ospedale Maggiore, Castello Sforzesco, Duomo. In tutte queste
fabbriche Filarete si scontrerà con le maestranze lombarde, proprio perché il suo modo di disegnare e
costruire le forme architettoniche è totalmente diverso da quello in uso a Milano; la resistenza posta dai
Solari sarà talmente forte che Filarete cadrà in disgrazia e sarà allontanato dalla città. Vasari di Filarete dice
che egli è un pessimo architetto.
- Ospedale Maggiore di Milano (1456).
- Duomo di Bergamo.
- Castello Sforzesco di Milano.
- Cappella Portinari in Sant’Eustorgio a Milano.
- Lazzaretto di Milano. 23
Ospedale Maggiore (oggi Università Statale, Cà Granda). Noi
abbiamo molte informazioni su quest’opera perché Filarete
ha messo i disegni nel proprio trattato. Pianta: due crociere
inscritte in un quadrato (destra femmine e sinistra maschi),
ogni crociera genera quattro cortili e ospita quattro corridoi
(corsie con letti, all’incrocio c’è un altare). I cerchi nella
muratura sono i bagni, in cui c’è acqua corrente e un sistema
di areazione con tubi fittili. Gli archetti che si affiancano alla
muratura in pianta rappresentano i portici. C’è un portico che corre tutto
attorno all’ospedale esternamente, posto su un podio rialzato (sotto ci sono i
magazzini). In facciata ci sono tre grandi ingressi. Il cortile principale è oggi
quadrato, ma era stato pensato da Filarete come rettangolare; al centro di
esso c’è una chiesa quinconce circondata da portici. L’Ospedale è posto dietro
al Naviglio: questo permette di portare i materiali via acqua. Ogni cortile ha
una funzione particolare: es ghiacciaia (grande vasca in cui si immagazzina la
neve, stanza con attorno un deambulatorio da cui entrare per tagliare il
ghiaccio), infermeria. Dopo la Seconda guerra mondiale è stato operato un restauro a opera di Liliana
Grassi. L’Ospedale presenta un tiburio quadrato; la copertura delle crociere è in legno (dopo il restauro è in
cemento armato dipinto). Il sistema voltato è presente all’incrocio delle crociere e sotto i portici (campate
quadrate). Filarete pensa a porre al fianco di ogni letto un piccolo vano nel muro, coperto da un elemento
ligneo, con funzione di comodino per il singolo malato.
Oltre al Castello Sforzesco, Francesco Sforza fa altri tipi di opere pubbliche per far vedere che si sta
prendendo cura del popolo: tra queste c’è l’Ospedale (1 idea politicamente furba, 2 modello mediceo
dell’Ospedale degli Innocenti a Firenze). Francesco Sforza per l’Ospedale si rivolge all’architetto toscano
(conoscono il nuovo linguaggio rinascimentale) Filarete nel 1450 (inizio del ducato), in un’area di proprietà
dei Visconti. Francesco Sforza sopprime gli altri ospedali milanesi già presenti, fa un’opera accentratrice
prendendosi il controllo del servizio pubblico. Filarete dà l’impostazione generale del complesso, che verrà
poi costruito nell’arco di due secoli e mezzo.
Filarete mentre è a Milano comincia a scrivere un trattato su una città ideale detta “Sforzinda”, dedicando il
manoscritto illustrato al duca Francesco Sforza: si dedica alla forma della città e ne descrive i diversi tipi di
edifici, dando anche il disegno della sua visione idealizzata per l’Ospedale Maggiore. L’Università è
composta da due ali a due crociere che creano delle croci greche, con un grande cortile al centro (nel
progetto ci doveva essere una chiesa a pianta centrale panottica, che potesse essere raggiunta da tutti i
reparti da tutti i livelli). L’ala destra era dedicata agli uomini, mentre quella sinistra alle donne. Le crociere
hanno la funzione di corsie ospedaliere, che erano tutte collegate tra loro per far sì che la circolazione
interna fosse semplice. Inoltre sul perimetro era possibile disporre i servizi per l’approvvigionamento
(farmacia, forno, pozzo) così che l’ospedale fosse potenzialmente autonomo. Le crociere incrociate erano
divise in due corridoi, 1 per i letti e 2 per i servizi (collegati agli scarichi per il Naviglio).
Questa concezione razionale della struttura rispondeva alle esigenze del rinascimento: idea dell’uomo
razionale al centro, tutto viene rivisto in termini di ricerca scientifica.
Qua si vede bene il concetto della nuova figura dell’architetto, che porta il proprio progetto/disegno. Filarete
riceve l’incarico sia come architetto che come ingegnere.
L’altra sfida rinascimentale è creare forme nuove per funzioni nuove. Filarete ha praticamente carta bianca
in questa fabbrica. Filarete prende esperienze di Firenze, Brescia e Pavia in quanti agli ospedali. Filarete ha
in mente l’Alberti in quanto all’idea di architetto e di ospedale dal De re aedificatoria.
Filarete progetta la struttura in base al terreno che lui ha a disposizione (rilievo Naviglio) e ai materiali di
scarto datogli. Il progetto è modulare: sistema della croce greca inscritto in un quadrato, che crea un 24
rettangolo di 400x160 braccia che viene diviso in tre parti quadrate (160x2 + cortile che in origine doveva
essere di 80 braccia ma che poi viene raddoppiato).
Filarete è presente sul cantiere per circa 10 anni. Le maestranze sono la famiglia Solari (lavorano anche a
Sant’Ambrogio e San Satiro, abili col cotto), molto attaccati alla tradizione gotica lombarda, quindi Filarete se
ne va nel 1465 dopo la cost