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STRUTTURA LIRICA

- Terzina: ABA BCB CDC (Dante)

- Ottava: ABABABCC (Boccaccio)

- Canzone: endecasillabi o settenari+ congedo finale. Composta da Fronte (2 piedi), Sirma (divisa

in 2 volte), tra le due può essere un verso collegante detto chiave, il congedo riproduce una

parte del sirima. Petrarca darà il modello di Canzone, liberato poi da Boiardo in età barocca e

da Leopardi.

- Sonetto originato da una stanza isolata di canzone. 14 endecasillabi 2 quartine (fronte) e 2

terzine (sirma). ABAB ABAB ABBA ABBA. La chiave è data da un settenario rimante col verso

precedente e da 2 endecasillabi a rima baciata in alcuni casi.

- Ballata origine provenzale, legata a musica e danza, composta da endecasillabi o settenari,

stanze cantate dal solista e ritornello dal coro.. Stanza più brevi che nelle canzoni., nell’ultima

parte si riprende lo schema della ripresa e se ne riproduce l’ultima rima. La lunghezza della

ripresa determina il nome di ballata grande, mezzana, piccola.

- Frottola balllata semplice popolare satirica

- Sirventese religioso o politico, popoare

- Canzonetta canzone dallo schema popolareggiante, versi brevi, settenari e ottonari

Dante Alghieri

- Poesia consapevole della realtà e della storia

- Nasce a Firenze nel 1265 dal mercante Alighiero. Cacciaguida antenato illustre (morì da

Crociato a servizio di Corrado III). Dante sposa Gemma Donati dopo la morte del padre.

- Prima educazione: grammatica, interesse per la letteratura classica e romanza, si ispira a

Brunetto Latini (per retorica e impegno politico). I contatti gli garantirono successo, tra i tanti

l’amicizia con Cavalcanti.

- Conosce Beatrice Portinari frequentando i giovani fiorentini, morta nel 1290, è la donna nel

quale fa convergere il suo desiderio di verità e giustizia.

- Viaggia a Bologna, dopo la morte di Beatrice si allontana da Cavalcanti per frequentare scuole

religiose e approfondire la teologia e filosofia.

- Nell’89 combatte a Campaldino contro Arezzo e a Caprona contro Pisa.

- Nel 95 inizia l’attività politica “Temperamenti” iscrivendosi alla corporazione dei medici e degli

speziali. Fece parte del consiglio dei 36 del capitano del Popolo, a quello dei 100. Prese parte

alla fazione bianca guelfa guidata dai Cerchi (gestione autonoma della politica) contro i neri di

Donati (legato economicamente al Papa). Quando si arrivò al braccio di ferro tra i Bianchi e

Bonifacio VIII Dante divenne uno dei 6 priori (magistratura suprema del Comune) nel 1300.

Dante si schiero con i Bianchi per difendere l’autonomia di Firenze dal papato e dagli Angioini

(sostenitori dei Neri), forse fu uno degli ambasciatori mandati ad Anagni per placare Bonifacio.

- Nel 1301 Carlo Valois destituì il governo Bianco e fu condannato a morte per contumacia,

essendosi rifiutato di pagare un’ammenda insieme ai compagni Bianchi e cominciò l’esilio.

- Da qui si recò a Forlì da Scarpetta degli Ordelaffi e a Verona da Bartolomeo della Scala. Scrisse

una lettera al cardinale Nicolà da Prato che si recò a Firenze per conto di Benedetto XI per

pacificare le fazioni fallendo. Dante si discostò dai compagni che ora volevano usare la forza.

Loro subirono la sconfitta della Lastra.

- Tra Treviso, Padova e dai Malaspina scrisse il De Vulgari Eloquentia e l’Inferno. L’ascesa di

Arrigo VII di Lussemburgo nel 1311 gli diede speranza nel trionfo della pace e inizio una fitta

produzione epistolare per convincere gli altri nella validità del regnante. I Guelfi si schiereranno

contro e Dante passerà ai Ghibellini, ma le speranze si spegneranno con la morte di Arrigo.

- Nel 1312 si reca a Verona da Cangrande della Scala e stese il Paradiso e il de Monarchia.

- Nel 1314 scrisse ai cardinali di eleggere un papa italiano dopo la morte di Clemente V. Alla

minaccia nel 1315 di Uguccione della Faggiuola Dante ottenne una nuova amnistia dopo essere

stato reintegrato che rifiuta di pagare, lo stato d’esule viene riconfermato dopo la sconfitta a

Montecatini.

- Nel 1318 si reca a Ravenna da Guido Novello da Polenta e lì trova allievi (tra i quali il figlio

Iacopo) e conclude il Paradiso per poi morire di febbre nel 1321 ed essere tumulato a Ravenna.

Poetica di Dante

- Cerca sempre contatto con situazioni concrete, sperimenta

- Nelle Rime dimostra una diversificazione formale innovandosi in continuazione, esse circolano

in modo sparso in canzonieri e zibaldoni, tranne quelle di Vita Nova. Le prime rime sono

guittoniane, ma più leggere di tono, simili più alla lirica siciliana. Suggestione di Cavalcanti

festoso e soave ma anche quello più doloroso. Guido i vorrei che tu Lapo e Io: adesione alla

vita cortese esteriore.

- Donna c’avete intelletto d’amore: donna miracolo, amore e gentilezza, fonte di salute e grazia,

le bellezza si riflette nel mondo circostante, è riscatto del negativo dell’esistenza. Linguaggio

lieve, razionale, sfumato, impreciso, essenziale.

- Vita Nova: alternanza versi e prosa, ma non è novità, c’è il De consolatione Philosophiae di

Boezio precedente. L’intento di Dante è di narrare una vicenda autobiografica e allo stesso

tempo intellettuale.La prosa rende manifesti i complessi significati delle liriche e le rende in una

struttura unitaria. Dante racchiude la sua esperienza in schemi simbolici e universali, tentando

di consolarsi dalla morte di Beatrice (Riprende Boezio e il De Amicitia di Cicerone). La morte di

Beatrice lo stimola alla ricerca teologica, confermando la donna come guida sicura. La prosa è

stesa di getto e procede per illuminazioni (scrittura visionaria). 42 brevi capitoli: Dante incontra

Beatrice a 9 anni, la reicontra e riceve il saluto 9 anni dopo, scrive Un saluto a tutti li fedeli

d’Amore dopo il sogno di Amore che invita la donna a cibarsi del cuore del poeta. Corteggia 2

donne per non venir meno all’amor cortese (non voleva che Beatrice venisse riconosciuta) e lei

gli nega il saluto. Vuole riparare ma viene deriso da Beatrice. Ad un punto Dante non si

accontenta più della sua condizione d’amante e su suggerimento di una donna inizia la poesia

della “loda” per esaltare Beatrice e compone Tanto gentile e tanto onesta pare. Si susseguono

la morte del padre di Beatrice, malattia di Dante, visioni anticipanti la morte, la morte di

Beatrice è descritta solo come un senso di vuoto per il poeta. Dopo un anno è confortato da

un’altra donna in conflitto con i sentimenti di Beatrice fino alla visione della fanciulla al primo

incontro: ora è chiaro che il suo compito è esaltare Beatrice e trasformare il pensiero in spirito

peregrino per contemplarla nei cieli (Oltre la spera che più larga gira). Nelle ultime righe anticipa

la Commedia (Beatrice creatura mortale ma salvifica). Opera allegorica e simbolica (apparenta

Beatrice a Cristo con i numeri biblici). È il primo a trarre esperienza intellettuale da una creatura

terrena.

- La tenzone con Forese Donati: esercitazione comica 3 sonetti di Dante+ 3 di Forese, asprezza

lessicale e ritmica, ingiuriose.

- Le rime dottrinali: donna gentile della Vita Nova diventa immagine di sapienza, la filosofia gli

appare come una donna amorosa e dà voce alla sua passione conoscitiva, versione complessa

della ricerca di valore assoluto.

- Le rime per la pargoletta: la donna non più beata ma bellezza corporea, minacciosa. La donna

è bella ma scontrosa

- Le rime petrose: trovar clus, scontrosità della donna coincide col linguaggio poetico

- Le rime d’intonazione morale: contrappone l’ingiustizia dominante alla sua sdegnosa solitudine.

Aspirazione utopica ad una vita civile amorosa regolata dalla giustizia. Ma data la situazione la

parola di realizza negativamente e afferma la solitudine del poeta, la poesia è solo speranza.

- La canzone montanina: poeta esule, amore turbato, nostalgia della vecchia Firenze.

- Il Convivio: commento di canzoni dottrinali (in prosa).1303-1308, commenta solo 3 canzoni

delle 15 iniziali. Meno liricheggiante di vita nove, prosa più lucida e razionale, affrontando alcuni

temi della cultura filosofica del tempo.Etica, metafisica, cosmologia, politica, enciclopedismo,

scopo è tradurre razionalmente i significati più indeterminati e allusivi delle canzoni.Si rifà al

pensiero di Aristotele e Tommaso D’Aquino e Albero Magno (averroismo). Qui Dante non si

rivolge più solo ai fedeli d’amore come in Vita Nova, ma anche a chi non ha potuto studiare.

Essenziale rapporto con la prosa latina, dalla quale deriva la sintassi rigorosa. Nel trattato 1

giustifica il titolo dell’opera, definendo inoltra la scienza perfezione dell’anima. Conoscenza

come vivanda e commento come pane. Fa riferimento a sé per difendersi dalle accuse

dell’esilio, la difficoltà è data per dare all’opera autorità e gravezza, giustifica anche la scelta del

volgare usato per allargare la cerchia dei lettori. Nel secondo trattato dice il proposito di

spiegare prima il senso letterale e poi quello allegorico (passare dal senso esplicito a quello

implicito). Si parla dell’immortalità dell’anima e della struttura dei cieli, degli angeli e del sistema

delle scienze. Nel terzo commenta Amor che nella mente mi ragiona, lode della donna gentile,

allegoria della filosofia, descrizione manifestazione amore nei suoi diversi gradi, digressione su

tempo e movimenti celesti, sulla divina bontade, sulla somma perfezione dell’uomo, sapere e

limiti del desiderio umano. Il quarto trattato commenta una canzone non più allegorica, ma

costruita con una riflessione dottrinale e analizza il concetto di autorità imperiale e la vera

nobiltà come conquista personale attraverso l’esercizio della virtù. In conclusione afferma che il

sapere è la vera felicità dell’uomo, che sazia il bisogno di perfezione, lo interruppe per

cominciare la Commedia che non si serviva della filosofia ma della poesia nella ricerca di valore

assoluto.

- Il De Vulgari eloquentia: dà continuità alla digressione sul volgare del Convivio.Prosa latina

legata ai modelli della trattatistica retorica. l’opera vuole convincere i dotti del valore del

volgare. Il latino ti presenta come uomo di cultura, non come sperimentatore. Fu interrotto al

secondo libro di 4 pensati per iniziare la Commedia. Pone la questione di una lingua italiana

unitaria. Nel primo libro enfatizza la naturalità del volgare, imparato dall’infanzia contrapposto

all’artificiosità del latino. Per giustificare il sovvertimento della presa di posizione dal Convivio (lì

diceva che il latino era nobile) parla della storia delle lingue romanze da Adamo e Babele,

affermando che il latino era una lingua stabile per far comprendere gente che utilizzava lingue

instabili (oc, oil, si). Dopo aver an

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
65 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher heiwa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Distaso Grazia.