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LA SVOLTA TOMISTICA
San Francesco è un uomo del suo tempo, una figura che si dichiara sposa della madonna povertà che è alfiere della
tolleranza e che ardente di carità e d’amore per cristo e per tutto il creato (cantico delle creature).
Le strutture del pensiero aristotelico con gli schemi del neoplatonismo, “la summa” che dante conosceva a memoria che
è un altro facitore di pensieri. San Tommaso ne “La modestia negli atteggiamenti del corpo” fa riferimento agli attori
che non esistevano perciò l’arte dei giocolieri che servono a far divertire gli uomini non è illecita purché siano fatti nei
tempi e nei luoghi giusti. Tuttavia rispetto a dio e a se stessi esercitano altre funzioni serie e virtuose perciò fanno un
atto di giustizia dando ad essi altre funzioni serie e virtuose perciò fanno un atto di giustizia dando ad esse quello che si
meritano. Tommaso abilita il gioco degli istrioni tuttavia fissa dei paletti fondamentali all’insegna della moderazione.
TOLLERANZA DI SAN TOMMASO. Non sarà un caso che proprio a san Tommaso si appellano gli attori della com-
media dell’arte 3 secoli più tardi.
Ciò che è la scrittura per coloro che sanno leggere è la pittura per coloro che guardano quindi a questa altezza cronologica
uno stesso discorso percorre l’anima del dramma sacro in volgare, dei grandi cicli pittorici e dei cicli sacri.
La scena medievale che rivoluzionerà la scena del mondo antico può essere definita con una visione simultanea, antina-
turalistica (diversa dal nostro modo di pensare un palcoscenico) e paratattica (ogni simbolo ed elemento ha un valore
suo). Per secoli i drammi religiosi in volgare vengono allestiti nelle chiese ma anche nelle sedi delle varie confraternite
cittadine, che costituiscono un momento importantissimo per la socialità medievale, ma anche all’aperto non hanno
diventa però l’ele-
uno spazio dedicato, ma luoghi teatrali. Il nuovo spazio scenico è quindi poliscenico e frammentato,
mento base e imprescindibile del teatro sacro medievale con importanti parabole nel V e VI secolo (ed. scena a luoghi
deputati).
I luoghi deputati erano delle piccole strutture effimere in forma di edicola disposti in maniera antinaturalistica, paratat-
tica e simultanea all’interno dei quali agivano sia dilettanti che professionisti del settore. Quindi gli spettatori vedono
7 il Paradiso e di contrapposto l’Inferno, ma anche Betlemme,
simultaneamente la vita di Cristo come nei misteri, oppure
Nazareth, Gerusalemme, Roma e Damasco e vanno in scena eventi distanziati nel tempo.
Lo spazio scenico poteva essere organizzato al suo interno in maniera diversa dove le edicole potevano essere disposte
in maniera diversa in base anche allo spazio in cui si trovavano.
Esistono diverse forme di allestimento e di spettacolarità nel medioevo:
- Disposizione frontale, dove sono presenti contemporaneamente luoghi diversi, disposte in modo simultaneo, paratat-
tiche e antinaturalistico.
- Disposizione parallela
- Disposizione circolare, al centro di un’arena con il pubblico al centro dello spazio scenico.
- Luoghi deputati, allestiti in una piazza senza palcoscenico unificante. Lo spettacolo ha un tipo di funzione, in questo
caso, itinerante.
Miniatura di Sant’Apollonia
Miniatura del 1400 francese, opera di Jean Fouquet. Nasce in Francia nel 1420 e muore nel 1480. Molto famoso sia in
Francia che in Italia, era un appassionato di teatro. A Parigi andava spesso nella confraternita della passione per vedere
nella confraternita. Nelle miniature si vedono gli spettacoli ai quali ha assistito. Miniatura di Sant’Apol-
i misteri allestiti
lonia databile intorno al 1453. Viene composta insieme ad altre miniature per ornare il libro di preghiere do Etienne
Chevalier, tesoriere del regno di Francia. È riferibile a uno spettacolo ma non si sa quale, sono evidenti nessi ai misteri
ageografici, solitamente rappresentati nella provincia francese. Illustra non tutta la pianta ma la parte di un piccolo palco
disposto lungo il perimetro dell’arena oppure gli spettatori di inferiore ceto
in legno. Ci sono palchi per il pubblico
sociale sono posizionati sotto i luoghi deputati. Questo perimetro circonda un arena circolare centrale chiamata il campo.
Ci piace notare il teatro in azione e il suo pubblico. Il pittore spettatore rappresenta il clou dello spettacolo cui aveva
assistito da un palco posto dalla parte opposta dello spettacolo rappresentato. Si vedono attori, azioni, musici in un arena
bordata di frasche verdi intrecciate con canne. Apollonia è distesa e legata una tavola inclinata e poggiata su un cavalletto
destinata al martirio. La santa è torturata da quattro signori in rosso, barbuti e hanno identiche calzature. Uno di questi
sta strappando i denti con una lunga tenaglia alla fanciulla, mentre un altro la sta tenendo per i capelli. Alle spalle del
tiratore di capelli vi è il diavolo che sta istigando il carnefice, mentre i due rimanenti stanno tirando allo spasimo la
corda con cui la fanciulla è legata e un impudente buffone, impugnando la marotte, si gratta il deretano. Questo crudo
realismo rinvia alla spettacolarità dei pubblici supplizi. Al centro vi è il sovrano con corona con lo scettro e una barba
bianca fluente. È un sovrano pagano che consigliato dal demonio chiede alla santa di ricusare la fede cattolica. Un tizio
vestito di blu cerca di catturare l’attenzione degli spettatori aiutandoli a capire l’evento. Più precisamente si raffigura
cioè una sospensione dell’azione durante la quale gli spettatori dovevano fare silenzio
silete e prestare attenzione.
L’azione di questo mistero si svolgeva più nell’arena che nei luoghi deputati. C’è un indizio da cogliere: si poteva
passare dall’arena ai luoghi deputati tramite una scaletta il sovrano è sceso a recitare nell’arena. Questo signore dal
luogo deputato scende nell’arena e recita. Non manca il palco dei musici ovvero dei musici che stanno suonando stru-
menti a fiato. Accanto ai musici c’è in azione un altro performer musicale, un organista. Ci sono degli angeli a sinistra
in alto che aspettano il momento in cui scendere dalla ripida scaletta dal luogo deputato del paradiso in arena per racco-
gliere l’anima della santa. Su un palo vi è un curioso per vedere meglio lo spettacolo. La miniatura ci aiuta a capire
meglio questi tipi di spettacoli.
Forme di spettacolo rinascimentale: Ferrara e Venezia, due capitali dello spettacolo (su due cicli pittorici)
Il teatro moderno italiano si basa sulla riscoperta dell’antico e sulla tradizione europea-romanza. La riscoperta dell’an-
XIV e XVI sec che prese piede sia per le indagini archeologiche sia per lo studio e l’interpretazione
tico fu una moda tra di Vitruvio, l’unico trattato di architettura giunto sino a noi con una prosa oscura e senza illustra-
del De Architectura
zioni. Nel libro quinto di questo trattato Vitruvio parla dei teatri: secondo Vitruvio il teatro latino nasce da un cerchio
di base, ovvero quello che l’architetto deve tracciare per delineare l’orchestra, entro il quale si inscrivono quattro trian-
vertici determinano proporzioni, allineamenti e strutture dell’edificio teatrale latino.
goli equilateri ed equidistanti i cui
dell’antico è da attribuirsi quindi a:
Questa riscoperta
1. rivisitazione dei testi di Plauto e Terenzio;
2. interpretazioni su Vitruvio;
3. rilievi archeologici dei luoghi teatrali;
8 4. progetti dei nuovi teatri ispirati a quelli antichi;
culto e mito di Roma che ispira tutte le riflessioni sull’antico;
5.
6. dibattito sulla poetica aristotelica;
7. dibattito su Onomasticum di Giulio Polluce ricco di notizie sul teatro greco e romano;
8. studio del trattato Ars Poetica di Orazio;
9. studio di un commento a Terenzio che nel IV sec fu stilato da Elio Donato.
Al filone classicista vitruviano si affianca il filone della pratica scenico romanza che si basa sullo spettacolo sacro e
la loro unione ha determinato la riformulazione dell’idea stessa di teatro nell’Italia umanistico
buffonesco medievale,
rinascimentale che tornerà quindi ad avere le istituzioni teatrali. Il nuovo teatro moderno nasce dalle relazioni tra persone
ma anche tra stati, i più importanti Ferrara e la corte degli Estensi e la Repubblica di Venezia.
Molti dei caratteri distintivi che di norma vengono attribuiti al Rinascimento possono già essere rintracciati nel Me-
dioevo, per esempio si attribuisce al Rinascimento la riscoperta dell’individuo, ma quel sentimento di individualità è già
sec. Su queste basi allora Gombrich ha proposto un’interpretazione del Rinascimento come un movi-
proprio del XII
mento culturale più che come un periodo, proprio per evitare il “mito del Rinascimento”. Questo movimento culturale
del Rinascimento è da assimilare all’umanesimo che, affiancato alla riscoperta dell’antico, diventa il canone di giudizio
antico come officina del nuovo. L’Umanesimo si può quindi definire un movimento culturale
della nuova cultura
d’avanguardia che si incardina sull’umana ragione, quindi da un lato il tentativo di riportare in vita l’antico, dall’altro
la centralità della razionalità umana.
Da qui la centralità dell’antropocentrismo di matrice filosofica neoplatonico e della proporzione antropometrica vitru-
medicea Firenze. La cultura umanistica mette al centro la ragione, L’uomo è al
viana. Come Massimo Ficino per la
centro. L’uomo essendo al centro del mondo come essere razionale e corrisponde armonicamente all’armonia cosmica.
L’immagine di Leonardo da Vinci è la migliore visualizzazione del concetto tra macrocosmo e microcosmo. La pianta
circolare delle chiese quindi ha dei significati. La figura circolare come forma perfetta. Andrea Palladio con i quattro
libri sull’architettura. Per Palladio la forma circolare rappresenta l’uniformità e la giustizia di dio, cerchio come forma
simbolica.
Tre sono i punti salienti dell’umanesimo: emulazione antico, sintesi tra arte e natura e costruzione razionale dello spazio
grazie alla prospettiva. da cui si irradiò l’invenzione del teatro moderno, di-
Tra Quattro e Cinquecento Ferrara fu uno dei fuochi principale la corte del duca Ercole Primo d’Este diventa una
ventando una capitale dello spettacolo rinascimentale. In particolare,
vera e propria officina d’arte teatrale, come lo erano altre corti italiane ed europee che proponevano spettacoli densi di
allegorie e simbolismo che si basavano sulla mitologia. Furono proprio le corti italiane a stabilizzare a partire dalla fine
del 400 le prassi del teatro profano, assicurando a un pubblico d’élite una sorta di continuità del servizio teatrale. Quindi