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ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE VOL.2
Cap. V: IL RAPPORTO FRA IL SISTEMA IMPRESA E IL
SISTEMA FINANZIARIO
Il Sistema Finanziario è il complesso degli Operatori Finanziari e delle altre entità che
agevolano e svolgono il Trasferimento di Risorse Finanziarie dalle unità in Surplus
(risparmiatori o investitori) alle unità in Deficit (soggetti finanziati).
La Struttura Operativa del Sistema Finanziario è composta da:
• Operatori Finanziari, organizzazioni specializzate nell’attività finanziaria;
• Altri Operatori che non hanno una specializzazione finanziaria ma operano nel
processo di Trasferimento di Risorse Finanziarie.
Inoltre, all’interno della Struttura Operativa, possiamo distinguere:
• Gli Individui, persone fisiche con una specializzazione finanziaria (agenti di
cambio, agenti di borsa, broker, assicuratori, etc.);
• Le Organizzazioni Imprenditoriali, imprese specializzate o meno nella Finanza;
• Le Istituzioni.
Le Organizzazioni Imprenditoriali possono essere a loro volta distinte in:
• Imprese Finanziarie, specializzate nell’attività finanziaria (Banche, SIM,
Assicurazioni.);
• Imprese Non Finanziarie, senza specializzazione finanziaria, ma che intervengono
nel processo di Trasferimento di Risorse Finanziarie (società di rating, società di
revisione).
Le Istituzioni sono organismi pubblici e privati che disciplinano il comportamento delle
imprese che rientrano nel loro settore. Esse si trovano sia nell’OdG, sia nella Struttura
Operativa.
Il Sistema Finanziario, rispetto alla singola Impresa Industriale, è un Sovra-sistema, in
quanto aggregazione di più Imprese Industriali ed Istituzioni. Il suo Odg è composto
prevalentemente da Istituzioni Pubbliche.
In Europa sia ha un Sistema Finanziario Sovranazionale con dei Sub-sistemi a livello
nazionale
Questo sistema offre due grandi famiglie di prodotti (output) alle unità in deficit, in
particolare:
• Titoli Obbligatori, Prestiti Bancari, BOT, Depositi Bancari, Conti Correnti, etc.;
• Azioni, Obbligazioni, Contratti Derivativi, Gestioni Patrimoniali, etc.;
ciò che le differenzia è il Grado di Rischio.
Gli Operatori Finanziari si dividono in:
• Intermediari Finanziari Tradizionali, operatori che si interpongono giuridicamente
e patrimonialmente tra le unità in Surplus e quelle in Deficit. La proprietà della
Risorsa Finanziaria viene trasferita temporaneamente all’Operatore Finanziario
permettendogli di vantare diritti verso il soggetto in deficit ed obbligandolo
assumersi doveri verso quello in Surplus;
• Mercati Finanziari, operatori differenti da quelli Tradizionali ai quali non si
trasferisce la proprietà della Risorsa Finanziare, ma che hanno un ruolo di
Consulenza.
Inoltre si può identificare un’altra categoria di Operatori, detti “Informativi”, che servono
sia agli Intermediari Finanziari Tradizionali, sia ai Mercati Finanziari, rientrando in
entrambe le categorie. Questi sono rappresentati, per esempio, da Società di Rating,
Società di Revisione e Società di Consulenza. Sono anche detti “Operatori Trasversali”.
L’OdG del Sistema Finanziario è un’autorità con una forza ed una discrezionalità più bassa
rispetto a quello di una singola Impresa Industriale (anche perché nasce come sistema
Bottom-Up). Ciò vuol dire che i singoli operatori Impresa facenti parte del Sistema
Finanziario hanno una propria autonomia di Governo di Impresa.
Andiamo ora ad analizzare le Relazioni Intersistemiche tra Sistema Finanziario ed altri
sistemi.
Fondamentalmente, il Sistema Finanziario, si relaziona con due sistemi: il Sistema
Risparmio ed il Sistema Impresa. Per quanto riguarda il primo si tiene fede al Principio
dell’Adeguatezza al Profilo di Rischio, mentre per il secondo ci si basa sul Principio di
Rischio-Rendimento.
Per quanto possano sembrare diversi, i due principi, rappresentano le due visioni
diametralmente opposte di uno stesso concetto. E’ vero, infatti, che il Sistema Finanziario
nei confronti dell’Impresa chiede un adeguato rendimento per il rischio cui è soggetto
prestando denaro alla stessa. Allo stesso modo, nei confronti del Risparmiatore, esso si
deve preoccupare di assicurare un rendimento adeguato al rischio che il suddetto
Risparmiatore è disposto a correre nel momento in cui “presta” soldi al Sistema
Finanziario.
Questi principi si sono affermati sulla base dell’azione dell’Odg del Sistema Finanziario: il
singolo Operatore Finanziario, infatti, costruisce i propri rapporti considerando da un lato
che il Risparmiatore è il contraente più debole, dall’altro che nessun Operatore Finanziario
deve correre un rischio non supportato da un adeguato rendimento.
La differenza tra l’Azione di Governo del Sistema Impresa e quella del Sistema
Finanziario può essere riscontrata nella loro finalità: nel primo caso, infatti, essa mira alla
Sopravvivenza, alla Creazione di Valore e al Vantaggio Competitivo, mentre nel
secondo caso lo scopo è quello di essere Efficace nel rapporto con l’Impresa, quindi
trovare una soluzione per soddisfare sia il Sistema Finanziario, sia l’Impresa stessa.
L’Efficacia del Governo del Sistema Finanziario si raggiunge quando vengono tutelati tre
aspetti:
• Il Governo del rapporto con l’Impresa deve puntare all’Efficienza. Esso è Efficiente
quando è adeguato:
⇒ in termini di Varietà dei Prodotti;
⇒ nella Tempestività (iter burocratici e scambi coordinati e velocizzati);
⇒ in termini di Costo (prodotti a costi sempre più bassi).
• Il Governo deve tenere sotto controllo la Stabilità del Sistema Finanziario stesso,
dove per “Stabilità” si intende un’adeguata Liquidità, indicatore di Fiducia per i
Rispamiatori.
• La funzione di Sviluppo Generale che ha il Sistema Finanziario nell’Economia.
L’attività bancaria, infatti, non va svolta esclusivamente a scopi lucrativi, ma
soprattutto al fine di mantenere ed accrescere gli altri Sistemi.
Il profilo Rischio-Rendimento rappresenta il principio su cui si veicolano i rapporti tra
Sistema Finanziario e Sistema Impresa. Alla base di questo principio c’è il fatto che gli
Operatori abbiano una certa prudenza. Esiste un legame tra il Rendimento atteso da un
investimento ed il Grado di rischio dell’investimento stesso; ad un Rischio più alto
corrisponde un aumento del Rendimento atteso più che proporzionale. Il Rischio, però, ha
un limite: oltre un certo livello l’investitore non è più disposto a concedere Risorse
Finanziarie, qualunque sia il Rendimento.
Il principio Rischio-Rendimento è rappresentato da un ramo di parabola (vertice in basso)
disegnato su un piano cartesiano con Asse Verticale identificata dal Tasso di Rendimento
ed Asse Orizzontale rappresentate il Grado di Rischio.
Generalmente la Curva Rischio-Rendimento è individuale, facente riferimento ad un
singolo Operatore. Tuttavia, intendendo il Sistema Finanziario come Sovra-sistema essa
può rappresentare la sintesi delle Curve Rischio-Rendimento di tutti gli Operatori
Finanziari.
Le curve Continue e Tratteggiate rappresentano rispettivamente gli Operatori con una
minore o maggiore Propensione al Rischio.
Infine, se una curva rappresenta il Rischio-Rendimento Medio del Sistema Finanziario al
tempo T , mentre l’altra rappresenta il Rischio-Rendimento al tempo T , nel paragonarle si
0 n
potrà verificare come il Sistema Finanziario sia mutato nel tempo, aumentando o
riducendo la propria Propensione al Rischio.
Cap. VI: IL RISCHIO
Il Rischio è l’esposizione di un’Entità ad eventi e forze che hanno la capacità di alterarne
lo stato.
Le proprietà del Rischio:
• Rischio in senso Negativo, dove si considera che il Rischio, se si manifesta,
influenza in maniera negativa la situazione dell’Entità;
• Rischio in senso Negativo e Positivo, dove il Rischio potrebbe influenzare in
maniera sia negativa che positiva la situazione dell’Entità;
• Rischio Passivo, se l’Entità è esposta ad eventi e forze da essa incontrollabili e
che non può evitare del tutto;
• Rischio Attivo, se il manifestarsi del Rischio dipende dal comportamento dell’Entità
stessa;
• Rischio Oggettivo, quando si è esposti ad un Rischio senza saperlo;
• Rischio Soggettivo, in quanto quello che per un’Entità può rappresentare un
Rischio, per un’altra potrebbe non rappresentarlo.
Spesso il Rischio viene confuso con il Pericolo o con il Problema. A questo proposito ci
sono due distinzioni da fare:
• Distinzione tra Rischio e Problema, in quanto per affrontare il Problema si devono
analizzare le cause che hanno portato alla situazione di fatto (Ottica Backward),
mentre per il Rischio si cerca di prevedere e prevenire eventi futuri (Ottica
Forward).
• Distinzione tra Rischio e Pericolo, in quanto il Pericolo rappresenta una serie di
eventi difficilmente evitabili, a differenza del Rischio che rappresenta soltanto una
serie di eventi possibili. Il Pericolo, nell’ottica dell’Impresa, è sempre Soggettivo,
considerando che non esiste un pericolo assoluto, data la possibilità (sempre
esistente) di attuare una trasformazione in grado di scongiurare un determinato
Pericolo nel medio-lungo termine.
L’Impresa sostiene dei Rischi dal punto di vista dell’OdG, in quanto è quest’ultimo che
prende le decisioni aziendali.
Esistono due legami fondamentali tra Rischio ed altri concetti:
• Il legame con la Complessità;
• Il legame con le Decisioni (non si corrono rischi se non si prendono decisioni).
Le Cause del Rischio sono:
• Il Tempo, dato che i Risultati delle azioni che compiamo oggi potranno essere
valutati solo in futuro;
• Il Condizionamento dagli altri;
• La Limitata Conoscenza, in quanto non si può prevedere come si comporterà ciò
che circonda (limitata conoscenza del futuro e degli altri).
Il Rischio influenza il funzionamento dell’Impresa sotto due punti di vista:
• Le Aspettative, considerando che l’OdG valuta e sostiene il Rischio con la
speranza di ottenere determinati Risultati. Esso deve quindi identificare le proprie
aspettative e valutare se esse siano basata su informazioni certe o se, invece,
siano basate sull’intuito, sui luoghi comuni, etc.;
• Il legame tra Valore Economico dell’Impresa e Rischio. Il Rischio, infatti,
influenza in maniera negativa il Valore Economico dell’Impresa