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II. Crediti

C. Trattamento di fine rapporto

III. Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni

IV. Disponibilità liquide

D. Ratei e risconti debiti

E. Ratei e risconti

Il criterio per classificare le voci attive nello stato patrimoniale è un ma anzitutto è di destinazione economica, un criterio che viene loro attribuita rispetto all'attività ordinaria, che si determina in base al tempo di utilizzo del bene nel processo produttivo. Le immobilizzazioni sono beni ad uso durevole, mentre l'attivo circolante non ha queste caratteristiche. All'interno di liquidità crescente, ciascuna macro-area (A, B, C, D) si segue il criterio finanziario a che indica l'attitudine alle singole voci di trasformarsi in liquidità in un tempo più o meno lungo (es. i crediti sono più liquidi rispetto ai beni ma sono meno liquidi rispetto ai conti correnti bancari). Per quanto riguarda il passivo, natura delle fonti di diritto.

La classificazione è essenzialmente fatta sulla base dellafinanziamento: ciò al fine di distinguere i mezzi di terzi dai mezzi propri. Per i crediti iscrittinell’attivo circolante e per i debiti lo schema richiede l’indicazione degli importi esigibili oltrel’esercizio successivo.

Stato patrimoniale attivo

Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti(A)

ImmobilizzazioniB. —> ripartite in immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie. Sonoattività destinate a rimanere nel patrimonio aziendale anche oltre la chiusura dell’eserciziosuccessivo perché sono ad uso durevole.

immaterialiI. immobilizzazioni > sono caratterizzate dalla mancanza di tangibilità. Sonocostituite da costi che non esauriscono la loro utilità in un solo periodo, ma manifestano ibenefici economici lungo un arco temporale di più esercizi. I benefici economici futuriderivanti da un’immobilizzazione immateriale includono i

Proventi originati dalla vendita di prodotti o servizi, i risparmi di costo o altri benefici derivanti dall'utilizzo dell'attività immateriale da parte della società. La loro classificazione può essere analizzata come segue:

  • Oneri pluriennali > sono costi che non esauriscono la loro utilità nell'esercizio in cui sono sostenuti. Un esempio si ha con i costi di impianto e di ampliamento che sono costi avvenuti in una fase precedente alla costituzione di un'azienda;
  • Beni immateriali > sono individualmente identificabili ma non hanno una consistenza fisica, sono di norma rappresentati da diritti giuridicamente tutelati (es. diritti di brevetto industriale);
  • Avviamento > valore che a volte è iscritto nei bilanci in occasione di operazioni di acquisizioni di aziende;
  • Immobilizzazioni immateriali in corso e acconti > sono rappresentate da costi interni ed esterni sostenuti per la realizzazione di un bene.

immateriale per il quale non sia ancora stata acquisita la piena titolarità del diritto (nel caso di brevetti, marchi ecc.) e possono essere anche materiali;

materiali

II. immobilizzazioni > sono beni tangibili di uso durevole destinati a permanere duramente nel patrimonio aziendale, la cui utilità economica si estende oltre i limiti di un esercizio. Il riferirsi a fattori e condizioni durature non è caratteristica intrinseca ai beni come tali, bensì alla loro destinazione. Esse sono normalmente impiegate come strumenti di produzione del reddito della gestione caratteristica e non sono, quindi, destinate alla vendita, né alla trasformazione per l'ottenimento dei prodotti della società. Sono immobilizzazioni materiali i beni che hanno le seguenti caratteristiche: sono beni che hanno un'utilità pluriennale e quindi possono concorrere alla formazione del risultato economico e dalla situazione patrimoniale-finanziaria di più

esercizi; sono beni materiali acquistati o prodotti, o in corso di costruzione; l'uso durevole delle immobilizzazioni materiali presuppone l'esistenza di fattori e condizioni produttive la cui utilità economica si estende oltre i limiti di un esercizio; esse incorporano una potenzialità di servizi produttivi (utilità) che si prevede saranno resi durante la loro vita utile. Il costo delle immobilizzazioni materiali, poiché la loro utilizzazione è limitata nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione (ad eccezione dei terreni, la cui utilità non si esaurisce). La quota di ammortamento imputata a ciascun esercizio si riferisce alla ripartizione del costo sostenuto sull'intera durata di utilizzazione del bene. Le immobilizzazioni iscritte in bilancio sono quindi "nette", cioè espresse al netto del relativo fondo di ammortamento.

Il fondo di ammortamento identifica una rettifica di valore delle immobilizzazioni materiali lorde. Questa rettifica è scritta nel sistema contabile delle aziende per creare memoria del fatto che un bene, originariamente acquistato per un certo valore, ha sofferto un processo di deperimento dovuto all'uso e all'obsolescenza e, di conseguenza, una perdita di valore. La loro classificazione può essere analizzata come segue: - Terreni e fabbricati: immobilizzazioni strumentali alle attività dell'impresa. Possono essere fabbricati che non sono strumentali all'attività di impresa ma che rappresentano un investimento di mezzi finanziari (es. un'impresa investe in un immobile che poi affitta e gli produce un guadagno). - Impianti e macchinario. - Attrezzature industriali e commerciali. - Altri beni: possono essere gli arredi, le macchine d'ufficio come i computers, gli automezzi o gli imballaggi (ovviamente in

base all'attività che svolge l'impresa);immobilizzazioni in corso e acconti;

  • finanziarie

III. immobilizzazioni > sono partecipazioni, crediti o titoli, destinate ad una permanenza durevole nel portafoglio della società. Le partecipazioni destinate ad una permanenza durevole nel portafoglio della società si iscrivono tra le immobilizzazioni, le altre vengono iscritte nell'attivo circolante. Al fine di determinare l'esistenza della destinazione a permanere durevolmente nel patrimonio dell'impresa si considerano la volontà della direzione aziendale e l'effettiva capacità della società di detenere le partecipazioni per un periodo prolungato di tempo. Le partecipazioni sono espressive del valore delle quote di capitale di rischio detenute in altre imprese. La parola "nette" indica che anch'esse sono espresse al netto del fondo svalutazione partecipazioni, ovvero di eventuali rettifiche di valore.

Le immobilizzazioni rappresentano i diritti di proprietà dell'azienda su beni materiali o immateriali che sono destinati a essere utilizzati per un periodo di tempo prolungato nell'attività aziendale. Questi beni non sono destinati alla vendita, ma sono utilizzati per generare reddito.

Le immobilizzazioni possono essere suddivise in diverse categorie, tra cui:

  • Immobili: comprendono terreni, fabbricati e altre costruzioni.
  • Impianti e macchinari: comprendono attrezzature, macchinari e veicoli utilizzati nell'attività produttiva.
  • Beni immateriali: comprendono brevetti, marchi, diritti d'autore e software.

Le immobilizzazioni vengono registrate nel bilancio dell'azienda al costo di acquisto e vengono successivamente ammortizzate nel tempo per tener conto della loro perdita di valore.

La perdita di valore delle immobilizzazioni può essere causata da diversi fattori, come l'obsolescenza tecnologica, i cambiamenti nel mercato o la riduzione della domanda per i prodotti o servizi dell'azienda.

Le immobilizzazioni finanziarie rappresentano invece i diritti di proprietà dell'azienda su altre società o entità. Questi diritti vengono valutati al costo di acquisto e vengono successivamente rivalutati per tener conto della perdita di valore di questi diritti sul capitale di rischio di altre aziende.

Il presupposto per la perdita di valore è rappresentato dal fatto che l'azienda partecipata abbia accumulato perdite, ovvero abbia raggiunto risultati positivi, ma significativamente inferiori alle aspettative espresse nel valore originario della partecipazione.

In particolare, sono classificati nelle immobilizzazioni i crediti di origine finanziaria (ad esempio prestiti effettuati dall'impresa), mentre sono classificati nell'attivo circolante i crediti di origine commerciale (ad esempio crediti verso clienti).

L'attivo circolante accoglie quelle attività che non sono destinate ad un utilizzo duraturo in azienda (quindi diventano cassa entro l'anno). La macroclasse si articola come segue:

  • Rimanenze di magazzino: rappresentano beni destinati alla vendita o che concorrono alla loro produzione nella normale attività della società.
Le principali tipologie di rimanenze di magazzino sono: le materie prime, ivi compresi i beni acquistati soggetti ad ulteriori processi di trasformazione (cd. semilavorati di acquisto); i prodotti in corso di lavorazione (materiali, parti e assiemi in fase di avanzamento); i semilavorati (parti finite di produzione interna destinate ad essere utilizzate in un successivo processo produttivo); le merci (beni acquistati per la rivendita senza subire rilevanti trasformazioni); i prodotti finiti (prodotti di propria fabbricazione). Le svalutazioni dei beni inclusi nelle rimanenze di magazzino sono rilevate a rettifica diretta dei relativi valori iscritti all'attivo nel caso si ritenga che queste siano destinate a essere vendute a un valore inferiore al valore iscritto in bilancio. La voce "acconti" comprende le somme corrisposte ai fornitori prima della consegna dei relativi beni; crediti verso clienti, verso imprese collegate, verso imprese controllate, verso controllanti.

Verso imprese sottoposte al controllo dei controllanti, verso l'erario, verso altri. Sono diritti a esigere, a una certa scadenza individuata o individuabile, determinate disponibilità liquide da clienti o da altri soggetti. Nelle imprese mercantili, industriali e di servizi tale diritto deriva generalmente dalla vendita di prodotti, merci e servizi con pagamento differito, cioè nasce in seguito ad operazioni di scambio. Sono denominati anche "crediti di regolamento" (crediti di origine commerciale). I crediti sono esposti nel netto del fondo svalutazione crediti SP per ridurli al lavoro di presunto utilizzo, nel caso in cui si preveda che essi siano destinati a non essere incassati integralmente. I crediti dell'attivo circolante sono crediti verso clienti, crediti commerciali verso imprese consociate (appartenenti allo stesso gruppo), crediti tributari e crediti verso altri (es. crediti verso dipendenti, crediti verso enti previdenziali per rimborso di contributi).

altri crediti che non rientrano nelle voci precedenti); attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni III. Si tratta di partecipazioni e titoli che, per decisione del management dell'impresa, non sono destinati a rimanere durevolmente nel patrimonio aziendale e quindi non possono essere ricompresi tra le immobilizzazioni; disponibilità liquide IV. Sono rappresentate da depositi bancari e postali, assegni e denaro e valori in cassa. In mancanza di indicazioni specifiche, le disponibilità liquide esposte nello stato patrimoniale si presumono essere immediatamente utilizzabili per qualsiasi scopo della società. I depositi bancari e postali sono disponibilità presso il sistema bancario o l'amministrazione postale, aventi il requisito di poter essere incassati a pronti o a breve termine (saldi attivi dei conti correnti bancari o postali). Gli assegni sono titoli di credito bancari (di conto corrente, circolari e similari).
Dettagli
A.A. 2019-2020
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher letteralMENTE30 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale, corso base e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Lassini Ugo.