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Capitolo 3: Reddito e Capitale

RAPPORTO TRA REDDITO E CAPITALE

Il reddito e il capitale sono legati da una comune condizione: l'essere valori, ovvero grandezze suscettibili ad essere espresse in termini monetari. Il primo, infatti, è un flusso di valori, il secondo è uno stock di valori. Essi sono due modi di apparire dello stesso fenomeno.

Il reddito può essere interpretato come la ricchezza generata dalle attività di gestione nell'arco di un determinato periodo. Il capitale rappresenta la ricchezza osservata in un dato istante. Il reddito rappresenta l'aspetto dinamico della ricchezza, che va poi a sommarsi al secondo, che ne rappresenta l'aspetto statico. Il formarsi del reddito presuppone l'esistenza di un capitale. Tale rapporto, non genera una diretta derivazione della prima grandezza dalla seconda e non implica che il capitale sia fonte di reddito (il capitale da solo è sterile).

Il capitale più il lavoro costituiscono...

La struttura produttiva e grazie ad essa possiamo svolgere: l'attività, la gestione, e di conseguenza creare reddito. Il reddito ottenuto va ad incrementare il capitale. Dunque, il capitale è prodotto dal reddito.

IL CAPITALE

Il capitale può essere osservato nell'aspetto qualitativo e nell'aspetto quantitativo. L'aspetto qualitativo riguarda le caratteristiche degli investimenti e le modalità di finanziamento mentre l'aspetto quantitativo si riferisce alla determinazione del valore del capitale.

L'aspetto qualitativo del capitale è un complesso di condizioni di produzione coordinate e pertinenti all'azienda in un dato istante. Il capitale è composto da condizioni positive e condizioni negative coordinate tra di loro. Quelle positive sono utilità economiche per il futuro, ne fanno parte i crediti, il denaro e i fattori di produzione. Quelle negative invece sono obbligazioni verso terzi. Il capitale è un

insieme di condizioni legate al sistema strettamente coordinate fra di loro al fine di garantire lo svolgimento dell'attività.

Vincolo di pertinenza

Per stabilire se un elemento fa parte del capitale ci affidiamo al concetto della pertinenza. La questione non è nuova agli studiosi. In passato infatti la dottrina, nel tentativo di individuare il collegamento tra gli elementi del capitale e l'azienda, aveva fatto riferimento al concetto di disponibilità, distinguendo in tale ambito tra disponibilità di diritto e disponibilità di fatto. La disponibilità di diritto ci spiega che un elemento è considerato parte del capitale quando è disponibile di diritto, cioè quando è garantita la disponibilità da parte di una norma dell'ordinamento giuridico. Un limite di questo concetto si riscontra quando si pensa per esempio ai crediti, essi dipendono dalla loro esigibilità ma in caso di mancata

esigibilità non si può parlare di elemento del capitale anche se disponibile di diritto. Data la limitatezza di questo concetto subentra un altro concetto, quella della disponibilità di fatto. Si pensi sempre al credito. Ragionando nell'ottica della disponibilità di diritto si può affermare che il credito sia un elemento del capitale in quanto l'azienda in relazione ad esso ha un diritto alla riscossione tutelata dall'ordinamento, mentre nell'ottica della disponibilità di fatto, esso è considerato tale solo se è esigibile. Il concetto della disponibilità di fatto può anch'esso, in alcuni casi, essere fuorviante. Secondo tale criterio, ad esempio può essere dubbia l'appartenenza al capitale aziendale di alcuni elementi disponibili di fatto ma non di diritto, poiché è proprietà di terzi. Per superare il suddetto limite gli studiosi hanno ritenuto necessariadato periodo di tempo, è una grandezza flusso. La disponibilità di un bene materiale si riferisce alla sua presenza fisica e alla sua capacità di essere utilizzato o trasferito. La disponibilità di un bene immateriale, come un marchio o un brevetto, è più complessa da definire, poiché non può essere toccato o trasferito fisicamente. Tuttavia, tali beni immateriali possono essere considerati disponibili se possono essere utilizzati o sfruttati in qualche modo. La dottrina ha introdotto il concetto di pertinenza per ampliare il concetto di disponibilità. La pertinenza si riferisce alle condizioni, positive o negative, del capitale e agli elementi relativi e inerenti a una specifica azienda in un determinato momento. Pertanto, la pertinenza tiene conto non solo della presenza fisica dei beni, ma anche delle condizioni che influenzano la loro utilità o valore per l'azienda. In conclusione, la disponibilità può essere definita in base alla presenza fisica e alla capacità di utilizzo o trasferimento di un bene materiale. Per i beni immateriali, come i marchi o i brevetti, la disponibilità può essere intesa come la capacità di utilizzo o sfruttamento. Inoltre, il concetto di pertinenza amplia il concetto di disponibilità, includendo anche le condizioni e gli elementi relativi e inerenti a una specifica azienda.

Il capitale, in un determinato intervallo, è una grandezza flusso. Il capitale deve essere quindi fotografato in determinati momenti di vita dell'azienda.

Classificazione delle condizioni produttive:

  1. Natura e si distinguono in capitale fisso e capitale circolante.
  2. Destinazione cioè fattori a breve e fattori a lungo termine.
  3. Realizzabilità, che riguarda l'attitudine alla conversione in denaro e si distinguono in immobilizzazioni e disponibilità. I primi non possono essere convertiti tempestivamente, i secondi sì.
  4. La proprietà (proprio o di terzi).
  5. Importanza (principale o accessoria).
  6. Materialità (materiale o immateriale).

Per quanto riguarda le condizioni negative possono essere individuate con riguardo al tipo di obbligazioni idebiti o prestazione di servizi. Un altro criterio è l'esigibilità: passività correnti cioè esigibili entro l'anno.

capitale netto positivo. Il capitale netto rappresenta quindi la differenza tra gli attivi e i passivi di un'azienda. Le attività sono le risorse economiche possedute dall'azienda, come ad esempio i beni materiali (immobili, macchinari, veicoli) e i beni immateriali (brevetti, marchi, goodwill). Le passività, invece, sono le fonti di finanziamento dell'azienda, come ad esempio i debiti verso fornitori, le obbligazioni emesse e i prestiti bancari. Le passività possono essere classificate in passività correnti e passività non correnti. Le passività correnti sono quelle che devono essere rimborsate entro un anno, mentre le passività non correnti sono quelle che devono essere rimborsate oltre un anno. Le passività possono anche essere classificate in passività onerose e passività non onerose. Le passività onerose sono quelle che comportano il pagamento di interessi o altri oneri finanziari, come ad esempio i debiti di finanziamento. Le passività non onerose sono quelle che non comportano il pagamento di interessi o altri oneri finanziari, come ad esempio i debiti di funzionamento. Il capitale, dal punto di vista quantitativo, è un fondo di valori riferito ad un dato istante. Esso rappresenta una somma algebrica i cui elementi sono valori, ovvero la quantità di moneta equivalente del bene preso in esame. Utilizzando la moneta come unità di misura, è possibile ottenere valori che sono sommabili. Pertanto, il capitale può essere definito come capitale valore. Gli elementi positivi del capitale sono chiamati attività, mentre quelli negativi sono chiamati passività. La differenza tra attività e passività individua il capitale netto. Quest'ultimo subirà variazioni in base alla gestione dell'azienda e al reddito generato. In caso di reddito negativo, il capitale netto subirà una variazione negativa, mentre in caso di reddito positivo subirà una variazione positiva.

reddito positivo. Il reddito può anche essere definito come la variazione che subisce il capitale di proprietà per effetto della gestione.

Al fine di ottenere il valore del capitale si utilizza lo stato patrimoniale. Questo documento è diviso in tre sezioni: attività, passività, netto.

Lo stato patrimoniale è la configurazione quali-quantitativa del capitale di un'azienda in un dato istante. Il concetto di istantaneità deve essere precisato; il fatto che noi fotografiamo il capitale in un dato istante non vuol dire che la gestione si ferma, la gestione è in continuo divenire. Per questo è importante la valutazione degli elementi del capitale.

Il concetto di valutazione

La valutazione è un procedimento che consente di esprimere in termini monetari i vari elementi del capitale, al fine di determinare il capitale netto. La valutazione è un giudizio soggettivo espresso in forma monetaria di un singolo elemento.

valutazione funzionale invece è una valutazione di elementi che fanno parte di un tutto e che non possono essere valutati singolarmente. Valutazione delle disponibilità liquide La voce denaro non è sottoposta al processo di valutazione, ma è semplicemente numerata. Il denaro è contabilizzato secondo il valore della moneta di conto: l'euro. Ciò, tuttavia, può cambiare nel caso di trasformazione del dollaro all'euro. Nel caso della banca si può impiegare l'estratto conto, contenente il saldo del conto corrente. Valutazione impianti Gli impianti sono dei fattori a medio lungo termine poiché la loro utilità viene ceduta in più periodi amministrativi. Il conto storico è il valore dell'impianto subito dopo l'acquisto, ma con il passare del tempo il suo valore diminuisce a causa della perdita di utilità dovuta al logorio tecnico e al logorio economico. Il logorio tecnico dipende da

fattori fisici: l'utilizzo, manutenzione, volume di produzione. Quello economico riguarda l'obsolescenza, cioè quando un impianto non è più economico. L'Obsolescenza determina la vita utile dell'impianto, conclusa la quale deve essere sostituito. I fattori di obsolescenza sono: il progresso scientifico, la moda, cambiamenti dei gusti dei consumatori, altri motivi. Il valore degli impianti si sminuisce con il tempo a causa dei fattori di obsolescenza, perciò l'azienda si prepara per tempo a sostituire o adottare l'impianto con l'ammortamento. La stima della perdita di valore funzionale è definita quota di ammortamento. L'ammortamento dal punto di vista economico indica proprio la diminuzione graduale del valore iniziale dell'impianto. Dal punto di vista contabile invece è la trasformazione di un costo pluriennale in un costo di periodo. Esistono due tipi di ammortamento: quello diretto e quello indiretto.

Quello diretto si ottiene riducendo direttamente il valore dell'ammortamento del costo storico. Nell'indiretto per la perdita di valore si apre un conto chiamato fondo ammortamento.

Il capitale netto è la dotazione propria dell'azienda. Al momento della costituzione coincide con il capitale di conferimento. Il capitale netto ha una natura astratta, infatti, esso emerge dalla differenza fra attività e passività. Ha natura unitaria, perché ha un unico valore e questo si vede bene nelle aziende individuali. Nelle società è rappresentato dalle quote.

Il reddito o risultato economico è l'incremento o il decremento subito dal capitale conferito dalla proprietà per effetto della gestione svolta in un arco temporale. Il reddito può essere osservato solo dal punto di vista quantitativo, quindi è un valore. Esso può avere segno positivo (utile) o segno negativo (perdita).

reddito di periodo è il reddito generato in un determinato periodo di tempo, come ad esempio un mese o un anno. Può essere calcolato come la differenza tra le entrate e le uscite durante quel periodo. Il reddito di periodo può essere positivo, quando le entrate superano le uscite, o negativo, quando le uscite superano le entrate. Il reddito da lavoroIl reddito da lavoro è il reddito derivante dall'attività lavorativa di una persona. Può includere lo stipendio o il salario mensile, le commissioni, i bonus e altri benefici legati all'occupazione. Il reddito da lavoro è spesso la principale fonte di reddito per la maggior parte delle persone. Il reddito da capitaleIl reddito da capitale è il reddito derivante dagli investimenti o dalla proprietà di beni. Può includere gli interessi guadagnati sui conti bancari, i dividendi delle azioni, i guadagni da vendite di proprietà o beni immobili, e altri proventi derivanti da investimenti finanziari. Il reddito da capitale può essere una fonte di reddito passiva, poiché non richiede necessariamente un'attività lavorativa diretta. Il reddito da pensioneIl reddito da pensione è il reddito che una persona riceve dopo aver raggiunto l'età pensionabile o dopo aver terminato la propria carriera lavorativa. Può essere costituito da una pensione pubblica o privata, da rendite vitalizie o da altri benefici previdenziali. Il reddito da pensione è spesso una fonte di reddito per le persone anziane che non sono più in grado di lavorare a tempo pieno. Il reddito da affittiIl reddito da affitti è il reddito derivante dalla locazione di proprietà immobiliari. Può includere l'affitto mensile o annuale pagato dagli inquilini, nonché eventuali entrate aggiuntive come le spese condominiali o i pagamenti per servizi aggiuntivi. Il reddito da affitti può essere una fonte di reddito passiva per i proprietari di immobili. Il reddito da altre fontiIl reddito da altre fonti comprende tutte le altre forme di reddito che non rientrano nelle categorie precedenti. Può includere il reddito da attività imprenditoriali, il reddito da royalties o diritti d'autore, il reddito da investimenti alternativi come criptovalute o materie prime, e altre forme di reddito non convenzionali. In conclusione, il reddito è una misura del flusso di denaro o valore generato da diverse fonti. Può essere suddiviso in diverse categorie, come il reddito di periodo, il reddito da lavoro, il reddito da capitale, il reddito da pensione, il reddito da affitti e il reddito da altre fonti. La comprensione delle diverse fonti di reddito può essere utile per la pianificazione finanziaria e per la gestione delle finanze personali.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
15 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher A.Bacci di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Gonnella Enrico.