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La riforma gregoriana e la Scuola di Pavia

La riforma gregoriana segna uno spartiacque tra due età medievali che da sempre gli studiosi tendono a distinguere in Alto medievale (476 d.C. – 1000 d.C.) e Basso medievale (1000 d.C. –1492). La Scuola di Pavia, Cap. 2, pagg. 53-67.

Sul finire del XI secolo comincia a svilupparsi, soprattutto in ambito notarile, un diffuso interesse per la cultura giuridica e i testi giustinianei. In questi anni la principale scuola giuridica laica fu quella di Pavia, ex capitale del regno carolingio. All’interno della Scuola di Pavia non matura ancora la scuola della glossa, in questo ambito comincia a svilupparsi l’utilizzo dello strumento interpretativo della glossa. In età precedente, le scuole erano state monopolio dei monasteri che erano i centri culturali dell’epoca. Con Pavia lo studio del diritto comincia ad essere non più appannaggio del monastero e comincia ad interessare le comunità cittadine che cominciavano a svilupparsi anche da un punto di vista culturale.

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vista istituzionale e politico. Pavia viene ricordata in quanto sede di una scuola laica, e per il fatto che questo poté realizzarsi grazie alle origini prestigiose che la città poteva vantare.

I giuristi di Pavia si occupavano principalmente del diritto longobardo. Furono i primi a fare ricorso al metodo della glossa come metodo interpretativo a margine del testo. Essi si divisero in due correnti: antiqui e moderni.

Dai moderni, il diritto romano in questo secolo viene considerato un diritto in grado di integrare e spiegare fino in fondo il diritto longobardo. Tuttavia, il diritto romano è considerato di grandezza tale da poter giungere in supporto di altri diritti. Il diritto romano comincia ad acquisire il ruolo di lex mundialis, ovvero legge generale di tutti.

[Expositio ad Liber Papiensis - 1070]

Chi voleva essere giurista doveva avere una infarinatura del diritto romano per apprendere i principi che permettono di interpretare anche diritti molto diversi tra loro.

Il giurista dell'XI secolo non si accontenta più di un uso superficiale della legge, intende andare a fondo del significato della legge. La Scuola di Pavia ci dà il senso del modo con cui il giurista volge la propria attenzione al diritto romano.

I primi segni di una ricomparsa del Digesto si hanno a Pisa, ove si trovava il manoscritto contenente il testo più "antico" del Digesto (Littera Pisana/Florentina). Il Digesto ricomparve anche negli ambienti ecclesiastici tra il XI e XII secolo, la Chiesa manteneva un forte interesse per il diritto romano che era visto come strumento utile per perseguire la supremazia della Chiesa stessa e propri scopi di innovazione.

I primi segni di una riemersione dei testi giustinianei si hanno in molti ambienti sul finire del XI secolo.

Per poter utilizzare i testi giustinianei ai fini di concretizzare i principi della riforma gregoriana, il diritto romano viene utilizzato soprattutto negli ambienti della pratica. Di solito sono

I giudici che utilizzano il diritto romano per risolvere le controversie tra il potere della Chiesa e quello imperiale. Il diritto romano diviene lo strumento processuale per tutelare i diritti soggettivi. Rodolfo il Negro, teologo inglese, fa espresso riferimento al "pravum ritum iudiciorum", cioè al rito giudiziario sbagliato. A queste forme di giustizia prave i giudici tendono a sostituire la giurisdizione attuata tramite l'applicazione del diritto romano e delle prove giudiziali che erano disciplinate all'interno della cognitio extra ordinem. Ciò detto, non dobbiamo ritenere che l'attività teorica sia scarna, anzi la realizzazione che il diritto romano può risolvere i problemi della realtà spinge i giuristi a studiare approfonditamente e insegnare il diritto romano e i suoi istituti. Gli studi del trivio si sbilanciano in direzione del diritto, diventando strumenti di conoscenza dei testi giustinianei e dare avvio alla scuola.

giuridica. In questo clima, scaturisce un nuovo interesse per i testi originali del diritto romano. Per questo motivo la storiografia parla di una sorta di primo umanesimo, intendendo un rinnovato interesse per lo studio del testo originale.

Irnerio, di cui sappiamo molto poco, porta a compimento questo processo con la fondazione della Scuola di Bologna e ponendosi tra la pratica e la teoria ci dà un'indicazione chiara di come il diritto permeasse la cultura del tempo. Egli fu il primo a insegnare il diritto e a fondare le prime scuole di diritto, le quali si pongono tra la pratica e la teoria.

Lezione 16-03-2021

La Scuola della Glossa di Bologna

Cap 2, par. 4 - pag. 56

La particolarità di Bologna sta nell'attività di docenza che si sviluppa qui. Si tratta dell'inserimento della scienza iuris tra le materie di insegnamento studiate nella scuola tra le arti del trivio. Il diritto diviene disciplina di studio all'interno della scuola e allo studio di

diritto di applica il metodo scolastico usato nelle scuole che fino al momento era stato usato per studiare la sacra pagina. Il primo docente di Bologna fu Pepo agli inizi del XI secolo, egli fu anche il primo a fare una citazione genuina dei passi del Digesta nel corso di un processo. Gli succedette Irnerio. La differenza tra i due sta nel fatto che Irnerio separa il diritto come scienza dal diritto come prassi giuridica. La rilevanza di questa distinzione è messa in dubbio dal fatto che è lo stesso Irnerio mette in luce l'importanza fondamentale della prassi giurisprudenziale e lo stesso intento della Chiesa di eliminare il processo per ordalia. Le esigenze concrete della pratica e degli ordinamenti spinsero i giuristi a studiare i testi giustinianei e dare inizio ad un'attività di scuola che formasse. Le esigenze della pratica non furono in realtà mai distinte da quelle della teoria, infatti quando nel Medioevo ci si riferisce alla pratica non si.intende la prassi/consuetudine come la intendono i moderni. La Scienza giuridica medievale svolge essa stessa il ruolo del legislatore ricostruendo i testi di legge. La Scuola della Glossa si caratterizza per aver rimesso in circolazione dei testi di diritto romano che la scienza giuridica riteneva autorevoli e dunque degni di essere studiati e applicati nei tribunali. Di Irnerio non si sa molto, pure il nome risulta incerto, per lungo tempo si è pensato ad un'origine tedesca dello stesso. La sua opera di ricostruzione del Corpus Iuris Giustinianeo risulta molto importante anche per l'attenzione che lo stesso diede alla genuinità dei testi. Cap 2, par. 3 – pag. 54 Divisione Corpus Iuris Giustinianeo Con riferimento alle Novelle dell'Autenticum Irnerio dubitò della loro genuinità perché notò la differenza sostanziale tra queste e quelle racchiuse nel Codice. La possibile spiegazione sta nel fatto che quelle del Codice avevanosubito un processo di manipolazione ad opera dei funzionari di Giustiniano. Irnerio fece dei sunti di queste novelle e combinò degli estratti di queste con le costituzioni del Codice che trattano lo stesso argomento (Autentice Codicis). Queste annotazioni a margine delle Novelle Giustinianee diventano le prime vere e proprie glosse. La Scuola della Glossa si sviluppa all’interno delle scuole e nel sistema delle conoscenze delle arti di trivio tra le quali è compresa la grammatica. Proprio negli ambienti della grammatica vi fu un tentativo di definire cosa fosse la glossa e di cosa fosse l’interpretazione. Uguccione da Pisa verso la fine del 1100 scrive la Summa al Decreto di Graziano portando all’interno delle conoscenze canonistiche il genere della Summa che si propone di commentare l’interno testo grazianeo. Egli proviene dai grammatici e autore delle Derivationes e del Dictionarius. Nelle Derivationes Uguccione definisce la glossa come chiarimento.

letterale del testo o spiegazione della singola parola per il fatto che si presenta come se fosse la lingua di colui che studia, da voce al testo stesso.Uguccione da Pisa, definizione di glossa - Moodle

Si arriva con la glossa ad enucleare il significato specifico del testo partendo dalla spiegazione delle singole parole. La glossa diventa fondamentale per la costruzione di un linguaggio giuridico finalizzato ad enucleare i concetti o principi. Dalla glossa si differenzia il commento che è l'esposizione che non considera la relazione delle parole tra di loro, ma il senso per mettere in discussione il significato intrinseco del testo. Il passaggio da un metodo all'altro mette in luce il modo in cui la Scuola della Glossa si avvicina ai testi giustinianei, essi mettono in ordine questi testi perché li ritengono autorevoli e capaci di ordinare verso il bene gli ordinamenti giuridici. Per questo motivo il testo, nella sua essenza fisica, diventa sacro in quanto in

esso sono positivizzati i principi di verità senza i quali nessun ordinamento giuridico può considerarsi autorevole e legittimo.

Le prime glosse vengono chiamate glosse grammaticali perché sono volte a spiegare il significato della parola considerata nel contesto in cui si trova e finalizzata alla creazione di un tecnico giuridico. Spesso si ritrovano scritte tra le righe e vengono chiamate interlineari.

Altre glosse sono quelle che solitamente vengono chiamate glosse di secondo tipo e vengono poste a margine del testo. Esse hanno lo scopo di citare i passi del Corpus Iuris che a giudizio del glossatore debbono essere messi in relazione con quelli di partenza. I passi appuntanti fanno riferimento a passi del Corpus Iuris che in ragione della categoria logica o della necessità di distinguere categorie logiche devono essere messi in relazione con quello di partenza per elaborare istituti e poter distinguere tra istituti simili.

La Scuola della Glossa tende a costruire,

attraverso i testi giustinianei, una autorevolezza del potere imperiale che non ha bisogno di guardare alla auctoritas sacrata pontifico per guadagnare legittimità. I testi giustinianei rinascono dal basso, ovvero dalla scienza giuridica, questi calano nella coscienza giuridica degli studiosi del diritto e dà ad essi nuova autorevolezza. Era necessario riappropriarsi di questi testi per costruire gli ordinamenti giuridici. La Scuola della Glossa utilizza anche altri strumenti per l'interpretazione, tra questi vi sono le summe. Questo termine potrebbe evocare l'idea di un riassunto, in realtà l'intenzione racchiusa all'interno di esse era quello di offrire una rappresentazione rapida e completa dei vari testi. Vengono composte utilizzando varie glosse, simili e contrarie, a partire da una singola parte del Corpus Iuris o addirittura un singolo titolo. Esse vennero impiegate specialmente in materia processuale. Lezione 17-03-2021 Altro strumento

utilizzato dai glossatori sono le distinctiones, ovvero classificazioni e sotto-classificazioni spesso rappresentate anche graficamente. Il glossatore parte dal genus

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
27 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ALEsml di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Natalini Cecilia.