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VENTURE CAPITAL E PRIVATE EQUITY

L'impresa può fondamentalmente ricorrere a 2 tipologie di fonti di finanziamento: - Fonti Interne (si creano con la gestione reddituale) - Fonti Esterne (provengono da finanziamenti di breve o lungo termine) Spesso tuttavia l'autofinanziamento o il finanziamento derivante da fonti esterne non è sufficiente a coprire l'aumento del fabbisogno finanziario dell'impresa: emerge quindi il ruolo dei cosiddetti "capitali pazienti", ovvero fondi che, potendo sostenere un rischio maggiore, si accontentano di un ritorno nel lungo periodo. Si tratta di operazioni che rientrano nella sfera del Private Equity, fondamentali per tutte quelle imprese non quotate che hanno bisogno di partner finanziari per realizzare particolari strategie o mettere in atto ristrutturazioni. Le operazioni di Venture Capital, al contrario, sono investimenti in capitale di rischio di imprese non quotate, in piena fase di sviluppo e con un alto potenziale di crescita.potenziale di crescita, che si configurano attraverso l'acquisizione temporanea di quote partecipative, con l'obiettivo di realizzare un capital gain dopo alcuni anni. La differenza fondamentale fra Private Equity e Venture Capital è quindi netta: quest'ultima sostiene l'impresa nella fase di startup, fornendo capitale con un livello di rischio elevato (si testa sul mercato una strategia inedita), mentre la prima sostiene piani di crescita o ristrutturazione con un livello di rischio più contenuto (l'impresa è matura e il prodotto già esiste). PERFORMANCE I risultati derivanti dall'applicazione di qualsivoglia strategia competitiva sono strettamente correlati all'attrattività del settore in cui opera l'impresa, tanto che determinano la cosiddetta performance aziendale. Possiamo quindi considerare una buona performance aziendale come il frutto diretto di un'efficace strategia competitiva. Tuttavia èBene distinguere il concetto di strategia competitiva dal concetto di Vantaggio Competitivo, che invece costituisce la base delle performance superiori registrate dall'impresa nel lungo periodo, in termini di profittabilità, rispetto alla media dei concorrenti nel settore. La performance in particolare, fa riferimento ai risultati ottenuti dall'impresa in un determinato arco temporale, ed è misurabile attraverso particolari indicatori. A tal proposito, possiamo distinguere fra diverse categorie di performance, in base alla loro dimensione: performance COMPETITIVA, performance SOCIALE e performance ECONOMICO FINANZIARIA. La dimensione competitiva consente di intuire l'efficacia della strategia adottata, ovvero capire se l'impresa è in grado di soddisfare i bisogni dei clienti meglio della concorrenza. Per analizzare la performance competitiva è necessario sfruttare degli indicatori capaci di misurare, per esempio, la quota di mercato.posseduta, l'andamento delle vendite, la fedeltà dei consumatori e la soddisfazione degli stessi. La dimensione sociale consente di misurare la performance dell'azienda dal punto di vista umano, tantoché gli indicatori adoperati riguardano per esempio la soddisfazione dei dipendenti, degli stakeholders, l'assenteismo dei dipendenti, la frequenza degli scioperi. La dimensione economico/finanziaria consente di misurare la performance dell'azienda da un punto di vista prettamente monetario, basandosi sull'analisi del bilancio e sull'utilizzo di indicatori capaci di calcolare, per esempio, il grado di indebitamento, gli indici di redditività (ROI, ROE, ROA) e gli indici di produttività. Secondo il cosiddetto modello olistico di misurazione della performance, per avere una visione d'insieme della performance è necessario analizzare il sistema di coordinamento degli indicatori di bilancio e soprattutto lo scoring di.bilancio.Tale metodo risulta infatti nettamente più efficace rispetto all'osservazione separata dei singoli parametri. INTERNAZIONALIZZAZIONE Con il termine internazionalizzazione si intende quel processo mediante il quale le imprese si aprono a nuovi mercati esteri e instaurano rapporti con aziende, clienti e istituzioni che operano sui medesimi. L'obiettivo è ampliare la propria clientela, ridurre il costo dei fattori produttivi e individuare nuove fonti di finanziamento. Chiaramente l'assetto strategico internazionale varia in base alle dimensioni dell'impresa, dalle caratteristiche del settore in cui si opera e da innumerevoli altri fattori. Le motivazioni che portano l'impresa ad aggredire nuovi mercati esteri possono essere molteplici, quali per esempio: - crescita della concorrenza - opportunità di guadagno - saturazione del mercato interno - burocratizzazione eccessiva - eccessivo carico fiscale È possibile parlare di

internazionalizzazione qualora l'impresa ponga in essere una o più delle seguenti attività:

  • produzione della gamma prodotti all'estero
  • esportazione dei propri prodotti all'estero
  • stipulazione di alleanze con partner internazionali
  • apporti di capitale dall'estero

Prima di intraprendere un percorso di internazionalizzazione è consigliabile analizzare con cautela le variabili macroeconomiche dei Paese di destinazione, conoscere i mercati di riferimento ed eventuali agevolazioni fiscali. Ad esempio:

  • Fattori Geografici (dimensioni, clima, morfologia)
  • Fattori Demografici (popolazione, età media, densità demografica)
  • Fattori Economici (PIL, distribuzione del reddito)
  • Fattori Culturali (usanze, usi e costumi che favoriscono o penalizzano prodotti)
  • Contributi pubblici e finanziamenti Agevolati (come quelli a fondo perduto)

In tale contesto l'impresa si strutturerà articolandosi su 3 possibili modelli:

  • Modello
  • Funzionale (tipico delle PMI con internazionalizzazione limitata)- Modello Divisionale (tipico delle grandi imprese con tanti prodotti e mercati)- Modello a Matrice (tipica delle organizzazioni multi-progetto)

    STRUTTURE ORGANIZZATIVE e CONFIGURAZIONE FORMALE

    Esistono diverse possibili configurazioni di strutture organizzative, ognuna con le proprie caratteristiche, quali strutture FUNZIONALI, strutture DIVISIONALI, strutture a MATRICE.

    Nella struttura funzionale le decisioni e le principali funzioni aziendali dipendono dalla direzione generale. Una simile organizzazione permette di conseguire un elevato grado di efficienza locale, derivante oltretutto dalla notevole specializzazione dei ruoli. Tuttavia non è esente da rischi, in particolare quello di trasformarsi in un organismo a compartimenti stagni. Infatti nelle strutture funzionali ogni area opera per proprio conto, come se si trattasse di un'azienda indipendente: di conseguenza emergono difficoltà di coordinamento.

    eproblematiche nel perseguire obiettivi comuni. Strutture simili sono tipiche delle PMI con internazionalizzazione limitata e che realizzano prodotti standard.

    Le strutture divisionali sono tipicamente adottate dalle imprese che offrono una gamma di prodotti molto diversi fra loro, tantoché la segmentazione divisionale dell'organizzazione è attuata sulla base della dimensione del business. Molto spesso ci si ritrova di fronte ad una duplicazione delle funzioni che porta a problemi logistici e di impiego delle risorse.

    D'altra parte le strutture divisionali generano una notevole competizione interna, capace di incrementare le performance dell'impresa. Le strutture divisionali sono quindi tipiche delle grandi imprese che offrono una vasta gamma di prodotti e che operano su diversi mercati.

    Le strutture a matrice sono tipiche delle organizzazioni multi-progetto che offrono particolari tipologie di prodotti derivati da processi non standardizzabili (per esempio le

    Aziende che producono su commessa). Tali strutture si configurano come un mix delle precedenti, nella speranza di ridurne gli aspetti negativi. Chiaramente l'adozione di una struttura a matrice genera conflitti di competenze e talvolta situazioni di incertezza. Tuttavia è senza dubbio la struttura che conferisce maggiore flessibilità in mercati particolarmente dinamici.

    Esistono chiaramente molteplici altre tipologie di strutture organizzative, quali ad esempio le circolari, per aree geografiche, per classi di clienti, per processi. Tuttavia si tratta fondamentalmente di particolari applicazioni di quelle appena esposte.

    RSI E SOSTENIBILITÀ

    Con il termine sostenibilità ci si riferisce a quell'insieme di politiche aziendali orientate al perseguimento dell'economicità sfruttando le opportunità e gestendo i rischi derivanti dallo sviluppo economico, ambientale e sociale.

    Si tratta di un concetto strettamente correlato alla

    Responsabilità Sociale d'Impresa

    La Responsabilità Sociale d'Impresa, ovvero l'integrazione volontaria dell'impatto sociale ed ambientale nelle attività commerciali e relazionali.

    Lo sviluppo sostenibile dell'impresa e l'RSI possono configurarsi soltanto se tutti gli attori coinvolti sono in grado di interagire e cooperare in maniera efficace, mantenendo una visione condivisa in ogni momento.

    Le imprese che intendono perseguire la sostenibilità si trovano a dover scegliere fra diverse alternative strategiche, articolate in strategie e innovazioni sostenibili.

    Le strategie sostenibili valutano le esigenze ambientali, sociali ed economiche per trasformarle in vantaggio competitivo, mentre le innovazioni sostenibili riguardano la produzione di beni/servizi capaci di ridurre gli impatti ambientali e il rischio sociale.

    L'obiettivo è infatti quello di risolvere problematiche significative, quali per esempio l'effetto serra, le emissioni e lo sfruttamento minorile.

    Altro tema rilevante è la sostenibilità della supply chain, ovvero della catena di fornitura, specialmente nel caso di aziende con elevata frammentazione produttiva. Sarà necessario implementare meccanismi di controllo e monitoraggio per assicurarsi che ogni step della supply chain venga perfezionato col minor impatto sociale e ambientale.

    Chiaramente la responsabilità sociale d'impresa e la sostenibilità dovranno trovarsi al centro delle campagne di marketing promosse dall'impresa, che si occuperà di promuovere i propri prodotti evidenziando le differenze con i competitors.

    Tale procedura consente di rispettare 3 criteri fondamentali: soddisfazione dei bisogni del cliente, raggiungimento degli obiettivi aziendali e compatibilità con l'eco-sistema.

    INNOVAZIONE e INVENZIONE

    Con il termine innovazione ci si riferisce a quel processo che consiste nel trasformare una nuova idea (o tecnologia) in un prodotto o servizio commercializzabile.

    e generalmente a un'idea o a un concetto nuovo che viene creato o scoperto per la prima volta. L'invenzione può riguardare diversi ambiti, come ad esempio la tecnologia, la medicina, l'arte o la letteratura. Spesso le invenzioni sono il risultato di un processo di ricerca e sperimentazione, che porta alla creazione di qualcosa di innovativo e originale. Le invenzioni possono avere un impatto significativo sulla società e sulla vita delle persone, portando a cambiamenti e progressi in vari settori.
Dettagli
A.A. 2022-2023
48 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicazanchetta289 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Strategia e politica aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Angelini Maria Serena.