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L’economia moltissimo sull’agricoltura
del paese comunque era ancora basata e dalla
coltivazione dei campi. Nel meridione persisteva il problema dei grandi latifondi, ovvero
grandi appezzamenti terrieri posseduti da nobili o grandi proprietari terrieri che non hanno
interesse a far fruttare le coltivazioni e quindi vengono sfruttati solo parzialmente.
Nell’Italia centro-settentrionale, soprattutto nella Pianura Padana, si assiste a una crescita
economica e industriale che sarà fondamentale per i decenni successivi. Qui l’agricoltura
comincia a essere dinamica e si avvale di progressi della prima industria italiana.
Negli ultimi 20 anni dell’800, l’Italia assiste alla creazione della prima base industriale. Nel
settore meccanico coinvolgono in particolare il settore tessile. Si ebbe la crescita del
settore siderurgico: in Italia questo settore si sviluppò grazie a 2 fattori, ovvero il
protezionismo e l’intervento dello stato. Nascono diverse società e cantieri a Terni e a
Livorno. Il settore meccanico, rispetto al settore siderurgico, però nacque non grazie
all’intervento dello stato, ma grazie alle libere iniziative imprenditoriali individuali (Es. FIAT,
Brega, ecc.).
Parallelamente a questo primo sviluppo industriale, si cominciò a sviluppare il proletariato
una “classe” sociale di operai, ovvero coloro che sono chiamati a lavorare nelle
urbano:
industrie e nelle grandi fabbriche. 1
Cominciò a svilupparsi anche il fenomeno della grande migrazione interna, cioè
svuotamento delle campagne e un’urbanizzazione non ordinato. Si sviluppò anche un
primo nucleo di organi sindacali.
Crispi si ritrovò a governare in un paese con una forte crisi economica.
Crispi fu un fortissimo assertore della politica di potenza dello stato italiano, cioè era
convinto che lo stato italiano doveva diventare una grande potenza grazie alla politica
estera e alla politica coloniale, sotto il modello della Germania e di Bismarck. Crispi era
nettamente ostile alle tendenze socialiste e fu il primo Presidente del Consiglio che viene
dal meridione, e in particolare dalla Sicilia.
Appena arrivò al Governo, Crispi andò in visita da Bismarck per rendere più stretti i
rapporti tra Italia e Germania. Questi rapporti intensificati fecero si che in ambito
economico si aprì anche una vera e propria guerra commerciale con la Francia per via dei
dazi doganali. In ambito di politica estera, e in particolare di politica coloniale. Il 2 maggio
1889 il Governo italiano stipulò con il nuovo Nebus Menelik di Etiopia il Trattato di Uccialli,
dove l’Etiopia riconobbe i possedimenti italiani in Eritrea.
In ambito di politica interna Crispi cercò di ricalcare le orme di Bismarck e fece diverse
cose :
Rafforzò il potere esecutivo (emanò leggi che rafforzarono il Governo); …
Varò leggi progressive (abolì la pena di morte, emanò il codice Zanardelli );
Mise in atto una politica anti-clericale nei confronti della Santa Sede (Es. laicizzò le
… ).
opere pie,
Nel gennaio 1891 il secondo ministero Crispi cade per una questione poco importante.
Prese il posto il marchese siciliano Antonio Di Rudinì. Il suo fu un ministero molto breve,
che cadde nel 1892. Nel maggio 1892 arrivò Giovanni Giolitti ma vi rimase poco più di un
anno, infatti ancora non si parla di età giolittiana. Giolitti era un piemontese, con una
grande esperienza finanziaria, ed era un profondo conoscitore della macchina
amministrativa dello stato, che però rispetto a Crispi, presentò alcuni punti di contrasto:
ritenne che lo stato liberale e le tensioni sociali che si verificavano erano inevitabili e
ritenne che queste tensioni sociali potevano essere tollerate e non soffocate, perché si
assisteva a uno stato in piena trasformazione.
Si sviluppò anche una grande crisi bancaria e Giolitti per far fronte a questo problema
mise in atto una politica di riordino delle 6 banche fondendone 3 nella Banca D’Italia, però
vedrà la luce il 1° gennaio 1894, quando Giolitti terminò il suo primo mandato.
Tra i 6 istituti di remissioni c’era anche la Banca Romana. Giolitti decise di risanare la
Banca Romana, mettendola a carico dello Stato. Però questa banca era coinvolta in affari
oscuri, nel quale fu accusato anche lo stesso Giolitti da parte di Crispi per poterlo
screditare. Dunque Giolitti si dimise e tornò Crispi nel 1894. Questo fu il primo scandalo
bancario italiano.
Il 15 maggio 1891 Papa Leone XIII emanò l’enciclica “Rerum Novarum” (Di cose nuove).
Nell’agosto 1892 era stato fondato a Genova il Partito dei Lavoratori Italiani, che 3 anni più
tardi prenderà il nome di Partito Socialista dei Lavoratori Italiani. Questi 2 fatti non sono
L’insieme
collegabili però sono entrambi indicativi per la cosiddetta questione sociale.
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dei problemi che sono posti dalle condizioni di vita e di lavoro delle classi lavoratrici. Per
lavoratori si intendono i contadini, gli artigiani, gli operai delle fabbriche, ecc.
La questione sociale coinvolse anche i cattolici e i socialisti, che si interessano
maggiormente di questi problemi.
Fin dagli anni successivi all’unificazione, i cattolici potevano organizzarsi in associazioni
interessandosi della questione sociale per poter respingere l’egemonia liberale sul piano
politico. Nel 1874 nasce l’Opera dei Congressi per coordinare tutto il movimento cattolico.
del movimento cattolico: la prima era
Ci furono 2 tendenze all’interno intransigente, che
voleva combattere e non confrontarsi con lo stato liberale italiano; la seconda era
ed erano favorevoli a un confronto aperto con lo stato liberale, in cui l’esito
transigente
doveva essere la conciliazione tra mondo cattolico e stato italiano, anche se era una
minima parte. La Rerum Novarum fu importantissima in quanto una guida per il movimento
cattolico che parlava della questione sociale. Questa enciclica di Leone XIII proponeva
una soluzione ai problemi sociali che fosse alternativa sia al socialismo che al liberalismo.
Il modello che il movimento cattolico vede nella Rerum Novarum era un modello che
richiamava molto le corporazioni di mestieri medioevali, quindi la capacità di associarsi
come corpi intermedi tra il singolo individuo e lo Stato. Iniziò a farsi strada nel movimento
cattolico il concetto di democrazia cristiana, che fa riferimento al modo di vivere dei
non va confuso con l’omonimo partito della
cattolici nella società, e che democrazia
cristiana del secondo dopo guerra.
Il Partito Socialista nacque a Genova nel 1892. Era un partito vero e proprio e confluirono
diverse esperienze passate sia politiche sia sindacali: le leghe operaie contadine (forme
proto-sindacali diffuse soprattutto nella Pianura Padana), alcuni gruppi di intellettuali
borghesi che diffondevano le idee socialiste di Marx e Hegels a livello teorico e le prime
associazioni politiche. All’interno del Partito Socialista confluirono tutte queste esperienze.
all’interno del P.S. c’erano 2 indirizzi: l’indirizzo e l’indirizzo
Anche rivoluzionario riformista.
Nel primo troncone facevano parte coloro che credevano che i socialisti non dovevano
assolutamente trattare e che lo stato liberale era espressione della borghesia, per cui
andava abbattuto, anche con la violenza, per arrivare alla dittatura del proletariato. Nel
secondo troncone facevano parte coloro che auspicavano che i socialisti ponessero in
essere la trasformazione dello stato borghese attraverso la partecipazione politica nelle
strutture dello stato, quindi anche in ambito parlamentare, di cui Filippo Turati era il leader.
contrasto sia con i “rossi”, i
Crispi appena rientrato al potere, ingaggiò un durissimo
socialisti, sia con i “neri”, i cattolici, perché vedeva minacciato il potere.
Crispi si ritrovò a dover far fronte anche al fenomeno dei fasci siciliani, ovvero associazioni
di contadini e operai delle miniere di zolfo che si formarono spontaneamente, che
protestavano contro le loro precarie condizioni di vita, prendendo in assalto i comuni.
Ci fu una repressione sanguinosa in Sicilia su questi fasci da parte di Crispi, ma fece un
opera di repressione anche a livello politico togliendo dalle liste elettorali 800 mila persone
che si erano macchiate di reati politici, un numero molto ampio considerato il suffragio
molto ristretto di quel tempo. Queste repressioni furono indice di una svolta conservatrice
e autoritaria che Crispi decise di dare al suo Governo.
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