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Regno di Sardegna doveva farsi attaccare dall’Austria,
aggressore, e dopo la Francia sarebbe dovuta intervenire al fianco del Regno di
Sardegna. Il compenso per la Francia era Nizza e Savoia. Questo trattato prevedeva
inoltre per gli stati centrali italiani (i Ducati di Parma, Piacenza, Modena, Granducato di
Toscana, Marche e Umbria) la creazione di un regno dell’Italia centrale sul quale la
Francia avrebbe avuto indiscutibilmente il comando. Napoleone III ci tiene a precisare che
tutta questa guerra non dovesse toccare lo stato pontificio per motivi di politica e stabilità
interna francese.
L’unificazione d’Italia 1
Il 23 aprile 1859 l’Austria indirizza un ultimatum militare al Regno di Sardegna perché da
alcune settimane stava facendo affluire una grande quantità di volontari a Torino senza
dichiarare nulla. Non venne ovviamente accolto.
Il 26 aprile 1859 scoppiò la guerra. Come accordato i francesi arrivano in soccorso.
Il 4 giugno 1859 i francesi battono in maniera nettissima gli austriaci nella battaglia di
Magenta. L’8 giugno 1859 Vittorio Emanuele II e Napoleone III entrano a Milano. Il 24
giugno ci furono le Battaglie di Solferino e S. Martino, grandi vittorie sabaude contro
l’Austria. A fine giugno 1859 la Lombardia è libera!
insorsero la Toscana, la Romagna, le Marche e l’Umbria, proprio
In maniera imprevista,
ciò che Napoleone III temeva. Il 6 luglio 1859 Napoleone III stipulò un armistizio
unilaterale, senza consultare Cavour, con gli austriaci in base al quale l’Austria cedeva alla
Francia la Lombardia, la quale Francia a sua volta cedeva la Lombardia al Regno di
Sardegna. Tanto umiliante fu questo esito che Cavour dopo due giorni rassegna le sue
dimissioni e va in crisi depressiva. Venne sostituito dal Ministero La Marmora - Rattazzi.
centrale le insurrezioni vengono soffocate grazie al trattato franco-austriaco.
Nell’Italia
L’Inghilterra del premier Glavstone è, a livello marittimo, la potenza più forte e decise di
inviare la sua flotta nel Mediterraneo, facendo intendere che non era favorevole alla
creazione di uno stato centrale italiano unito.
Il 16 gennaio 1860 Cavour venne richiamato al potere. Napoleone III si rese conto che non
aveva più bisogno dell’appoggio dei cattolici e quindi fermare il processo di unificazione
italiana ormai è impossibile, decidendo di chiudere un occhio verso le successive fasi di
questo periodo ed era favorevole a una riduzione dello stato pontificio.
L’11-12 marzo 1860 in Toscana, in Emilia e nei Ducati ex-austriaci, i Governi legittimi
accettano lo svolgimento dei plebisciti (a suffragio universale) : la quasi totalità dei votanti
vota a favore dell’annessione al Regno di Sardegna. Il Granducato di Toscana cessa di
esistere e lo stato pontificio venne amputato.
Nell’aprile 1860, nel Regno di Sardegna, Cavour cedette, come da accordo, Nizza e
Savoia alla Francia. Per Cavour il processo di unificazione nazionale si chiudeva con i
plebisciti del marzo 1860.
Garibaldi e i democratici decisero di dare il loro contributo per completare questo
processo. Decisero di andare ad attaccare il Regno delle 2 Sicilie. Questo regno era un
regno arretrato e aveva il problema della Sicilia, da sempre autonomista. I Borbone ormai
avevano il controllo solo di una parte del loro regno ormai.
Garibaldi e i suoi mille uomini si imbarcarono il 5-6 maggio 1860, direzione Sicilia, con
l’intenzione di attaccare il Regno delle 2 Sicilie. Purtroppo questi uomini erano male armati
e anche gli stessi democratici nutrivano forti dubbi di vittoria perché numericamente
l’esercito del Regno delle 2 Sicilie era fortemente superiore. Anche dal punto di vista
culturale erano molto avanzati.
sbarcò a Marsala l’11 maggio 1860 e in pochi giorni batte l’esercito borbonico.
Garibaldi
Cavour quando vede che Garibaldi riesce in poco tempo e con facilità in questa missione,
apre un contrasto fortissimo tra il fronte liberale piemontese e il fronte democratico di
Garibaldi. Il 20 agosto 1860 sbarca in Calabria e, dopo poco più di 10 giorni, il 7 settembre
1860 entra a Napoli e quindi “libera” il regno ponendo fine al regno dei Borbone.
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Cavour temette che nel regno delle 2 Sicilie si costituisse una repubblica democratica e
che Garibaldi volesse anche attaccare Roma, provocando l’inevitabile intervento francese.
Ciò avrebbe compromesso un equilibrio molto fragile che andava a vantaggio del Regno di
Sardegna. L’11 settembre 1860 Garibaldi entra nello stato pontificio occupando le Marche
e l’Umbria. Cavour inviò l’esercito sabaudo ad incontrare i democratici cercando la
trattativa con l’esercito garibaldino e una volta entrati in questi territori, li occuparono,
guardandosi bene dall’entrare nel Lazio, perché sapeva che sarebbe intervenuta la
Francia. L’obiettivo era di anticipare Garibaldi ed evitare che occupassero lo stato
pontificio. Il celebre incontro di Teano del 26 ottobre 1860 tra Garibaldi e l’esercito
sabaudo, con a capo Vittorio Emanuele II, fece in modo che Garibaldi consegnò il suo
esercito al Regno di Sardegna, dichiarando che non avrebbe attaccato il Lazio. Nei giorni
successivi si tennero i plebisciti anche nelle Marche, nell’Umbria e negli stati del sud.
Regno d’Italia: il Parlamento subalpino, che
Il 17 marzo 1861 nasce ufficialmente il
diventò il primo Parlamento italiano, proclamò Vittorio Emanuele II primo re d’Italia
per grazia di Dio e volontà della nazione.
Vittorio Emanuele II non mutò l’ordine di successione, restando il 2°, a sottolineare la
continuità tra il regno sabaudo e il primo regno d’Italia. Il nuovo stato però non comprende
ancora il Lazio, che è ancora stato pontificio, e Venezia, che è ancora austriaca.
Cavour muore nel luglio 1861. Il nuovo presidente del consiglio è il conte Bettino Ricasoli.
Le capitali d’Italia furono in primo luogo Torino, poi Firenze e infine Roma.
Il nuovo stato italiano nasce con enormi problemi al suo interno:
Si capisce subito che i “buchi” del Lazio e del Veneto erano un’amputazione per
questo regno e infatti non si poteva parlare di “regno unito” senza queste due regioni
l’unificazione era incompiuta!
Il regno d’Italia aveva basi molto fragili
esistevano stati storicamente, culturalmente
l’uno dall’altro
ed economicamente diversi grande frattura tra nord e sud, ma non è
l’unica grande problema anche attuale!
Bisognava unificare tutto: il mercato, la moneta, ecc.
Questi sono i grandi compiti che si ritrovano ad affrontare le classi dirigenti italiane: la
Si chiamano “storica” entrambi perché non sono
destra storica e la sinistra storica.
partiti veri e propri, ma sono schieramenti, senza gerarchie. Questi 2 grandi schieramenti
andranno a formare poi il partito liberale, grande partito che dominerà la vita politica dello
stato nazionale fino alla distruzione dello stato liberale da parte dello stato fascista.
Con il 1861 nasce l’età liberale: venne integrato allo Stato Italiano lo Statuto Albertino,
non serviva scrivere un’altra Costituzione;
quindi il personale piemontese venne poi
affiancato dal personale toscano; l’ex-Parlamento subalpino diventa il neo Parlamento
Nel 1876 venne coniato il termine “trasformismo” perché cominciò il processo di
italiano.
passaggio di alcuni personaggi dalla destra storica alla sinistra storica, e viceversa.
Gli uomini della destra storica sono:
Conservatori;
contrari all’estensione del suffragio;
Sono
Vedono con favore una politica economica di rigore;
In politica economica sono liberisti. 3