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Estratto del documento

SOVRANO

Ernesto Indaco, Giovanni Rossi,

conte di Località A marchese di Località B

Città 1 – Patrizi: Città 2 – Patrizi:

Eugenio Bianchi Pietro Galli

Giovanni Rossi Paolo Manelli

Filippo Verdi Armando Secondi

Un nobile poteva essere blasonato dal sovrano, con riferimento a una determinata località (marchese di località B), ma risiedere

in una determinata città (città 1) da diverso tempo, e quindi può essere riconosciuto patrizio dai propri cittadini.

La distinzione risale all’età medievale: la società europea prima dell’anno mille è formata da guerrieri e

contadini; fra XI e XIII secolo si hanno grandi progressi e profonde trasformazioni sociali, dopo le

invasioni barbariche gli scambi commerciali si fanno sempre più intensi, tanto da portare alla formazione

di città, che vogliono il riconoscimento del diritto pieni di autodecisione e di autogoverno del comune,

come organismo politico vero e proprio nell’ambito di signorie territoriali. Vuol dire che all’interno di una

signoria vi sono diverse città, ognuna delle quali, per motivi diversi, vuole avere il potere di prendere da

sola le proprie decisioni.

Il comune è un soggetto politico titolare di autonomi poteri di giurisdizione, con una sua legge,

magistratura. L’Italia è il territorio caratterizzato dai comuni.

Per far parte del patriziato milanese bisogna essere da tempo residenti in città e si devono possedere

determinati requisiti – ad esempio devono dimostrare di essere bravi amministratori.

Il titolo nobiliare deve essere sempre appoggiato a una località.

I requisiti per essere riconosciuti nobili o patrizi sono diversi e indipendenti. Il titolo nobiliare è

riconosciuto sempre dall’autorità suprema. Gian Galeazzo Visconti, dietro il pagamento di 100.000

fiorini, fu insignito del titolo di Duca di Milano dall’imperatore Venceslao nel 1395, in questo modo il

ducato diviene un feudo imperiale, il che comporta che alla fine della dinastia di governo il territorio

tornerà sotto l’impero → Milano passa sotto il governo spagnolo.

La Repubblica: è indipendente dalla figura dell’imperatore, figura sovranazionale europea. Le

repubbliche sono guidate dal ceto patrizio e non da un sovrano.

Repubblica Di Genova: i patrizi non hanno dovuto accettare la sovranità di un principe locale o di un

monarca straniero; nessuno è riuscito a sovrastare gli altri, conquistando così il potere.

Sono un ceto di governo formalmente paritetico – anche se vi è sempre una famiglia più influente.

Formalmente, al di là delle alleanze, ognuno ha diritto al proprio voto.

Si reggono in base alle Leges Novae del 1576 che:

1. Dettano regole precise

2. Escludono ogni arbitrio di potere

Formalmente sono tutti uguali fra loro.

Genova non ha una corte, ma ha feudi in altri stati, ad esempio possiedono Garbagna, Pietrabissaria e

Montaldeo nel Tortonese, che si trovano all’interno del Ducato di Milano, per cui sono feudatari.

Stati guidati da sovrani: in questi stati i nobili hanno compiti principali quali esercito e burocrazia,

poiché sono fra i pochi a saper leggere e scrivere. Per esercito si deve tener presente che i soldati sono

mercenari, mentre i comandanti sono nobili, o aspiranti tali. Il comandante deve sempre pagare e

controllare l’approvvigionamento del suo esercito. 13

Storia Moderna

Istruzione e denaro sono premesse per la nobilitazione. La nobiltà è un ceto che ha sempre bisogno di

forze nuove, poiché le famiglie si estinguono. Chi appartiene a un ceto sociale non può sposare

un’esponente di un altro ceto sociale. La casa regnante ha bisogno di un apparato amministrativo, e in età

moderna questi posti sono occupati da coloro che possono comprarsi la carica in ufficio, che quindi

diviene entrata finanziaria per lo stato; solo alla metà del Settecento si potrà accedere agli uffici per

merito.

In Antico Regime – fino alla rivoluzione francese – la formula per la concessione della nobilitazione è

spesso “servigi resi alla corona”, che possono essere i più disparati, ma principalmente è il denaro: chi

non è nobile per nascita può diventarlo per aver prestato denaro alla corte, per poi condonare il prestito,

poiché il sovrano, non essendo in grado di restituirlo, nobilita colui che gli ha concesso il prestito. Oppure

può mettersi a capo dell’esercito in nome del sovrano.

Restaurazione: dopo il 1815 le armate francesi diffondono anche le idee e le concezioni di pubblico bene,

oltre alla cancellazione dei titoli nobiliari. Quando a Milano rientrano gli Asburgo è cambiata la mentalità

e ci sono valori più alti, come il consenso del popolo. In molti vengono nobilitati perché hanno fatto

qualcosa per gli altri, ad esempio hanno dato il lavoro alla gente di una determinata zona, togliendola

dalla fame.

Cultura delle nobiltà: come si affaccia il mondo nobiliare europeo all’età moderna?

- virtù

- onore

- servizio alla donna

- canzone cavalleresca

Esiste una trattatistica su ciò che compone i valori nobiliari.

Primo Cinquecento in Italia - città e territori italiani nell’età del Rinascimento. L’Italia è percorsa da

eserciti stranieri. Baldassare Castiglione scrive Il Cortegiano nel 1528, anno del Sacco di Roma, in cui

l’autorità sovranazionale religiosa, ovvero il Papa, viene assediato e la città viene messa a ferro e fuoco

con l’autorizzazione di un imperatore cattolico. Era qualcosa di impensabile e inimmaginabile che un

imperatore del Sacro Romano Impero potesse dare un’autorizzazione del genere: era segno che era

cambiata la mentalità in Europa, è uno strappo di mentalità fra i ceti di maggiori spesa.

10 Marzo 2014

Mancante

13 Marzo 2014

LE NOBILTA’: ceto sociale di punta dell’età moderna, nonostante costituiscano l’1% della popolazione,

sono i maggiori contribuenti e committenti delle opere d’arte.

L’origine dell’età moderna ha inizio con una nobiltà europea qualificata dalla prestazione militare di

origine feudale; eccezione fa l’Italia, dove nelle città vengono riconosciuti anche i patrizi. Un patrizio

viene riconosciuto dai suoi stessi concittadini.

Durante il Cinquecento e il Seicento c’è una lunga trattatistica che discute sulle caratteristiche che devono

avere delle nobiltà. Primo trattato è Il Cortegiano di Baldassare Castiglione: il perfetto cortigiano è un

cavaliere, ma non esercita la professione delle armi, deve possedere altre qualità, bisogna ricordare che

alla base di questo pensiero vi è l’umanesimo; si deve possedere la grazia e ostentarla come se fosse la

cosa più normale e facile del mondo. Avevano un senso dell’onore molto diverso: il duello è la risposta

all’ingiuria più “civile” rispetto allo scontro.

Altra trattatistica importante del periodo riguarda “il governo della casa”, il cui scopo è rendere e

conservare felice la casa, l’amministrazione della casa e l’educazione dei figli.

Ci sono nobili ricchi e nobili poveri.

Veri poveri = hanno veramente fame e sono nel disagio.

14

Storia Moderna

Poveri vergognosi = non sono poveri per quanto bisogna al vivere, ma per l’ostentazione della propria

ricchezza.

I secoli del Cinquecento e del Seicento sono caratterizzati dalla necessità dell’apparire, poiché lo stato e

il grado sociale sono “stampati” nell’aspetto esteriore.

Cultura: alla fine del Cinquecento troviamo in Italia una nobiltà che ha origine anche nel patriziato e che

si basa sulle virtù che devono essere proprie del cortigiano.

Austria e Inghilterra tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento iniziano il proprio processo

culturale: l’educazione dei bambini nobili verte sulle tre abilità basilari – rudimenti di lettura, scrittura e

religione – oltre alle lezioni di ballo, di spada, di equitazione e caccia – già da bambini ci si abituava a

scene di caccia e di lotta.

Francia tardo Cinquecento: gli studi compiuti finora sono maggiori rispetto ai nostri, in quanto i

numerosi castelli presenti nella Loira sono stati acquistati e ristrutturati da grandissimi negozianti –

significa uomini di negozio, uomini che trattano affari ad altissimo livello, è un grandissimo finanziere in

grado di prestare il soldo anche ai regnanti; sono anche cambiavalute e i negozianti della Loira

continuavano a riscuotere le tasse – quindi uomini ricchi che aspiravano alla nobilitazione.

Sale: per la tassazione veniva presa la comunità, di cui si censiva i numeri dei capi famiglia e, grosso

modo, anche i capi di bestiame, dopodiché si obbligava a pagare il sale, materiale ricercatissimo per la

conservazione del cibo. Da questo dazio erano esonerati coloro che erano inabili al lavoro, il clero e le

nobiltà. Il monopolio era dello Stato, che doveva avere corrispondenti laddove si produceva il sale,

nonché organizzare il trasporto a proprie spese, e doveva avere una serie di ufficiali che portavano il sale,

riscuotendo il dovuto.

In Italia lo studio delle biblioteche private è più tardo perché difficile è trovare un archivio integro e

continuato da poter studiare.

Nel corso del Seicento si solidifica il legame fra cultura letteraria e scientifica e i ceti nobiliari europei: se

si è nobili bisogna essere in grado di confrontarsi con un esponente del proprio grado, anche sull’ultima

scoperta scientifica; inizia a delinearsi la società raffinata che avremo nel Settecento.

I nobili hanno luoghi di aggregazione, importantissime diventano le relazioni.

Le opere d’arte diventano oggetto di desiderio, in particolare per coloro che aspiravano alla nobilitazione

e per i nobili che volevano esibire le proprie ricchezze. Si forma una sorta di civiltà sovranazionale.

Le corti delle grandi monarchie sono Roma, Madrid, Londra e Vienna, ma soprattutto Versailles, che

utilizza l’arte come “volano” dell’economia. Quindi il Settecento, punto di arrivo ma anche nuovo punto

di partenza, è un Settecento di nobili. Fino agli anni Settanta del Novecento la lingua internazionale è il

Francese.

L’aggregazione nobiliare internazionale: quando vediamo nei dipinti le croci sugli abiti, sugli stemmi

araldici o come ciondoli sta a simboleggiare l’appartenenza all’altissima nobiltà internazionale, fra cui

passono le informazioni. Le croci sono retaggio del periodo medievale, risalente all’Ordine degli

Ospedalieri o di Gerusalemme.

Ordine del Santo Sepolcro oppure l’Ordine di

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
59 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elis.santoro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Tonelli Giovanna.