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LE FONDAMENTA DELLʼ”ECCEZIONALISMO” EUROPEO
! Gli storici hanno discusso a lungo alla ricerca delle cause dellʼ”eccezionalismo”
europeo, ovvero delle caratteristiche peculiari della civiltà europea che lʼhanno resa più
adatta di altre a promuovere lo sviluppo economico moderno. Secondo Rostow la base
sarebbe lʼaccumulo di conoscenze sperimentali scaturito dallʼapplicazione sistematica
della scienza e della tecnologia ai problemi della produzione e del trasporto di beni. In
questo senso lo sviluppo moderno è visto come inscindibilmente legato alla “rivoluzione
scientifica”.
Eʼ fuori di dubbio che soltanto a partire dalla seconda metà dellʼOttocento lʼimpiego
sistematico della ricerca scientifica per finalità economiche, attraverso più stretti rapporti
fra imprese e università e la creazione di laboratori di ricerca da parte delle grandi
imprese, si è affermato su larga scala. Esso si è inoltre concentrato in pochi grandi paesi,
come gli USA e la Germania, che da allora hanno mantenuto una posizione incontrastata
di leadership tecnologica nel confronti del resto del mondo industrializzato. La fine del XIX
secolo, con la diffusione della ricerca applicata ha in effetti segnato una svolta decisiva
verso lʼapplicazione di criteri scientifici alla produzione di invenzioni e innovazioni. Da
allora i legami organici tra ricerca scientifica e applicazioni industriali - facilitati
dallʼincremento degli investimenti delle grandi imprese in attività di ricerca e anche, in
taluni casi, dalle ricerche finanziate dai governi per attività militari - sono divenuti un tratto
essenziale dello sviluppo economico moderno.
Tra le istituzioni destinate a favorire lʼemergere dello SEM vengono incluse abitualmente
anche quelle scaturite dalla cosiddetta “rivoluzione finanziaria” dellʼepoca tardomedievale
e della prima età moderna. Il concetto designa lʼinnovazione nelle pratiche di affari e negli
istituti di commercio sorte in Italia e successivamente in Olanda e Inghilterra.
LA GRANDE DIVERGENZA TRA EUROPA E ASIA
! Perchè dalla metà del XVIII secolo in avanti il cambiamento tecnologico (sia
invenzioni che innovazioni) ha assunto in Europa un ritmo senza precedenti? Una prima
risposta è stata attribuita a fattori quali lʼaumento della popolazione, lʼaccresciuta domanda
di beni o la disponibilità di risorse naturali. Le indagini hanno però sfatato questʼipotesi.
Altri storici hanno allora ipotizzato che il mutamento tecnologico sia il frutto di un processo
cumulativo di “ricadute” da un settore allʼaltro (es. la necessità di migliorare le tecniche di
estrazione del carbone avrebbe incentivato lʼinnovazione della meccanica idraulica).
Questa teoria che vede il progresso tecnologico come condizionato prevalentemente dalla
sua storia è detta path dependency che però, se da un altro descrive bene il “sentiero”,
non spiega perchè alcune nazioni lʼabbiano intrapreso molto meglio che altre. Sulla scorta
di queste osservazioni, gli storici sono giunti a condividere in larga misura lʼidea che la
principale fonte della capacità di innovare risieda nei meccanismi sociali, culturali e politici
che incentivano la produzione di invenzioni e di innovazioni. Le ragioni della “creatività
tecnologica” di una società vanno dunque ricercate più sul versante dellʼofferta che non su
quello della domanda.
! Può essere interessante osservare la parabola della Cina imperiale che fino al 1400
aveva un sostanziale vantaggio tecnologico rispetto allʼEuropa: nonostante questo non è
riuscita ad imboccare il sentiero dello sviluppo economico moderno. La Cina, intorno al
1750, godeva ancora di una crescita economica di tipo smithiano, basata sulla
colonizzazione interna e sullo sviluppo del commercio, mentre il conservatorismo
tecnologico finì per precludere ogni possibilità di una crescita di tipo schumpeteriano.
Perciò si dice che anzichè la “rivoluzione industriale” la Cina abbia vissuto la “rivoluzione
industriosa”. Gli storici individuano le cause di questa divaricazione in fattori
prevalentemente politici: lʼinnovazione tecnologica cinese era fortemente dipendente
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dallʼintervento statale ma lʼavvento della dinastia Ming (1368-1644) avrebbe prodotto una
involuzione di tipo reazionario, destinata a trasformare la Cina in un impero sottoposto a
un sempre più stretto controllo burocratico, dominato dalla preoccupazione di mantenere
lʼordine sociale esistente e ostile allʼinnovazione e al cambiamento. Eʼ provato infatti come
un mutamento tecnologico sistematico ed efficace sia favorito da un sistema pluralistico
nel quale le autorità pubbliche rinuncino al controllo diretto sul processo di innovazione e
lascino a un gran numero di inventori di condurre le loro sperimentazioni e ricerche. Il caso
più noto di resistenza alle innovazioni è quello delle corporazioni di mestiere, che in
numerosi casi si opposero con successo ai nuovi sistemi di produzione ottenendo
lʼintervento delle autorità a loro difesa e ritardando così la diffusione delle innovazioni.
LE CONSEGUENZE DELLA GRANDE DIVERGENZA
Nella prima metà dellʼOttocento il processo di industrializzazione si era già esteso alla
maggior parte del continente europeo, agli USA, alla Russia e al Giappone grazie al ruolo
fondamentale di spirito di emulazione e competizione politica tra nazioni. Lʼespansione
internazionale dei paesi economicamente e tecnologicamente avanzati ha però inglobato
nel meccanismo dello sviluppo economico moderno anche i cosiddetti paesi del Terzo
Mondo, sia attraverso lʼintensificazione dei commerci che attraverso le conquiste politico-
militari. Lʼepoca economica moderna comporta così anche la creazione di un sistema
economico mondiale integrato.
Sottosviluppo:! designa i paesi caratterizzati dallʼ”assenza di sviluppo”, ovvero da
! ! ! basso reddito pro capite, scarsa industrializzazione, larga prevalenza
! ! ! dellʼagricoltura sulla produzione nazionale e sulla struttura
! ! ! dellʼoccupazione, incapacità di utilizzare a pieno le potenzialità del
! ! ! capitale, del lavoro e delle risorse naturali disponibili, povertà diffusa.
! ! ! Non significa assenza di crescita, ma crescita insufficiente ad
! ! ! accorciare il gap con i paesi sviluppati.
! Quali le cause di questa “grande divergenza”? Allo stato delle attuali conoscenze,
gli storici tendono a ritenere improbabile che la risposta sia da ricercare in una sorta di
divario originario di reddito per spiegare il primato europeo, ritenendo più utile cercare tra
le tendenze affermatesi nel corso dellʼepoca economica moderna. Un elemento di
indubbio peso è stata, da questo punto di vista, la crescente divergenza manifestata dai
paesi sviluppati e da quelli del Terzo Mondo sul piano demografico: le dinamiche della
popolazione mondiale infatti mostrano come nel corso del XIX secolo la popolazione
dellʼEuropa Occidentale e del Nord America sia cresciuta molto più rapidamente di quella
delle regioni arretrate dellʼAsia e dellʼAfrica. Nel caso degli USA le ondate migratorie in
fuga dallʼEuropa giocarono un ruolo preponderante portarono la popolazione ad
aumentare tra il 4,3% e il 5,4%. Per capirne le proporzioni si ricorda la regola del 70:
Regola del 70:! Numero di anni per raddoppiare la popolazione =
! ! ! 70/(tasso annuale di crescita)
N.B.! La regola del 70 funziona con ogni tipo di incognita, quindi con la stessa regola si
! può anche stimare il tasso di crescita del reddito.
N.B.2! Se il tasso è del 2% si fa 70/2 non 70/0,02!!!
Il XX secolo segna invece una drammatica inversione di tendenza: sono stati infatti i paesi
in via di sviluppo a far registrare un impressionante aumento di popolazione a causa della
caduta drastica dei tassi di mortalità, grazie al miglioramento dellʼalimentazione e alla
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diffusione di nuove pratiche sanitarie. Questo aumento rappresenta però un ostacolo allo
sviluppo economico, in quanto un così rapido ampliamento di forza lavoro in economie
agricole in genere per oltre il 75% producono un peggioramento del rapporto fra terra e
lavoratori trasformando queste nazioni da esportatrici a importatrici per riuscire a sfamare
tutti.
Teoria della dipendenza
neomarxista:!! ! La dinamica dello sviluppo nei paesi occidentali non solo ha
! ! ! ! convissuto con il sottosviluppo, ma ha anche “creato” il
! ! ! ! sottosviluppo stesso, asservendo le economie dei paesi asiatici,
! ! ! ! africani e latino-americani alle necessità delle economie dei
! ! ! ! paesi sviluppati. Secondo questa teoria sarebbe stata proprio la
! ! ! ! penetrazione del capitalismo nelle regioni del Terzo Mondo a
! ! ! ! produrre il sottosviluppo.
Teoria del “sistema-mondo”:! un “centro” gravitante intorno allo spazio economico
! ! ! ! ! atlantico, allʼinterno del quale il “cuore” si è
! ! ! ! ! successivamente spostato dalla Spagna allʼOlanda
! ! ! ! ! nellʼepoca del capitalismo mercantile ed da UK agli USA
! ! ! ! ! in quella del capitalismo industriale; una “semiperiferia”
! ! ! ! ! costituita dallʼEuropa Orientale e dalla Russia
! ! ! ! ! specializzate nella produzione di eccedenze agricole
! ! ! ! ! destinate al centro, per poi industrializzarsi ed emergere
! ! ! ! ! come “centro alternativo” di un sistema socialista e infine
! ! ! ! ! un “periferia” costituita dal Terzo Mondo, inglobato e reso
! ! ! ! ! periferico a partire dalla fine del XIX secolo.
Le ipotesi del sistema-mondo non reggono però allʼanalisi quantitativa: il ruolo svolto dalle
materie prime del Terzo Mondo nello sviluppo industriale risulta assolutamente marginale
almeno fino al secondo dopoguerra; analogamente il ruolo svolto dalle colonie e dal Terzo
Mondo come sbocchi commerciali per la produzione industriale dei paesi sviluppati è
rimasto sempre marginale. Eʼimportante però sottolineare come lʼespansione massiccia
delle colture per lʼesportazione sia stata disastrosa per molte economie sottosviluppate,
legandone i destini allʼandamento dei prezzi internazionali di una sola merce e
sacrificando le coltivazioni destinate allʼalimentazione della popolazione locale. In altri casi
lʼafflusso di beni industriali dai paesi sviluppati sfociò in processi di deindustrializzazione
su vasta scala (es. industria tessile indiana spazzata via dalle importazioni di manufatti di
cotone inglese). LʼAmerica Latina evitò un destino analogo grazie allʼindipendenza politica
e al protezionismo.
Appendice - CURVA DI KUZNETS
TRASFORMAZIONI STRUTTURALI:! - DELLA STRUTTURA DELLʼECONOMIA
! ! ! ! ! ! 1) dal lato dellʼofferta
! ! ! ! ! ! 2) dal lato della domanda (eff. redd. eff. sost.)
!