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NEL NOVECENTO: Il ritorno alla figura

Il Ritorno all'ordine del Novecento si caratterizza anche da un ritorno alla figura. Nell'età delle avanguardie la figura è deformata, eliminata, reinventata, abolita; c'è un'interpretazione dell'uomo spesso aggressiva o addirittura eliminatoria (come accade nell'astrattismo). Con l'espressionismo - una tendenza artistica sviluppata soprattutto in Germania tra il 1905 e il 1925 e distinta in due filoni: il gruppo dei Fauves (in francese "belve") che ebbe la propria prima collettiva grazie al Salon d'Automne di Parigi nel 1905 e il gruppo Die Brücke ("Ponte") - la figura si deforma per dar vigore alla sofferenza esistenziale dell'uomo, ponendosi così in critica verso la società dell'epoca. La linea viene spezzata, resa spigolosa e i colori diventano violenti e contrastanti, lo spazio prospettico distorto. Uno dei principali.

esponenti èKirchner, che nella sua carriera pittorica affrontò come tema ricorrente la figura umana: una figura stravolta, sia nella forma che negli atteggiamenti, spesso fino a divenire maschera. L'espressionismo si contrappone all'impressionismo; anziché cogliere l'attimo di vita si esalta il tratto emotivo della realtà distinguendo un linguaggio che all'oggettività dell'impressionismo contrappone la sua soggettività infondata. La natura dell'espressionismo è ricca di contenuti sociali e di drammatica testimonianza della realtà. Se l'impressionismo rappresenta una sorta di moto dall'esterno all'interno, cioè era la realtà oggettiva a imprimersi nella coscienza soggettiva dell'artista, l'espressionismo costituisce il moto inverso, dall'interno all'esterno: dall'anima dell'artista direttamente nella realtà, senza mediazioni.

Le premesse teorico-culturali dell'Espressionismo stanno nel pensiero diSigmund Freud (psicanalisi, inconscio) e del filosofo francese Henri Bergson("slancio vitale", "intuizionismo").

Espressionismo significa ex-premere, cioè "tirar fuori": un movimento che non ha più l'obiettivo del bello ma quello diesprimere i sentimenti, le sensazioni, i drammi dell'uomo.

Kirchner, ritratto di una donna, 1911: Rappresenta una donna seduta adun tavolo, dal volto sfaccettato e il corpo scheletrico, spigoloso. Il volto èdipinto con una varietà cromatica e una deformazione del colore volta adesprimere le tensioni interne della figura. Tutta l'immagine è tesa adeformarsi. Davanti alla donna un vassoio nel quale gli oggetti quasicompressi,

Il testo descrive l'immagine di una donna che esprime il sentimento di solitudine e riflette una condizione esistenziale. La figura non rappresenta la bellezza, ma piuttosto una figura drammatica. L'uomo nell'espressionismo perde la bellezza che era l'ideale della rappresentazione dall'antichità al Rinascimento, diventando espressione dei propri dolori e problemi esistenziali, spesso tormentato dalla fine e dall'oblio.

Nell'opera "Adele Bloch-Bauer" del 1907, Klimt si ispira alla pittura bizantina e dissolve la figura in un insieme di segni incastonati come pietre preziose. La figura esiste solo come volto, che emerge dallo spazio segmentato dai segni, mentre il corpo e tutto ciò che sta intorno si nascondono, coperti dagli elementi decorativi. La figura si dissolve nello spazio.

unadecorazione che ricorda i vasi greci, i geroglifici egizi, l'epoca ellenistica eromana, con allusioni e segni che rimandano vagamente ad un certo erotismoe ad una simbologia sessuale. Freud negli stessi anni apprendeva come lasessualità fosse espressione dell'io, e rimossa nell'inconscio. La figura vienedissolta in una sorta di bidimensionalità, si annulla. Non vi è più il volume, nonvi è alcuna espressione della massa, nessuna costruzione della forma, o delpeso e dell'agire della forza di gravità; non vi è solidità nel corpo, solo unacascata di segni e luci in cui il corpo stesso si annulla.

Kandinskij, Composizione, 1911: Siamo nella pittura astratta - Movimento che si fa nascere nel 1910, a Monaco, quando Kandinskij dipinge ilprimo acquarello astratto - dove la composizione si fa ora di segniapparentemente privi di significato alcuno ma in realtà allusivi di una

realtà, espressa però solo con linee, punti e superfici. La figura è appiattita, annullata, quasi incomprensibile. Non si guarda con gli occhi ma con la mente; a seconda di come la mente pensa si percepisce il mondo diversamente; tanto più la mente conosce tanto più l'uomo vede (al contrario della concezione dell'impressionismo: la vista è un' impressione). Ci sono tre guerrieri al centro dell'opera, con baionette, mentre sullo sfondo dei segni urtano uno contro l'altro a rappresentare un esercito che combatte. La teoria di Kandinsky: i segni e i colori da soli esprimono qualcosa. Ecco allora che in quest'opera per rappresentare delle persone che combattono, dei soldati, la figura svanisce e solamente i segni parlano. Sulla destra invece due innamorati, due figure di amanti fuse l'una accanto all'altra. Una composizione quindi di guerra e pace. Nell'arte astratta la figura può scomparire anche totalmente,

ma anche dove si vede essa è solo un'immagine appiattita; la figura diventata segno. P. Klee diceva "sono un astrattista con qualche ricordo". Con il cubismo (nasce 1908 con opere di Picasso e Braque) la figura umana si sfaccetta ulteriormente, si segmenta, si spezza, si rompe, arrivando quasi a perdere la sua riconoscibilità come tale. Nei quadri cubisti è insita l'idea del movimento con il quale si osservano le diverse facce di un oggetto o di un soggetto, per cui l'esito è una composizione, quasi un montaggio, dei diversi punti di vista in un'unica visione, amalgama di frammenti e scorci. Il cubismo attraversa una fase analitica, cosiddetto cubismo analitico, a cui segue un cubismo detto sintetico. Nel cubismo analitico la figura si dissolve in insieme di sagome, linee, segni mentre nel cubismo sintetico la figura è sintetizzata in oggetti ad essa estranea, facendo uso della tecnica del collage. C'è, comunque,

un’eclisse dell’umano, un’assenza dell’uomo, la pittura diventa unfatto di assenza. La figura umana scompare.

Braque, il portoghese, 1882-1963: Ecco, come detto, che nell’opera cubista la figura si dissolve scomparendo quasi totalmente, tanto che il portoghese non risulta visibile e solo dopo uno sguardo più attento si riescono a cogliere brevi cenni di figure, piccoli frammenti. Di fatto, si notano solo alcuni dettagli. È una pittura fatta anche di stratificazioni; che usa più codici per comunicare, come l’aggiunta della scritta tipografica in alto a destra. Le figure e le cose del quadro vengono riscritte in un modo nuovo, rappresentate attraverso nuovi segni, singoli flash che evocano la figura ma non la rappresentano. La figura è distrutta. Come nella poesia di Mallarmé.

Picasso, Ritratto di Ambroise Vollard (il gallerista dei cubisti), 1909-1910: Quest’opera di Picasso ha tutte le caratteristiche del cubismo.

analitico. Vollard viene rappresentato mentre si diletta nella lettura di un libro. La composizione è complessa, divisa in tante schegge che restituiscono una figura disarticolata, decostruita, frammentata. Picasso travalica gli oggetti e la figura umana dissolvendo tutto nella geometria, in un reticolo di piani e linee; l'oggettualità si rompe. La smaterializzazione della figura, già intrapresa nel divisionismo, sembra ora nel cubismo compiuta. Ciò che risalta sono solo alcuni elementi caratteristici del personaggio, come fossero messi a fuoco da Picasso per delineare il ritratto del gallerista: la bottiglia in alto a sinistra, il libro in alto a destra, il fazzoletto nel taschino sono degli spaccati dell'identità da ricostruire. Così la figura emerge dallo sfondo in cui sembrava immersa: ecco il viso serioso e gonfio, la fronte alta, la folta barba; ecco Voillard.

Boccioni, Dinamismo di un Footballeur, 1913: Le stesse considerazioni sulla

Figura scomposta vengono fatte nel futurismo, dove il segmentarsi e losfaccettarsi dell'oggetto di rappresentazione sono usati come tema ed espressione del dinamismo. Nell'opera di Boccioni il calciatore che salta non è rappresentato nella sua forma, ma nel suo movimento. Un corpo non più riconoscibile come organismo, come integrità armoniosa della figura, bensì come una serie di frammenti del corpo stesso che suggeriscono il dinamismo. Il movimento distrugge la figura.

Duchamp, L.H.O.O.Q.: Nella famosa opera di Duchamp, in cui si mettono i baffi alla Gioconda come sfregio nei confronti dell'arte e quindi della civiltà occidentale - civiltà che ha portato alla guerra - la figura, qui emblema della civiltà occidentale che pone le sue fondamenta nel mondo greco, viene addirittura ridicolizzata. "La Gioconda è così universalmente nota e ammirata da tutti che sono stato molto tentato di utilizzarla per dare scandalo.

"Ho cercato di rendere quei baffi davvero artistici".

Carrà, Penelope, 1917: La Penelope di Carrà è invece un'opera metafisica dove la figura umana è anche qui non pervenuta, assente, e si dà sotto forma di uno strano ed enigmatico manichino. Lo sfaccettarsi della figura, che nel cubismo si rendeva solo attraverso la geometria, recupera la sua figuratività; non è assemblamento di figure geometriche ma di oggetti inconsueti. La figura non solo è sezionata ma è anche celata, misteriosa, esprime un senso di solitudine e insieme un presagio di morte, di fine, che è quello della figura. L'opera è ispirata a Ettore e Andromaca di de Chirico.

De Chirico, Ettore e Andromaca, 60x 90 cm, olio su tela, 1917: De Chirico in quest'opera riprende una scena dell'Iliade reinterpretandola nella visione metafisica. Trae l'episodio di Ettore e Andromaca, gli sposi che si abbracciano alle porte Scee;

l'ultimo abbraccio, prima di una crue
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Publisher
A.A. 2020-2021
45 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher morabitodiego di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Pontiggia Elena.