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ITALIA 1914: UN PAESE DIVISO

Collocazione internazionale

L'Italia ha un problema di collocazione internazionale, nel 1882 entra nella Triplice alleanza, di tipo difensivo (era già Duplice alleanza tra Germania e Austria-Ungheria); i motivi dell'ingresso italiano nell'alleanza sono le tensioni con la Francia riguardo alla Tunisia e il fatto che sia una potenza debole che ha ambizioni imperiali (ha un piccolo impero coloniale). Nel 1914 il piccolo impero coloniale italiano è composto da Eritrea, Somalia e Libia.

La classe dirigente italiana è divisa tra una corrente che guarda all'alleanza con la Francia (Giolitti) e una corrente che guarda all'alleanza con la Germania (Crispi).

Fratture verticali (Stato-Chiesa)

Il papa ha scomunicato i Savoia dopo la breccia di Porta Pia nel 1870, chi partecipa alla vita politica del regno non è un buon cristiano. La questione si risolve poi con i Patti lateranensi nel 1929, cioè il concordato fra

Stato e Chiesa, quando Mussolini e Papa Pio XI fanno un accordo solido fra regime fascista e papato. La frattura tra Stato e Chiesa fragilizza lo Stato italiano, la Chiesa cattolica assume posizioni peculiari di fronte alla guerra. Nel 1917 papa Benedetto XV invia una nota ai capi dei paesi belligeranti nel tentativo di trovare una soluzione diplomatica alla guerra, parla della guerra mondiale come di "un'inutile strage".

Con la prima guerra mondiale si ha un ingresso più deciso del mondo cattolico e clericale nella vita politica del regno, rispetto alla quale si erano tenuti fuori fino a quel momento. Il primo gennaio 1919 nasce il Partito popolare italiano guidato da Don Luigi Sturzo, prete che costruisce il primo partito cattolico della vita politica del regno e che partecipa alle elezioni.

Fratture verticali (Massoneria) La massoneria è un'istituzione importante, entrambe le due obbedienze massoniche, Grande Oriente d'Italia e Suprema loggia d'Italia,

erano fortemente interventiste, durante l'anno della neutralità alcuni gruppi massonici organizzarono azioni militari al confine Italia-Austria per farle apparire come azioni offensive dell'Austria contro l'Italia.

La massoneria è un soggetto fortemente impegnato a favore dell'intervento in guerra, fino ad allora è stata in competizione con la Chiesa cattolica, ma con lo scoppio della prima guerra mondiale i loro principali nemici diventano coloro che si oppongono alla guerra.

La massoneria svolse un ruolo importante sia per l'intervento italiano in guerra, sia finanziando e sostenendo la nascita del Fasci di combattimento, la prima casa editrice del Partito nazionale fascista e anche nella marcia su Roma.

Quando Mussolini è al potere nel 1924-1925 distrugge le obbedienze massoniche e disarticola la massoneria; sceglie l'alleanza con il Vaticano e inizia a costruire un regime totalitario che prevede che non ci siano altri organismi.

Il Regno d'Italia è un paese diviso, con forti gerarchie sociali, che hanno a che fare con classi e ceti sociali di antico regime, con alte percentuali di analfabetismo, ci sono ampi settori della popolazione che non hanno accesso alla vita politica: nel 1914 in Italia non c'è ancora il suffragio universale maschile.

Le fratture sociali vengono accentuate nel periodo della guerra, irreggimentate nelle forze armate, che sono concepite con gerarchie che tendono a riprodurre le gerarchie di classe del regno.

L'Italia entra in guerra come paese diviso, e rimane diviso fino alla fine della guerra; nel 1919 gli abitanti della penisola guardano a idee di patria e di nazione molto diverse fra loro e per certi versi inconciliabili;

c'è una grande fragilità dello Stato per cui vince il fascismo. Il 28 ottobre 1922, con la marcia su Roma, il Partito nazionale fascista, guidato da Benito Mussolini, forma un governo di coalizione con altre forze politiche. Il fascismo è uno dei prodotti della prima guerra mondiale.

Difficoltà di fronte alla guerra. Quando scoppia la guerra il Regno d'Italia può dichiarare la sua neutralità, non si tratta di una scelta banale, è dettata anche dalla sfiducia nelle proprie capacità militari, infatti da quando è nato il Regno nel 1861 l'Italia ha perso tutte le guerre.

Una storia di sconfitte militari? Lissa e Custoza 1866, Adua 1896)

Battaglia di Adua del 1896: il Regno d'Italia vuole allargare i suoi possedimenti dall'Eritrea all'Etiopia, l'esercito italiano perde contro l'esercito africano, nel contesto delle ideologie razziali e razziste dell'epoca venne considerata una pesante sconfitta.

sconfitta.Guerra italo-turca (guerra di Libia) 1911-1912

Si tratta della guerra combattuta dal Regno contro l'Impero ottomano tra il 1911 e il 1912.

Quando scoppia la prima guerra mondiale l'Italia è ancora coinvolta dalle conseguenze della guerra italo-turca, è stata vinta dal Regno, ma la Libia non è pacificata, ci sono forme di resistenza contro gli italiani.

Settimana rossa 7-14 giugno 1914

Si tratta di una serie di tumulti insurrezionali, di tipo antimilitarista, che vi furono tra il 7 e il 14 giugno 1914 in Italia; i tumulti attraversano la Romagna, l'Emilia e parte della Toscana, ha i suoi protagonisti nell'estrema sinistra, la causa occasionale riguarda le vicende processuali di due militari che erano diventati il simbolo dell'opposizione alla partecipazione alla guerra di Libia. Tra i leader della rivolta vi è anche Mussolini.

Poco dopo la fine della settimana rossa c'è l'attentato di Sarajevo.

L'anno

La neutralità, ovvero il periodo compreso fra l'attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914 e l'intervento in guerra dell'Italia del maggio 1915, costituisce una lunga crisi, allunga per 11 mesi la crisi che negli altri paesi avvenne in poche settimane nel luglio 1914. Questa crisi durata un anno permette di vedere l'emergere di fenomeni, processi, ideologie, pratiche della violenza politica, che condizionano sia la conduzione della guerra sia il dopoguerra.

L'Italia può rimanere neutrale perché l'accordo della Triplice alleanza è di tipo difensivo, né la Germania né l'Austria-Ungheria sono coinvolte in una guerra di tipo difensivo; inoltre Vienna e Berlino hanno deciso di intraprendere le azioni militari senza consultare Roma.

INTERVENTO NEUTRALITÀ

  • Re Vittorio Emanuele III
  • Liberali (Salandra, Sonnino)
  • Liberali (Giolitti e maggioranza)
  • Repubblicani
  • Socialisti
  • Interventisti "democratici"

“rivoluzionari” Confederazione generale del lavoro (CGdL)
Nazionalisti Anarchici; Unione Sindacale Italiana (USI)
Massoneria Chiesa (papa Benedetto XV)
Intellettuali Contadini
Industria pesante Operai, artigiani, ceti “popolari”

Durante l’anno della neutralità si apre il dibattito su cosa fare di fronte alla guerra, in generale loscontro fra neutralisti e interventisti tende a riprodurre le fratture sociali del paese: gli italiani piùinseriti nella nazione sono a favore dell’intervento in guerra, mentre gli italiani più distanti dallanazione sono a favore della neutralità. Le manifestazioni interventiste si svolgono nelle piazze dellecittà più importanti; mentre molti tumulti o proteste contro la guerra si svolgono in luoghi menocentrali.

INTERVENTISTI
Il re Vittorio Emanuele III è a favore dell’intervento, è la persona che decide secondo lo StatutoAlbertino; alcuni liberali, come il presidente

del Consiglio Salandra e il Ministro degli affari esteri Sonnino. Nell'aprile 1915 il re Vittorio Emanuele III, Salandra e Sonnino firmarono il Patto di Londra, un accordo segreto stipulato con la Triplice Intesa, con cui il Regno d'Italia si impegnava a scendere in guerra contro gli Imperi Centrali entro un mese, in cambio di ampi compensi territoriali. (Se l'Italia fosse rimasta neutrale Vienna aveva promesso territori sul confine nord-est, la città di Trento e il Trentino; ma non Trieste perché è il porto dell'Austria sul Mediterraneo) NEUTRALISTI L'Internazionale socialista si scioglie a causa del supporto a favore del finanziamento della guerra da parte dei dirigenti dei principali partiti socialisti europei. Il partito socialista italiano assume una posizione di mediazione a guarda a mantenere l'unità del partito, lo slogan "né aderire né sabotare" è una formula di compromesso; nonostante ciò,

Il partito ha grandi emorragie, molte persone escono dal partito oppure vengono espulse perché si schierano a favore della guerra.

La CGdL - Confederazione Generale del Lavoro è un grande sindacato legato ai socialisti, verso la guerra assume una posizione simile a quella del partito.

Il personaggio più famoso è Mussolini, maestro elementare, protagonista della settimana rossa, direttore del quotidiano del partito socialista "Avanti!", faceva parte della componente più rivoluzionaria del partito e si schierò a favore dell'intervento in guerra.

Nel 1914 il movimento anarchico e le sue organizzazioni sono soggetti molto importanti, assumono una posizione contro la guerra.

PATTO DI LONDRA: si tratta di un accordo segreto firmato nell'aprile 1915 dal re Vittorio Emanuele III, Salandra e Sonnino con la Triplice intesa, con il quale l'Italia si impegna ad entrare in guerra contro gli Imperi centrali entro un determinato periodo di tempo.

mese.L'Italia entra in guerra il 23 maggio 1915. In caso di vittoria l'Italia avrebbe ottenuto importanti territori: il Tentino, l'Alto-Adige, la Venezia Giulia, parte della penisola istriana (ad esclusione di Fiume), parte della Dalmazia, la sovranità su Libia e Dodecaneso.

Il Patto di Londra venne reso noto nel 1917 dai bolscevichi, in seguito alla Rivoluzione Russa. Tuttavia, l'intervento italiano in guerra non cambia le sorti del conflitto come sperato; l'Italia sferra 11 attacchi sull'Isonzo, ma dopo due anni di guerra le offensive non rappresentano una vittoria decisiva. Il paese si mobilita, ma la guerra è molto diversa dalla guerra immaginata.

Viste le caratteristiche del paese, le élite politiche e militari non si sentono obbligate o tenute a spiegare la guerra alla base dell'esercito o alla base sociale del Regno d'Italia, che devono obbedire, combattere al fronte o lavorare nell'industria bellica senza creare

problemi; ma la mobilitazione totale prevede un'opera di propaganda intensa e capillare. Un episodio famoso di fra
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Publisher
A.A. 2021-2022
20 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LindaDC99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della società contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Bianchi Roberto.