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IL SANGUE MESTRUALE STRETTAMENTE COLLEGATO CON LO SGUARDO.
Nella storia sono sempre esistiti 2 tipi di rosso: uno più glorioso, degno di un comandante, forte;
l’altro impuro, cupo e negativo che poi si è trasformato nel sangue mestruale che manifesta la
sua nocività attraverso lo sguardo ( uno sguardo di seduzione). Mentre nell’età preistorica il
rosso rappresentava sacralità e fertilità, a causa dell’influenza negativa del medioevo il rosso
legato al sangue mestruale si macchia di impurità e sporcizia tant’è che la veste rossa delle
rappresentazioni della Madonna vengono cambiate con il blu, simbolo di purezza.
Appunti de “La donna serpente” – prof. A. Giallongo | scienze della formazione primaria II 8
Scienze dell’educazione I
IPAZIA (IV-V sec a.C.)
Ipazia è una delle poche donne intellettuali presente nell’antichità e a istruire anche classi
complete di uomini. Spesso, in classe, ricorda l’uguaglianza di sessi sostenuta da Platone, per
tentare di sconfiggere l’idea di Aristotele sulla disuguaglianza e l’inferiorità delle donne sai fisica
che intellettuale. Un giorno Ipazia, per poter allontanare una volta per tutte i vari spasimanti,
porta in classe un pannolino sporco di ciclo poiché era a conoscenza che una tale visione avrebbe
portato scandalo e sgomento in classe (sempre seguendo gli insegnamenti di Aristotele),
affermando che “non c’è niente di bello”. Però questa frase fu poi interpretata come non c’è
niente di bello né nelle mestruazioni né nella donna. Per questo atto, Ipazia viene considerata la
prima strega d’oriente.
Si crede così che il sangue mestruale venisse utilizzato per creare infusi d’amore e formule
magiche contro il malocchio. Le dicerie che nascono in questo periodo sono presenti ancor oggi
nel sud Italia a causa della precarietà rurale, ma ha attraversato anche la cultura greca e romana
(pensavano che si potesse infettare oggetti ed esseri viventi attraverso lo sguardo) e il regno di
Alessandro Magno dove medusa rappresentava una protezione dai nemici perché si credeva
fosse carica di poteri sovrannaturali.
Secondo l’antica Grecia l’occhio era il senso più importante: secondo la fisionomica, l’occhio era
lo specchio dell’anima e uno sguardo della donna col ciclo era in grado di appannare gli specchi e
quindi di contaminare altri oggetti o esseri viventi. Ma durante il Neolitico, Paleolitico ed età
cretese, il serpente era visto come un animale sacro ed accompagnavano le dee: infatti le donne
cretesi si pettinavano i capelli con ricci a spirale e durante il ciclo non venivano escluse dalla
società (come accadeva invece per le donne greche) perché il ciclo rappresentava un momento
propizio per intensificare i legami con le altre. Il ciclo rappresentava l’interruzione delle attività
quotidiane e le donne potevano dedicarsi al ballo (Dame in blu – Palazzo di Cnosso).
FISIONOMICA (II-IV sec. a.C.)
Con la nascita della fisionomica si è iniziato a credere che le caratteristiche facciali fossero
indicative dell’indole della persona, attraverso lo sguardo si può interpretare il carattere. La
fisionomica, insieme agli studi sulla teoria della visione e le teorie sul malocchio, gli occhi
diventano un qualcosa che emanano raggi attivi (teoria aristotelica specchi offuscati) e il
malocchio assume poteri magici che partivano da invidia e rabbia.
La fisionomica aristotelica contrappone l’uomo e la donna, identificandoli rispettivamente come
qualcosa di positivo e negativo. Questa contrapposizione è espressa nell’arte attraverso la
rappresentazione diversa tra uomo e donna che si evince attraverso le caratteristiche del volto, in
particolare degli occhi. Il carattere femminile trova la sua raffigurazione nella tipica di
malignitas,
un animale crudele che fa del male, insidioso e terribile quando prende una decisione. La donna
veniva, appunto, rappresentata con capelli anguiformi e sguardo torvo.
Le immagini che nascono quindi servono per istruire il popolo illetterato durante il medioevo e
per sensibilizzare la conoscenza e l’identità collettiva durante l’età greca (Atene). La pittura e la
scultura sono il sistema pubblico di formazione permanente ovvero plasmano i simboli e i
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sentimenti: gli ateniesi si schierano a favore delle figure maschili (dei, padri…). Le immagini
artistiche implicano una morale educativa: la fisionomica aveva tradotto tutti i gesti, posizioni…;
sguardo e il volto diventa il teatro delle passioni (Ripa):
• Lo sguardo gorgonesco diventa un’occhiata minacciosa
• La lingua sporgente rappresenta il flusso del sangue
• La donna in compagnia di un serpente diventa automaticamente un mostro
• Le donne vengono rappresentate con capelli con ricci serpentini
Nasce così una figura repulsiva femminile con attributi che mettevano in guardia. È pericoloso
soprattutto entrare in contatto con le donne mestruate: infatti per Plinio il Vecchio un loro
sguardo poteva provocare catastrofi naturali.
Fortunatamente nel V secolo vari artisti iniziano a rappresentare una medusa dormiente, cioè più
vulnerabile e umana e in disparte rispetto a Perseo. Così Medusa riacquista un po’ di femminilità
e regalità, indossando anche orecchini e diademi. Ancora nel IV secolo Medusa assume un fascino
seducente. Con queste nuove raffigurazioni, Perseo non combatte più un mostro, ma una fanciulla
persa nei suoi sogni; la sua umanità è recuperata da una ridimensione degli occhi e i serpenti
diventano una semplice decorazione. In alcune immagini, Medusa prima di morire, rivolge lo
sguardo verso il cielo in cerca di un aiuto divino: uno sguardo che perde ogni connotazione
malvagia e trasmettono tristezza e dolore per una morte prematura, però rimangono i caratteri
repulsivi della Gorgone (lo sguardo assume ancora una certa importanza e sono ancora presenti i
serpenti).
L’ALTRO
Nel VII secolo la storia di Perseo e Medusa sancisce il sé e l’altro. Medusa incarna il mostro
femminile, tutto ciò che è caotico, ripugnante, animalesco, mentre, dall’altra parte
femminile;
Perseo (ovvero gli uomini Greci) rappresenta la razionalità, la civiltà, l’umanità e la mascolinità. La
Gorgone diventa lo scarto di tutte le alterità con lo sguardo che pietrifica e provoca la morte.
Nasce in questo periodo l’analogia tra brutto e male. In più, Medusa veniva rappresentata con la
barba sul volto femminile (VI secolo), aumentando così l’energia primitiva negativa di uno
sguardo che teneva alla larga il malocchio, simile agli Etruschi che rappresentavano la Gorgone per
spaventare i nemici. Così la combinazione occhi grandi, serpenti e barba alimentano la sub
umanità del mondo femminile tant’è che iniziano a credere che la donna fosse MENO UMANA
dell’uomo. Ciò venne rafforzato nel Medioevo con l’immagine di Eva.
‘600-‘700 (elenco di quadri presenti sul libro per vedere come l’immagine di Medusa si modifica
nella storia)
• Caravaggio – “Testa di Medusa”: groviglio di serpi al posto dei capelli, collo grondante di
sangue, occhi sbarrati, uno dei serpenti dei capelli a momenti le entra in bocca.
• Rubens – “Testa di Medusa”: pelle pallida = l’assenza di vita, i serpenti (Capelli) tentano di
sfuggire dalla morte.
• Anonimo fiammingo: fiato avvezzo, malsano che esce dalla bocca di Medusa,
rappresentano un accumulo di rifiuti presenti nel corpo della stessa. Nel medioevo la
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tossicità del corpo della donna aveva come effetto il ciclo, per cui era pericoloso
accoppiarsi con una donna col ciclo poiché i poteri contaminanti raddoppiano, per cui si
poteva morire o avere un figlio menomato.
‘800
• Schwabe: unisce Medusa e sull’isteria di Charcot: tutti contratti e allucinati del proibito
volto dell’orrore
• Böcklin: tratti demoniaci, sensuali
• Khnopff: privo di pennellate di sangue e di colore così da rendere l’atmosfera glaciale
STEREOTIPI
Uno stereotipo è una rappresentazione che non permette un legame positivo con l’altro. Lo
studio degli stereotipi collega strettamente le immagini mentali e quelle visive. Infatti attraverso
l’iconologia si è visto che:
1. All’inizio la donna rappresentava la virilità (primo stereotipo);
2. Poi assume il ruolo di vizi e virtù, cioè i 7 peccati capitali assumono sembianze di donna
(Iconologia – 1764). In queste figure, era presente il serpente e servivano per aumentare la
visione negativa di Eva, così da rafforzare l’idea di donna antitesi dell’uomo. Ciò porta,
durante il Medioevo e la modernità, alla nascita della caccia delle streghe sancita dalla
Santa Inquisizione. La figura della strega nasce in seguito a una scultura di Ripa
rappresentante l’Invidia: ha un corpo asciutto perché si consuma, è brutta con occhi
biechi, serpenti al posto dei capelli poiché trasmette veleno che lancia attraverso la lingua
e morde per mangiare il bene altrui.
Così tra il 1450-1750 nasce la caccia alle streghe, solitamente venivano accusate di:
• preparazione di filtri d’amore
• Malocchio
• Crimini sessuali
• Far perdere la virilità agli uomini (così viene alimentata la paura degli stessi)
• Sguardo seducente o repellente
Nasce quindi la necessità di eliminare fisicamente le donne come fece Perseo, attraverso
persecuzioni, torture, arresti, interrogatori che nella maggior parte dei casi finivano con la
condanna al rogo.
Viene ulteriormente alimentata la credenza che la donna fosse un essere subumano, che non
provasse dolore, che aveva tratti animaleschi in misura maggiore rispetto a quelli umani. Tutte
queste credenze alimentarono l’orgoglio degli uomini e la vergogna delle donne. Non a caso gli
stereotipi di genere guidarono le persecuzioni, l’odio e la violenza non solo nei confronti della
donna, ma come racconta la storia, anche verso i nativi americani e gli Ebrei.
IBRIDI
Gli ibridi sono un’interminabile lista di simboli che rispecchiano le nostre emozioni e
sopravvivono grazie alla PAURA.
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Scienze dell’educazione I
• I mos