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Carlo Borromeo: Arcivescovo di Milano

Oggi parleremo di Carlo Borromeo, considerato il modello e simbolo del Concilio di Trento. Egli realizzò e mise in pratica quanto detto durante il concilio. Borromeo si definiva un padre e pastore dei suoi fedeli, non si riteneva un padrone.

La sua importanza risiede nel fatto che si dedicò alla predicazione e alla catechesi, diffondendo il messaggio di Cristo. Inoltre, intensificò la vita liturgica e incrementò le devozioni popolari, come i pellegrinaggi. Si preoccupò anche della preparazione spirituale e culturale dei sacerdoti, e attribuì un ruolo rilevante alla famiglia e al luogo di lavoro come luoghi educativi per formarsi.

Carlo Borromeo si impegnò anche nella risacralizzazione degli spazi e della vita quotidiana.

Egli nacque in Piemonte nel 1538, da una famiglia ricca e aristocratica, durante il periodo della riforma cattolica. A 21 anni si recò a Roma dallo zio, il Papa Pio IV, e diventò suo collaboratore, respirando l'atmosfera del Concilio di Trento. Poco dopo, Carlo Borromeo divenne sacerdote.

A 27 anni diventa arcivescovo di Milano. Appena viene nominato non va subito a Milano ma ci manda delle persone di fiducia per controllare e studiare il territorio e vedere se fosse conveniente. Nel 1565 realizza il suo primo provvedimento, convocando una riunione (sinodo) di tutti i religiosi dell'arcidiocesi di Milano ("sinodo provinciale milanese"). L'ultima volta questa riunione era stata 300 anni prima. La convocò perché per lui era importante comunicare loro frontalmente le decisioni del concilio di Trento. Per realizzare i 7 punti, la sua missione, ricorre a tre strumenti:

A. convocazione delle riunioni: le comunicazioni faccia a faccia arrivavano più rapidamente

B. ricca attività normativa per iscritto: mettere per iscritto il programma/regole, ad esempio:

  • istruzioni - le comunicazioni scritte in latino rivolte ai sacerdoti per regolare la vita ecclesiastica
  • avvertimenti - le comunicazioni scritte per clero e popolo mandate in occasioni particolari

Come occasioni d'emergenza (peste, tifo..) editti,-Gli comunicazioni scritte solo x i laici, solo x tre categorie di popolazione: medici, maestri, tipografi/stampatori

C. Organismi e figure di controllo del territorio, cioè ispettori che si accertavano il rispetto di quanto comunicato.

Istruzione /educazione: uno dei punti. Con borromeo la chiesa prende il controllo dell'educazione: infatti egli si affida x l'istruzione elementare o alle scuole della dottrina cristiana o sul controllo dei maestri laici (insegnavano all'elite). borromeo chiese che questi maestri laici dovevano avere due requisiti cioè un'attestato del vescovo sulla loro fede cattolica + dovevano vivere una vita impeccabile moralmente e questo lo controllava e agrantiva il prete. Per l'istruzione secondaria c'erano i collegi che erano gestiti dagli ordini religiosi, i quali obbedivano a borromeo. All'università invec come docenti delle cattedre piu importanti

Borromeo mette dei religiosi (esgesuiti). Le donne studiavano negli educandati, dove c'erano le suore, che rispondevano a Borromeo. La formazione dei sacerdoti: egli ritiene che i sacerdoti debbano essere ben preparati. Quindi egli aprirà un seminario a Milano, ed era guidato dai gesuiti, erano 150 studenti e 15 docenti (1 docente x dieci studenti). Era importante avere sacerdoti preparati per due motivi: diffondere il messaggio di Cristo (mettersi a riparo dalle teorie eretiche) e alfabetizzare, istruire perché se il sacerdote era preparato sapeva spiegare e dava buoni frutti anche ai suoi allievi. La risaralizzazione degli spazi e della vita quotidiana significa far sì che la presenza di Dio sia ovunque, che tutti avvertano l'elemento religioso nella vita quotidiana/spazi urbani. Lo si faceva attraverso la costruzione di santuari, nuove chiese, mosaici, grande importanza a processioni e pellegrinaggi. La città viene invasa dal sentimento religioso, la vita quotidiana era riorganizzata.

Secondo la volontà di Dio, i dettami della chiesa. La Milano di Borromeo non è più la Milano del mercante ma la Milano del monaco integrato: non c'è più il cittadino solo come mercante ma è diventato un cristiano che vive nella società, cioè un cittadino cattolico che vive secondo la chiesa. Non è più la Milano del guadagno, profitto ma del cristiano integrato nella sua città ma che vive secondo le regole della sua chiesa.

19/10

Ordini religiosi

Nel corso del 500 nascono dei nuovi ordini religiosi, la maggior parte di questi ordini sono del tutto nuovi, altri (la minoranza) nascono all'interno di ordini già esistenti (per es. i cappuccini che nascono all'interno dei francescani). Nacquero tantissimi ordini ma i più importanti sono:

  • teatini (è il primo che nasce, intorno al 1524)
  • barnabiti (nascono nel 1530, seguaci di san Paolo) il loro fondatore

Era il 1534 quando nascono altri due ordini importanti:

  • Gesuiti, di cui il fondatore fu Ignazio di Loyola
  • Somaschi, di cui il fondatore era Girolamo Miani
  • Scolopi, ordine degli nel 1617, fondatore fu Giuseppe Calasanzio

Tutti questi ordini sono accomunati da:

  • Esaltazione della povertà, quindi il recupero del messaggio di Cristo
  • Tutti saranno fondamentali nel ruolo dell'istruzione
  • Fondamentale il loro ruolo nell'assistenza (malati, poveri ecc)
  • Tutti si dedicheranno all'evangelizzazione (diffusione mess di Cristo)

Tutti diventeranno ordini rilevanti e di spessore poiché erano autonomi rispetto alla diocesi, quindi diversi dal clero perché avevano delle loro regole e andavano a colmare una lacuna lasciata dal clero tradizionale.

Almeno alle origini, eccetto qualche eccezione*, tutti questi ordini non si occupano di istruzione, che subentra in un secondo momento (non nascono come ordini insegnanti), per due motivi:

- cercano di soddisfare le

Richieste e le esigenze che arrivano dal popolo e quindi dal territorio in cui operano (anche se magari non erano le loro priorità) - grazie alla scuola si controllava la società di massa, poichè era lo strumento per far arrivare i messaggi propri. L’istruzione diventerà poi il loro obiettivo principale.

*Gli scolopi erano l’unico ordine che si occupo sin da subito di istruzione, ma solo perche nacquero 80 anni dopo e quindi erano avvantagiati.

Gesuiti (compagnia di gesu)

Nasce nel 1534, ma viene riconosciuto ufficilamente dal papa nel 1540 (paolo 3). Inizialmente si occupa di assistenza, predicazione, missione nelle nuove terre per diffondere il mess di cristo (america, cina). Infatti anche coloro che sarebbero diventati gesuiti non si formavano all’interno della compagnia, ma nella chiesa, all’università pk non c’erano lezioni all’interno dle loro rdine pk ritenevano che aprire una struttura dove insegnare li avrebbe limitati nei movimenti.

Pk presupponeva orari che avrebbe ostacolato la loro mobilità. A un certo punto un amico di Ignazio di Loyola, Giacomo Loinez, gli suggerisce di fondare dei collegi residenziali, in cui i futuri gesuiti avrebbero vissuto, socializzato, dormito mentre frequentavano l'università. A un certo punto però ci si rende conto che le lezioni universitarie sono poche, modeste, scarse e allora Ignazio e Giacomo trasformano i collegi residenziali in collegi di formazione per i futuri gesuiti (non istruzione elementare ma rivolta solo all'istruzione secondaria e superiore delle classi ricche). Poi si arriva all'apertura dei collegi anche ai laici, quindi erano aperti a tutti.

1 livello: non si occupano di istruzione

2: collegi residenziali

3: collegi di lezioni interni

4: collegi aperti a tutti

Gli ordini gesuiti nascono in tutta Europa e in tutti i centri culturali più importanti. Quando muore Ignazio di Loyola (1556) i gesuiti sono mille e i collegi da loro

Gestiti sono 100, quindi ci fu già in quel momento una crescita notevole. Ma quando nel 1773 la compagnia sarà soppressa (perché stavano diventando troppo potenti e ponevano in ombra la chiesa) i gesuiti saranno 23 mila e i collegi 1600 (perché chi voleva una formazione di alto livello andava lì). Con la crescita dei collegi c'era bisogno di un regolamento, che fu chiamato ratio studiorum (ragione degli studi), e si arrivò a quello completo nel 1599 a Napoli, perché anno dopo anno fu perfezionato, all'inizio c'erano regole più banali.

Questa ratio studiorum è quindi una raccolta di norme pratiche sotto forma di codice (come un libriccino) costituita da trenta capitoli, in cui si trovavano tutte le regole a cui dovevano attenersi docenti e studenti, tra cui anche il piano di studi: c'erano tre corsi e ognuno era diviso in classi che si dovevano percorrere uno dopo l'altro in base ai risultati raggiunti per uscire da qui.

collegi.-corso umanistico= grammatica, retorica, dialettica, storia, testi classici-corso filsoofico= morale, etica, logica, matematca, fisica, metafisica-corso teologico= scolastica, ebraismo, sacre scrittureQuesti collegi erano inizlialmente frequentai dai nobili, poi anche dall’alta borghesia. Inquelli rieservati esclusivamente ai nobili però, il piano di studi prevedeva anchel’aggiunta di discipline che servivano solo a loro, come il galateo, le scienzecavalleresche e gli ideali cortigiani, quindi danza, scherma ma anche diritto, lingue.Per questo motivo ginapaolo brizzi, professore che studiò i gesuiti, disse che offrono unprogetto educativo polivalente, cioè che risponde perfettamente a tutte le esigenzedel ceto nobiliare e non c’era niente meglio di loro (furono soppressi proprio x questopk stavano divenatndo troppo potenti con tutto quel successo).I gesuiti furono così potenti non solo x il piano di studi ma anche dal punto di vistametedologico.io si discuteva su un argomento per approfondire la comprensione e stimolare il pensiero critico. La loro capacità didattica, che era innovativa, anche se molte cose non erano molto originali ed erano state riprese da un altro ordine (i frati della vita comune), sarà la loro fortuna. Ad esempio: - la divisione in classi, quindi raggiungere un risultato prima di andare a quella successiva - utilizzo della memoria - usi dei premi e delle punizioni - metodo del mutuo soccorso, il più bravo aiuta il meno bravo - concetto di emulazione, cioè ispirarsi al migliore - uso costante del latino - pre-lezione, cioè un'introduzione per capire un concetto come un autore (contesto storico, vita) - ripetizione, il sabato si ripetevano tutti gli argomenti della settimana per fissarli - composizione in versi e in prosa, ogni giorno si dovevano fare dei componimenti imitando il mondo classico - disputa, cioè al termine di ogni lezione si discuteva su un argomento per approfondire la comprensione e stimolare il pensiero critico.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
26 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher saramattioli8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Pomante Luigi Aurelio.