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Il ruolo dell'interrex nella fine dell'interregno secondo la tesi di Mommsen
Secondo Mommsen, l'atto formale che poneva fine all'interregno era la designazione fatta dall'interrex. L'interrex era un soggetto temporaneamente investito degli stessi poteri del Re e aveva il compito di designare un nuovo Re. Tuttavia, l'interrex non convocava i comizi perché voleva che il popolo prendesse consapevolezza dell'avvento di un nuovo Re in modo passivo, rispecchiando il principio "vir legit virum".
Tuttavia, si è sostenuto che la posizione dell'interrex non fosse identica a quella del Re, poiché durava in carica solo temporaneamente. Inoltre, se la designazione dell'interrex aveva un valore giuridico formale per la creazione del Re, non sarebbe stato possibile pensare che lo stesso Re in carica potesse designare il suo successore.
Ma Mommsen questo tipo di critica l'aveva prevista, e non poteva essere sostenuta perché la designazione di un Re deve essere paragonata ai c.d actus legitimi di diritto privato. In questi atti non si poteva apporre né termine né condizione, ma avevano efficacia immediata, quindi se si pensasse che il Re in carica avrebbe potuto designare il suo successore questo sarebbe dovuto diventare Re mentre l'altro era ancora in carica. Se non si assume la teoria esposta, qual è l'atto formale di creazione del nuovo Re? Si deve affrontare il problema considerando due aspetti: un aspetto formale e uno sostanziale e guardarli sotto il profilo dell'evoluzione storica. Sotto il profilo formale: il momento giuridico formale della creazione del Re è l'inauguratio, se il Re era sommo sacerdote ecco che, dal punto di vista formale, era molto importante la consultazione divina. Era una cerimonia che si svolgeva sull'asse capitolina: il capo delCollegio degli augures consultava la volontà divina. Livio riferisce il caso di Numa Pompilio, il quale era seduto su una pietra attendendo il responso della volontà degli dei. Se già il Re fosse stato eletto nell'Assemblea popolare sembra strano che aspettasse questo responso. Questa inauguratio si mantenne in età repubblicana per il rex sacrorum. Sotto il profilo sostanziale: chi sceglieva veramente il re? È l'interrex quindi un Senatore, un patrizio. Ciò anche per il rapporto che intercorreva tra Senato e Re (primus inter pares). Evoluzione storica: questa procedura di interregnum durò nella prima fase della monarchia, ma con gli Etruschi non utilizzò più l'interregnum, il rapporto con il Senato si incrinò. Allora il momento più importante sarà la lex de imperio. Monarchia etrusca. Con la monarchia etrusca si ebbe una svolta radicale che avrebbe posto le premesse per la fine del regime del regnum.
I monarca etruschi non seguivano l'interregnum, non avevano più rapporti con il Senato, si caratterizzarono come capi militari, mantenendo sempre una carica religiosa e politica, e cercarono il consenso dei plebei e non nel patriziato. Roma, con i monarchi etruschi, cambiò completamente (ciò è documentato nei reperti archeologici): divenne il centro più importante del Lazio, sviluppò il commercio, l'artigianato, la costruzione di opere pubbliche, l'incentivazione dell'agricoltura con nuove tecniche. Tutto ciò determinò la crisi dell'assetto costituzionale, dovuto all'emergere di nuovi ceti benestanti: i plebei che si arricchiscono economicamente. Il Re, che senza consenso non può governare, si avvicina alle classi emergenti. Il Racconto Tradizionale ci parla delle riforme etrusche. Le riforme militari di Tarquinio Prisco e Servio Tullio in particolare sono importanti. Il primo portò l'esercito.A 3000 fanti, espressione delle curie, si sviluppò una nuovacostosissima armatura. Operare nell'esercito era una mansione ambita per la spartizione dei bottini di guerra, Roma comincia ad espandersi. Servio Tullio riformò la leva dell'esercito, dando vita a un nuovo ordinamento c.d. centuriato (non più alle curie) alla base del nuovo assetto repubblicano. All'esercito potevano accedere anche i plebei, non solo i patrizi. Le curie (come unità politico-amministrative) vengono sostituite dalle tribù territoriali. Ci fu una caratterizzazione nuova del Senato ad opera di Tarquinio Prisco, limitando il potere: il numero venne portato a 300 per cui, nella Roma antica, più persone ci sono in un organismo politico meno potere ha quest'ultimo. A seguito del potenziamento dello Stato, diminuisce la rilevanza dei gruppi gentilizi. Il Senato risulta composto da nuovi capi delle gens, i patres minorum gentium, anche scelti dal monarca con atto
Le riforme introducono anche strutture nuove che avrebbero dovuto affiancare quelle esistenti, ma sostanzialmente le sostituirono.
Servio Tullio modifica il sistema amministrativo delle curie, fondate su base gentilizia, poiché il territorio romano, che si era allargato, faceva apparire le curie non adeguatamente rappresentative. Divenne quindi un sistema su base territoriale: all'interno dell'Urbs, si formarono 4 tribù urbane e nel contado si formarono le tribù rustiche (fino a 35). Si apparteneva a una determinata tribù per un requisito fisico, si doveva risiedere in quel determinato territorio per appartenervi (invece per appartenere a una determinata curia dovevi avere un certo nomen gentilicium).
Le tribù divennero le basi per il reclutamento dell'esercito. In esse vivevano sia patrizi, sia plebei. La riforma quindi venne vista come democratica perché consentì ai plebei l'ingresso nell'esercito.
Inoltre si forma l'organizzazione centuriata, le centurie erano le sottounità delle tribù rustiche o urbane. Unità che caratterizzerà non solo l'esercito, ma anche l'Assemblea (comitiatus maximus, formato da 193 centurie: 18 cavalieri, pedites (fanti) e inermi, le prime erano riservate ai patrizi). È di questo periodo la serrata della classe patrizia per evitare l'ingerenza della plebe, che tentò di scacciare il Re per rinnovare l'assetto costituzionale. I comitia centuriata sono sorti a seguito delle riforme dell'esercito centuriato, nel periodo repubblicano, d'altronde possono essere convocati da un magistrato che ha imperium. Tutto ciò che aveva a che fare con la materia militare doveva svolgersi al di fuori del pomerium ed appunto l'Assemblea centuriata veniva convocata fuori dal pomerium come ulteriore conferma del legame con l'esercito. Il popolo riunito nell'Assemblea centuriata.Cominciò aprendere delle decisioni: una competenza legislativa esclusiva durante il periodo repubblicano sarà la c.d. lex de bello indicendo, una legge con la quale il popolo si pronunciava se andare in guerra.
Come si passò dal Regno alla Repubblica? Cicerone ci dice che nel 510-509 a.C. a causa dell'atteggiamento tirannico assunto da Tarquinio il Superbo, ci sarebbe stata una sollevazione popolare. Al posto del Re, capo politico di Roma, ci fu una coppia consolare, gli stessi capi della rivolta popolare. Secondo il Racconto Tradizionale si chiamavano pretores consules, si succedettero più coppie nel periodo che intercorre tra il 509 e il 451.
Nel 451 il Racconto Tradizionale rileva che il potere non fu dato a una coppia di pretores consules, ma a un collegio di decemviri di 10 membri (il decemvirato legislativo) che redassero le leggi delle XII Tavole (10 leggi prima e 2 in un secondo decemvirato). Nel 367 (anno delle leggi Licinae Seste) si ammise a uno dei due
Posti di pretores consules un plebeo, in cambio di ciò i patrizi hanno ottenuto la creazione del pretore. È utile distinguere, nel passaggio da Regno a Repubblica, due diversi momenti: quello della cacciata del Re... Il Re gradatamente perse le proprie competenze politiche e militari per avere esclusivamente la prerogativa religiosa, per questo venne definito come rex sacrorum.
Ma come si arrivò dal Re alla coppia consolare? Sono tre le opinioni:
- C'è chi ritiene che la coppia consolare sarebbe nata da una trasformazione del magister populi ed equitum (con parificazione di quest'ultimo al magister populi). Contro questa tesi depone il fatto che si veniva a formare una coppia con diversa potestas dato che uno era magister populi e l'altro lo diventava.
- C'è chi ritiene che la coppia consolare sarebbe nata dalla duplicazione delle regioni e dei pretori che sarebbero diventati pretores consules, però c'è scritto...
dell'unicità -> la collegialità; al posto della durata a vita -> l'annualità; carica che diviene elettiva in capo ai comitia centuriata, mentre i comitia curiata non erano investiti di funzioni elettive. Dal decemvirato legislativo fino al 367 nei fasti, non è designato alcun plebeo come figura consolare. I decemviri sarebbero stati scelti da coloro che negli anni precedenti avrebbero ricoperto il consolato. Il nuovo assetto costituzionale sorse gradatamente perché un ruolo importante lo ebbe il conflitto tra la plebe e i patrizi: i patrizi non volevano più il Re, per riaffermare il potere che con la monarchia etrusca avevano perso. D'altra parte i plebei non volevano perdere quello che con la monarchia etrusca avevano ottenuto. Origine della plebe. Il Racconto Tradizionale fa risalire l'origine della plebe al primo Re di Roma. Mille osservazioni sono state sostenute contro questa tesi, l'unico dato da accettare del
Racconto Tradizionale è il titolo del mio racconto.