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Esercizio delle funzioni dei consoli e dei magistrati

Si esercita in tre direzioni distinte. I consoli giravano di osservare specifiche obbligazioni relative alle proprie competenze. Autobbligazione del magistrato che entra in carica e che si pone alla base del potere che assume. Giuramento di rispettare precise indicazioni e limiti nell'esercizio delle proprie funzioni secondo i brevia. Indicazioni su funzioni magistrato e modalità espetamento. Il magistrato deve rispettare dei limiti precisi nell'esecuzione del mandato.

La redazione in forma scritta della consuetudini viene approvata dall'assemblea che le trasforma in legge della città. Vi è inoltre la necessità di prendere nuove decisioni normative. Il procedimento passa attraverso l'individuazione delle norme da parte delle magistrature cittadine seguita dall'approvazione dell'assemblea. Autonomia che si basa su un principio di carattere repubblicano. Nell'accezione specifica del termine. Modello dei comuni italiani del nord.

Italia. La situazione è diversa in altre zone dove vi è un effettivo potere dellamonarchia. Le città si diffondono ma il grado di autonomia è molto inferiore. I magistrati vengono designati dal re o dall'imperatore. Il principe locale si appoggiava comunque all'imperatore. Modello delle libere città tedesche. Il comune si spacca va spesso in fazioni in lotta fra loro. Alcune città ricorrono al podestà forestiero. Un soggetto esterno alle lotte intestine. La realtà sociale ed economica del comune si sviluppano alcuni corpi intermedi fra i cittadini e la dimensione propriamente pubblica quale per esempio corporazioni dei professionisti. Si arriva spesso alla sdoppiamento delle magistrature. Si va a minare l'autorità politica del podestà. Viene nominato un capitano del popolo. Si tratta di un'autorità concorrente. In altre città i rappresentanti delle corporazioni assumono direttamente il potere.

Corso del trecento il comune entra profondamente in crisi. Non si riesce più ad applicare il modello repubblicano. Cede il campo all'installazione delle signorie. Le cariche pubbliche non sono più temporanee ma vitalizie. Viene nominato un potente locale e i componenti delle assemblee pubbliche vengono scelti dal signore. Con il tempo assume anche la potestà legislativa potendo anche modificare gli statuti?

Il regime comunale tradizionale va incontro ad una vera e propria degenerazione. Si va incontro alla tirannide. Bartolo da Sassoferrato deplora questa degenerazione nel segno dell'installazione di signorie di tipo locale. Governo di carattere assoluto. Si ha un potere locale retto dal capo di una delle fazioni in lotta all'interno del comune. La carica diviene illimitata. Viene meno il potere del sindacato di esercitare il potere di controllo sull'esercizio del potere all'interno del comune. Trattati politici di Bartolo. Autore del trecento.

Considerato l'esponente principale dei commentatori pubblicisti insieme a Cino da Pistoia che inizia Bartolo al metodo Orleanese che cerca di elevare il discorso rispetto all'esposizione frammentata del opus iuris. Si cerca di andare oltre la semplice esposizione. Si cerca l'analisi analitica. Si deve cercare di considerare le norme in maniera maggiormente unitaria. Ciò che lega norme diverse in base alla ratio. Ci si distacca dalla esposizione letterale per giungere ad un ragionamento più ampio. Si privilegia un approccio critico di tipo dialettico. Si cerca di costruire categorie teoriche. Bartolo prosegue gli studi a Bologna con Raniero da Arsendi. Esercita anche funzioni di tipo gudiziario assistendo il Capitano e il Podestà in vari comuni del tempo. Si dedica successivamente all'insegnamento a Pisa e Perugia. Parteciperà anche alla vita istituzionale. Opere Lectures sui Digesti lezione agli studenti su norme tratte da una delle parti delcorpus. Vasta raccolta di questiones, consilia e di tractatus. Glossa delle costituzioni pisane di Arrigo 7. Questioni. Il maestro da soluzioni relative ad un caso di scuola. Casi correlati ad un determinato testo. I trattati politici. De represaliis, De Guelphis et Gebellinis, De regimne civitatis. Bartolo si occupa in particolare degli statuti e dell'abilitazione del D.1.1.9 Lex Omnes Populi. "Tutti i popoli retti da leggi e consuetudini impiegano in parte un diritto loro proprio, in parte un diritto comune a tutti gli uomini; invero, quel diritto che ciascun popolo stabilisce per sé è suo proprio e si chiama diritto civile, come a dire proprio della città, mentre quello che una naturale ragione ha stabilito fra tutti gli uomini è osservato ugualmente da tutti i popoli e si chiama diritto delle genti, come a significare che di quel diritto tutte le parti si servono." Si tratta di un frammento di Gaio. Bartolo afferma che la potestà legislativa dei comuni esiste e

può essere esercitata autonomamente rispetto al potere dell'imperatore. Ragionamento intorno al concetto di popolo. Popoli che si reggono con leggi e consuetudini. Bartolo afferma in modo autorevole che il concetto va inteso in maniera estesa. Può essere applicato a ogni comunità ben definita fra le quali si può includere ogni singola comunità cittadina o rurale e persino in alcuni casi comunità professionali. Su questo ragionamento si fonda il principio della piena potestà legislativa e giurisdizionale del comune medievale. Bartolo si occupa inoltre del problema del conflitto fra leggi. Stabilisce alcuni criteri fondamentali per risolvere i conflitti fra diritto statutario e diritto comune. Si richiede un Ragionamento giuridico atto ad elaborare. Bartolismo. Umanesimo giuridico. Critiche scienza giuridica civilistica. Complesso delle critiche definito anti-bartolismo. Epistola contra Bartolum. Il pensiero di Bartolo e di Accursio divengono i

punti di partenza obbligatori dell'insegnamento accademico di diritto. L'autorità non si afferma solo nel mondo del diritto bensì anche nel mondo della prassi. Varie ordinanze e decisioni in regni viene affermato che in caso di opinioni discordi circa l'interpretazione del diritto comune dovesse prevalere l'opinione di Bartolo da Sassoferrato.

De regimne civitatis. Forma democratica. Riflessione sul pensiero di Erodoto. Democrazia come potere esercitato dal popolo. Già Erodoto lo concepisce come un governo dove il governante non è precostituito. In cui tutti i decreti vengono approvati dall'assemblea. Vi è una partecipazione effettiva del popolo alle decisioni del governo.

Aristocrazia. Governo gestito da una parte della città dalla migliore cultura e formazione e che ha una maggiore capacità di concepire il bene comune. Forma di governo che permette l'adozione di scelte di interesse pubblico.

Monarchia. Governo di un unico soggetto.

Maggiore rapidità nella presa delle decisioni. Concezione di Aristotele:

  • Monarchia
  • Aristocrazia
  • Politia
  • Democrazia dove però il fine è il benessere comune a differenza della Democrazia dove secondo Aristotele gli interessi delle varie oligarchie finiscono per diventare dominanti.
  • Democrazia depurata da ogni interesse di tipo privato. (Politia).

Per Aristotele la migliore forma di governo è la politeia. La politeia è il modo migliore per realizzare la giustizia tenendo però conto delle esigenze di ogni soggetto e non la giustizia aritmetica tipica della democrazia. L'altra tradizionale forma di giustizia è tesa proporzionale l'intervento tenendo conto delle esigenze soggettive peculiari.

Lo storico greco Polibio elabora una propria peculiare concezione politica. Secondo Polibio sono tre le forme di governo retto:

  • Regno
  • Che fatalmente tende a degenerare in tirannide abusando del proprio potere suscitando una reazione dal basso che porta ad
che Bartolo si ispira al modello di Polibio di una costituzione mista, che combina elementi di diversi tipi di governo in equilibrio tra loro per raggiungere un equilibrio ottimale.

Il percorso che precede Bartolo e che in qualche modo lo precede. Bartolo parla di un regime ideale come Reggimento a popolo. Sostiene inadatto il sistema monarchico ed è preoccupato per la degenerazione verso le signorie che abbandonano il sistema del reggimento a popolo verso la monarchia o la tirannide. Il comune sarebbe retto perfettamente ad un reggimento a popolo. Partecipazione popolare e non potere di uno solo o di pochi. Bartolo vorrebbe una forma di governo democratico sul modello della costituzione dei comuni del 200. Dopo il trattato di Bartolo compariranno altri trattati e riflessioni sulla tirannide. Luca da Penne, giurista napoletano, svolge una riflessione sulla tirannia e le idiozie nel commento agli ultimi tre libri del Codice. Si parla comunque di tirannide nel contesto cittadino perché per quello che riguarda la visione complessiva l'idea di Bartolo è vicina a quella di Dante nel ritenere necessaria la presenza dei due grandi poteri universali. Imperatore e

Pontefice. Il tiranno viene definito come colui che usa del potere contro il diritto. Nasce nella dottrina una forte reazione legalità ria contro le nuove forme del governo cittadino che si fondano sulla presa del potere di fatto. Il diritto viene inteso anche come vincolo morale del governante verso il governato. Il diritto fatica a seguire le situazioni che si trovano di fatto. Manca la legittimazione giuridica. In particolare vengono descritte le vicende di alcune città italiane. Il trattato di Bartolo si compone di una iniziale invocatio pag. 27. Si compone in seguito di una serie di quaestiones. Questioni giuridiche in forma semplificata. Si pone inizialmente un tema e si prosegue con l'...

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Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

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