Anteprima
Vedrai una selezione di 18 pagine su 85
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 1 Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 2
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 6
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 11
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 16
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 21
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 26
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 31
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 36
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 41
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 46
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 51
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 56
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 61
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 66
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 71
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 76
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea sul novecento Pag. 81
1 su 85
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Costituzione viene approvata il 22 dicembre 1947 e il 1° gennaio del 1948 può entrare in vigore.

L’architettura costituzionale è fondata su un Parlamento bicamerale, diviso in una Camera dei

deputati e in un Senato, entrambi eletti a suffragio universale. Il Parlamento possiede il potere

legislativo e ha il diritto di eleggere, in seduta congiunta, un presidente della Repubblica, cui viene

conferito un mandato settennale. Il presidente ha poteri limitati, tra i quali quello di conferire

l’incarico al presidente del Consiglio, che ha il compito di formare il governo sulla base della

maggioranza creatasi in Parlamento, dal quale deve ricevere un “voto di fiducia” (cioè

un’approvazione preventiva). La Costituzione prevede anche l’istituzione di una Corte

costituzionale, che ha il compito di verificare la coerenza delle leggi approvate in Parlamento con i

principi e le regole stabilite dalla Costituzione stessa. La data per le elezioni del nuovo Parlamento

viene fissata il 18 aprile 1948. La contesa politica è giocata soprattutto tra la DC, guidata da De

Gasperi e le opposizioni di sinistra (socialisti e comunisti), per l’occasione uniti in un’alleanza

elettorale cui viene dato il nome di Fronte popolare. La DC può godere di tre elementi di notevole

vantaggio:

• George Marshall dichiara pubblicamente che in caso di vittoria dei comunisti gli aiuti

previsti dal Piano Marshall verranno sospesi. D’altro canto De Gasperi può esibire l’aiuto

finanziario come un successo politico della DC.

• A favore della DC intervengono anche il pontefice, Pio XII, e vari alti prelati.

• Negli ultimi giorni del febbraio 1948 in Cecoslovacchia si verifica un colpo di Stato

comunista e la stampa suggerisce che la stessa sorte potrebbe toccare anche all’Italia in caso

di vittoria del Fronte popolare.

Stando così le cose, la Dc stravince le elezioni, con un risultato che le dà quasi la maggioranza

assoluta. Il 14 luglio 1948 un giovane anticomunista spara a Togliatti davanti a Montecitorio, con

l’intenzione di ucciderlo. Togliatti si salva, ma quando la notizia si diffonde si rischia il riaccendersi

della guerra civile. Molti militanti comunisti si riversano nelle strade, considerando l’attentato come

il frutto di un complotto per eliminare il PCI. Ci sono scontri, blocchi stradali, assalti a prefetture,

alcuni morti. I capi del PCI, che giudicano impossibile il successo di un’insurrezione, si adoperano

subito per bloccare le iniziative spontanee. Alla fine la tensione rientra e l’insurrezione viene

scongiurata. L’Italia si colloca saldamente entro il blocco occidentale.

37. Il comunismo in Asia: Cina e Corea (10.5.)

In Cina, dopo il 1941, la guerra, da patriottica antigiapponese, torna a essere una guerra civile

(nazionalisti contro comunisti). I comunisti, nell’area nella quale dominano (tutta la Cina nord-

orientale) hanno saputo conquistare il sostegno delle masse contadine, con sistematiche requisizioni

delle terre possedute dai più ricchi proprietari terrieri, che vengono redistribuite ai contadini poveri.

Ciò consente loro di disporre di larghi appoggi logistici e grandi possibilità di reclutare nuovi

soldati. Viceversa, il regime nazionalista di Chiang Kai-shek, corrotto e autoritario, non riesce a

ottenere un sostegno paragonabile. La guerra, quindi, volge a favore dei comunisti. Nel febbraio

1949 le truppe comuniste entrano a Pechino. Chiang, i politici nazionalisti e le truppe rimaste a loro

disposizione si rifugiano sull’isola di Taiwan, scortati dalla flotta americana. Il 1° ottobre 1949 Mao

Tse-tung proclama a Pechino la nascita della Repubblica popolare cinese. Il nuovo Stato non viene

riconosciuto dagli USA, che continuano a ritenere la Repubblica nazionalista cinese di Chiang,

insediata a Taiwan, come l’unico Stato cinese legittimo. La Repubblica popolare procede subito alla

nazionalizzazione delle banche e delle imprese di grandi e medie dimensioni. Procede inoltre a una

vasta redistribuzione della terra tra i contadini. Nel febbraio del 1950 la Cina e l’URSS stipulano un

trattato di amicizia e di mutua assistenza. L’area comunista si è intanto estesa anche alla Corea del

Nord. Dopo la caduta del Giappone, la Corea, che in precedenza era parte dell’Impero giapponese,

viene occupata a nord dall’Armata Rossa sovietica e a sud dall’esercito statunitense. Similmente a

ciò che accade in Germania, la Corea viene divisa in due parti, con il confine segnato dal 38°

parallelo Nord. La Corea del Nord è sotto un regime comunista guidato da Kim Il Sung. La Corea

del Sud è affidata a un governo nazionalista, appoggiato dagli americani. Nel giugno del 1950 le

truppe nordcoreane, appoggiate dai sovietici, invadono a sorpresa la Corea del Sud con l’intenzione

di annetterla. Il presidente americano Truman chiede l’intervento dell’Onu, che autorizza un’azione

militare a protezione della Corea e affida il comando delle operazioni agli USA, che forniscono la

maggior parte delle truppe. Tra ottobre e novembre del 1950 il corpo di spedizione dell’Onu ribalta

completamente la situazione che si è creata nella penisola, occupando la Corea del Nord e

spingendosi fin quasi al confine con la Cina. A questo punto è la Cina comunista a inviare rinforzi

militari alla Corea del Nord, permettendo all’esercito coreano di attuare una “contro-

controffensiva”: gli americani, i sudcoreani e le truppe dell’Onu sono respinti oltre il 38° parallelo,

cosicchè viene ristabilita la situazione precedente all’inizio delle ostilità. La guerra si conclude con

l’armistizio del 25 luglio 1953, con il quale i contendenti si accordano per ristabilire il confine tra le

due Coree al 38° parallelo, con due chilometri di zona demilitarizzata e non fortificata da entrambe

le parti del confine. La guerra di Corea rende ancora più aspre le tensioni tra il blocco occidentale e

il blocco comunista e incoraggia il potenziamento della produzione di armi sia negli USA sia

nell’URSS e in Cina.

38. L’inizio della decolonizzazione (10.6.)

Durante la seconda guerra mondiale ha inizio un processo di emancipazione delle colonie europee

che prosegue e si fa imponente dopo a fine della guerra. I paesi asiatici e mediorientali sono i primi

a conquistare l’indipendenza dalle potenze coloniali. Sono paesi nei quali la resistenza anti

imperialista è stata più strutturata e tenace già nei decenni precedenti la seconda guerra mondiale.

Adesso possono approfittare del fortissimo indebolimento politico e militare sofferto da Regno

Unito, Francia e Olanda per conquistare l’indipendenza. La ricerca dell’indipendenza e condotta da

dirigenti e movimenti che combinano tradizioni e culture locali con modelli di organizzazione

politica e quadri ideologici di matrice occidentale. Si delinea, però, una netta differenza tra due

diversi tipi di dinamiche politiche:

• Ci sono aree nelle quali si sviluppano movimenti che ibridano il discorso patriottico di

matrice europea con l’identità religiosa e culturale locale. Fenomeni di questo tipo sono

particolarmente accentuati nell’India induista e nei paesi musulmani (Pakistan, Indonesia e

Medio Oriente). Dopo la conquista dell’indipendenza in diversi nuovi Stati islamici si

delinea tuttavia un contrasto profondo tra gruppi che aspirano alla costituzione di uno Stato

islamico e gruppi favorevoli alla formazione di uno Stato laico.

• Nell’Asia sud-orientale (Indocina soprattutto) si formano movimenti che eleggono a

modello l’esperienza del comunismo cinese e che dalla Cina ricevono aiuti e sostegno

militare e logistico in vista dell’edificazione di una società comunista.

India: nel 1945 uno dei primi atti del governo laburista britannico è la convocazione delle elezioni

per un’Assemblea Costituente indiana, che rediga un testo costituzionale per un’India largamente o

totalmente indipendente (1946). Tuttavia le elezioni non danno il risultato sperato dal governo

britannico, perché sono l’occasione di una netta rottura tra il Partito nazionale del Congresso (il

partito indipendentista induista), guidato da Gandhi e Nehru, e la Lega musulmana, guidata da

Mohammed Ali Jinnah. La mancanza di intesa tra i leader indù e musulmani - e la radicalizzazione

di questi ultimi (chiedono l’immediata formazione di uno Stato musulmano autonomo), che nel

1946 si è tradotta in una campagna di “azione diretta”, con manifestazioni e scontri con gli indù –

convince il vicerè, Lord Mountbatten, e il governo inglese che è assolutamente necessario procedere

a una “divisione” (Partition) del territorio indiano, con la formazione di uno Stato a maggioranza

indù e di uno a maggioranza musulmana. Ci sono, tuttavia, due gravi problemi da affrontare:

• La massima concentrazione dei musulmani è all’estremo occidente e all’estremo oriente e

tra le due zone ci sono 1600 km di distanza.

• In queste regioni vivono minoranze indù quantitativamente molto significative, così come

nel centro della Penisola indiana vivono importanti minoranze musulmane.

Il governo britannico, a cui è affidato il compito di disegnare le nuove entità politiche, procede

dunque a delineare due regioni distinte, una a occidente e una a oriente, appartenenti a un nuovo

Stato musulmano, il Pakistan, e uno Stato indù che occupa il resto dell’India, l’Unione indiana. Il 14

agosto 1947 Mountbatten annuncia a Karachi l’indipendenza del Pakistan; il 15 agosto annuncia a

New Delhi l’indipendenza dell’India. La Partition, che il governo britannico si augura sia pacifica,

si trasforma invece immediatamente in un’immensa tragedia. Tra i due nuovi Stati scoppiano subito

contestazioni sui confini che attraversano il Punjab e il Kashmir, che comportano scontri armati tra

gli eserciti dei due paesi. Al tempo stesso prende il via un gigantesco esodo: gli indù e i sikh, che

dopo la Partition si trovano a vivere entro i confini del Pakistan, decidono di spostarsi in India,

oppure sono costretti a farlo dai musulmani che li vogliono cacciare fuori dal Pakistan; viceversa i

musulmani che si trovano entro i confini dell’Unione Indiana si muovono verso il Pakistan per gli

stessi motivi. Lo spostamento delle popolazioni è accompagnato da terribili disagi e da gravissime

violenze interreligiose. La formazione dei due nuovi Stati finisce in un mare di sangue. Gandhi ne è

costernato. Nondimeno l’Unione Indiana cerca di uscire da questa terribile situazione preparandosi

a costruire un assetto istituzionale democratico sotto la guida politica di Nehru e quella morale di

Gandhi. Quest’ultimo, con l’intenzione di rasserenare i rapporti tra indù e musulmani, si dichiara

favorevole/induce a una d

Dettagli
A.A. 2015-2016
85 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicapari311291 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Vecchio Giorgio.