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Il passaggio tra l'età medievale e l'età moderna

Allo stesso modo, il passaggio dall'età medievale all'età moderna secondo alcuni era segnato dalla conquista turca di Costantinopoli (1453), per altri dalla scoperta dell'America (1492), per altri ancora dalla pubblicazione delle tesi di Lutero (1517).

Tutti questi esempi si prestano ad una serie di obiezioni: se analizziamo più da vicino queste date, notiamo che esse appartengono tutte alla storia europea e fanno quindi riferimento ad una storia eurocentrica. In più, anche se ammettiamo l'esistenza di confini tra un periodo e l'altro, dobbiamo però anche riconoscere che all'interno di un periodo ce ne possono essere altri, si possono dunque moltiplicare i periodi.

Ma l'obbiezione più seria è quella che osserva che il passaggio tra un'epoca all'altra non avviene di colpo, ma ha bisogno di tempo. Nella storia, tracciare una linea netta tra un'epoca e un'altra o tra un evento e

L'altro non è possibile, poiché nulla inizia e finisce di colpo. Nel corso del Novecento all'idea di passaggio epocale e all'idea stessa di periodizzazione si è affiancato il processo di transizione, che rende meglio l'idea del passaggio (e non di divisione netta). La transizione motiva anche il fatto di trovare dei tratti di un'epoca successiva all'interno di un'epoca precedente. Inoltre, questa idea di cambiamento e passaggio deve essere tenuta conto non solo per una civiltà (il passaggio tra un'epoca e un'altra è determinata da diversi tipi di cambiamenti: politici, militari, religiosi, economici, scientifici...). Così al concetto di transizione si associa un secondo concetto, ossia il concetto di evoluzione multilineare, per indicare che più di un ordine di successione universale nelle varie epoche storiche, abbiamo di fronte molto spesso un ventaglio di diverse società.

situazioni geografiche, ognuna delle quali ha una sua collocazione nel tempo, la sua più o meno lunga durata e la sua evoluzione interna. Ciascuna area del mondo possiede una diversa capacità di cambiamento e trasformazione: diventa quindi molto difficile immaginare un'unità del mondo in cui si possano applicare ovunque le stesse categorie di trasformazione, tali da esprimere in maniera sintetica gli aspetti più diversi (religioso, culturale, politico...), tanto più per epoche dove i rapporti tra civiltà scarseggiavano e quindi dove ogni civiltà evolveva seguendo un percorso proprio.

https://www.youtube.com/watch?v=MZX5wIJPhwo

http://www.edit4.it/demo/edit4/169-piramide_V2/index.html

L'andamento demografico può essere in linea generale un metodo di periodizzazione della storia e può essere diviso in tre fasi:

  1. La prima fase è quella che vede alti livelli di natalità e alti indici di mortalità.

La piramide demografica ha una base molto ampia (nascono tanti bambini), ma si restringe andando verso l'alto molto rapidamente (i casi di mortalità sono talmente alti che l'età media è estremamente bassa). Ha bassi tassi di accrescimento generale anche quando la popolazione si accresce lentamente, si instaura quel ciclo guerra-carestia-epidemia che riporta la popolazione al livello di partenza (Promessi Sposi e Italia trecentesca di Manzoni).

2. A sua volta divisa in due sottofasi:

  1. rivoluzione demografica, caratterizzata da un declino della mortalità dovuta a vari fattori, come il miglioramento delle condizioni igieniche e la scoperta di medicine che curavano infezioni. È un alternarsi del ciclo guerra-pandemia-carestia che aveva impedito l'aumento della popolazione (assistiamo dunque ad un aumento della popolazione).

  2. declino della natalità. Ciò accade per il mutato ruolo della donna nella società sotto vari

aspetti(siamo nel Novecento, dove le donne cominciano a studiare di più, prolungare la propria istruzione e lavorare in massa). Tutti questi valori, con anche l'aggiunta della scoperta dei contraccettivi, fa sì che le donne rinviino sia l'età del matrimonio sia il momento in cui decidono di fare figli, riducendo allo stesso tempo il loro periodo di fertilità. 3. Bassa livelli di natalità e mortalità, cioè una società in cui i tassi di crescita sono negativi, dove nascono pochi bambini e dove c'è un numero alto di persone anziane. Questo aumento può essere corretto dai movimenti migratori. Questa terza fase è dove si trovano da qualche decennio tutti quegli Stati occidentali capitalisti, tra cui l'Italia, con tutti i problemi sul bilancio degli Stati. Quello che hanno visto gli storici della demografia mettendo a confronto le piramidi è che questa successione di fasi interessa tutte le popolazioni.formattato il testo, avrai:

ma con tempi differenti. Questa successione si è sviluppata prima in tutti i paesi dell'Occidente capitalistico. La transizione in Europa occidentale è iniziata con il declino della mortalità nel secolo XVIII. Se noi andiamo ad osservare solo la piramide demografica dei paesi che si affacciano sull'altra sponda del mediterraneo, ossia sulle coste nord dell'Africa, assistiamo che paesi seppur vicini a noi geograficamente sono ancora a cavallo tra la fase 2a e 2b, e spiega perché quei paesi sono scolarizzati e giovani, avvantaggiando l'immigrazione verso il Mediterraneo. Siamo in un caso di evoluzione multilineare (seguono lo stesso percorso ma con tempi diversi). Pluralità dei tempi storici e possibilità di periodizzazioni non sempre coincidenti tra loro. Questo lo aveva intuito il filosofo tedesco Herder che, polemizzando con Kant, dove la critica aveva sostenuto che lo spazio e tempo erano concetti apriori dati una volta.

Per tutti, Herder aveva replicato che non poteva essere così. Gli storici si sono accorti con le loro ricerche che già i contemporanei dell'epoca attribuivano in modo diverso i due concetti. I due storici Bennassar nell'opera "1492", dimostrarono che quell'anno, che era considerato come l'anno della scoperta dell'America, aveva tutt'altro significato per i contemporanei: la consapevolezza della scoperta di un nuovo continente giunse in Europa molto tempo dopo con Vespucci; e quindi per gli europei dell'epoca quell'anno fu importante per altri due motivi, ossia per la morte di Lorenzo Il Magnifico (e quindi per la fine dell'equilibrio fra stati italiani che avrebbe poi portato alla conquista da parte della Francia di Carlo VIII) o per il matrimonio tra Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia (che consentì la riunificazione tra questi due regni e la formazione dello stato-nazione unitario della Spagna).

Spagna).Questo spiega anche il perché, rispetto a tutti gli eventi storici, noi possiamo dare delle periodizzazioni chehanno tempi diversi fra loro: le origini della Prima Guerra Mondiale è il problema storico più studiato, e nondeve sorprendere il fatto che legati a questo evento ci siano periodizzazioni diverse. Numerosissimi libristudiano ciò che avvenne tra il 24 luglio 1914 (momento in cui la notizia dell’attentato di Sarajevo) e il 2-3agosto 1914 (dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia): essi studiano fino al più piccolo dettaglio ciòche avvenne nei vari paesi europei in questo periodo (periodizzazione di brevissimo periodo, poichéconcentrata su quei 30 giorni).Un’altra opera che tratta il problema delle origini della Prima Guerra Mondiale è il libro di Lenin scritto nel1916 e intitolato “Imperialismo fase suprema del capitalismo”, in cui egli adotta una periodizzazione di medioperiodo,

Poiché egli parte dal 1873 (grande crisi economica) per giustificare le origini dello scoppio della Prima guerra mondiale. Lenin scrive questo libro durante l'esilio svizzero prima del rientro in Russia dove iniziò il suo percorso rivoluzionario.

Nel 1919 Joseph Schumpeter (filosofo e politico) scrisse "Sociologia dell'imperialismo" che è da considerare di fatto come una risposta al libro di Lenin (anche se non lo dichiara esplicitamente). Egli indaga le origini della Prima Guerra Mondiale e, analizzando il fenomeno dell'imperialismo, Schumpeter adotta una periodizzazione di lunghissimo periodo, poiché parte dal 4000 a.C. (periodo dell'impero persiano e assirobabilonese). Egli parte così indietro nel tempo poiché secondo lui l'imperialismo, che Schumpeter definisce "guerra senza oggetto", è un fenomeno antichissimo della storia dell'uomo ed è un fenomeno che ha delle origini.

ancestrali: gli imperatori sono mossi dal loro irrefrenabile desiderio di conquista, in cui alla fine (e da qui viene la considerazione dell'imperialismo come la "guerra senza oggetto") non si tiene conto dei limiti o di un rapporto tra i fini e i mezzi che essi utilizzano, proprio perché la molla che li spinge a fare ciò è una lotta di tipo ancestrale. Viceversa, il capitalista, nell'ottica di Schumpeter, deve stare attento ogni giorno al rapporto fine-mezzi: se non sta attento ad avere un rapporto razionale tra fini e mezzi, la sua azienda potrebbe fallire. Per questo motivo, nell'ottica di Schumpeter, il capitalista, diversamente da come la pensa Lenin, è contrario alla guerra, poiché preferisce vivere in un'epoca di pace per portare avanti i suoi scopi. Tra capitalismo-guerra non c'è alcun rapporto. Possiamo però dire che periodizzazioni che apparentemente possono sembrare simili in realtà

Sono incompatibili tra loro. Lo storico Habermas nel 1987 aveva introdotto il termine "uso pubblico della storia" a seguito della "diatriba degli storici tedeschi", un dibattito nato a seguito della pubblicazione di Ernst Nolte dell'opera "Nazionalsocialismo e bolscevismo: una guerra civile 1917-1945", dove egli aveva sostenuto che il nazismo aveva avuto come precedente storico il bolscevismo, sia sotto al punto di vista cronologico che anche a causa della sua violenza (nella sua opera, Nolte considera i gulag come dei "predecessori" dei lager nazisti). Nel 1991-92 era apparso il libro di Eric Hobsbawm "The age of Estremes" (età degli estremi) in cui era individuato un "secolo breve" con periodizzazione 1914-1991 e in cui Hobsbawm individua tre sottoperiodi: età delle catastrofi (1914-1945): olocausto, due guerre mondiali, arma atomica; età dell'oro (1945-1973), anche definita come

“Trenta gloriosi”: trent’anni di espansione dei paesi occidentali capitalisti;

età del crollo (1973-1991): interruzione dell’espansione dell’età precedente e contemporaneamente crollo del comunismo, che Hobsbawm (che è marxista) chiama “era delle illusioni perdute”.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher meowbinie di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Scirocco Giovanni.