Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 263
Appunti di storia contemporanea Pag. 1 Appunti di storia contemporanea Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 263.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 263.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 263.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 263.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 263.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 263.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 263.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 263.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di storia contemporanea Pag. 41
1 su 263
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il processo dialettico tra colonizzati e colonizzatori

Vi è un processo dialettico tra colonizzati e colonizzatori, che produce nuove identità, infatti, i colonizzatori ne avevano plasmato la cultura, la visione, la lingua e i confini. Ciò non sparisce, ma si creano identità frutto di una negoziazione tra un passato mitizzato e il presente. Si costruisce l'idea di una comunità frutto di un processo immaginativo, ma sono entità artificiali elaborate dalle élite culturali. Le figure chiave di tali processi sono le élite che hanno assorbito gli elementi della cultura del colonizzatore, che hanno studiato in Europa, ma che sanno che là non avranno mai grandi possibilità in quanto colonizzati. Essi vogliono liberarsi di quel freno, si sono occidentalizzati, ma gli occidentali non li riconoscono come loro pari. Si riprende l'idea di Stato-nazione occidentale, dell'emancipazione della nazione e i modelli occidentali, pur per sganciarsi da essi. Vi è

l'idea di autodeterminazione dei popoli, basato sull'illusione e l'immaginazione, si ha l'idea di una comunità nazionale omogenea che non corrisponde alla realtà, ma un mito forte. Il processo vede due fasi: 1. 1944-56: decolonizzazione di Medio-oriente, Asia e Africa del nord. 2. 1957-63: decolonizzazione Africa Sub-Sahariana. Il discorso nazionale europeo viene risemantizzato in chiave locale. L'ideale di costruzione statale comunista si afferma in varie aree, come l'Indocina. Si vede la moltiplicazione degli Stati sovrani, che aumentano negli anni a causa della frantumazione degli assetti territoriali dopo la decolonizzazione. Vi è, ora, il problema di stabilire i confini. Avviene la ribellione dei funzionari di cui si era servito il dominio imperiale, essi costituiscono le élite locali occidentalizzate e acculturate e guidano le rivolte. La Gran Bretagna può resistere alla guerra grazie alle colonie, ma l'Impero si.

vasfaldando dopo la Seconda guerra mondiale. Si riduce la volontà britannica di esercitare il dominio sulle colonie. Nel 1931, con lo Statuto di Westminster, si era concessa l'indipendenza dei Dominions (Canada, Australia, Sudafrica), che rimangono legati al governo inglese, anche tramite un vincolo economico-commerciale, ma con ampia autonomia. Dopo la Seconda guerra mondiale c'è bisogno di una ricostruzione post-bellica. Il Regno Unito è tra i vincitori, ma è comunque una potenza minore rispetto a USA e Urss, inoltre, ora c'è un nuovo intreccio tra comunismo e nazionalismo anticolonialista e un processo di decolonizzazione segnato dalla guerra fredda. Dopo il conflitto, nel Regno Unito, va al governo il partito laburista, poiché gli inglesi vogliono investire sul miglioramento della vita e dei diritti, non su conflitti e spese di risorse per popolo che non vogliono essere governati. Così, quando nel 1945 si forma il governo

Laburista guidato da Attlee, uno dei primi atti di governo è la convocazione delle elezioni per un'Assemblea costituente indiana, che rediga un testo costituzionale per un'India largamente indipendente. Tuttavia, le elezioni sono l'occasione per una netta rottura tra il Partito nazionale del Congresso (partito indipendentista induista), guidato da Gandhi e da Jawaharlal Nehru, e la Lega musulmana, guidata da Mohammed Ali Jinnah. I capi musulmani vogliono garanzie per la minoranza musulmana del paese e chiedono la formazione di uno Stato indipendente autonomo ritenendo che i due popoli siano due nazioni distinte. Tale mancanza di intesa, che nel 1946 si è tradotta in una campagna di "azione diretta", con manifestazioni e scontri con gli indù, convince il viceré e il governo inglese che è necessario procedere a una divisione (Partition) del territorio indiano, con la formazione di uno Stato a maggioranza indù e di uno a maggioranza musulmana.

Ci sono, però, due problemi:
  1. La massima concentrazione dei musulmani è all'estremo occidente e all'estremo oriente.
  2. In queste regioni vivono minoranze indù quantitativamente significative, così come nel centro della Penisola indiana vivono importanti minoranze musulmane.
Il governo britannico procede a delineare due regioni distinte, una a occidente e una a oriente, appartenenti a un nuovo Stato musulmano, il Pakistan, e uno Stato indù che occupa il resto dell'India, l'Unione indiana. Nel 1947, viene concessa l'indipendenza con la costituzione dei due Stati di India e di Pakistan, ma ciò provoca scontri violenti e migrazioni forzate. Nel 1971 viene concessa l'indipendenza del Bangladesh. Vi è la ricerca di una base di omogeneità etnica, politica e religiosa, si tratta di un'idea europea vecchia di comunità nazionale omogenea e organica, di differenze come problemi. Prima ci si rivolge.

contro gli occidentali e poi contro il nemico interno (minoranza etnica). Avviene la politicizzazione del dato etnico-religioso, ma tale omogeneità nella storia non c'era mai stata. Anche qui c'è la ripresa dei modelli occidentali, si parla inglese perché è l'unica lingua in comune nel vasto territorio. La decolonizzazione comporta solo idealmente il recupero di un'identità passata e originaria. Scoppiano subito contestazioni sui confini che attraversano il Punjab e il Kashmir, che comportano scontri armati tra gli eserciti dei due paesi. Prende il via un gigantesco esodo: gli indù e i sikh, che dopo la Partition si trovano a vivere entro i confini del Pakistan, decidono di spostarsi in India, oppure sono costretti a farlo dai musulmani che li vogliono cacciare e viceversa, i musulmani che si trovano entro i confini dell'Unione indiana si muovono verso il Pakistan. Lo spostamento è accompagnato da disagi e

Violenze interreligiose. L'Unione Indiana cerca di uscire da tale situazione preparandosi a costruire un assetto costituzionale democratico sotto la guida politica di Nehru e sotto la guida morale di Gandhi. Quest'ultimo si dichiara favorevole a una divisione delle risorse patrimoniali lasciate dagli inglesi e ora a disposizione del governo dell'Unione Indiana. Proprio per quel gesto di distensione, Gandhi viene assassinato il 30 gennaio 1948 da un estremista indù che lo ritiene responsabile di aver tradito gli interessi dell'India. L'Assemblea costituente eletta nel 1946 redige una costituzione che entra in vigore il 26 gennaio 1950 e pone le fondamenta di uno Stato indiano laico e democratico.

La popolazione del Pakistan è divisa in due territori (Pakistan orientale e occidentale), ma è anche divisa da una gran quantità di gruppi etnolinguistici diversi, il cui unico elemento comune è la confessione islamica. Le élite

politichetrovano nell’islam l’elemento identitario su cui edificare la struttura dello Stato nuovo. Le autorità religiose islamiche vorrebbero uno Stato interamente modellato sui principi della Sharia, ma gli esponenti della Lega musulmana, appoggiati dall’esercito, sono favorevoli a uno Stato laico, sul modello della Turchia. Nel 1948 anche la Birmania (Myanmar) e Ceylon (Sri Lanka) ottengono l’indipendenza dal Regno Unito. Nel 1946 gli USA concedono l’indipendenza alle Filippine.

In Vietnam, nel 1945 Ho Chi-minh, capo del movimento comunista Vietminh (Lega per l’Indipendenza del Vietnam), proclama l’indipendenza dalla Francia e la costituzione della Repubblica Democratica del Vietnam. I francesi non riconoscono il nuovo Stato e occupano la parte meridionale del paese. Nel 1946 comincia una lunga guerra tra Francia e Vietminh che si conclude nel 1954 quando i francesi devono arrendersi. Vengono siglati gli accordi di Ginevra, che decretano il

Ritiro delle truppe francesi da tutta la Penisola indocinese, la divisione del Vietnam in due Stati: una Repubblica comunista al nord e uno Stato filoccidentale a sud e la formazione dei due Stati indipendenti del Laos e della Cambogia.

In Indonesia ci sono organizzazioni politiche che chiedono l'indipendenza dal colonialismo olandese e puntano alla formazione di uno Stato islamico che fonda la sua legislazione sulla Sharia. Una parte dei movimenti ha un orientamento religioso tradizionalista, un'altra parte è invece influenzata dalle tendenze moderniste, le quali suggeriscono che gli insegnamenti coranici possono trovare forme di adattamento ai nuovi sviluppi della società moderna. Si formano anche un Partito comunista indonesiano e, nel 1927, il Partito nazionale indonesiano.

Quest'ultimo, guidato da Ahmed Sukarno, punta alla formazione di uno Stato indonesiano indipendente e laico. La dominazione olandese viene spezzata nel 1942 dall'occupazione giapponese.

Tra il 1942 e il 1945 i giapponesi cercano di controllare l'Indonesia sollecitando la collaborazione delle élite islamiche e nazionaliste indonesiane. Nel 1945, quando il Giappone è sconfitto, Sukarno ne approfitta per proclamare l'indipendenza indonesiana (17 agosto 1945). Il governo olandese cerca di riprenderne il controllo e nasce una guerra che dura 5 anni, fino all'agosto del 1950, quando gli olandesi si arrendono di fronte alle pressioni dell'ONU. Il sostegno della popolazione è suddiviso tra i 4 movimenti principali, nessuno dei quali riesce a imporsi da solo. Nasce un compromesso tra le prime 3 forze e l'Indonesia diventa uno Stato parlamentare, non è uno Stato islamico ma, tuttavia, nel suo assetto istituzionale sono conservati i tribunali islamici. Le nuove realtà statali che nascono rifiutano di schierarsi nettamente con l'uno o con l'altro blocco e assumono una posizione di "non allineamento".

Nel 1955, a Bandung, in Indonesia, i rappresentanti di 29 Stati, tra cui Cina, Indonesia, India, Pakistan, Vietnam, Laos e Cambogia, si riuniscono per promuovere un coordinamento afroasiatico che si opponga sia all'imperialismo occidentale sia al neoimperialismo sovietico: è la nascita del movimento dei "non allineati", oppure del "Terzo mondo".

L'Egitto, nel 1936, ha ottenuto dal Regno Unito il riconoscimento di un'indipendenza quasi integrale e ha stipulato un'alleanza ventennale col Regno Unito, che si è impegnato a evacuare le sue truppe, tranne che dalla zona del Canale di Suez. Nel corso della Seconda guerra mondiale il Regno Unito, però, non procede all'evacuazione militare dell'Egitto e così gli indipendentisti si dirigono contro il sovrano egiziano, accusato di debolezza. Da un lato sono attivi i membri della Fratellanza musulmana, che ambiscono all'instaurazione di uno Stato islamico modellato

sui principi della Sharia, dall'altro, all'interno dell'esercito,
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
263 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Camilla.S. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Schwarz Guri.