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SOSTENIBILITÀ E PIANIFICAZIONE

Negli anni '90 alcuni piani "di indirizzo" cominciano a parlare di sostenibilità, insieme ai PIANICOMPLESSI attuati attraverso bandi pubblici (assegnazione secondo criteri di fattibilità economica e sostenibilità ambientale).

Piano piano, la sostenibilità entra anche negli obiettivi delle leggi urbanistiche regionali ValSAT in Emilia Romagna già dall'anno 2000, VAS a livello europeo nel 2001.

Tuttavia l'introduzione di criteri di sostenibilità ambientale all'interno dei piani non è di facile attuazione: un piano, per definizione, mira a trasformare il territorio, mentre la sostenibilità è più volta alla conservazione difficoltà pratiche anche per la generalità della definizione di sostenibilità, oltre a ostacoli pratici di difficoltà comunicative tra professionisti diversi.

La valutazione serve, inoltre, ad

individuare criteri e limiti della concertazione con i privati, tenendo conto dell'INTERESSE PUBBLICO e della SOSTENIBILITA'. 17

Le trasformazioni devono essere monitorate nel tempo attraverso due strumenti, che devono completarsi:

  1. VIA - VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE (1985) per singole opere di grande impatto
  2. VAS - VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (2001) per interi piani di trasformazione

TESTO UNICO DELL'AMBIENTE 152/2006 (e successive modifiche di adeguamento a dir. europee)

  1. Ogni attività deve avere come obiettivo lo SVILUPPO SOSTENIBILE
  2. La TUTELA DELL'AMBIENTE deve essere criterio di interesse nelle valutazioni (esclusione dei piani relativi alla protezione civile e alla difesa)
  3. La VAS deve essere parte di un piano regolatore

In Italia, l'adeguamento alla VAS prevista per direttiva europea nel 2001, è avvenuto completamente soltanto nel 2008, con sanzioni per i ritardi.

In Emilia Romagna, la

VALSAT (Valutazione Preventiva della Sostenibilità Ambientale e Territoriale) già introdotta nel 2000 è esattamente la valutazione prevista dalla direttiva europea 2001/42/CE. La VAS è un documento pubblico periodicamente aggiornato per legge, contenente anche le motivazioni delle valutazioni: è potenzialmente uno strumento di controllo dei cittadini sull'operato in termini di pianificazione sostenibile dell'amministrazione.

Con poche eccezioni, la VAS è uno strumento obbligatorio per qualsiasi tipo di piano.

La VAS segue l'iter di stesura del piano regolatore le contro-deduzioni sono un diritto per qualsiasi privato cittadino.

FASI DELLA VALSAT (VAS AI SENSI DELLA LEGGE NAZIONALE 152/2006)

  1. VALUTAZIONE EX ANTE: previsioni basate su - Analisi dello stato attuale individuazione di limiti delle trasformazioni, potenzialità e criticità riferiti a contenuti strategici quali
  1. Qualità urbana
  2. Accessibilità e mobilità
  3. Dotazioni territoriali

In integrazione con il quadro conoscitivo del piano strutturale:

  1. Valutazione della componente strategica (obiettivi) per l'intero territorio comunale e per porzioni urbane, definite dalle infrastrutture presenti o da elementi di limite naturale
  2. Obiettivi di sostenibilità ambientale
  3. Obiettivi generali e specifici
  4. Verifica di coerenza rispetto agli obiettivi del piano stesso (interna), sia rispetto a piani sovraordinati di settore o regionali (esterna) attraverso checklist o matrici di coerenza
  5. Valutazione di vincoli e tutele (idrogeologiche, reti ecologiche, paesaggio)

Valutazione della componente strutturale (quantificazione specifica degli interventi) più approfondita in piani comunali e di settore. Deve tenere conto di:

  1. Scenari di riferimento variabili esterne al piano (tassi di crescita,..), prevedibili per alcuni parametri
attraverso modelli e sistemi informatizzati di sovrapposizione di dati b) Valutazioni di ambito condizioni cui subordinare gli interventi in determinate zone (finiranno nel POC) o prestazioni minime da garantire (andranno nel RUE) c) Valutazione sistemica limitazioni alle trasformazioni e altri fattori condizionanti la sostenibilità delle suddette Come accennato, a seconda dei temi di cui trattano, gli esiti della valutazione della componente strutturale vengono poi raccolti in altri documenti quali Norme di piano - RUE, POC - Piani settoriali - VIA- Definizione dei criteri di monitoraggio (chi, quando, frequenza di misura, come), ovvero di INDICATORI = parametri facilmente misurabili nel tempo sensibili alle variazioni degli eventi del piano; vanno aggiornati e misurati periodicamente: indicatori di attuazione: efficacia del piano, cioè "il piano fa quello che dice?" (servizi realizzati, dimensione urbana effettivamente realizzata, patrimonio abitativo,..).

La corretta lettura di tali indicatori non può prescindere dai TARGET, ovvero dalla definizione numerica quantitativa degli obiettivi e di quanto la realtà si discosti dall'obiettivo previsto.

Indicatori di contesto: indipendenti dal piano, ma influenti su di esso (popolazione, età, traffico, turismo,..). La corretta lettura di questi indicatori prevede la conoscenza dei valori di partenza e degli andamenti del fenomeno analizzato.

2) VALUTAZIONE IN ITINERE: monitoraggio del piano strutturale (di difficile attuazione perché i piani sono documenti statici, difficilmente si tende a modificarli in corso d'opera). Le relazioni di monitoraggio sono documenti di pubblica consultazione presso gli Enti che lo predispongono.

3) VALUTAZIONE EX POST bilancio consuntivo. Sostanzialmente la VAS si configura come un affinamento del piano, un tentativo di raccogliere sistematicamente in modo consapevole i criteri di sostenibilità che il piano deve rispettare.

Tutti i piani sono sottoposti a VAS (non solo quelli urbanistici), ad eccezione dei piani per la protezione civile e per la difesa (piani emergenziali).

A livello legislativo, la legge nazionale 152/2006 prevede l'obbligatorietà della VAS, ma senza predisporre con precisione come questo documento vada redatto. Proprio per questo motivo è stata, fino ad ora, per lo più introdotta nei piani senza che venisse sfruttata a pieno, spesso separata dal piano; con la nuova legge urbanistica (2017) si auspica che, al contrario, diventi un valido strumento di pianificazione e scelta delle trasformazioni sostenibili.

APEA - AREE PRODUTTIVE ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE
Aree che hanno come obiettivo l'aumento delle performance economiche minimizzando l'impatto ambientale delle attività produttive insediate in tali territori.

CENNI STORICI DI POLITICHE DI SVILUPPO E URBANISTICA IN ITALIA
Lo sconvolgimento dato dall'impatto della Rivoluzione Industriale

nell'Ottocento sulla società in termini di attività produttive e sviluppo si traduce in VELOCE URBANIZZAZIONE nelle città, dove sono presenti gli impianti produttivi. La disciplina urbanistica in Italia si sviluppa principalmente nel dopoguerra, in modo più concentrato nel Mezzogiorno, negli anni '50 - '70. I primi tentativi di regolamentazione includono: a) Aree destinate esclusivamente ad attività produttive b) Nuove infrastrutture per attrarre investimenti c) Piani per insediamenti produttivi in aree industriali con attenzione ai servizi. Verso la fine degli anni '70 si verifica una crisi del modello industriale, con attenzione alla questione ambientale e previsioni di esaurimento delle risorse. Si cerca quindi il decentramento delle produzioni e si cercano soluzioni urbanistiche per i nuovi distretti produttivi fatti di piccole-medie imprese. Si comincia a parlare di SVILUPPO SOSTENIBILE e POLITICA AMBIENTALE NELLA COMUNITÀ EUROPEA. Le politiche per...

L'ambiente a livello comunitario si basa su alcuni principi fondamentali:

  1. PRECAUZIONE E PREVENZIONE attraverso la valutazione preventiva degli interventi
  2. RIPARAZIONE dei danni già fatti a carico dei soggetti responsabili (inquinamento)
  3. INTEGRAZIONE DELLE POLITICHE AMBIENTALI con altre politiche comunitarie
  4. INTEGRAZIONE delle politiche degli stati membri

DE-COUPLING = la crescita deve avvenire senza ripercussioni sull'ambiente

Rispetto della CARRYING CAPACITY dei sistemi ecologici (= limite di sopportazione dell'ambiente rispetto ad interventi inquinanti o in generale "stressanti" che compromettono l'equilibrio naturale del sistema)

ECOLOGIA INDUSTRIALE - TEORIA

Teoria scientifica in risposta all'esigenza di conciliare la crescita economica e lo sviluppo sostenibile. I sistemi naturali possono essere un modello per sistemi industriali, se ci si orienta verso nuovi approcci/modelli produttivi:

  1. METABOLISMO INDUSTRIALE

Controllo dei flussi di materie prime, energia e scarti nel processo industriale. Il bilancio tra input e output permette di individuare le inefficienze del sistema e conseguentemente di cercare le giuste strategie.

ECOSISTEMA INDUSTRIALE: vero e proprio modello industriale che mira all'ottimizzazione dei processi produttivi, che devono essere trasformati da processi lineari a processi ciclici in cui si prevede un forte scambio di risorse ed energia con il minimo apporto di scarti.

ECOLOGIA INDUSTRIALE - STRATEGIE

  1. ANALISI DEI PRODOTTI: valutazione degli aspetti qualitativi del prodotto (design), del suo ciclo di vita e dell'impatto di quest'ultimo sull'ambiente.
  2. SIMBIOSI INDUSTRIALE: studio del processo produttivo, attenzione agli impianti, alla loro efficienza energetica e al riutilizzo delle risorse, che porta anche a risparmi in termini economici (es: area industriale di Kalundborg in Danimarca).

MODELLI DI APEA

Pianificare le aree produttive

cercando di far confluire le sinergie delle varie attività, in modo da chiudere il più possibile i processi ciclici, come degli ecosistemi.

Eco Industrial Parks (USA)

Manuale UNEP (programma di sviluppo ambientale delle Nazioni Unite)

Linee guida e consorzi di attività produttive in Emilia Romagna

In ITALIA Decreto Bassanini D.LGS. N. 112/1998: le APEA entrano a fare parte a tutti gli effetti della legislazione nazionale; la disciplina in materia è affidata alle Regioni

In EMILIA ROMAGNA L.R. 9/1999: le APEA hanno vantaggi e deroghe per ciò che riguarda la valutazione dell'impatto ambientale (VIA)

Individuazioni di soggetti gestori delle APEA e di requisiti ambientali e urbanistici

L.R. 20/2000:

Dettagli
A.A. 2017-2018
31 pagine
1 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/21 Urbanistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francesco.torre8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pianificazione territoriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Tondelli Simona.