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RIASSUMENDO:
1. Spazio e diritto sono collegati
2. La storia ha consegnato e produce una rete intricata di confini spaziali, espressione nella terra
dell’articolazione conflittuale delle relazioni sociali
3. La griglia introduce nell’ordinamento spaziale una razionalità di un diritto di fronte al quale siamo tutti
eguali
4. La griglia risponde a un ideale che è insieme politico ed estetico
Forme spaziali, regole e strategie
• Le forme spaziali sono dunque legate a strategie politiche
• La tecnica di suddividere la terra risponde a scelte politiche e produce effetti politici attraverso regole
ordinative per abitare lo spazio
• Il disegno di confini permette di attuare un controllo sociale ed economico attraverso il controllo spaziale
• Regole tecniche di organizzazione dello spazio e strategie politiche di controllo dello spazio sono come
due facce di una stessa medaglia, legate da un rapporto circolare.
ARCHETIPO 2: il mito di Romolo e Remo
Terra, cultura, potere
• Romolo fonda Roma tracciando un segno nella terra: il cerchio delle mura
• Il termine “regola” viene dalla radice indeuropea reg-, la stessa di rex (re), che significa tracciare in linea
retta, determinare il diritto
• Il confine separa, differenzia, distingue: la città e la campagna, il dentro e il fuori, i cittadini e gli stranieri
• Idea di cultura come «atto primordiale del separare» (Rykwert, 2002)
• Cultura «è la formazione collettiva e anonima di un gruppo sociale nelle istituzioni che lo definiscono»
(Abbagnano, 1992)
Dal mito di Romolo emergono tre elementi cruciali:
1. Il solco (Plutarco: «Visto il fratello intento a scavare in un fossato, in cui doveva correre il muro intorno
alla città...». Livio: «... che Remo... abbia varcato con un salto le nuove mura»)
2. Lo scherno (Plutarco: Remo «prese ora a ridere, ora a ostacolare il suo lavoro. Infine l’attraversò con un
salto». Livio: «Remo, in atto di scherno verso il fratello...»)
3. L’omicidio/fratricidio (Plutarco: «... ma nel medesimo punto stramazzò, alcuni dicono abbattuto dallo
stesso Romolo, altri da un suo seguace». Livio: «... che per questo egli sia stato ucciso da Romolo infuriato»)
1. Il solco (in latino urvs-urvus, da cui urbs) è l’atto di imperio che disegna una cultura per istituire un
potere, nel momento in cui lo spazio è diviso
2. L’atto di varcare con scherno è centrale a tutta la vicenda: per aver varcato si è uccisi, perché l’atto
mette il potere in discussione
3. L’omicidio/fratricidio è l’esito del conflitto per il potere: un potere fondato sulla terra che è
bagnata dal sangue del fratello
→ cultura e potere si instaurano attraverso la violenza, con un processo di differenziazione che si insedia
nella terra tracciando confini
→ Questi producono differenze di diritti e di cittadinanza, cioè differenze politiche
• I confini sono l’impronta del nostro agire politico sulla (e nella) terra
• La terra è lo spazio e il limite del nostro agire
• Il mito di Romolo rappresenta bene la nascita della pianificazione spaziale come tecnica di tracciamento
di confini sulla terra
• Pianificatori come “gromatici”, gli agrimensori romani, coloro che misuravano e suddividono la terra,
tracciavano il cardo e il decumano delle città
• Pianificazione spaziale come strumento di “fondazione”, altro che «arte di costruire la città»
Ordinamento spaziale e controllo sociale...
• “Controllare” significa sorvegliare, ma anche prendersi cura
• Il controllo sociale può essere strumento di conservazione o di cambiamento
• Il controllo dello spazio non è solo un bisogno individuale, ma anche un bisogno e un prodotto
istituzionale: il potere si esercita nel controllo dello spazio
• Appropriazione, esclusione, espulsione si estendono dallo spazio personale allo spazio del quartiere,
della città, della regione, della nazione
• Con il controllo spaziale è possibile sia rifiutare, sia attivare le relazioni sociali
• L’organizzazione spaziale acquista rilievo in riferimento a specifiche relazioni sociali
...nella città contemporanea
«Ma da sempre e in modi diversi la città, luogo magico, sede privilegiata di ogni innovazione tecnica e
macchina di distinzione e separazione, di
scientifica, culturale e istituzionale, è stata anche potente
emarginazione ed esclusione di gruppi etnici e religiosi, di attività e professioni, di individui e di gruppi
dotati di identità e statuti differenti, di ricchi e di poveri. Nella città occidentale ricchi e poveri si sono
sempre incontrati e continuano a incontrarsi, ma sono anche, e sempre più, resi visibilmente distanti… Nel
grande teatro metropolitano le ingiustizie sociali sempre più si rivelano nella forma di ingiustizie spaziali»
B. Secchi, La città dei ricchi e la città dei poveri, Laterza, Roma-Bari 2013
Confini
• Le regole e le consuetudini della vita quotidiana disegnano nello spazio una rete di confini, visibili e
invisibili, che orientano il nostro comportamento
• I confini sono linee, fisiche o percepite, che dividono gli oggetti spaziali e, dividendoli, stabiliscono una
differenza reale o presunta tra di essi
• La città è attraversata dall’intreccio di molteplici reti di confini, formali e informali, che orientano e
governano il comportamento spaziale individuale e collettivo
• Per governare un territorio i confini sono indispensabili, sono lo strumento di appropriazione dello spazio
e di controllo sociale
RIASSUMENDO:
1. Archetipo di Ippodamo: il dividere territoriale è associato al costituire politico e al dividere è associato il
distribuire persone e attività nello spazio
2. Archetipo di Romolo: il solco primordiale divide e distingue e la differenziazione è presupposto e
cultura e del potere.
strumento chiave della fondazione di una
Dividere, differenziare, distribuire sono le tecniche attraverso cui si esercita il controllo spaziale ai fini
politici del controllo sociale ed economico
L’istituzione della pianificazione spaziale
• Per secoli la maggior parte delle città si è trasformata ed è cresciuta per parti, senza piani e con poche
regole edilizie e urbanistiche, spesso introdotte nell’ambito dei poteri di polizia
• Bisogna attendere l’Ottocento perché l’urbanistica assuma dei connotati autonomi e divenga una
e diretta non più solo alla salvaguardia
specifica attività tecnica e amministrativa istituzionalizzata
dell’igiene e della sicurezza, ma al controllo della crescita urbana L’800 è il secolo della rivoluzione
industriale:
- Crescita del potere economico e politico della classe borghese e dello Stato moderno
- “Urbanizzazione” del mondo occidentale
- L’organizzazione urbana diventa motore di sviluppo dello Stato-nazione
2. La rivalutazione industriale e la nascita dell’urbanistica moderna
Rivalutazione industriale: di cosa stiamo parlando
La Rivoluzione Industriale rappresenta un evento-processo che segna una cesura storica netta,
distinguendo un "prima" e un "dopo".
Non si tratta però di un qualcosa di improvviso, ma di un processo graduale e complesso, caratterizzato da
modalità differenti nei vari paesi europei.
Esso trasforma in modo profondo l'economia, la società, il territorio e lo spazio urbano.
→
Rivoluzione industriale complesso di fenomeni energetici, tecnologici e demografici avvenuto in Europa
nel XVIII e XIX secolo; trasformazione dell’organizzazione, oltre che dei mezzi di produzione (Landes, 1978).
Trasformazione non avvenuta contemporaneamente in tutta Europa:
• da occidente verso oriente
• dalla Gran Bretagna (2^ metà XVIII secolo) al Continente (decenni intermedi del XIX)
• a ondate successive
• suddivisibile in due periodi:
- il primo caratterizzato dalla ferrovia e dalla macchina a vapore
- il secondo caratterizzato dal motore a combustione interna e dalla dinamo (elettricità)
«L’espressione “rivoluzione industriale” è stata introdotta da Karl Marx. Applicata dapprima all’Inghilterra,
in seguito fu estesa a tutti i paesi che hanno subito o subiscono una spinta all’industrializzazione. Al tempo
stesso essa implica una trasformazione delle strutture economiche e dell’organizzazione sociale, e il
passaggio delle occupazioni dal settore primario, ossia dall’agricoltura, ai settori secondario e terziario»
(Saitta A., La civiltà contemporanea, Laterza, Bari, 1970).
Gli effetti sull’urbano
«[la città industriale] realizza ...la rottura di ogni confine prestabilito della forma urbana, in quanto ... Tutto
il suolo può virtualmente diventare edificabile e di fatto lo diviene non appena è investito della crescita
dell’insediamento» (Carlo Aymonino, Origini e sviluppo della città moderna, Marsilio, 1965)
Affermazione del sistema capitalistico-borghese:
→ Processo di inurbamento (afflusso di persone verso la città divenuta luogo della produzione industriale)
→ Processo di urbanizzazione - rottura dei confini (la città si espande nello spazio)
La distinzione tra città antica e moderna non si basa solo sulle dimensioni fisiche e demografiche. Le città
antiche erano delimitate da mura, che costituivano un confine chiaro e definito. Queste mura non avevano
solo una funzione difensiva contro guerre o attacchi nemici, ma segnavano anche il limite politico e
amministrativo della città, delineandone il perimetro. L'espansione urbana avveniva all'interno di questo
confine. →
Città industriale nascita di un nuovo paesaggio urbano
↓
Non più interno / esterno, Non più città / campagna, ma centro / periferia
Un nuovo paesaggio urbano
- saturazione aree libere interne ai confini urbani
- aggregazione dei nuclei esterni
- presenza di nuove infrastrutture: ferrovia, stazioni, canali navigabili, scali merci, depositi,…
- presenza delle fabbriche dentro la città (case e officine si alternano senza un ordine)
- - crescita di nuovi quartieri in ogni direzione, all’esterno del perimetro urbano (mura)
- abbattimento delle mura
- i bordi della città avanzano verso la campagna, perdita della forma urbana tradizionale
«[…] il passaggio dall’artigianato urbano organizzato alla produzione di fabbrica su vasta scala trasformò le
città industriali in bui alveari, affaccendati a sbuffare, cigolare, stridere ed