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FORMULE ORGANIZZATIVE DELLA GDO
Il sistema organizzativo della grande distribuzione moderna GDO può essere suddiviso in 4 raggruppamenti
+1.
Per i consumatori le differenze tra queste forme di organizzazione sono minime poiché in genere sono mossi a
scegliere il supermercato in base alla comodità; per i produttori, invece, le differenze tra l'una e l'altra sono
molto profonde poiché richiedono approcci completamente diversi.
TIPOLOGIE CATENE GDO INSEGNE
GD: Grande Distribuzione Esselunga
•
Succursalista Simply
•
DO: Distribuzione organizzata Famila
•
- UV: Unioni Volontarie Despar
•
- GDA: Gruppi Di Acquisto A&O
• Conad
•
Cooperative di Consumo Coop
•
Indipendenti Natura Sì
•
Discount Lidl
• Eurospin
• Dico
•
1. GD: GRANDE DISTRIBUZIONE SUCCURSALISTA: composta da imprese commerciali che operano
con grandi superfici (supermercati e ipermercati) di proprietà dell’impresa succursale o in Francising.
Esempio: SIMPLY gestita da un succursalista (ente/persona che è proprietaria di tutti i negozi della stessa
insegna). E’ proprietario spesso dei muri ma sempre della gestione per cui chi decide per quei negozi è
sempre la stessa persona. * Per vendere il mio prodotto ad una GD mi basta l’approvazione dell’ente/
proprietario unico. Se il responsabile mi da l’OK dal giorno successivo ho il mio prodotto in vendita in
tutti i negozi Simply.
2. DO: DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA: composta da grossisti e dettaglianti che tentano di
fronteggiare in modo efficace la concorrenza esercitata dai negozi delle catene della GD. Infatti,
cumulando il potere d’acquisto dei vari dettaglianti associati, queste forme sono in grado di acquistare a
condizioni più convenienti ed hanno quindi la possibilità di offrire sul mercato prodotti con prezzi e servizi
più competitivi.
a. UV: UNIONI VOLONTARIE: promosse dai grossisti, sono una forma di integrazione verticale
regolata da uno statuto ed evidenziata da un marchio comune tra uno o più grossisti i quali, pur
conservando singolarmente la propria autonomia giuridica e patrimoniale, si accordano dal punto
di vista operativo al fine di organizzare in comune gli acquisti ed alcuni servizi per lo sviluppo delle
vendite ed il miglioramento della produttività delle singole imprese aderenti. —> Tanti piccoli
succursalisti cha hanno tot negozi e che si sono messi insieme per comprare. Tutti hanno la stessa
insegna m la proprietà è diversa nelle varie parti di Italia. *Per poter distribuire nei negozi di UV
bisogna avere l’approvazione del rappresentante + di tutti i soci delle imprese. (A&O-Famila-Selex)
8
b. GDA: GRUPPI DI ACQUISTO: promosse dai dettaglianti i quali afferiscono ad una cooperativa in
cui ogni negozio a normalmente un proprietario diverso. tutti questi proprietari si riuniscono nella
CIA (Commercianti Indipendenti Associati) per acquistare insieme ma con la facoltà di adottare
assortimenti diversi; la CIA a sua volta aderisce come consorzio alla Conad Nazionale che ha sede a
Bologna. *Parlo con il responsabile della Conad, poi devo avere l’ok dei responsabile della CIA e del
proprietario di ogni negozio perchè ogni dettagliante ha un diverso assortimento. (Conad).
3. COOPERATIVE DI CONSUMO: operano con brandi superfici di proprietà dei soci della cooperativa.
Attualmente non è necessario essere soci per poter acquistare all’interno. (Coop).
4. INDIPENDENTI: distributori simili dal punto di vista organizzativo alle GD ma con dimensioni più
ridotte. (Natura sì: vende solo prodotti biodinamici: evoluzione del biologico, oltre a non usare pesticidi
seguono anche le varie fasi lunari e le stagioni come elementi utili per la coltivazione).
A queste forme organizzative si può aggiungere quella dei Discount.
5. DISCOUNT: una tipologia distributiva importata dalla Germania all'inizio degli anni '90. La differenza tra
un distributore tradizionale e un discounter risiede nel format, nel modo con cui si rapporta con i suoi
fornitori e con cui realizza la sua offerta commerciale. Il discount è infatti caratterizzato da prezzi di vendita
inferiori rispetto alla media dei supermercati, non in funzione di prodotti scadenti, ma di una diversa strategia
organizzativa e di vendita che prevede il ricorso alla comakership. Questa strategia si basa sull'accordo tra
aziende clienti ed aziende fornitrici e prevede lo sviluppo di contratti di medio/lungo periodo che consentono
ai soggetti coinvolti di ottenere un maggior vantaggio competitivo. Gli elementi chiave dei discount classici,
denominati "hard discount", risiedono: nella superficie, che solitamente è compresa tra i 400/600 mq; nella
quantità limitata del personale e della manodopera in funzione delle attività da svolgere; nell'assenza di
prodotti freschi e di marca e quindi nella presenza di prodotti monomarca e non segmentati; e
nell'economicitá degli impianti di illuminazione e di pubblicità coerente con l’obiettivo di minimizzazione dei
costi. Contrapposto all'hard discount, il discount all'italiana é rappresentato all'insegna "Eurospin" ed é
definibile come "soft discount" il quale si caratterizza per una maggior dimensione del punto vendita, per la
presenza di prodotti freschi e di marca, per una maggiore ampiezza e profondità assortimentale, per una
minore spartanitá dell'area di vendita e per una maggiore presenza da parte del personale. Differentemente a
quanto accade nella GDO, nei discount discounter e produttore non si accordano sui prezzi di listino, ma sui
costi di produzione: questo comporta un grande vantaggio per il distributore il quale però, allo stesso tempo,
deve garantire e affidare all’impresa l’intera produzione. Con un’organizzazione di questo tipo è chiara e
comprensibile l’assenza di grandi marche, le quali non sono disposte a rivelare i propri costi di produzione.
Questo fenomeno di discount apre ad una nuova idea di marketing poiché mostra una chiaro esempio di come
la qualità non sia sinonimo di eccellenza, ma sia riconducibile ad un mix di percezione e riconoscimento. 9
MONOCANALITA’ E MULTICANALITA’
le differenti formule organizzative sono strettamente legati i concetti di MONOCANALITÁ e
MULTICANALITÁ.
La monocanalitá è caratterizzata da una struttura composta da punti di vendita di medio/grande superficie
• e di proprietà di una singola impresa. Una struttura di tali caratteristiche favorisce la standardizzazione dei
volumi e la riduzione delle complessità a cui far fronte. La capacità di progettare una logistica “ad hoc”
influisce in modo stretto sulle condizioni di efficacia e di efficienza nello svolgimento della funzione stessa.
Nel complesso viene tradizionalmente accostata alla situazione tipica della GD. (Ad esempio all’insegna
“Esselunga”, la quale ha un orientamento al mercato molto scientifico).
La multicanalitá, al contrario, é caratterizzata da una rete di vendita formata da una pluralità di negozi con
• dimensioni differenti che mantengono nei confronti del distributore un certo grado di autonomia
gestionale.Nel complesso, questa, viene invece accostata alla DO. (Ad esempio alla Conad: il modo in cui è
nato Conad impediva la monocanalità poiché i negozi erano di tipologie molto diverse tra di loro. Oggi tutti
i suoi negozi sono molto più standardizzati anche se mantengono comunque le caratteristiche della
multicanalità).
DIFFERENZE MONOCANALITA’ E MULTICANALITA’
1. La multicanalità delle rete presenta uno dei vantaggi competitivi della DO rispetto alla GD poiché
permette di giungere al consumatore finale con una pluralità di formule distributive ed imprenditoriali.
2. A livello gestionale, la multicanalità impone alla distribuzione uno sforzo maggiore rispetto alla
monocanalità in quanto dovendo servire punti vendita con caratteristiche differenti è necessario adeguare
la movimentazione in termini di volumi e assortimenti agli standard di ciascuna categoria. —> ostacoli
determinati dalla non standardizzazione.
3. La monocanalità presenta un’organizzazione logistica tale da permettere di monitorare in modo più
realistico e funzionale gli effetti vendita generati dalle diverse strategie di marketing a livello di
posizionamento dei prodotti. 10
STORE FORMAT: TIPOLOGIE DI PUNTI VENDITA
Divisione classica:
1. SUPERETTE:
- Piccoli negozi in prossimità dei centri abitati (200/400mq)
- Offerta molto limitata (4000/5000 referenze)
- Non fa stock: tutto lo spazio lo utilizza per la vendita
2. SUPERMERCATO:
- Negozi più grandi ( 400/2500mq)
- Si differenzia dalla superette per gli spazi accessori: di solito presenta dei laboratori per la
preparazione dei prodotti freschi dietro al negozio
- Circa 10000 referenze alimentari e poche altre non
3. IPERMERCATO:
- Negozi molto grandi (sopra i 2500mq)
- Vendono non solo prodotti food ma anche di altro consumo (bici, pneumatici)
- 60 000-100 000 referenze
Divisione più sofisticata: “nuove tecnologie”
I. HARD DISCOUNT:
- Collocati nella prima periferia dei centri urbani
- Negozi piccoli con poche marche (250mq / meno di 1000 referenze)
- Prodotti solo confezionati e monomarca
- Molto spartano e standardizzato
II. SOFT DISCOUNT “discount all’italiana”:
- Evoluzione dell’hard discount: negozi più grandi e con la presenza di prodotti freschi e di marca
- Minore spartanità
III. CENTRI FRESCHEZZA:
- Negozi con reparti freschi che arrivano a detenere il 70% della vendita (formaggi di qualità, prodotti
freschi, .. )
- Superfici superiori ai 300 mq
- Specializzati in “category killer”: prodotti difficilmente gestibili per i supermercati poiché costano
molto e hanno breve durata 11
IV. SUPERSTORE:
- Fusione tra i supermercati e gli ipermercati
- Media grandezza: 2500 - 4000 mq
- Assortimento ridotto, più ampio del supermercato ma minore dell’iper, a prevalenza alimentare
- Più facilmente raggiungibile rispetto all’iper
- Può essere affiancato da altri reparti (cancelleria / casalingo / ..)
V. GRANDI SUPERFICI SPECIALIZZATE:
- Dimensioni di 1000/3000 mq : media grandezza
- Una sola categoria produttiva con vastissimo assortimento
VI. CONVENIENCE STORE (“Tesco”):
- Piccole dimensioni: inferiori ai 300 mq
- Molto assortiti ma limitatamente a prodotti pronti convenience ( non economici, ma pratici)
VII. MINI SUPERMERCATI:
- Molto piccoli: inferiori ai 150 mq
- Circa 500 referenze grocery
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