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BOREA E ORIZIA
In questa storia non ci sono divinità.
Metamorfosi che avviene per un fatto fisico.
Dalla Tracia si torna ad Atene.
Pandione muore dal dolore.
Atene città dove la giustizia conosce un esercizio regolato.
Procri è una delle figlie di Erètteo.
Borea è il vento che oscilla tra le caratteristiche fisiche e quelle antropomorfe in cui il vento è immaginato
come figura umana; ad Atene la storia di Tereo aveva creato una giusta diffidenza. Vento che soffia
violentemente sull'Egeo e sull'Adriatico: caratteristiche di violenza e furia, trasportate sulla raffigurazione
umana.
Borea cerca di avere la ragazza con le preghiere.
Attacco che fa entrare il lettore in un monologo interiore.
Ricorrere alla preghiere non si addice a Borea.
Spiega tutto il repertorio delle sue proprietà e competenze con una sorta di autocelebrazione.
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La quercia è l'albero paradigmatico per la sua compattezza.
L'idea nella poesia epica è quella della descrizione canonica della tempesta in mare: i venti soffiano tutti uno
contro l'altro, lotta dei venti e Borea dice che quando si scontra con i suoi fratelli (gli altri venti) si battoe con
tutta la sua forza e si sprigionano i tuoni.
Segue in forma di attributo del vento in forma umana, un fenomeno che nella cultura antica era ritenuto causa
dei terremoti: erano ritenuti causati da venti sotteranei che a un certo punto facevano sussultare la terra.
Borea si rappresenta come un gigante.
Facendo ricorso alla sua forza doveva richiedere la ragazza.
“Borea scosse le ali”: è un'infranzione del codice epico clamoroso. Il poeta per definizione deve sapere tutto. Le
muse sanno e il poema è solo veicolo. Ha a che fare con una polemica letteraria. I versi in cui il vento
minacciava sfracelli sono stati citati in un trattato sullo stile sublime dicendo che sono paratragici:
rappresentazioni non tragiche. Era una critica per l'eccessiva gonfiezza dello stile.
Fulve ali: trascina con sé la sabbia.
Il verbo latino significa sia avvolgere sia abbracciare, ambivalente per le ali che nascondono Oritia sia per
l'abbraccio amoroso.
Gioco metaforico con il fuoco della passione.
Ciconi: popolazione mitica della Tracia. Dimora dei venti in una dimensione leggendaria e remota.
Vento freddo infiammato d'amore.
Iconografia dei venti è con le ali.
I due gemelli hanno le ali.
Si fa riferimento a un'altra tradizione.
Nel momento in cui spunta loro la prima barba spuntano anche le ali, in questo consiste la loro metamorfosi.
Prendono parte alla spedizione degli argonauti.
Problema di cronologia relativa ai miti.
Dal punto di vista della narrazione la prima nave segnava uno snodo importante.
Ci si risposta ad Atene e con tutta una serie di storie la prima delle quali è quella di Medea.
APULEIO
Con le metamorfosi di Ovidio ha in comune il tema della trasformazione.
Le metamorfosi di Apuleio sono un romanzo, quindi in prosa.
Per la biografia di Apuleio come intellettuale del II secolo d.C. Bisogna ricordare dove è nato e dove è vissuto:
Africa del II secolo d.C che è di fatto una provincia dell'Impero romano, a quell'epoca si parlava anche il latino.
Già molte persone non erano più di madrelingua latina. Provincia romana di periferia.
E' originario di Madaura, attualmente in Algeria. Era una zona piuttosto sviluppata.
Apuleio era di una famiglia probabilmente molto agiata e in vista ed ha avuto una buona istruzione. Studia a
Cartagine, centro della vita culturale dell'epoca.
E' nato probabilmente intorno al 125 d.C. In un ambiente culturalmente avanzato in una famiglia agiata.
Era il figlio del governatore della sua regione e faceva una vita piuttosto privilegiata.
Perfeziona il suo percorso di studi ad Atene. Ad Atene nel II secolo d.C si studia la filosofia che è una
fissazione di Apuleio.
Apuleio era conferenziere itinerante: gira per l'impero per tenere delle conferenze sugli argomenti più disparati
e vive in un periodo in cui si sta affermando il movimento della seconda sofistica: movimento culturale nato nel
I secolo d.C che andrà avanti fino al IV secolo d.C, diffuso molto nella parte orientale dell'impero che raduna
persone che sanno parlare. L'idea che si ha di queste conferenze è quella di un uomo sul palco che fa
emozionare il pubblico. Persone che vivono con la loro capacità di parola. Parlano degli argomenti che il
pubblico richiede. Per mantenersi devono farsi ascoltare. Uomini pubblici.
Si ha più di una testimonianza di statue dedicate ad Apuleio. Viene chiamato filosofo platonico, perchè aderiva
alla corrente filosofica del medio platonismo; Apuleio di Platone ne sapeva molto. Quantità di opere filosofiche
attribuite ad Apuleio: “De deo Socratis” sulla demonologia (creature che stanno tra il mondo degli uomini e
quello degli dei, Apuleio affronta il problema del Daimon di Socrate), “De Platone et eius dogmate”: il primo
trattato della fisica e il secondo dell'etica dal punto di vista di Platone: Apuleio da uomo colto dà un distillato di
tutti i commentari platonici della sua epoca; “De mundo” rifacimento latino di un'opera sul mondo attribuita ad
Aristotele. Altre opere filosofiche sono le Opere spurie: la maggior parte degli autori hanno una serie di opere a
loro attribuite, ma non sono loro. Per sapere se un'opera è autentica ci sono sia prove interne che esterne. Le
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opere spurie si determinano sulla base di prove interne. Le Opere spurie di Apuleio sono “Sull'interpretazione”
e “Esculapio”. Opere perdute o frammentarie fanno capire come fosse non soltanto un filosofo platonico:
“Hermagoras” (forse un romanzo), traduzioni di opere platoniche, testi enciclopedici, forse uan traduzione di
una commedia di Menandro.
Autore molto prolifico e con degli interessi molto vari e una cultura enorme.
“Florida”: ha la stessa etimologia della parola antologia: raccolta della parte migliore della produzione disposta
in un'antologia. Quest'opera dà delle indicazioni importanti sullo stile di Apuleio. Piena di virtuosismi, giochi di
parole, immagini molto forti, tono sempre vivace e un certo compiacimento per la propria cultura.
Discorso n. 9 in cui Apuleio parla dei suoi detrattori: enorme assemblea ed Apuleio che comincia ad effetto
cercando di prendersela con i suoi detrattori. I filosofi non hanno le folle, mentre lui sì. Un solo periodo.
Soverchiava l'assemblea con discorsi di questo tipo.
Altra opera che fornisce notizie sulla sua vita.
“Apologia”: difesa. Intorno al 155/156 d.C., Apuleio ha trent'anni. Sta andando ad Alessandria, ma si ferma ad
Odea all'attaule Tripoli, Libia. Si ammala ed è costretto a rimanere un po' di tempo a Tripoli ed è ospite di
Parco, amico dei suoi genitori. Gira per la città ed incontra Ponziano: suo compagno di università quando
studiava ad Atene. Ponziano ha perso il padre da giovane, sono rimasti la madre Pudentilla e il fratello Pudente.
Il suocero della vedova (il nonno paterno di Ponziano) vuole che la vedova sposi il cognato, perchè per il diritto
romano se moriva il marito tutto quello che era nella podestà del morto passava al padre. Il suocero vuole tenere
in casa il patrimonio. Pudentilla sceglie una lunga vedovanza e lo fa per preservare il patrimonio dei figli. Il
suocero muore. A Pudentilla viene diagnosticata una malattia che può guarire solo con il matrimonio. Ci si pone
lo stesso problema del suocero. Viene chiesto ad Apuleio di sposare la vedova. Descrive questa Pudentilla come
una vecchia, brutta, ma intelligente. Aveva quarant'anni. Matrimonio felice. Ponziano muore prematuramente e
nella famiglia di Pudentilla si scatena l'inferno. Il fratello minore che non era bravo come Ponziano,che era una
persona rozza interessata solo ai soldi, e il suocero di Ponziano sostenuti da un altro vecchio parente fanno
causa ad Apuleio per due motivi: lo accusano di aver ucciso Ponziano in quanto ostacolo ad avere il patrimonio
della madre; di aver convinto Pudentilla a sposarlo con la magia. Due o tre anni dopo il matirmonio a Sabratha
durante un processo arrivano i parenti di Pudentilla e lo accusano. Apuleio non perde la calma e dice loro di
andare a depositare le prove presso le autorità. I parenti portano avanti solo l'accusa di magia. Ad Apuleio
interessava perchè nell'81 a.C. Era stata approvata la lex cornelia: equiparava la magia all'omicidio. Apuleio
rischia di morire per aver fatto un favore all'amico. Narra la sua storia e descrive la vicenda del matrimonio con
Pudentilla e se stesso. Non è un caso che l'abbiano accusato di magia. Apuleio lascia alla fine dell'Apologia in
un secondo livello le prove reali: lettera di Pudentilla ai figli dove diceva che era contenta e che Apuleio non
voleva il suo patrimonio. L'Apologia è importante perchè dà molti dati anagrafici e da un punto di vista di storia
della letteratura latina: è l'unica orazione giudiziale di età imperiale, fa capire come era cambiato il diritto
romano e le prassi dei delitti pubblici, l'ambiente dell'Africa del II secolo. C'è una rielaborazione letteraria
molto grande. Lui l'ha ampliata perchè diventa per Apuleio un grande modo per farsi pubblicità e diventa una
sorta di autobiografia romanzata. La tesi di fondo sulla magia di Apuleio: distinzione tra la magia bianca e la
magia nera: nera si usa per far morire le persone, bianca: corollario della filosofia e della sapienza e lui che è un
filosofo non può che praticare la sapienza fino agli estremi. Si ha la sensazione che ad Apuleio non dispiaccia
del tutto che di lui si dica che è un mago. Vuole lasciare un alone di mistero sulla sua figura ed era importante
per il suo lavoro. Ogni piccolo pretesto è l'occasione per partire con una digressione su qualsiasi argomento. A
volte forniscono delle informazioni importanti: veri nomi delle donne amate dai poeti elegiaci. Ad Apuleio
interessa vincere il processo e dare un'immagine di sé come un filosofo colto, pieno di interessi e che a causa
del suo amore per la cultura cade vittima di persone che non lo capiscono e che lo accusano.
METAMORFOSI O L'ASINO D'ORO
Manoscritto di Apuleio: testimonianza di uno dei due titoli: i libri di metamorfosi.
Il primo a dare il titolo “L'asino d'oro” è Sant'Agostino che è africano come Apuleio. Il titolo viene dato da
Agostino come titolo ufficiale: i due titoli coesistevano.
Boccaccio conosceva Apuleio ed ha copiato “Le metamorfosi”; dà testimonianza del doppio titolo.
“Asino d'oro”: due spiegazioni che di solito dà la critica: forse è dovuto alla qualità del testo, era un'opera
talmente bella che la si chiamava l