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LETTERATURA DI MIGRAZIONE
Stranieri che vengono in Italia a partire dal 1990. Emigrazione italiana si arresta o diventa
non imponente come nei decenni precedenti e dopo la seconda guerra mondiale
fenomeno è quello di emigrazione dall'Italia del sud verso il nord e da italiani dell' est verso
ovest. Fino agli anni 90 l'mmigrazione in Italia è qualcosa di residuale, solo in quegli anni
c'è un'inversione di tendenza, e ciò quindi inventa un fenomeno importante.
90 è data convenzionale, però in quell'anno avvengono alcune cose importanti, abbiamo
dei precedenti che non si inseriscono in un contesto organico. Evento scatenante che
scuote l opinione pubblica è l uccisione di Jerry Masslo che era un raccoglitore regionale
del sud di origine sudafricana, viene ucciso in circostanze misteriose nel 1989 e questo
fatto scatena i giornali che fanno reportage seri sulle condizioni in cui sono tenuti gli
immigrati. Funerali di stato ecc..
Viene semantizzata la parola immigrato, mentre prima si parlava di stranieri, immigrato per
esprimere l'idea del diverso presso noi. Fattori che portano questo fenomeno a legarlo alla
criminalità di reato,tutte le idee si condensano intorno alle loro figure in senso
generalizzato. I media se ne occupano ma tendono a dare un'immagine standardizzata
della situazione, in quegli anni vengono in Italia persone per motivi diversi, da paesi
diversi. Senza distinzione di partito politico la tendenza è di assimilare gli immigrati a
criminalità e mancanza di lavoro in Italia.
Altro fatto è legge Martelli del 90 che poi viene rivista e da luogo a legge del 98, stabilisce
quote accordandosi con i paesi da cui si arriva, si stabiliscono delle quote e si creano
centri di rimanenza temporanea, altra revisione legge Bossi Fini del 2002, in cui si
aggiunge la questione delle impronte digitali, italiani non erano abituati se non quando si
finiva in galera, mentre negli USA è una procedura normale. Il problema in Italia era già
associato alla criminalità, quindi c'era nella mente degli italiani l'associazione-
immigrazione crimine. Poi si aggiunge il reato di soggiorno illegale. Legge divide chi ha
regolare permesso di soggiorno da chi non ce l'ha.
Accanto ai nomi dei personaggi ci sono altri nomi perché sono testi autobiografici in cui gli
immigrati parlano di se, problemi burocratici in Italia, devi avere un lavoro per il soggiorno
oppure tu arrivi e non ti viene riconosciuto il titolo di studio. Sono biografie collaborative,
perché i giovani immigrati non conoscono bene la lingua italiana, quindi ci sono dei
giornalisti che stanno a fianco a loro, immigrati dettano e loro trascrivono. Il loro compito
non è quello della scrittura, ma devono anche porsi come mediatori culturali, perché alcuni
temi devono essere tradotti culturalmente, testi che pongono un problema, si può parlare
di vera letteratura quando il contenuto è di uno e il testo è frutto di una traduzione a più
livelli che fa sparire l'immagine iniziale. Di solito c'è una prefazione in cui si spiega poco,
perché quando si legge il testo non sai fino a che punto è arrivata la rielaborazione del
giornalista, e quindi non si riesce a definire bene l'autorialità, anche il titolo ti fa capire che
si parla di una autobiografia mentre è una biografia, problema dell'attendibilità di quello
che si dice. Problema che riguarda la prima letteratura, a livello letterario non c'è qualità,
immigrato non è autore ma testimone, ha impatto sulla liceità (l'essere lecito) italiana e
non sulla letteratura italiana. A partire dal 90 si conia questo termine di letteratura di
migrazione come genere a sè stante, etichetta permette di preservare gli autori che
altrimenti non avrebbe potuto pubblicare perché è un genere che non vende molto.
Diventa una specie di riparo, viene garantito un spazio, ma nello stesso tempo si crea un
ghetto, perché in fondo questi non sono degli autori.
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Spazi centri di accoglienza o di espulsione, alcuni quartieri che si popolano di immigrati
come piazza Vittorio a Roma che cambia positivamente, luogo che prima era di spaccio e
dopo l'arrivo degli migranti,diventa una specie di salotto.
Dispositivo discorsivo, non ha mai scritto un saggio, lo definisce in maniera più chiara in
una intervista, tutti elementi istituiscono una rete e la rete crea il dispositivo che influenza
l'opinione pubblica. I dispositivi rispondono a un'urgenza, quando la società ha bisogno di
risposte su fenomeni molto nuovi. Urgenza c'è nel 1990 perché sono concomitanti tre
fenomeni ma anche prima di quella data i problemi si erano presentati ma non erano così
presenti per l'opinione pubblica. Accanto a questi dispositivi cominciano a registrarsi tutta
una serie di iniziative ad es dei concorsi letterari Eks&tra (1995) per riferirsi a chi è uscito
dal luogo di origine (ex) e ora è tra noi . Nel 1994 abbiamo caffè una rivista multiculturale
che vuole raggruppare scrittori nascenti, scrivono senza bisogni di collaboratori, o
eventualmente si fanno aiutare nel raffinamento di un testo di cui sono già autori, quindi si
possono presentare come veri autori, riviste e concorsi sono vivai di giovani autori
immigrati e poi ci sono piccoli editori che permettono loro di pubblicare all'interno della loro
collana. Poi nel 2000-2005 immigrati che riescono a conquistare anche le più grandi case
editrici. Sagarana altra rivista serve alla scuola e permette di pubblicare ai suoi allievi i
racconti più belli, poi viene aggiunta anche una rubrica per gli immigrati. El ghibli, rivista
che c'è ancora oggi, (in particolare università di Bologna Padova e Ferrara si interessano
alla letteratura di migrazione quindi permettono agli autori di presentare le loro
opere),prima rivista totalmente gestita da immigrati, uno dei fondatori è pap khouma inizia
con un'autobiografia collaborativa ma poi cresce e diventa autore a tutti gli effetti.
Editoriale dove il direttore esprime idee generali e esprime finalità e obiettivi che la
redazione si propone. Metafora del vento del deserto per far vedere che è letteratura del
movimento, è una parola che è di tutti e di nessuno, secondo Franca Sinopoli è letteratura
transnazionale, con autori che si esprimono in altre lingue, viene abbattuta la barriera
linguistica e si arriva a una formazione molto eterogenea, che tiene conto di tutte le
culture. Carattere nomade, non c'è più lo spostarsi da un luogo di partenza a uno di arrivo.
Nomadismo è essenza anche di oggi perché siamo tutti un po' nomadi. La scrittura
attraversa le varie regioni e lingue e si riempie di residui che la portano a ottenere una
diversa natura, una diversa identità. Identità multipla, processo non è così lineare ma
l'esperienza è caratterizzata dal continuo nomadismo, non è detto che migrazione
significhi muoversi da un punto a a un punto b. Identità fluida che non si solidifica mai ma
che può continuamente arricchirsi e cambiare quindi immagine del Vento. Nel momento in
cui non c'è più l italianità ogni individuo ha una identità che è unica al mondo perché gli
spostamenti che avrà fatto saranno sempre diversi da quelli degli altri. Unico elemento
comune nel fatto di avere una identità fluida e cangiante.Non solo gli emigrati ma anche
chi resta fa parte di questa cultura, ci si sente emigranti perchè siamo figli della cultura da
cui proveniamo. Nel ghibli non ci sono solo le idee di scrittori emigranti, che sono anche
molto diversi tra di loro, non sono riducibili a un modello, però poi riservano spazi a
immigrati in altre nazioni che non siano l'Italia, e uno spazio anche per i viaggiatori
immobili, che sentono emigrazione come componente della loro scrittura. Altra rubrica
specializzata nella scrittura per i bambini, insomma si forniscono gli strumenti per
permettere una maggiore integrazione. Armando Gnisci fonda la banca dati BASILI
università di Roma, Armando è studioso di letterature comparate, ed è stato il primo a
capire che questo è un genere letterario e a etichettarlo e a creare una banca dati online
che contenga i testi di letteratura di migrazione, sia romanzi che saggi. A Gnisci poi
subentrerà Franca Sinopoli (più grande studiosa della migrazione ai giorni nostri).
Riguardo ai primi libri appartenenti al tema della migrazione, c'è come tema la migrazione
stessa, però questi scrittori appena arrivati in Italia si sfogano in questo modo ma poi
passano a altri temi, per esempio il caso di igiaba scego che è italiana a tutti gli effetti, in
alcuni libri non parla di migrazione ma tanto di ciò che riguarda i genitori e i nonni, quindi
letteratura di migrazione si fonde con la letteratura post coloniale. Armando Gnisci decide
di affiancare anche una rivista “Kuma. Creolizzare l'europa” usando 'creolizzare' perchè a
lui la parola ibridazione non piace. In una prima fase i romanzi di questo genere vengono
pubblicati da piccole case editrici, non tutti gli scrittori compiono il percorso scrivere su
rivista inizialmente e poi in un secondo momento si presentano ai piccoli/ grandi editori.
La storia di ogni scrittore è diversa, tendenzialmente i piccoli editori promuovono chi si è
già presentato su riviste o a concorsi. I piccoli editori sono da premiare però essendo
piccoli editori stampano in un numero molto ridotto di copie, non distribuiscono,
scarsissima attenzione anche da parte dei bibliotecari. Caso di scrittori di emigrazione
molto più fortunati (come ad esempio fu per 'l'educazione siberiana' di Nicolai Lilin),
pubblicato subito per Einaudi. Lilin scrive in un italiano letterario perfetto, in realtà quando
parla il suo italiano non è perfetto, probabile anche che un grande editore come Einaudi
operi delle rifiniture ai testi.
Scuole e laboratori di scrittura sono nati in tutta Europa e si sono rivolti non solo agli
emigranti, siamo negli anni 80, gli insegnanti sono spesso scrittori affermati, nascono
spesso delle giovani promesse, queste scuole sono viste positivamente in genere, ma c'è
anche chi ha sottolineato aspetti non positivi perché lo scrivere in questo contesto significa
che l'insegnante deve fornire strumenti uguali per tutti, quindi rischio di appiattire e di
annullare l'originalità dei giovani scrittori, non dal punto di vista dei contenuti ma della
forma. Molte scuole avevano modelli americani di letteratura comunicativa, non
decorativa, quindi ogni parola dove essere funzionale, non come il bello scrivere degli
italiani, e ci&og