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LETTERATURA E ANTROPOLOGIA IN ITALIA

Tommaseo è il più grande scrittore romantico che scrive il primo romanzo di tipo psicologico.

Dimostra interesse per la cultura orale che deve essere raccolta come patrimonio inestimabile.

Letteratura campagnola o rusticale

Gli autori studiano la cultura ma producono storie inventate, creando una letteratura che vuole

essere realista. Alcuni autori hanno atteggiamento paternalistico, secondo i quali i lettori sono esseri

da educare:

-Nievo, Percoto, Carcano

-Giuseppe Pitrè, esponente dell'antropologia del secondo Ottocento (specialista di tradizioni

popolari siciliane). In Italia sono presenti barriere linguistiche (dialetti) e culturali (ruolo della

donna) e si auspica la nascita di una cultura generale. Es. Artusi è un ricettario ed è anche il primo

libro in lingua italiana che viene usato nelle varie zone d'Italia.

-Sull'oceano di De Amicis

-Emigranti di Antonio Marazzi (l'autore era un console in argentina, quindi dà un taglio

autobiografico/ documentarista.)

esempio: Nel RVF (=Rerum Vulgarium Fragmenta) di Petrarca c'è sgomento da parte della famiglia

per la partenza del vecchio padre (viaggio=morte). Il farsi altro è già di per sé una morte simbolica

in quanto si deve mettere a rischio la propria identità e mettere in gioco se stessi. 7 ottobre 2016

L'ESILIO

Esempio Dante Inf. 26

Ulisse di per sé potrebbe rappresentare un personaggio positivo, poiché soddisfa la propria sete di

conoscenza, per Dante la ricerca per conoscere è una delle più nobili occupazioni e virtù ed è

fondamentale per l'uomo. Dante conosce le fonti greche indirettamente, quindi si allontana dalla

cultura omerica modificando il mito di Ulisse, effettuando una distorsione rispetto alla tradizione

classica. Il motivo per cui Dante modifica la storia di Ulisse è perché è erede della cultura del suo

tempo, ma c'è anche una precisa motivazione. Infatti secondo Dante Ulisse esce dalle colonne

d'Ercole (confine simbolico della conoscenza, limite estremo posto alla conoscenza geografica

umana). La sete di conoscenza di Ulisse non conosce limiti e per Dante eccedendo in qualcosa si

cade nel peccato, così l'amore di per sé è cosa buona ma se è eccessivo porta alla lussuria (così è

stato per Paolo e Francesca). Né l'amore per il padre, né per la moglie (amore coniugale è un

dovere), né per il figlio hanno costituito un freno per l'ardore di Ulisse nella conoscenza del mondo,

che cosi facendo pecca: è quindi destinato a un avvenimento tragico, con i suoi compagni si spinge

in una zona proibita fino a intravedere una montagna, questa visione è subito offuscata dalla

intemperie, poi subiscono un naufragio e muoiono in mezzo al mare.

<<infin che'l mar fu sovra noi richiuso>>frase straordinaria perché dante dà questa prospettiva dal

fondale marino, come se Ulisse guardasse da in fondo il mare che si è richiuso (episodio che rievoca

gli episodi biblici).

La montagna indica il Purgatorio stesso, un luogo di espiazione che non viene raggiunto da Ulisse,

proprio perché, pur vedendo la salvezza, ripete il peccato originale di Adamo e quindi, reiterando il

peccato originale, viene condannato alla dannazione eterna.

Dante

A inizio Ottocento si può dire che Dante diventa un autore alla moda. Nel Settecento l'Arcadia

classicista, purista disprezzava l'opera di Dante, in quanto appare discontinua e che utilizza una

pluralità di stili e lingue, chiamata linea poli stilistica e poli linguistica, con una continua

combinazione tra lessico alto e basso, come si vede nella Divina Commedia, e perciò non doveva

essere letta dai giovani che si formano alle lettere e che risulterebbero traviati dal pensiero dantesco.

Infatti l'Ottocento è l'epoca romantica di sentimentalismi e sperimentazioni, quindi la lingua pura

petrarchesca non viene più utilizzata. Ci si accorge che per esprimere sentimenti e concetti nuovi è

necessaria anche una svolta dal punto di vista formale. Dante, nella sua veste di sperimentatore

diventa un modello. Dante ha effettuato un sincretismo dal punto di vista culturale, ovvero ha

coniugato la tradizione nuova del suo tempo che è la cultura cristiano-cattolica con la cultura

classica dei tempi antichi. Dio viene indicato come Giove, usando il termine mitologico della

mitologia antica riferito al Dio cristiano. Continuo richiamare e raccontare le fonti della classicità

con le fonti più recenti ovvero dei grandi teologi dei secoli a lui più vicini come San Tommaso e

sant'Agostino. Quindi secondo gli uomini dell'Ottocento egli ha realizzato quindi un incontro tra le

due anime del tempo moderno, ovvero tra tradizione classica e tradizione cristiana, che è la grande

novità del medioevo. Dante incarna l'immagine di genio creativo, in quanto mostra un attaccamento

sia alla visione terrena che ultraterrena dell'esistenza. Il romanticismo è il superamento

dell'illuminismo, ovvero il passaggio da una cultura che ha voluto essere veramente laica, rifiutando

la dimensione trascendente della religione, a un nuova fase dove si recupera la dimensione cristiana.

Quindi Dante con il suo sincretismo risponde a questo bisogno. Il rapporto tra Dante e Beatrice è di

solito rappresentato come un rapporto simbolico, infatti non interessa tanto se Beatrice fosse

veramente esistita o meno. La tematica amorosa è invece centrale per i romantici, e questo rapporto

tra dante e beatrice è reale. Dal nostro punto di vista diventa un'interpretazione che distorce. Tra gli

episodi che diventano più di moda ci sta il sonetto di Paolo e Francesca, episodio di cronaca che

manifesta la forza dell'Amore e Passione. Questo per gli uomini romantici ha anche una valenza

politica, secondo i romantici l'individuo deve rispondere anche a spinte sentimentali naturali verso

amore e passione per seguire la sua felicità, quindi questa forma di amore proibito è proprio lo

spazio dove si esercita la libertà individuale, che soddisfa un'esigenza così forte da scardinare anche

le regole sociali (es.incesti, amore tra personaggio di due classi differenti). Quindi i motivi

principali della riscoperta di Dante sono tre:

1. Il suo essere sperimentatore

2. il fatto che si possa leggere come genio individuale dotato di lato poetico dettato a chi scrive

3. dimensione romantica di Dante

A questi aspetti va aggiunto anche un quarto aspetto, ovvero quello di Dante come esiliato.

Dante come esiliato

Dante viene esiliato proprio come molti altri italiani che dal 1820 al 1861 conoscono questa

esperienza per motivi politici perché saranno carbonari, mazziniani, indipendentisti che vengono

perseguitati e incarcerati, inoltre viene emessa un'ordinanza contro di loro quindi sono costretti ad

abbandonare la penisola o scelgono di scappare di propria volontà per evitare la condanna. Dante

incarna il prototipo dell'esule e la Divina Commedia si lega a questo tema con il canto 17 del

Paradiso, legato al personaggio di Caccia guida (trisavolo del poeta). Questo canto è il centrale di

tre (16, 17 e 18), tutti a carattere politico, che vedono come protagonista Caccia guida e il dialogo

con Dante. Nel canto 16 Dante vuole sapere dal suo antenato alcune informazioni che gli serviranno

a capire alcune ragioni su ciò che sta succedendo in Italia. L'Italia è attraversata da guerre,

corruzione, venir meno delle virtù antiche, che caratterizzavano soprattutto Firenze dei tempi di

Caccia guida. Caccia guida fa un discorso generale dicendo che questa corruzione dei costumi e

della politica è dovuta al fenomeno dell'inurbamento di ceti contadini arricchiti che hanno portato

con loro questi atteggiamenti riprovevoli. Le loro attività erano dedicate unicamente

all'arricchimento, ed erano ignote alle famiglie fiorentine del periodo tra le quali quella di Caccia

guida. Nel canto 17 Dante chiede a Caccia guida il senso di alcune profezie che lo riguardavano, e

che lui ha raccolto nelle prime fasi del viaggio nell'Oltretomba. Caccia guida allora gli spiega cosa

si intendeva con quelle profezie, e introduce il tema del paragone di Dante a Ippolito. Nella

mitologia greca Ippolito è figlio di Teseo che caccia il figlio dalla città di Atene perché il figlio

viene accusato dalla seconda moglie di Teseo, Petra, di una tentata violenza. Secondo il mito Petra,

che si era innamorata di Ippolito, viene respinta dal ragazzo e per vendicarsi racconta a Teseo di

essere stata violentata. Così Ippolito viene scacciato. L'immagine di Ippolito di deve proiettare su

quella di Dante, avendo in comune da una parte la condizione dell'esilio, e dall'altra parte un altro

elemento che è quello dell'ingiustizia subita. Ippolito è appunto un esule scacciato ingiustamente

così come lo è lo stesso Dante. Introdotto il paragone, Caccia guida descrive la condizione in cui si

troverà Dante. L'esilio viene quasi personificato, come nelle vesti del dio dell'amore, che scaglia le

sue frecce. Ma l' esilio non porta amore ma il contrario, porta alla separazione dell'individuo dal suo

focolare domestico e quindi dal mondo dei suoi sentimenti.

<< Tu proverai si come sa di sale lo pane altrui>>

Questa citazione, tra le più celebri della Divina Commedia e tra le più citate dagli esuli indica che il

pane che ti viene offerto da chi ti accoglie sarà diverso, ti sembrerà disgustoso perché è come il

pane che viene offerto a un mendicante, e saprà di sale, e indica la condizione dell'esilio: infatti non

si mangerà più il pane fiorentino, privo di sale e si sarà nella condizione umiliante di mendicare

protezione e aiuto presso i signori dell'Italia del suo tempo che lo terranno presso le loro corti.

Questo tema, così eclatante nel Paradiso, poi riecheggia anche nelle opere minori di Dante (es.

RIME CXV), che poi risulteranno dei rimandi costanti nella letteratura dell'Ottocento, più vicina a

noi. L'elemento di novità che viene aggiunto e che poi diventerà un tema tipicamente foscoliano è la

morte illacrimata. Già l'esilio in sé è una forma di morte, sia sul piano simbolico che affettivo, ma

anche in forma reale, in quanto era una forma giuridica sin dal periodo romano ed era una delle

posizioni più gravi, nel diritto romano a un certo punto viene equiparato e poi sostituito alla pena di

morte. L'esilio comportava la perdita assoluta di diritti civili e dei beni. Questo si ripete nel

Medioevo, nel momento in cui il diritto romano deve fare anche i conti col diritto germanico. Nell'

Europa del nord viene introdotto u

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A.A. 2016-2017
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MartinaRadaelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Sirtori Marco.