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DOPO L’INDUSTRIALIZZAZIONE, LA CRISI

Dopo la prima rivoluzione industriale si entra in uno stato di crisi in cui si ha

l’impressione di qualcosa che si è perso o che si sta per perdere, quel qualcosa

è la perdita di valore nell’arte e nell’intellettualità. Nasce così la

contrapposizione tra l’individuo eccellente, il genio, e la massa incapace di

intendere la grandezza. È la nascita del Positivismo, ovvero la fiducia nella

scienza, nella tecnologia e nella ragione. in questi anni, infatti, Eistein elabora il

suo primo saggio sulla teoria della relatività e Berson, ispirandosi a ciò, dice

che “il tempo è una nozione relativa a seconda del soggetto”; Freud da inizio

alla psicanalisi, che sarà di ispirazione per alcuni importanti scrittori, come

Ungaretti che afferma che “la poesia è un viaggio nell’IO (nell’inconscio)” o

Svevo che ci dice che “la scrittura è una pratica igienica perché vengono fuori

dei contenuti nascosti (dall’inconscio)”.

BOUDLER, “PERDITA D’AUREOLA” (1850)

Boudler nel suo libro “Perdita d’aureola” parla di come sarebbe cambiata la

scrittura dopo la rivoluzione industriale con l’inserimento dell’uomo-massa:

l’uomo perde la propria identità, ovvero che il poeta perde la sua aureola sacra

(aureola d’alloro data ai migliori poeti) perdendo il proprio valore, quindi non

produce più opere di valore assoluto, ma entra nel mercato dovendone

accettare le leggi e diventando un proletario.

PARIGI E LE PRIME AVANGUARDIE

A Parigi nascono due stili pittorici: il Fauvismo (Matisse), nel 1905, che non si

interessa più di riprodurre con precisione la realtà, ma di coglierne l’essenza

attraverso la disposizione del colore, stilizzando l’opera; il Cubismo (Picasso),

nel 1907, che si basa sulla geometrizzazione delle forme con lo scopo di dare

una struttura in grado di interpretare l’oggetto osservato, attraverso la libera

associazione delle immagini il pittore non coglie solo l’essenza della realtà, ma

anche l’essenza della propria vita psichica. Nel 1909 Marinetti scrive sul

quotidiano francese “Le Figaro” il “Manifesto del Futurismo”. Nel 1912 Giorgio

de Chirico inaugura la pittura “metafisica”, il cui intento è quello di

rappresentare la realtà tramite l’uso di segni simbolici. Nel 1915, a Parigi,

nasce l’”arte concettuale”, capace di annullare i consueti canoni estetici a

favore del puro ragionamento.

IL FUTURISMO E MARINETTI

Il Futurismo è il primo movimento d’avanguardia, nasce nel 1909 con la

pubblicazione del “Manifesto del futurismo” di Marinetti sul quotidiano “Le

Figaro”. È un movimento che esalta la modernità tecnologica, le masse in

movimento, il dinamismo metropolitano, una visione della vita come una lotta

continua che trova il suo apice nella guerra, “la sola igiene nel mondo”. Il

futurismo usa un linguaggio molto aggressivo per avere un maggior impatto sul

pubblico; sono infatti valori fondamentali del futurismo la spavalderia,

l’impavido ribellismo e l’energia sprigionata dall’azione che trova la sua

massima realizzazione nel gesto violento (“lo schiaffo ed il pugno”). Uno dei

caratteri fondamentali del movimento è il culto per la moderna società

industriale, che con aerei, treni e altre invenzioni tecnologiche ha sfidato

l’impossibile; infatti i principi del futurismo sono: velocità, attivismo, dinamismo

e nella letteratura dei futuristi ricorre costantemente la macchina, simbolo

della modernità.

Col “Manifesto del futurismo” Marinetti afferma che c’è la necessità di fare

tabula rasa del passato per un rinnovamento totale.

I futuristi volevano abbandonare i canoni estetici tradizionali e vogliono

risultare di difficile interpretazione contestando il mercato editoriale e,

soprattutto, la tendenza degli intellettuali ad adeguarsi ai gusti del pubblico. In

genere i futuristi si esprimevano tramite manifesti a cui esponevano i principi

teorici che si ispiravano all’elaborazione dei loro testi. A volte si riunivano in

gruppi per avere una maggiore forza d’urto sul pubblico.

Nel 1912 viene pubblicato il “Manifesto Tecnico del Futurismo” che da delle

indicazioni sul linguaggio. I futuristi vogliono abolire il linguaggio della

comunicazione tradizionale, proponendone uno nuovo:

Opere prive di punteggiatura, perchè la punteggiatura rompe la viva

- rapidità dello stile;

Abolizione di aggettivi (impediscono di cogliere l’essenzialità del

- sostantivo), avverbi e preposizioni;

Usano solo aggettivi, verbi e le così dette “parole in libertà”, cioè le

- parole vengono scritte così come vengono in mente all’autore, senza

averne un legame logico (la costruzione logica viene vista come un

inutile intralcio per la comunicazione tra poeta e universo, che deve

essere invece immediato e intuitivo);

Verbi utilizzati all’infinito, per dare l’idea del continuo fluire dell’azione;

- Danno importanza al significato, cioè alla forma delle parole, per loro è

- quindi importante la forma grafica, alternando parole in maiuscolo,

minuscolo, corsivo e stampatello;

Aboliscono la sintassi per eliminare la gerarchia tra le frasi.

-

ESPRESSIONISMO (1907 – 1926)

A differenza delle altre avanguardie, l’espressionismo non nasce da un

manifesto, ma da una serie di eventi che si verificano nel primo decennio del

‘900.

Il termine “Espressionismo” nasce in Francia nel 1901, in contrapposizione

all’”Impressionismo”, ma si afferma in Germania quando, durante una mostra a

Berlino, un mercante d’arte lo usa per riferirsi ad alcuni quadri esposti.

Nel 1905 si forma un gruppo di pittori tedeschi, “Il Ponte”, la prima avanguardia

europea insieme al Fauvismo di Matisse. Questo gruppo aveva fiducia

nell’evoluzione di una nuova generazione di artisti e di conoscitori. Condividono

uno stile pittorico fondato sulla semplicità delle forme, sulla violenza dei colori

estremamente contrastanti, sulla deformazione delle linee e della figura

umana. L’espressionismo nasce dall’Impressionismo, visto come un movimento

che non riesce a stare al passo con la realtà moderna a causa del perdurante

Naturalismo: per l’artista espressionista è importantissimo lo scavo

nell’interiorità. Attraverso cui procedere all’osservazione della realtà nella sua

percezione dolorosa.

Come le altre avanguardie, anche l’espressionismo protesta ferocemente

contro la borghesia. La critica si rivolge contro la cultura accademica

tradizionale. Gli espressionisti hanno in odio lo sfruttamento sociale imposto

dal capitalismo e l’aggressività imperiale e coloniale dei maggiori Paesi

europei. Tratto dominante della loro produzione è la rivolta del figlio contro il

padre, tema della nascente psicanalisi di Nietche. Gli espressionisti, inoltre,

sono contro la massa, in cui si esprime il lato peggiore dell’umanità, e sostiene

le ragioni del singolo, cioè della sua scelta di isolamento. Da questo disagio

sociale si esprime un’angoscia, un senso di presagio per una catastrofe

imminente, utile però per una rigenerazione universale, quindi utile per una

rigenerazione dell’arte e dell’uomo.

L’Espressionismo è fondato su due aspetti:

L’urlo primitivo: presentimento della distruzione generato

- dall’emergere di una violenza umana e storica senza scampo;

La geometria: lo sforzo di ricostruzione di quel modo distrutto

- attraverso l’arte, che dando forma al caos rappresenta un principio di

ordine, di risveglio.

L’urlo incide con la ricostruzione artistica, che presenta linee deformate,

irregolari e incompiute; ma proprio da questa deformazione diventa il marchio

della nuova arte: non esiste più un dato oggettivo, ma solo ciò che l’occhio

dell’artista coglie oltre l’apparenza della realtà, che ne esce distorta come se

fosse sognata. Da ciò deriva un’attenzione per le risonanze tragiche presenti

nelle cose e lo scavo nella natura primitiva e violenta, centrale nell’animo

umano.

L’Espressionismo spesso si esprime in paesaggi cupi e irreali in cui si

rappresenta la mesa in scena della crudeltà, il senso della persecuzione,

l’alternanza di urlo di ribellione e paura angosciante, di slancio vitale e

inevitabile sconfitta.

In pittura dall’Espressionismo nasce l’Astrattismo di Kandinskij.

Nel campo della letteratura questo movimento si esprime in contenuti violenti.

Inoltre nella letteratura si assiste a uno stravolgimento della sintassi e del ritmo

che potenziano l’impatto delle immagini, e si abbandona l’uso dell’aggettivo e

il verbo viene solitamente usato all’infinito.

Nel movimento espressionista troviamo anche autori che non volevano

esplicitamente partecipare a questa corrente. Questo dimostra quanto

l’impatto del movimento sia stato forte e decisivo e come esso abbia dato voce

alle paure e alle inquietudini di quel momento storico.

ASTRATTISMO

L'Astrattismo è un movimento che si sviluppa nell’arte europea agli inizi del

Novecento, consiste in una semplificazione e stilizzazione delle forme,

mettendo in secondo piano o eliminando del tutto la rappresentazione. Il

momento della sua nascita viene considerato il 1911-1912,

quando Kandinskij dipinse “Primo Acquerello Astratto”. Nell'Astrattismo viene

messo in primo piano ciò che la pittura comunica sul piano delle sensazioni.

Questo tipo di pittura per l’arte europea è considerata una rivoluzione: l’arte

perde il suo compito di rappresentare la realtà, compito che è adesso svolto

dalla fotografia, dal cinema e dalla stampa. Il processo attraverso il quale si

giunge a questo tipo di rappresentazione si definisce astrazione: la parola

astrattismo indica una semplificazione della realtà. Eliminato il soggetto e la

sua rappresentazione, l’arte vuole esprimere la vita psicologica ed emotiva

dell’uomo. Anche il colore in sé – e non il colore di un oggetto – guadagna

nell’Astrattismo una piena dignità e non è più subordinato alla forma o al

disegno. Questo movimentosi divide in:

Astrattismo lirico: in cui prevale la funzione espressiva e simbolica del

- colore

Astrattismo geometrico: in cui prevale la funzione geometrica delle

- forme; è stato definito anche Arte concreta. Si basa sullo studio della

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A.A. 2013-2014
57 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher s12c di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Malaspina Ermanno.