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Estratto del documento

Elemento encomiastico fissato nella protasi delle prime ottave. Nella protasi si trovano: oggetto

della narrazione, invocazione alla musa, dedica al casato. Modello in Virgilio (Omero per Tasso).

Costruzione estremamente classica (anastrofe). Tema del furore attribuito all’inizio al solo re

pagano poi a tutta l’umanità. Non c’è più bipartizione dell’ottava: movimento ritmico dei primi 6

versi di Ariosto trova equilibrio negli ultimi due in rima. Invocazione paradossale: alla sua donna

(autobiografia e autoironia). “Erculea prole”: vd. Seneca. Captatio benevolentiae. Chiasmo iniziale.

Pubblico anche femminile. L’eros è rappresentato da Angelica e diventa distruzione in Tasso con

Armida. Angelica richiama Catullo e Petrarca. Rosa come elemento erotico. Tema dell’errare anche

in chiave religiosa. Tra ‘600 – ‘700 si svuota di senso per il cambio del contesto sociale. Si

presentano l’Adone di Marino come gioco letterario e il filone burlesco-parodico.

Viaggio sulla luna: Apocalisse; dialoghi morali: La storia vera di Luciano: satira dei vizi umani.

Follia universale: i cervelli di tutti gli uomini sono conservati sulla luna: serietà e ironia.

Descrizione dettagliata della geografia lunare. Astolfo accompagnato da S. Giovanni Evangelista.

Manca idea religiosa medievale per cui dietro ogni cosa c’è la volontà divina: per Ariosto c’è la

Fortuna. Vi sono considerati anche i desideri vani degli esseri umani: anche il desiderio di fama che

i letterati seguono a qualsiasi costo, anche svendendosi. La follia invece ce n’è di più sulla terra.

Ironia: descrizione del senno di Orlando con etichetta. Espedienti magici: lo scrittore li usa, ma

come uomo non ci crede. Tasso

Ferrara. 50 anni tra l’ultima edizione del ’32 dell’Orlando furioso e quella mai definita della

Gerusalemme liberata. Riforme radicali ecclesiastiche chieste anche dalle corti vicine al papato, tra

cui Ferrara. Difficile contesto autobiografico – politico con la fuga da Napoli. Formazione culturale

dalla famiglia con il padre letterato. Già famoso all’arrivo a Ferrara: opere teatrali (commedia

boscareccia: elementi anche drammatici, Aminta, in contesto boschereccio; tragedia regolare

secondo canoni aristotelici). Gerusalemme liberata

Protasi dall’epica classica con invocazione e dedica arricchite da riferimenti autobiografici in serie

contrapposte tra detentore di potere e debole infermo: scissione dell’Io narrante che, in quanto vate

deve edificare, ma è anche partecipe della dispersione dell’individuo nella storia; dall’errore e dalla

dispersione alla ricomposizione salvifica della norma morale.

Poema epico, subito diffuso. A metà tra le storiche imprese cristiane della prima crociata, con il

recupero di Gerusalemme e il Santo Sepolcro. Consapevole del confronto con Ariosto che ha scritto

una grande opera che però è diverso dalla sua perché lui: si rifà a Aristotele; verosimiglianza

(l’opera deve basarsi su parti reali storiche e parti inventate dall’autore ma comunque credibili). Usa

le cronache della prima crociata. Fregi: abbellimenti letterari fedeli alla storia. Rispetto dell’unità

d’azione: eventuali trame collaterali devono alla fine tornare a quella principale, incarnata da

Goffredo di Buglione. Unità di spazio: Gerusalemme luogo centrale. Unità dei personaggi:

personalità ben definita. Meraviglioso cristiano: tutto ciò che di meraviglioso avviene non è magia,

ma intervento divino. Dio persino parla come personaggio.

Poeta malinconico, quindi folle: solitudine del poeta che ha perso qualcosa: manie di persecuzione e

episodi di follia. Durante la prigionia esce una edizione non approvata, poi revisionata dall’autore,

che continua a rivederla fino a un’edizione secondo canoni rigidi determinati dalla Chiesa. L’Iliade

diventa il modello al posto dell’Eneide (Ariosto). Amori infelici. Personaggi femminili a tutto

tondo, con una psicologia. Anche i personaggi maschili cambiano e mostrano lati deboli. Novità del

poema epico basato sulla storia. Prototipo del poeta romantico: modello per l’800. Storia come

“rovina”: serie di massacri, raccontati in maniera truce. Conclusione con Goffredo di Buglione che

deposita le armi sul Sepolcro: corretta in maniera più elaborata. La Gerusalemme conquistata è più

attenta alla verità storico-geografica: descrizioni più attenti alle fonti. Controriforma e minaccia dei

Turchi (Lepanto, ’85).

Come Ariosto, apre in stile classico: oggetto della narrazione, invocazione alle muse e elemento

encomiastico. Ottava: ritmo vario; paure interne; “manierismo”: ripresa della maniera di alcuni

autori con enfasi su alcuni tratti. Avrebbe voluto evitare il confronto con Ariosto. Unità di racconto

e azione subito indicata. Immagini retoriche ossimoriche e di scissione (“armi pietose”). Razionalità

di Goffredo di Buglione. Forze soprannaturali cristiane, non magia nera ma magia bianca (visioni e

miracoli). Costruzione netta (inferno – Cielo). Erranza, come vagare per errore, ripresa da Ariosto.

Invocazione alla musa accompagnata dall’elemento divino. Fregi compatibili però con la Verità

assoluta. Tema “inique corti”. Tancredi e Clorinda: lui diventa il personaggio malinconico per

eccellenza. Rapporto tra essere e mostrare (Clorinda): travestimento. Magia nera di Armida:

rapporto natura – arte (Bello) di tipo manieristico: se nella visione classica l’arte deve riprodurre la

natura, in quella manieristica deve perfezionarla: “naturale” è gretto. Dichiarazione poetica: ricerca

della perfezione artistica è più importante della natura. Manierismo anche uditivo (nei madrigali).

Naturalità della musica degli uccelli enfatizzato dai pappagalli. Arriva in maniera brusca alla

chiusura, cambiato nella Conquistata.

Il genere epico-cavalleresco diventa parodia, fino alla morte.

Narrativa.

Novella. Boccaccio: modello della prosa dal 1525 (Bembo).

Boccaccio.

“Prima produzione” di tema leggero e amoroso; opere in latino serie: si intrecciano. Ultima novella

su Griselda di grande fortuna per la traduzione in latino di Petrarca.

Decameron

Scritto a ridosso della peste (’50 – ’51). Codice di Berlino autografo. Struttura: 10 giornate in cui 10

fanciulli (7 donne, 3 uomini) che scappano dalla peste (fatto storico) di Firenze in una villa e per

consolarsi s’intrattengono raccontando novelle: geometria dei numeri (10 = perfezione); racconto

fatto storico importantissimo (’48), la cui bruttezza è compensata da un sogno di bellezza e armonia

fondato sull’arte della parola dei narratori, della musica e della danza che chiudono la giornata:

tecnicamente, è un prosimetro. Esaltazione della vittoria della civiltà sulla barbarie della storia.

Raccolte di novelle tipologie antichissime: oralità. Epopea dei mercanti: personaggi fondamentali di

cui vengono esaltati i valori come ingegno e intelligenza, di far esperienza degli errori. Commercio

e banche fondamentali per Firenze; famiglia di bancari. Idea di cavalleria ormai tramontata presente

in alcuni personaggi. Ogni giornata ha un tema scelto dal re/regina tranne I e IX; solo un

personaggio, quello più fuori dalla norma, può scegliere liberamente. Costruzione ben precisa: 10

giornate con tema ben preciso con 10 novelle è la novità, anche storicamente fondata (cornice) con

invenzione dell’”onesta brigata” che per numeri riprende la perfezione geometrica. Non solo

intrattenimento, ma l’arte salva (valore morale).

Proemio e introduzione: parla Boccaccio, come all’inizio della IV e della conclusione. Narratore

re/regina; narratori “brigata”; personaggi delle novelle a volte diventano narratori loro stessi.

Proemio: titolo e sottotitolo. Rubriche. Galeotto, come Paolo e Francesca, dal ciclo arturiano. 7 e 3

numeri sacri. L’opera nasce per opera di compassione. Lui che per amore ha sofferto e è stato

consolato scrive la sua opera per le donne che come lui soffrono di malinconia d’amore. Elenco di

generi in cui le novelle possono rientrare (fabliaux). Lunga introduzione alla I giornata con

descrizione della peste. Cita Dante: come la Commedia nasce da qualcosa di negativo per salire al

cielo, così Boccaccio parte dalla parte orrida per salire su una montagna e allietare: dal tragico al

piacevole: allegoria: movimento ascensionale: nella prima novella, un bieco personaggio si fa beffe

della Chiesa, mentre l’ultima di Criselda è di elevata carica morale (simmetria ascensionale).

Fiorentino purissimo nella cornice (Bembo), lingua duttile nelle novelle. Temi tipici della nuova

città borghese. Proemio

Architettura su più livelli:

1. narratore esterno, I p.s., natura didattica-amorosa dell’opera

2. cornice con narratori vari

3. 100 novelle, stile alto.

à

Dedica alle donne scelta del pubblico. Chiama le novelle in vari modi: discorso di genere:

scrittura varia. Discorso sulla peste: storia: descrizione cruda, realistica, dettagliata. Discorso

metaletterario: prosegue nell’introduzione alla IV giornata, perché quasi a metà dell’opera, per

motivi di simmetria, e nella conclusione. Struttura ben precisa: numero e suddivisione dalla

simbologia dantesca. Stratificazione delle voci narratoriali (l’autore, il re di giornata, i narratori):

novelle che contengono al loro interno altre novelle (novelle en abime). Funzione delle rubriche

ad inizio giornata. Lingua: nel 1525 diventa modello per la prosa il volgare delle introduzioni alle

giornate e del proemio, spesso latineggiante e purificato dai volgarismi: “realismo” di Boccaccio

nella lingua dei personaggi a seconda del personaggio parlante e della località geografica in cui si

svolge la novella. Varie collocazioni (Firenze, Napoli, Oriente). Giardino come locus amoenus di

rifugio dalla peste, concezione derivante dal Giardino dell’Eden: è il luogo in cui si può ricostruire

una società distrutta dalla storia. Tema della fortuna: come l’uomo con la sua intelligenza riesce a

affrontare le avversità della vita. Introduzione alla IV giornata

1

A / dell’opera. Serve a dimostrare che parte delle novelle circolasse già prima dell’edizione

3

definitiva (ma non è certo). Difesa della sua scrittura. Immagine del vento: scrittore attaccato

dall’invidia: pensava che solo gli scrittori che avevano un fine alto venissero attaccati: captatio

benevolentiae: presenta la sua opera come umile (“sermo humilis”): espediente retorico. Simbologia

dantesca del camminare per valli (= opera di poco conto) e monti (=opera di fine alto). Valore

metaletterario: parla delle sue scelte di lingua, co

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Publisher
A.A. 2017-2018
40 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FrensysCastle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale o del prof Chiummo Carla.