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Un ideale pratico per realizzare la giustizia nelle istituzioni sociali
Dare un ideale pratico (direzione e prescrizioni istituzionali): realizzabile, in qualche modo realistico e che dia una direzione. Sia un ideale generale che le istituzioni per realizzarlo.
Standard valutativo: dà una misura per valutare quanto siamo distanti o vicini dall'ideale e come valutare le cose come buone o cattive.
La giustizia è la prima virtù delle istituzioni sociali, così come la verità lo è dei sistemi di pensiero. Ci sono altre virtù nella società, ma questa è prioritaria, non la si può mettere in secondo piano, ha priorità rispetto agli altri valori. Possiamo accettare l'ingiustizia, che consiste in diseguaglianze che non vanno a beneficio di tutti, solo per evitarne una maggiore, si possono ammettere compromessi solo per accrescere la giustizia e la verità. La società è un'impresa cooperativa per il mutuo vantaggio, ci si sta per trarne mutuamente vantaggio.
Implica degli oneri, ma porta molti vantaggi. C'è identità di interessi nella misura in cui si preferisce stare in società che fuori, ma conflitto di interessi sul modo in cui distribuire i vantaggi di essa. Rawls si occupa di principi di giustizia distributiva, che servono a distribuire equamente benefici della cooperazione e gli oneri (tasse, aiuti ecc.) e a definire diritti e doveri. I benefici sono prodotti socialmente, ma sono scarsi e vi è disaccordo sui principi di giustizia.
Una società bene ordinata promuove il benessere dei membri, ma è anche regolata da una concezione pubblica della giustizia, secondo cui ognuno accetta e sa chi gli altri accettano i principi, tutti sanno quali sono e che essi sono incarnati dalla società, dalle istituzioni. La pubblicità è condizione di conoscenza e una forma di garantire reciproca, perché si sa cosa si può o non si può fare. È una garanzia contro
Il problema dell'obbligo reciproco e del free-riding, ovvero chi cerca di beneficiare dei frutti della cooperazione senza contribuire, inoltre è la condizione richiesta dalla giustificazione della giustizia, perché è giustificato ciò che è accettabile da tutti. Il "Repubblica" free-rider era rappresentato da Glaucone nella di Platone e dallo stolto "Leviatano" nel di Hobbes. Le norme si realizzano nella misura in cui tutti le conoscono e le rispettano, la pubblicità rende noto che esse sono fatte dai membri evolute da loro. La giustizia non è l'unico scopo da perseguire nella società, occorrono anche coordinazione sociale (far sì che le attività degli individui siano compatibili tra loro), efficienza (produrre vantaggi per tutti) e stabilità (le norme devono essere seguite volontariamente nel tempo senza eccessive coercizioni) e deve esserci un bilanciamento nel perseguire questi.scopi.La giustizia ha come componente essenziale l'uguaglianza, ma se la giustizia è prioritaria, dobbiamo realizzare l'uguaglianza a discapito degli altri valori? Questo è l'oggetto della levelling-down objection mossa a Rawls, secondo cui, se lo scopo è l'uguaglianza, essa è da perseguire anche se tutti staranno peggio, pur che siamo uguali. Per esempio, è meglio una situazione del tipo: 3, 3, 3 o 10, 30, 3? La prima migliora la situazione solo di una persona a scapito di benessere ed efficienza, ma non crea grandi disuguaglianze. In realtà, l'oggetto della giustizia non consiste in stati di cose individuali per Rawls, ma nella struttura di base della società, ovvero il modo in cui le istituzioni distribuiscono i diritti e i doveri e suddividono i benefici della cooperazione. Il generale è prioritario conoscitivamente e dal punto di vista strutturale, perché il prodotto collettivo dipende dalle regole.
della società, per questo c'è bisogno di giudizi specifici sulle istituzioni. Queste ultime sono composte da: costituzione (forma generale dello Stato), struttura politica e assetti economici e sociali (presenza di rappresentanza del lavoro, tipo di mercato, famiglia ecc.) La struttura di base della società è data da un insieme di elementi complessi e determina le prospettive, ovvero ciò che ci si può aspettare da un tipo di vita. Le aspettative sono determinate in maniera strutturale dalle istituzioni, deve essere il punto di vista privilegiato su cui applicare i principi di giustizia, data la sua pervasività. Quella di Rawls è una teoria ideale, ovvero tratta una condizione in cui c'è piena osservanza delle parti (full compliance) e descrive la società bene ordinata che ne deriva. Non si tratta di un'utopia, ma dobbiamo tendervi come Stato ideale, la piena osservanza è un assunto metodico per.delineare come le cose andrebbero se tutti rispettassero i principi e ci fossero circostanze favorevoli. L'idealità è una condizione ipotetica, occorre prima caratterizzare la condizione ideale e dopo chiedersi cosa si deve fare quando non si rispettano i principi (condizione non ideale). La condizione ideale ha priorità e viene trattata come un esperimento mentale, il motivo è metodologico, perché per capire come funziona la società giusta, dobbiamo rimuovere gli intralci pratici e semplificare (esperimento controllato come in fisica). Bisogna eliminare gli elementi che complicano la situazione e prescindere da condizioni pratiche non favorevoli, perché la condizione ideale dà informazioni pratiche anche per quella non ideale. La giustizia in tale condizione costituisce uno standard per valutare se è accettabile la situazione attuale. La condizione non ideale dipende da: Mancata osservanza delle parti, che trasgrediscono.volontariamente i· principi.
Condizione fortemente svantaggiata (mancanza di risorse, guerra, carestia· ecc.)
Non si parla di Hobbes, perché il contratto di Rawls non giustifica meramente il potere statale, ma un certo tipo, una buona società, riguarda la sua struttura e non una specifica forma costituzionale. Il contratto serve per decidere le regole di base della società. Lo stato di natura tradizionale è interpretato da Rawls come posizione originaria (corretto status quo iniziale), che è una condizione ipotetica caratterizzata in modo da condurre ad un certo tipo di giustizia. È una sorta di esperimento democratico, è costruita in modo tale da condurre ai principi a cui vuole arrivare. Essa serve per dimostrare che questi principi hanno qualità morali, ovvero imparzialità e accettabilità da parte di tutti. Rawls si richiama alla tradizione del contratto in modo più astratto, tramite la nozione di velo di ignoranza.
Secondo lui, non è necessario immaginare uno stato naturale, basta pensare ad una condizione in cui non si conoscono i tratti individualizzanti e caratterizzanti delle nostre posizioni sociali e personali (sesso, ricchezza, capacità fisiche, famiglia, etnia, religione ecc.). Si tratta di una situazione iniziale equa, per mostrare come si arriverebbe ai principi in modo che ognuno non sappia come avvantaggiarsi, astratto da condizioni individuali. Si sceglierebbero dei principi imparziali da cui si trarrebbe vantaggio in ogni caso. Con Rawls si parla di giustizia come equità, perché c'è una priorità del giusto sul bene e i principi sono frutto di un accordo equo tra persone che scelgono razionalmente e possono avvantaggiare tutti, si rispetta l'uguaglianza morale tra persone. Gli assunti del suo contratto sono: - Persone mutuamente disinteressate (interessate al proprio bene e non invidiose): persone auto-interessate, non nega che siano egoiste,scelgono i principi che accetterebbero in quelle condizioni per il proprio interesse. Perseguono il proprio bene secondo la razionalità strumentale: le persone non sono altruiste, vogliono perseguire i propri fini cercando i mezzi più efficaci.
La tradizione del contratto rimanda ad una scelta razionale degli individui, in una condizione di pretese contrastanti per la scelta di principi accettabili da tutti e pubblicamente conosciuti, c'è una sorta di contrattazione. Il contratto garantisce razionalità, composizione di pretese contrastanti, accettabilità da parte di tutti e pubblicità dei principi. Questi ultimi sono scelti da persone razionali e auto-interessate, non si assume una loro particolare moralità. La posizione originaria è strutturata in modo che nessuno abbia un vantaggio o uno svantaggio immeritato, in modo da riflettere l'uguaglianza morale delle persone. Il contratto serve per annullare la "lotteria naturale".
ovvero l'arbitrarietà del fatto di nascere in un certo ambiente piuttosto che in un altro, che è un fatto arbitrario, non morale e quindi non c'è merito. Se il principio del merito ha un qualche valore, non lo ha certo riguardo alla posizione fondamentale delle persone e il ruolo nella società. L'uguaglianza è morale, non fisica e dobbiamo assumerla come fondamentale. Essa si basa su due poteri morali fondamentali: 1. Capacità di formare e perseguire una concezione del bene: avere preferenze, capacità pratica di avere giusti interessi, di essere un'individualità pratica che ha degli scopi in base a questa capacità. Rimanda alla razionalità pratica, che serve per perseguire i propri scopi nella vita. 2. Senso di giustizia: capacità di venirsi incontro, cooperare ed avere relazioni giuste con gli altri. Rimanda alla razionalità morale, che ci dice come dobbiamo comportarci con gli altri. Le parti,Nella posizione originaria, fanno dei confronti tra principi di giustizia diversi per vedere quali sono più vantaggiosi e razionali. Non è un'assemblea democratica, non si conoscono le proprie dotazioni future. Si guardano le teorie della giustizia più importanti per vedere cosa offrono (non la teoria platonica perché non è egualitaria e non permette la pubblicità, inoltre non si prendono in considerazione teorie non più discusse), come l'intuizionismo, il perfezionismo (il bene è la realizzazione dell'eccellenza umana nelle forme della cultura), l'utilitarismo e alcune versioni non egualitarie di liberalismo.
L'utilitarismo sembra molto razionale in base al confronto tra l'agire collettivo e individuale, per cui si immagina che il modello da seguire sia quello individuale. Nel valutare la propria vita si confrontano guadagni e perdite attraverso il tempo e si giudica buona la vita con maggior guadagni.
ma l'utilitarismo adotta la stessa logica collettivamente. Esso