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Una tesi a favore del realismo

Una tesi a favore del realismo è quella che sostiene che non si possa tracciare una distinzione netta tra osservabile ed inosservabile, infatti la coerenza dell'anti-realismo dipende da questo netto confine, poiché essi sono agnostici nei confronti delle teorie sull'inosservabile e non delle altre. Non è chiaro neanche come distinguere l'osservazione dalla rilevazione, per esempio gli elettroni non sono osservabili, ma rilevabili con rilevatori di particelle, ma come sostiene Grover Maxwell, se qualcosa può essere visto solo con strumenti scientifici, è osservabile o no? L'anti-realista Bas Van Fraassen ribatte dicendo che si è così solo provato che osservabile è un concetto vago, ma i concetti vaghi possono essere usati e possono marcare differenze genuine nel mondo. La vaghezza del termine stabilisce solo un limite superiore alla precisione con cui formulare una posizione, essa non prova l'irrealtà.

Della distinzione tra osservabile e inosservabile. Gli anti-realisti sostengono l'argomento della sotto-determinazione, per loro i dati ultimi a cui le teorie devono rimandare devono essere osservativi, essi sono la prova finale per le affermazioni sulle entità inosservabili. I dati osservativi sotto-determinano le teorie avanzate sulle loro basi, i dati possono essere spiegati da molte teorie mutuamente incompatibili. La sotto-determinazione conferma l'agnosticismo come atteggiamento corretto. I realisti ammettono che possa esserci più di una spiegazione di un insieme di osservazioni, ma non è detto che tutte le spiegazioni siano altrettanto buone, se ammettiamo dei criteri per la scelta delle teorie, il problema scompare. Inoltre, esistono pochi casi di sotto-determinazione nella storia della scienza, gli scienziati hanno spesso difficoltà a trovare anche una sola teoria che si adatti bene ai dati. Gli anti-realisti concedono

L'eliminabilità del problema con criteri come la semplicità, ma negano che essi siano indicatori affidabili di verità. I realisti accusano i rivali di usare la sotto-determinazione in modo selettivo, infatti se la si applica coerentemente, essa elimina la conoscenza del mondo inosservabile, ma anche gran parte di quella dell'osservabile. Molte cose osservabili non sono mai osservate di fatto, se si applica la sotto-determinazione possiamo conoscere solo cose effettivamente osservate. Molte conoscenze scientifiche riguardano cose non osservate (ere glaciali, dinosauri ecc.), il problema della sotto-determinazione diventa una versione sofisticata di quello dell'induzione. Sostenere che una teoria è sotto-determinata rispetto ai dati è affermare che ci sono altre teorie che possono dar conto degli stessi dati. Questo è dire che i dati non implicano logicamente la teoria, l'inferenza dai dati alla teoria non è deduttiva.

Presupponendo questo, se la teoria verte su enti osservabili o no non fa differenza, la logica della situazione è la stessa. Max Weber Weber ha una concezione tragica dello sviluppo scientifico, secondo cui, prima di esso si era immersi in un mondo incantato, in contatto con entità che interagivano con noi. Da Galileo in poi è avvenuto un disincantamento del mondo, il quale è diventato solo naturale, senza spirito. Si è verificato un impoverimento della vita dal punto di vista esistenziale, prima c'era un contatto col mondo, poi esso è diventato estraneo. L'uomo stesso è diventato un oggetto passibile di indagine scientifica. Nelle società primitive gli uomini vivevano meglio, in armonia col mondo. Con Weber si ha la crisi del razionalismo occidentale, inoltre questi temi verranno poi ripresi da Feyerabend. Karl Popper Popper è un filosofo della scienza austriaco, il quale si distacca dai neopositivisti logici ed elaboradelle nuove tesi. Secondo Popper, la metafisica non è senza senso, le sue teorie però non sono controllabili empiricamente e non possono far parte della scienza. Le teorie metafisiche anticipano spesso quelle scientifiche, un esempio è l'atomismo di Democrito, che anticipa la teoria atomica contemporanea e costituisce quindi un'anticamera della scienza. Il significato non si identifica in toto con la scienza, appartiene anche alla metafisica, i cui enunciati sono significanti, ma non sono scientifici, perché non falsificabili. Al verificazionismo neopositivista, Popper oppone il principio di falsificazione, secondo cui ogni teoria, per essere scientifica, deve poter essere falsificata. La scienza è un insieme di teorie che possono essere falsificate, si ricerca quindi un'anomalia all'interno della teoria. La pseudo-scienza non può essere sottoposta al principio, resta nell'ambito metafisico. Popper è il primo a

Parlare dell'opposizione tra scienza e pseudo-scienza e fornire per questo un principio di demarcazione, che consiste nel falsificazionismo. Alcune pseudo-scienze, secondo Popper sono:

  • Psicanalisi di Freud: non è scienza perché tutti i dati sono d'accordo con i suoi presupposti. Gli psicanalisti introducono delle soluzioni ad hoc per salvare la teoria dalla falsificazione. Non c'è il dato sperimentale, la teoria è compatibile con qualunque dato.
  • Marxismo: si considerava una teoria scientifica capace di prevedere gli eventi storici. Anche i marxisti introducono delle spiegazioni ad hoc per mostrare che l'accaduto confermava la teoria, la quale risulta così compatibile con ogni corso di eventi.

Per falsificare una teoria è sufficiente un singolo controesempio, anche se in realtà gli scienziati non abbandonano la teoria dopo un solo controesempio, ma cercano di salvarla. Se funzionasse davvero come sostenuto da Popper,

si possono misurare oggettivamente come le grandezze fisiche. Pertanto, Popper propone un criterio di demarcazione basato sulla falsificabilità delle teorie scientifiche, che possono essere sottoposte a prove empiriche per verificarne la validità o confutarle. Tuttavia, nella pratica, la demarcazione popperiana si rivela troppo rigida. Infatti, ogni teoria scientifica può entrare in conflitto con alcune osservazioni, ma ciò non significa necessariamente che debba essere abbandonata. Come nel caso della teoria newtoniana, che è stata inizialmente messa in discussione a causa della forza gravitazionale di Urano, ma successivamente è stata confermata dalla scoperta di Nettuno. Inoltre, i criteri di verificazione e falsificazione proposti da Popper sono considerati metafisici, cioè non possono essere verificati empiricamente. Questo implica che non si può essere così rigidi nella demarcazione tra scienza e non-scienza. Nel campo delle scienze sociali, è ancora più difficile applicare gli stessi criteri delle scienze naturali. Le leggi che governano il mondo umano sono spesso incerte e influenzate dai valori e dalle opinioni. Pertanto, la demarcazione popperiana risulta limitata nel contesto delle scienze sociali. In conclusione, sebbene il criterio di demarcazione popperiano abbia fornito un importante contributo alla filosofia della scienza, è necessario considerare le sue limitazioni e adattarlo alle diverse discipline scientifiche.

possono mai essere del tutto conciliati, c'è sempre un conflitto di valori, che non permette di giungere ad una società perfetta. Popper sostiene che le società perfette siano degli inferni, per lui non è importante stabilire chi deve comandare, ma controllare chi governa e andar via chi lo fa male. In Popper la scienza ha il primato, così come per i neopositivisti logici, ma egli si distacca per la falsificazione e la concezione anti-induttivista, sostiene infatti che l'induzione non può essere giustificata logicamente, anche se funziona empiricamente. Nel dire questo, riprende l'argomento di Hume, secondo il quale nessun numero di afferzioni singolari può giustificare logicamente un'asserzione generale, noi ci basiamo su abitudini psicologiche, non c'è necessità. Secondo Bertrand Russell, non ci si può basare sull'esperienza passata, per fare previsioni future. Popper sostituisce alla

giustificazione logica la falsificazione, infatti se vedo un corvo non nero, posso falsificare l'enunciato "Tutti i corvi sono neri". "La ricerca non ha un fine", Nel Popper afferma che la ricerca scientifica ha sempre un carattere ipotetico, non c'è nulla di certo. Quasi sempre le scoperte scientifiche sono dovute ad intuizioni geniali di un singolo individuo, Come i neopositivisti logici, egli credeva nella natura empirica della scienza, le conoscenze non vanno considerate come stati soggettivi, ma come entità oggettive, che sono di tipo linguistico (enunciati). La logica è importante, ma solo quella deduttiva. Inoltre, entrambi condividono la differenza tra contesto della giustificazione e contesto della scoperta.

Contesto della giustificazione: mezzi con i quali gli scienziati cercano di giustificare la propria teoria una volta che essa è presente.

Contesto della scoperta: processo storico tramite cui lo scienziato arriva

ad una teoria.Il primo è materia oggettiva della logica, mentre il secondo è un'attività psicologico-soggettiva, per questo i filosofi della scienza devono occuparsi solo del contesto della giustificazione.

Popper è un realista, ovvero crede che tramite la conoscenza scientifica si abbia accesso al mondo reale e che esso esista indipendentemente dal soggetto che lo osserva. Tuttavia, si distingue per la convinzione che l'esperienza non possa essere origine e giustificazione delle conoscenze scientifiche, per questo egli si definisce un razionalista critico. La teorizzazione è più importante dell'esperienza, l'osservazione è sempre impregnata di teoria, non esiste l'osservazione pura. Quando osserviamo, lo facciamo sempre in base a presupposti teorici di sfondo, a delle aspettative. La teoria precede e fonda l'esperienza, l'uomo non è mai una tabula rasa, ma una tabula plena, egli non può

mai giungere ad una verità assoluta, essa è solo un ideale regolativo, così come l'utopia. Non è sbagliato tendervi, ma i nostri limiti cognitivi non ci permettono di raggiungerla. Questo fallibilismo di fondo impedisce di avere un'idea di verità assoluta, anche se questa esiste. L'evoluzione culturale spiega le nostre conoscenze pregresse e le nostre aspettative, a differenza di quella biologica. Gli esseri umani sono gli unici ad avere una storia e a studiarla, per questo cambiano loro stessi, si evolvono culturalmente e hanno un linguaggio articolato. Si ha un pensiero aperto, che non giunge alla verità e un futuro aperto, che non si può predire. Non c'è mai una teoria migliore in assoluto, è impossibile una teoria finale, non siamo in grado di dare risposte definitive perché la realtà ci trascende. Noi non osserviamo mai in modo neutrale, ma spinti da problemi o guidati da una teoria.ilparlare di oggetti presuppone una teoria di fondo. Le teorie pregresse nascono sempre da altre più pregresse, ma il regresso non è
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/02 Logica e filosofia della scienza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Camilla.S. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ragionamento e teoria della scienza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Marsonet Michele.