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I E’
O/V E
Decisore E’
(t)
O/V E
(t)
Decisore (t) (t)
T T
R R
D D
(t) (t) T T
M
M
Misura
Misura
T : tempo di decisione
T : D
tempo di decisione
D T : tempo di implementazione
I
T : tempo di implementazione
I T : tempo di adattamento della realtà
R
T : tempo di adattamento della realtà
R T : tempo di misura
M
T : tempo di misura
M T + T + T + (T ) T
T : tempo di irreversibilità decisionale D I R M A
E T + T + T + (T ) T
T : tempo di irreversibilità decisionale D I R M A
E T : tempo di variazione dell’ambiente
A
T : tempo di variazione dell’ambiente
Se è < dell’orizzonte temporale va bene.
A Corso di Gestione e Organizzazione Aziendale - © Dipartimento di Ingegneria Gestionale 121
Corso di Gestione e Organizzazione Aziendale - © Dipartimento di Ingegneria Gestionale 121
+TI +TR
Tempo di reazione del sistema T=TD : tempo necessario affinchè un decisore generi degli effetti
Il modello di Ansoff: gli stadi di conoscenza
Il modello di Ansoff: gli stadi di conoscenza STADIO DELLA CONOSCENZA
1 2 3 4 5 6 7
Senso Identificazion Identificazion Determinazio Valutazione Primo Pieno
generale di e della fonte e dell'impatto ne della degli effetti impatto impatto
turbolenza risposta
Convincimento dell'imminenza X X X X X X X
delle discontinuità
Chi o cosa sta per cambiare:
concorrenti, tecnologia, mercato, X X X X X X
fornitori, cambiamenti socio-
economici o politici
Stima, ancora soggetta a
DELL'INFORMAZIONE incertezza, delle caratteristiche, X X X X X
natura, gravità e tempi delle
conseguenze
Quali azioni, quali programmi,
quali risorse, per rispondere alla X X X X
nuova situazione. Entro quanto
tempo.
Risultati prodotti dalla risposta X X X
CONTENUTO Quali reazioni degli altri attori
Gli effetti del cambiamento e
delle risposte sono limitati o X X
circoscritti ad una parte della
realtà ma visibili
Gli effetti del cambiamento e
delle risposte sono diffusi e X
pervasivi, percepibili da
chiunque. Il contesto è ormai
cambiato
Tempo per reagire al cambiamento prima della sua completa manifestazione.
Corso di Gestione e Organizzazione Aziendale - © Dipartimento di Ingegneria Gestionale 127
• Stadio 1. senso generale di turbolenza: idea che qualcosa sta per cambiare, ma non si conosce
direzione/entità/parti coinvolte
• Stadio 2. identificazione della fonte: inizio a capire le variabili rilevanti del cambiamento
• Stadio 3. identificazione dell’impatto: inizio ad individuare cosa e in che modo cambierà
• Stadio 4. determinazione della risposta: individuo quali saranno le possibili risposte
• Stadio 5. valutazione degli effetti: capisco se le risposte sono efficaci oppure no. Se ho più alternative ho la
possibilità di capire quali alternative porteranno al risultato migliore
• Stadio 6. primo impatto: capisco realmente l’impatto del cambiamento
• Stadio 7. pieno impatto: tutto il mercato ha una risposta, il cambiamento è effettivo.
Non è detto che tutti i cambiamenti facciano in maniera chiara e distinta tutti gli stadi.
T = tempo disponibile prima dell’impatto → tempo per reagire al cambiamento prima della sua completa
d
manifestazione
T = tempo necessario per reagire al cambiamento → tempo necessario per adattarsi al cambiamento nell’ambiente
n
(cambiamenti interni e risposte):
• Tempo per lo sviluppo delle competenze (T )
s
• Tempo per l’implementazione del cambiamento (T )
i
• T < T :
n d
Limitate informazioni, rischi di scelta
Ø Vantaggio del first mover
Ø
• T > T :
n d
Completa conoscenza, scelta “più facile”
Ø Ritardo decisionale
Ø
Dice qual è il momento ultimo (L) per prendere la decisione di risposta al cambiamento e quindi evitare di essere in
ritardo. È l’intersezione tra la velocità del cambiamento e il tempo necessario a sviluppare la risposta. Se decido prima
di L ho più incertezza (poche informazioni) però ho il vantaggio di first mover.
10.3 La turbolenza ambientale
La turbolenza ambientale è un concetto che racchiude tutte le situazioni di dinamismo ambientale. Influenza il
processo decisionale e richiede di agire a livelli diversi di conoscenza. La turbolenza ambientale può andare a
modificare la curva di tempo disponibile.
Il livello di turbolenza dell’ambiente è funzione di:
• Velocità del cambiamento: maggiore velocità del cambiamento, minore il tempo disponibile (es. nuova
tecnologia che si impone come standard del settore)
• Grado di novità: maggiore la novità del cambiamento, maggiore il tempo di necessario per acquistare le
competenze necessarie
• Grado di complessità: maggiore la complessità del cambiamento, maggiore il tempo necessario per acquisire
le competenze necessarie
All’aumentare della turbolenza, L arretra verso stadi in cui ho conoscenza più limitata (aziende scelgono in condizioni
di alta incertezza).
Elevata turbolenza comporta:
• Minori informazioni
• Maggiori rischi
Scala di turbolenza e modelli di management:
1. Stabile (Stadio 7) → “controllo e reazione”
2. Reattivo (Stadio 6) → “estrapolazione di lungo periodo”, è bene monitorare l’ambiente e costruire una
procedura decisionale solida
3. Anticipativo (Stadio 5) → “anticipazione del cambiamento”, è bene affinare le proprie capacità previsionali e
adottare sistemi di pianificazione sul lungo termine
4. Esplorativo (Stadi 3 e 4) → “risposte rapide e flessibili”, qualora risulti complicata persino la previsione, ci si
deve basare su delle strategie, ovvero su opportuni approcci per gestire la flessibilità
5. Creativo (Stadi 1 e 2) → “creazione del cambiamento”, nel momento in cui l’incertezza è massima, è
importante capire i segnali deboli di mutamento e cercare di cavalcare il cambiamento.
L’aumento della turbolenza richiede sistemi di management in grado di far fronte ai cambiamenti:
• Radicali (Project Management)
• Incrementali (Continuous Improvement)
Parte III – Marketing
8/11 Cap 11. Il marketing management
Introduzione
Marketing - insieme di decisioni e di azioni per:
• Creare prodotti e servizi
• Diffondere conoscenza su prodotti e servizi
• Gestire la domanda, fare in modo che ci sia match tra domande di quel prodotto e capacità di rispondere alla
domanda
• Distribuire e consegnare prodotti
Il marketing nasce recentemente, parte dal riconoscere che la domanda di mercato non è una variabile esogena,
questa domanda è stimolabile, in qualche modo il marketing può lavorare per far si che il cliente domandi il prodotto
che non immaginava di aver bisogno.
La domanda è stimolabile
• Variabile endogena dei modelli decisionali
• Funzione di:
- Azioni di marketing
- Altre variabili ambientali (reddito dei clienti, propensione all’acquisto, ecc. )
Bisogni e domanda
Come si forma la domanda di mercato?
Nel mercato industriale la domanda per prodotti/servizi dipende dal tipo di attività che l’azienda svolge. Legame
diretto tra il bisogno e la domanda.
Nel mercato finale i bisogni sono più differenziati e i prodotti diversi possono soddisfare gli stessi bisogni.
Il legame tra bisogno e domanda, è collegato dal desiderio tra un prodotto e un altro.
Esempio: il bisogno di mobilità non è immediatamente convertibile nella domanda dei mezzi di trasporto, ma posso
scegliere in base al mio desiderio.
Obiettivo del marketing non è solo capire i bisogni ma anche capire come faccio ad indirizzare i bisogni verso un
desiderio del prodotto che offro io rispetto a quello dei miei concorrenti.
Bisogno
• Individuale: scala di Maslow
• Organizzativo: beni e servizi necessari all’attività primaria
Forme di soddisfazione:
• Autoproduzione
• Baratto
• Acquisto
Compito del marketing:
Offerta, valore e marca
• Indirizzare il bisogno verso il desiderio di un determinato prodotto o servizio
• Abilitarne la domanda
one dell’offerta:
Offerta valore e marca
funzionali Cos’è l’offerta di marketing? Beni tangibili ed intangibili che offrono benefici funzionali e benefici psicologico-emotivi
psicologico-emotivi
ad un certo costo.
I benefici non sono tutti di natura funzionale, ai benefici funzionali devo associare dei benefici psicologico-emotivi.
acquisizione
ll’offerta per il cliente
Valore dell’offerta per il cliente:
∑ Benefici
∑ Costi Acquisizione
and) = proposta di valore, per:
care il valore di un’offerta (benefici vs costi)
e associazioni di idee
Marca (brand): azienda Procter & Gamble ha creato il concetto di Brand. -> Do un nome, creo un marchio a cui si
associa nel tempo un insieme di benefici funzionali e psicologico-emotivi un certo costo.
Trasmetto con il brand un certo valore.
Proposta di valore, per:
• comunicare il valore di un’offerta (benefici vs costi)
• generare associazioni di idee
Anche se associamo due brand che stanno sullo stesso mercato, hanno la stessa immagine? No, esempio di Bmw e
Mercedes.
L’orientamento al marketing
Þ Orientamento al marketing
• Soddisfare i bisogni del cliente
• Manifestare domande latenti; soddisfare quelle manifeste
Þ Orientamento alla vendita (più limitato): avviene più a valle rispetto al marketing, punta sulla capacità a
negoziare, di interlocuzione del venditore con il cliente che è in grado o meno di convincerlo ad acquistare il
prodotto.
• Tecniche di vendita: convincimento del venditore
• Forza vendita aggressiva
• Politiche promozionali e sconti
Þ Orientamento al prodotto: non ho bisogno ne’ di fare marketing ne’ di fare vendita aggressiva, non ho
bisogno di convincere nessuno per far comprare i propri prodotti. (Esempio Ferrari)
• Massimizzazione delle caratteristiche tecniche del prodotto
• Esigenze del cliente in secondo piano
Þ Orientamento alla produzione: il fattore di attrazione è il processo produttivo
• Capacità operativa nel produrre e distribuire
CASO 11.2 – Adecco
• 1997: Legge 196 – introduzione del lavoro temporaneo in Italia
Adecco entra in un mercato dove non c’è un bisogno es