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CREB.
Ricapitolando, nelle vie di trasduzione del segnale, a livello della membrana
cellulare si possono attivare diversi tipi di recettori accoppiati a proteine G. Questi
recettori sono collegati a diverse cascate trasduzionali differenti, come la via
dell'cAMP e degli inositoli. L'attivazione di queste vie determina a valle la messa in
gioco di svariate proteine chinasi, che fosforilano specifiche proteine substrato.
Queste proteine substrato, come l'adenilato cislasi, non possono rimanere
fosforilate per sempre, altrimenti non ci sarebbe un ulteriore risposta alla molecola
segnale. Nel momento in cui il ligando si stacca dal recettore la via di trasduzione
del segnale comincia a cessare; i livelli di cAMP o degli inositoli diminuiscono e
pertanto anche l'attivazione delle chinasi diminuisce, ciò, tuttavia, non basta per
spegnere completamente il segnale. Per spegnere del tutto la via è necessario
andare ad agire sui i gruppi fosfato legati ai substrati proteici delle chinasi e
rimuoverli; questo compito è portato a termine dalle proteine fosfatasi, come le
serina-treonina fosfatasi. Nel momento in cui all'interno della cellula aumentano i
livelli delle chinasi, le proteine substrato vengono fosforilate; quando il segnale
inizia a spegnersi e diminuiscono i livelli delle chinasi prevale l'azione delle fosfatasi
che vanno a defosforilare le proteine substrato precedentemente attivate. Quindi le
fostatasi si occupano di ripristinare la situazione di partenza, quella prima che
accorresse la molecola segnale a legare il recettore accoppiato a proteina G.
Un 'altra via di trasduzione del segnale è quella dell'acido arachidonico,
anche'essa dipendente dalla proteina G e dal recettore 7 eliche trans-membrana. I
primi step di questa via sono simili a quelli della via dell' cAMP e degli inositoli.
Quello che cambia è l'enzima attivato a valle, cioè la fosfolipasi A2. Quest'enzima
ha come target il PIP 2 che viene idrolizzato per liberare acido arachidonico. L'acido
arachidonico grazie a proteine di trasporto viene liberato nel citoplasma dove viene
elaborato attraverso varie vie metaboliche : la via delle lipossigenasi 12 , delle
lipossigenasi 5 e delle ciclossigenasi o COX.
La via delle lipossigenasi porta alla formazione dei leucotrieni ( molecole lipidiche
che contribuisco a processi infiammatori) , la via delle ciclossigenasi porta alla
formazione di prostaglandine. Esistono due tipi di enzimi ciclossigenasici COX 1 e
COX 2; questi enzimi sono target dei farmaci antinfiammatori non steroidei
( es. l'aspirina), i FANS. I FANS portano all'inibizione delle prostaglandine coinvolte
nell'infiammazione, agendo su i COX.
I recettori accoppiati a proteina G possono anche interagire con insolite molecole
segnale: le molecole odorose. E' proprio grazie alla presenza di questi recettori
nell'epitelio olfattivo che possiamo tradurre lo stimolo olfattivo. Le molecole odorose
trasducono il segnale legandosi ai suddetti tipi di recettori attraverso la via
dell'cAMP, che invece di attivare proteine chinasi agisce su canali ionici.
Un'altra particolare molecola segnale è il fotone (componenti della luce). Il segnale
prodotto da esso viene trasdotto grazie a recettori legati a proteina G localizzati in
particolari cellule sensitive dei bastoncelli della retina. A livello dei bastoncelli è
presente la proteina 7 eliche trans-membrana rodopsina accoppiata alla proteina G
trimerica chiamata trasducina. La trasducina, una volta attivata dall'arrivo dei
fotoni, agisce sull' enzima guanilato ciclasi che trasforma il GTP in GMP ciclico e
pirofosfato. L'aumento della concentrazione di cGMP va ad agire su determinati
canali ionici Na+ dipendenti determinandone l' apertura o la chiusura. Questo
processo permette il ciclo visivo.
I recettori catalici o recettori legati ad un enzima, sono proteine trans-
membrana associate ad un enzima.
Se ne conoscono 6 tipologie, di cui 5 presenti nell'uomo e una presente solo nei
batteri:
-recettori tirosina chinasi
-recettori associati a tirosina chinasi
-recettori guanil-cislasi
-recettori tirosina/fosfatasi simili
-recettori serina/treonina chinasi
-recettori associati a istidina chinasi (presenti nelle cellule batteriche)
I recettori catalici e quelli associati ad un enzima sono leggermente differenti,
consideriamo per esempio i recettori tirosina chinasi e i recettori associati a tirosina
chinasi. I primi possiedono un dominio effettore che è esso stesso un enzima , i
secondi possiedono un dominio effettore che non è catalico ma è capace, quando
viene attivato, di legare un enzima. Caratteristica di entrambi questi recettori è
quella di essere mono passo, cioè posseggono solo un alfa elica di
attraversamento della membrana. Quindi sorge un interrogativo, come fanno questi
recettori ad accorgersi che sul versante extracellulare si è legata una molecola
segnale per influenzare il dominio citosolico?
Il recettore 7 eliche trans-membrana all'arrivo del ligando era capace di
riarrangiarsi producendo il sito di legame per la proteina G effettrice. I recettori
mono passo a causa della loro conformazione a singola elica non sono capaci di
andare incontro a variazioni strutturali , quindi hanno elaborato un' altra strategia
per comunicare segnali all'interno della cellula detta dimerizzazione. La
dimerizzazione è il metodo attraverso il quale la maggior parte dei recettori mono
passo è in grado di attivare il proprio dominio effettore. Il legame del ligando con il
dominio recettoriale extracellulare provoca un cambiamento conformazionale del
recettore, il quale va a dimerizzare e quindi accoppiarsi con un ugual recettore
adiacente legante la stessa molecola segnale. Questa dimerizzazione sul versante
extracellulare fa sì che i domini effettori citosolici possano attivarsi in maniera
reciproca fosforilandosi (visto che parliamo di un recettore con attività chinasica)
a vicenda.
I recettori tirosina chinasi hanno il dominio citosolico che ha attività tirosina
chinasica, questo vuol dire che quando suddetto dominio si attiva, va a fosforilare
residui di tirosina di proteine substrato. I recettori tirosina chinasi sono in genere
mono passo, come detto precedentemente, fatta eccezione per il recettore che lega
l'insulina che ha 2 alfa eliche. I recettori mono passo legano per la maggiore fattori
di crescita come l'EGF (fattore di crescita epidermico).
Analizziamo più nel dettaglio il recettore per l'EGF e quello per l'insulina.
Il recettore per l'EGF è una proteina trans-membrana costituito da un dominio
extracellulare sul quale è presente il sito di legame per l'EGF , un alfa elica di
attraversamento , e una porzione citosolica nella quale possiamo distinguere un
dominio effettore tirosin chinasico e una lunga coda amminoacidica contenente
anche tirosina. Tutti gli altri recettori tirosina chinasi hanno una struttura simile a
questa appena enunciata.
Quando arriva, EGF va ad interagire col dominio recettoriale extracellulare e il
recettore va incontro a dimerizzazione, coinvolgendo un altro recettore adiacente
affine. Conseguentemente alla dimerizzazione si avvicinano i domini citosolici dei
due recettori d'interesse e l'uno fosforila l'altro su residui di tirosina appartenenti
alle code amminoacidiche; avviene quindi una fosforilazione reciproca delle code
citosoliche che consente l'avviamento dell'attività chinasica dei recettori. A questo
punto possono essere intraprese varie vie di trasduzione del segnale. Una di queste
vie è quella che riguarda l'attivazione della fosfolipasi C gamma (PLC gamma).
La fosfolipasi C gamma si attiva per tirosinfosforilazione tramite il legame con il
dominio citosolico del recettore per l' EGF. Quest'enzima va ad agire sul PIP 2
facendo la stessa cosa che faceva la fosfolipasi C beta, cioè scinde il PIP 2 in
diacilglicerolo che rimane in membrana ed IP3 che va nel citoplasma. L'IP3 a livello
del reticolo endoplasmatico liscio può influenzare ed aprire i canali del calcio. Il
calcio da secondo messaggero può attivare diverse chinasi.
Questa via porta agli stessi risultati ottenuti passando attraverso la via degli
inositoli, ma non partendo da un recettore accoppiato a proteina G bensì da uno
catalico.
Le tirosine da fosforilare nella cellula sono tante ,ecco perché esistono numerose vie
di trasduzione del segnale che coinvolgono proteine chinasi.
Un 'altra via di trasduzione che coinvolge recettori catalici simili a quello per l'EGF
sfocia nel nucleo e porta alla modificazione della trascrizione genica: si tratta della
via delle MAP chinasi, proteine chinasi attivate da agenti mitogeni. La via delle
MAP chinasi, oltre al recettore catalico, richiede proteine intermedie che vengono
chiamate adattatrici, come le GBR 2 o le SOS, le quali attraverso l'attivazione di
proteine G monomeriche come ASS stimolano le MAP chinasi a fosforilare fattori di
trascrizione nucleari.
La via delle MAP chinasi e quella della fosfolipasi C gamma possono attivarsi
insieme perché hanno tempi di risposta differenti in quanto la via della fosfolipasi si
svolge tutta nel citoplasma ed è quindi più rapida rispetto alla via delle MAP chinasi
che coinvolge il nucleo.
Parlando del recettore tirosina chinasico per l'insulina abbiamo detto che esso
costituisce un' eccezione perché non è mono passo ma presenta due eliche trans-
membrana. Il recettore per l'insulina è costituito da due subunità trans-membrana
chiamate beta, ognuna delle quali presenta un'alfa elica di attraversamento; legate
a queste due subunità beta abbiamo due subunità periferiche extracellulari
chiamate alfa. Le due subunità alfa vengono chiamate lecta dominio ed hanno il
compito di legare l'insulina. Quando l'insulina interagisce con le subunità alfa, che
sono legate alle subunità beta da ponti disolfuro, provoca un riarrangiamento
strutturale delle subunità beta trans-membrana provocando la fosforilazione
reciproca su residui di tirosina delle porzioni citosoliche delle suddette subunità. In
questo caso non c'è bisogno di una dimerizzarione perché il recettore è già di per sè
un dimero. Quindi il legame dell'insulina ha provocato l'attivazione dei due domini
citosolici del recettore. A questo punto le tirosine fosforilate del dominio
citoplasmatico possono legare una molecola proteica chiamate IRS 1 ( substrato
del recettore dell'insulina 1). L'IRS appena fosforilato lega a sua volta un enzima
che si chiama fosfatidilinositolo 3 chinasi detto anche PI 3 . Il PI 3 va ad agire
sul fosfatidil inositolo (PIP 2) di membrana aggiungendogli un gruppo fosfato in
posizione 3