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Metodo IRB

Per entrambi i metodi, noi dovremo andare a classificare le imprese (rating) ma mentre per il metodo standard questo processo viene effettuato da agenzie di rating, per il metodo IRB dovrà essere fatto dalla banca (costoso). In base alla categoria di appartenenza di rating della nostra impresa, viene stabilita una ponderazione al credito, all'impiego che la banca ha effettuato, che aumenta al peggiorare del rating. Questo vuol dire che all'aumento della ponderazione, comporterà un maggior fabbisogno di capitale per la banca stessa (vedere esempio successivo): Se io concedo un prestito di €100 ad un soggetto che si trova in una fascia di rating alla tripla A alla doppia A, la ponderazione sarà il 20% e il patrimonio che mi viene richiesto sarà pari a 1,6 (8% di 20). Per le piccole-medie imprese è stata stabilita un'unica ponderazione pari al 75%, quindi a fronte di ogni €100 prestato ad una piccola-media impresa, il...

capitale che mi viene richiesto è pari a 6.

Le percentuali appena viste, in realtà, si applicano a tutte le attività di bilancio, con il loro peso. Normalmente, la cassa e le attività equivalenti per le attività nei confronti della BCE hanno un peso del rischio pari allo 0%, ma se vantò un credito verso una BC di un Paese in via di sviluppo il peso del rischio potrebbe essere più elevato. (Il peso % del rischio non va imparato a memoria).

Le attività di bilancio, quindi, vengono moltiplicate per il loro peso percentuale e il risultato da luogo alle risk waited assets (RWA), cioè alle attività ponderate per il grado di rischio (implicito).

Una volta determinati gli RWA vengono calcolati i ratios patrimoniali e dunque avremo: i coefficienti possono essere aumentati quindi tramite: introduzione di buffer patrimoniali; oppure da una decisione delle autorità di vigilanza a seguito dello SREP. Pag. 75 a 119

In questo esempio, è

riportato uno schema semplificato di SP, in cui vi sono le principali categorie di attività, come cassa ed equivalenti, attività interbancaria... per ciascuna di queste attività sono indicati i pesi percentuali relativi, cioè le ponderazioni relative. Ipotizziamo di calcolare i coefficienti patrimoniali: abbiamo bisogno di conoscere quelli che sono i valori di bilancio del CET1, del Tier1 e del Total Capital (TC), che in questo caso vengono riportati in azzurro. Questa banca, quindi, ha:
  • CET1 = 95
  • Tier1 aggiuntivo = 10 (105-95=10)
  • Tier2 = 0 (105-105=0)
Se rapportassimo i valori dei fondi propri nelle loro diverse manifestazioni, con il totale delle RWA, otteniamo i coefficienti patrimoniali di questa banca (vedere calcoli di fianco ai coefficienti patrimoniali). Un valore è in rosso perché in questo caso la nostra banca rispetta i due coefficienti patrimoniali precedenti, ma non rispetta il coefficiente denominato Total Capital Ratio, il...

quale deve essere almeno pari all'8%, ma la nostra banca si trova al livello di 7,34%. La banca, quindi, dovrà predisporre delle misure correttive, aumentando il suo capitale sociale o facendo un'emissione di titoli subordinati che rientrano nel Tier2.

Le banche sono chiamate anche a rispettare un livello minimo regolamentare di Leverage, il quale viene calcolato mettendo a rapporto il Tier1 con il totale dell'attivo (non con il RWA). Quindi, nel nostro caso, il Leverage si ottiene rapportando 105 (Tier1) con 2500 (valore del Totale attivo), il risultato è superiore al 3%, indicato dalla regolamentazione e, quindi, la nostra banca da questo punto di vista risponde ai minimi regolamentari.

NOTE DI ATTUALITÀ:

Prima della pandemia (2019) il valore percentuale del CET1 era pari a 14,5 (più del triplo del minimo regolamentare) e questo è un elemento molto positivo. Con la pandemia vi è un peggioramento generale del rating delle imprese.

internal ratings based. Questo ha portato ad una sottostima del rischio da parte delle banche e ad una conseguente riduzione dei requisiti patrimoniali. La revisione dell'accordo di Basilea4 prevede quindi un adeguamento progressivo dei criteri del metodo internal ratings based, al fine di garantire una valutazione più accurata del rischio e una maggiore solidità patrimoniale delle banche. Questo processo di adeguamento dovrebbe concludersi nel 2027. In sintesi, l'aumento del grado di rischio e la riduzione dei coefficienti patrimoniali delle banche hanno portato ad una minore patrimonializzazione del settore. La revisione dell'accordo di Basilea4 mira a correggere questa situazione, garantendo una valutazione più realistica del rischio e una maggiore solidità finanziaria delle banche.standard.Basilea 4 ha allora stabilito che, qualora una banca utilizzi i metodi di internal rate based, il fabbisogno di capitale non possa comunque scendere al di sotto di una data percentuale rispetto a quella che sarebbe generata attraverso il metodo standard (output floor): se il minimo richiesto dal metodo standard è 8%, il minimo che anche il metodo IRB dovrà avere è pari, ad esempio entro il 1° gennaio 2022, al 50%. Questo vuol dire che anziché avere un requisito patrimoniale di 2,5% ad esempio, sarà al limite pari a 4%. Questo comporterà ulteriori fabbisogni di patrimonio per le banche. Dobbiamo, quindi, aspettarci che soprattutto le grandi banche, che hanno in utilizzo il metodo IRB, nei prossimi anni si troveranno a dover affrontare delle richieste ingenti di capitale al mercato, proprio per far fronte all'entrata in vigore dell'accordo di Basilea 4. L'output floor è dunque stato introdotto come salvaguardia per

ridurre l'eccessiva variabilità delle attività ponderate per il rischio e per rendere i coefficienti patrimoniali ponderati per i rischi più compatibili. Pag. 76 a 119

L'attività di vigilanza in Italia: gli altri controlli

L'attività di vigilanza può esplicarsi attraverso altre due grandi tipologie di vigilanza, oltre a quella regolamentare:

  • La vigilanza conoscitiva o informativa: questi controlli di vigilanza vengono svolti secondo 2 modalità precise:
  • Vigilanza a distanza, più importante in termini dimensionali e di ricorrenza. La vigilanza a distanza obbliga le banche a fornire alla Banca d'Italia, ovvero alle BCE, a seconda che le banche siano less significant o significant, una serie di informazioni, legate a taluni aspetti particolari della loro attività, come ad esempio:
  • Le segnalazioni di vigilanza, le quali sono delle comunicazioni che la Banca deve fare all'autorità di vigilanza,

In relazione al rispetto dei coefficienti patrimoniali minimi obbligatori, sulle diverse tipologie di rischi, visti in precedenza. La periodicità dipende dalla dimensione della banca: grandi dimensioni hanno una periodicità di tipo mensile, quelle piccole hanno periodicità trimestrale.

La matrice dei conti, la quale è un insieme di informazioni di natura contabile, extracontabile e statistico-contabile, che le banche sono chiamate a fornire alla Banca d'Italia, con cadenza periodica che dipende dalla dimensione della banca stessa. Lo schema informativo della matrice dei conti è composto da sezioni che contengono dati analitici di stato patrimoniale e conto economico. Una volta che l'autorità di vigilanza raccoglie tutte le informazioni dalle diverse matrici dei conti che provengono dalle diverse banche, fornirà poi a tutte le banche il cosiddetto flusso di return, cioè un flusso di informazioni aggregate relativo a tutto.

Il sistema creditizio italiano. Questo consentirà di capire alla singola banca il suo posizionamento all'interno del sistema.

La centrale dei rischi, che è un sistema di segnalazione di tutti i prestiti che le banche erogano di importo pari o superiore ai 30.000€ e che può essere interrogato, da parte di ogni banca, per sapere qual è la posizione di una determinata persona. Il limite minimo di segnalazione è di 30.000€, ma in caso in cui i crediti siano deteriorati, le segnalazioni vengono fatte per qualunque importo.

Dal 2018, le banche hanno un ulteriore obbligo, chiamato ANACREDIT, il quale è un archivio europeo dei crediti e del rischio di credito, gestito dalla BCE, ed è utilizzato dalla BCE e dal sistema europeo delle banche centrali per valutare l'andamento del rischio di credito all'interno dell'Unione Bancaria Europea, e quindi per prendere dei provvedimenti più o meno restrittivi.

In relazione a questo particolare rischio, la Vigilanza on site (ispettiva) è la vigilanza presso la banca che è oggetto di ispezione. La vigilanza ispettiva è complementare alla vigilanza informativa: essa infatti la integra e la completa consentendo di verificare l'attendibilità dei dati segnalati, di esaminare con maggiore e migliore dettaglio i profili qualitativi della gestione. L'ispezione, in questo caso, può essere:

  • Di natura ordinaria, la quale avviene mediamente ogni 3 o 4 anni e riguarda tutta l'attività della banca; nel caso di banche di grandi dimensioni, una ispezione ordinaria potrebbe durare dai 9 ai 12 mesi (es: banca Intesa o Unicredit) e quindi è facile capire che nel momento in cui si finisce una ispezione, è necessario che passi un po' di tempo (3 o 4 anni per l'appunto).
  • Di natura straordinaria, cioè viene posta in essere quando, dalla matrice dei conti emergono delle situazioni di...
difficoltà o poco chiare (delle anomalie). In questo caso, quindi, le autorità di controllo preferiscono inviare on site (sul luogo), all'interno della banca, un'ispezione di tipo straordinario, effettuata dai Join Supervisory Team (JST), cioè dei gruppi di vigilanza congiunti costituiti da Bancad'Italia per le banche meno significative, e da BCE per le banche più significative. La vigilanza protettiva è quella che opera in caso di crisi. Qui, le soluzioni sono molteplici e occorre verificare quando intervenire e qual è il livello della crisi. Le soluzioni disponibili sono: - sistema di early warning, secondo cui ciascuna banca deve avere dei sistemi che segnalino, in tempo, il possibile e probabile manifestarsi di una situazione di crisi e di difficoltà gestionali degli intermediari e fornire soluzioni adeguate. Qui, un ruolo fondamentale è giocato dal RAF (Risk appetite framework). - piani di risanamento veri e propri, che prevedono una serie di azioni da intraprendere per risolvere la crisi e riportare la banca ad una situazione di stabilità finanziaria. - intervento diretto delle autorità di controllo, che possono assumere il controllo temporaneo o definitivo della banca in crisi, sostituendo la gestione e adottando misure straordinarie per garantire la continuità operativa e la tutela dei depositanti. In conclusione, la vigilanza bancaria si articola in diverse fasi e modalità di intervento, al fine di garantire la stabilità e la sicurezza del sistema finanziario.ciario di un'azienda in difficoltà. Questi piani prevedono una serie di azioni volte a ridurre i costi, aumentare i ricavi e migliorare l'efficienza operativa dell'azienda. Alcune delle misure tipiche incluse nei piani di ristrutturazione sono la riduzione del personale, la vendita di asset non essenziali, la rinegoziazione dei contratti con i fornitori e la revisione delle strategie di marketing e di vendita. L'obiettivo finale di un piano di ristrutturazione è quello di ripristinare la solidità finanziaria dell'azienda e garantire la sua sopravvivenza nel lungo termine.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
119 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kevin_rossato di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia delle aziende di credito e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Borroni Mariarosa.