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A
ossia il volume del sottografico di f (R(f )). Se tale volume é inferiore a +∞, diremo che é
sommabile secondo Riemann.
f di segno qualunque 2
→ ∈
Definizione Sia f : A con A J(R ) ed f di segno qualunque, definiamo due funzioni:
R +
• parte positiva di f : f (x, y) = max{f (x, y), 0}
−
• parte negativa di f : f (x, y) = min{f (x, y), 0}
La cui somma ha come risultato la funzione f : −
+
f (x, y) + f (x, y) = f (x, y)
−
+
Quindi il sottografico di f e f sono misurabili secondo Peano-Jordan:
−
+ 3
∈
R(f ), R(f ) J(R )
e, se non entrambi +∞, diremo che f é integrabile secondo Reimann e poniamo:
Z Z Z
− −
+ +
− −
f (x, y)dxdy = µ (R(f ) R(f )) = f (x, y)dxdy f (x, y)dxdy
3
A A A
−
+
R R
se sia f (x, y)dxdy che f (x, y)dxdy sono finiti, allora diremo che f é sommabile secondo
A A
Reimann e quindi: Z |f (x, y)|dxdy < +∞
A
58 CAPITOLO 3. INTEGRAZIONE
2
→ ∈
Teorema Sia f : A con A J(R ) ed f integrabile secondo Riemann, allora:
R
• l’esistenza e il valore dell’integrale di f su A non dipendono dai valori che f assume su un
insieme di misura nulla;
• |f |
se f é sommabile secondo Riemann, allora é sommabile secondo Riemann e viceversa;
• vale la disuguaglianza triangolare, ossia: Z
Z ≤ |f (x, y)|dxdy
f (x, y)dxdy A
A
• vale la media integrale: Z
1
≤ ≤
inf f f (x, y)dxdy sup f
µ (A)
A 2 A
A
2
→ ∈
Teorema se f, g : A con A J(R ) sommabili secondo Riemann, allora valgono le proprietá
R
di linearitá e monotonia:
(R R R
(f + g)dxdy = f dxdy + gdxdy
A A A
linearitá R R
∗ ∗
(c f )dxdy = c f dxdy
A A
n R R
≤ ∈ ≤
monotonia f g (∀x, y A) =⇒ f dxdy gdxdy
A A
2
→ ∈ ∪A
inoltre se f : A con A J(R ), µ (A) < 0, f sommabile secondo Riemann su A ed A = A
R 2 1 2
∪
con A e A misurabili secondo Peano-Jordan e µ (A A ) = 0, allora:
1 2 2 1 2
Z Z Z
f dxdy = f dxdy + f dxdy
A A A
1 2
3.2.3 Insieme normale n
→ ∈
Definizione Siano f, g : A con A J(R ) e sia:
R ≤ ∀x ∈
g(x) f (x) A
n+1
Allora il sottoinsieme di :
R x,y n+1
{(x, ∈ |x ∈ ≤ ≤
B = y) A, g(x) y f (x)}
R
é detto normale rispetto all’asse y.
Nota bene se f, g sono sommabili secondo Riemann, allora:
Z
n+1
∈ −
B J(R ), µ (B) = (f (x) g(x))dx
n+1 A
3.3. INTEGRALE DOPPIO 59
3.3 Integrale doppio
3.3.1 Teoremi di riduzione
Il calcolo dell’integrale di una funzione definita su un insieme normale puó essere semplificato
attraverso i teoremi di riduzione, riconosciamo casi particolari:
Funzione definita su un rettangolo 2 ×
Consideriamo una funzione definita su un rettangolo, ossia un intervallo in del tipo I = [a, b]
R
→
[c, d] ed f : I continua.
R Figura 3.1: funzione definita su un rettangolo I
→
Consideriamo ora la funzione G : [c, d] definita come:
R b
Z
G(y) = f (x, y)dx
a ∈
Figura 3.2: funzione G in un punto y [c, d]
0
che é una funzione continua e sommabile secondo Riemann nel dominio, e definiamo integrale doppio
60 CAPITOLO 3. INTEGRAZIONE
di f il numero reale: !
b
d
d Z
Z
ZZ Z f (x, y)dx dy
G(y)dy =
f (x, y)dxdy = a
c
c
I →
Analogamente definiamo la funzione H : [a, b] tale che:
R
d
Z
H(x) = f (x, y)dy
c ∈
Figura 3.3: funzione H in un punto x [a, b]
0
che, come sopra, é continua e sommabile secondo Riemann, e l’integrale doppio di f si puó scrivere:
!
b b d
ZZ Z Z Z
f (x, y)dxdy = H(x)dx = f (x, y)dy dx
I a a c
∗ → →
Nota bene se f (x, y) = g(x) h(y) con g : [a, b] e h : [c, d] continue, allora:
R R
b d
ZZ Z Z
∗
f (x, y)dxdy = g(x)dx h(y)dy
I a c
Funzione definita su un insieme normale
Se consideriamo invece una funzione definita su un insieme normale del piano, ossia un un insieme
2
⊆
K (in questo caso normale rispetto a y) tale che:
R 2
{(x, ∈ |a ≤ ≤ ≤ ≤
K = y) x b, ψ (x) y ψ (x)}
R 1 2
3.4. INTEGRALE TRIPLO 61
2
Figura 3.4: Insiemi normali (∈ ) rispetto a y (a) e x (b)
R
→ →
con ψ , ψ : [a, b] continua, quindi la funzione f : K é continua e il suo integrale
R R
1 2
doppio su K si calcola come: !
b ψ (x)
ZZ Z Z 2
f (x, y)dxdy = f (x, y)dy dx
K a ψ (x)
1
2
⊆
Se invece K é un insieme normale rispetto all’asse x, cioé tale:
R 2
{(x, ∈ |ϕ ≤ ≤ ≤ ≤
K = y) (y) x ϕ (y), c y d}
R 1 2
→
con ϕ , ϕ : [a, b] continue, allora:
R
1 2 !
d ϕ (y)
ZZ Z Z 2
f (x, y)dxdy = f (x, y)dx dy
K c ϕ (y)
1
f come sopra da K a continua.
R
3.4 Integrale triplo
3.4.1 Teorema di Cavalieri
3
⊆
Definizione Un insieme V é detto solido di Cavalieri, se tale insieme é misurabile secondo
R
Peano-Jordan, posso definire, per ogni piano perpendicolare ad una retta λ, l’insieme sez (V ), che
λ
rappresenta l’intersezione tra tale piano e il solido V , tale insieme é bidimensionale e misurabile
secondo Peano-Jordan: 2
∈
sez (V ) J (R )
λ b
62 CAPITOLO 3. INTEGRAZIONE
Teorema Siano V e V due solidi di Cavalieri di asse λ, se:
1 2 ≤
µ (sez (V )) µ (sez (V ))
2 λ 1 2 λ 2
per ogni piano perpendicolare a λ, allora: ≤
µ (V ) µ (V )
3 1 3 2
in particolare se µ (sez (V )) = µ (sez (V )), allora:
2 λ 1 2 λ 2
µ (V ) = µ (V )
3 1 3 2
Teorema Se V é un solido di Cavalieri di asse z e la funzione che associa quote z a misure
→
bidimensionali di sez (V ) (z µ (sez (V ))) é sommabile su [α, β] e nulla all’esterno dell’intervallo,
z 2 z
allora il volume di V é dato da: β
Z
µ (V ) = µ (sez (V ))dz < +∞
3 2 z
α
→
se invece abbiamo f : V continua allora chiamiamo integrale triplo di f su V il volume di
R
V : !
β
ZZZ Z ZZ
µ (V ) = f (x, y, z)dxdydz = f (x, y, z)dxdy dz
3 V α sez (V )
z
3.4. INTEGRALE TRIPLO 63
Volume del cilindro
Consideriamo un cilindro (C ) di raggio R e altezza H:
l 3
{(x, ∈ |(x, ∈ ≤ ≤
C = y, z) y) A, 0 z H}
R
l
con A area di base del cilindro, tale che: 2
∗
µ (A) = µ (sez (Cl)) = π R
2 2 z
da cui possiamo ricavare il volume del cilindro:
H
Z 2 2 2
∗ − ∗ ∗
µ (C ) = π R dz = (H 0) π R = πHR
3 l 0
Volume del cono
Consideriamo un cono (C ) di raggio di base R e altezza H:
n 3
{(x, ∈ |(x, ∈ ≤ ≤
C = y, z) y) A(z), 0 z H}
R
n
Come possiamo notare in questo caso la sezione dipende dalla quota z e notiamo che i triangoli
∗
Hrz e HR0 sono simili, quindi vale la proporzione:
∗ ∗
− − ∗
H z r (H z ) R
−→
= r =
H R H
64 CAPITOLO 3. INTEGRAZIONE
da cui ricaviamo l’area della sezione A in funzione di z:
2
R
2 2
∗ −
∗
µ (A) = πr (H z)
= π
2 2
H
Integriamo quindi rispetto a z da = ad H per ricavare l’area del cono: H
H H
2 2 2 3 2
−
Z Z
R R R (H z) πR H
2 2
− −
π (H z) dz = π (H z) dz = π
µ (C ) = =
3 n 2 2 2
H H H 3 3
0 0 0
Volume della sfera
Consideriamo una sfera (S ) di raggio R, descritta come un insieme di punti nello spazio tali che:
f 3 2 2 2 2
{(x, ∈ |x ≤ }
S = y, z) + y + z R
R
f
Anche in questo caso l’area della sezione dipende dalla quota z, in particolare il raggio della sezione
puó essere scritto in funzione di z sfruttando il teorema di Pitagora:
p ∗2
2 −
r = R z
da cui, l’area della sezione A: 2 2 2 2 2
∗ − −
µ (A) = πr = π (R z ) = πR πz
2
−R
Posso ora integrare da a +R per ricavarmi l’area della sfera:
R R R
Z Z Z 2 4
2 2 2 2 3 3 3
− − −
µ (S ) = (πR πz )dz = πR dz π z dz = 2πR πR = πR
3 f 3 3
−R −R −R
Volume di un solido di rotazione +
→
Nel piano xz consideriamo il sottografico della funzione f : [a, b] che manda punti dell’asse
R z
x compresi nell’intervallo [a, b] in punti del semiasse positivo delle coordinate z.
Se tale sottografico viene fatto ruotare attorno all’asse x otteniamo un solido di Cavalieri di asse x
∗ ∗
che chiamiamo S , infatti se le sezioni sez (S ) sono dischi di centro (x , 0, 0) e raggio f (x ) allora
r x r
posso scrivere l’area di tali dischi in funzione della coordinata x:
2
µ (sez (S )) = πf (x)
2 x r
3.4. INTEGRALE TRIPLO 65
e il volume del solido S sará l’integrale da a a b dell’area delle sezioni:
r b
Z 2
πf (x)dx
µ (S ) =
3 r a
3.4.2 Riduzione per fili 2
→ ∈
Siano α, β : A funzioni continue con A J (R ) misurabile nel piano e sia K un insieme
R z b
normale rispetto a z: 3
{(x, ∈ |(x, ∈ ≤ ≤
K = y, z) y) A, α(x, y) z β(x, y)}
R →
Teorema Se esiste una funzione continua f : K , con K come sopra, allora la funzione:
R
β(x,y)
Z
3 →
A (x, y) f (x, y, z)dz
α(x,y)
é continua e il volume del solido K si calcola come: !
β(x,y)
ZZZ ZZ Z
µ (K) = f dxdydz = f (x, y, z)dz dxdy
3 K A α(x,y)
66 CAPITOLO 3. INTEGRAZIONE
Se ora anche A é un insieme normale, supponiamo rispetto a y:
2
{(x, ∈ |a ≤ ≤ ≤ ≤
A = y) x b, ψ (x) y ψ (x)}
R 1 2
→
con ψ , ψ : [a, b] funzioni continue, allora il volume di K si puó scrivere come:
R
1 2 y ! !
β(x,y)
ψ (x)
b Z
ZZZ Z
Z 2 f (x, y, z)dz
µ (K) = dy dx
f dxdydz =
3 α(x,y)
&ps