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Estratto del documento

LGD =LGD* E

LGD

dove è quella stimata per le esposizioni non garantite (il suo valore è dato dal

regolatore nell’approccio IRB foundation).

Esempio riepilogativo: calcoliamo l’impatto della mitigazione (ottenendo i valori di

capitale che deve essere assorbito) secondo diversi approcci: 103

a) Approccio standard: metodo semplificato.

b) Approccio standard: metodo integrale.

c) Approccio IRB foundation: metodo integrale con passaggio successivo rispetto a b).

a) Approccio standard: applico il metodo semplificato.

(70*20%+30*50%)*8%= 2,32

Ricordiamo che alla parte garantita (70) dovrà essere applicata la ponderazione prevista

per la garanzia, mentre alla parte non garantita (30) dovrà essere applicata la

ponderazione prevista per la controparte debitrice.

____________________________________________________________________

-b) Approccio standard: applico il metodo integrale.

*

E =max {0, [E(1+h )-C(1-h -h )]}

E C FX

*

E =max {0, [100(1+0)-70(1-0,04)]}=32,8

*

E =32,8

Questo sarà quindi il valore da ponderare:

32,8*8%= 2,624

____________________________________________________________________

-c) Approccio IRB foundation: applico il metodo integrale con lo step successivo.

32,8

*

LGD =45%* = 14,76%

100

____________________________________________________________________

104

17/05/18

Il ciclo di controllo del rischio parte dalle strategie (obiettivi) che la banca intende

perseguire: dalla conoscenza di queste ed in base alla governance della banca

discendono quelle che sono le “policy” con riferimento al rischio, (“risk

con il RAF

appetite framework”) che in tal caso assume un ruolo fondamentale.

Questi rischi vengono quindi mappati sia qualitativamente che qualitativamente: la

banca deciderà poi circa la loro assunzione e si impegnerà in una continua fase di

monitoraggio, copertura ed attenuazione. La fine di questo ciclo sarà rappresentata dal

“reporting”, che rappresenta allo stesso tempo il punto di partenza per un nuovo ciclo.

Il reporting fornirà quindi informazioni relative ai possibili eventi di perdite,

informazioni relative ad analisi quantitative ed informazioni circa eventi futuri.

“risk-governance”

La elemento fondamentale del complessivo sistema di governo

delle banche: esso assicura che l’attività aziendale sia in linea con le strategie e le

politiche aziendali e sia improntata a canoni di sana e prudente gestione.

è costituito, infatti, dall’insieme delle regole, delle

Il sistema dei controlli interni

funzioni, delle strutture, delle risorse, dei processi e delle procedure aziendali: questo

deve essere completo, adeguato, efficace ed affidabile (la situazione organizzativa

dipende quindi dalla specifica banca). Il processo di gestione del rischio deve essere

efficacemente integrato all’interno dell’operatività aziendale attraverso: 105

- diffusione di un linguaggio comune nella gestione dei rischi a tutti i livelli della

Banca;

- adozione di metodi e strumenti di rilevazione e valutazione tra di loro coerenti;

- definizione di modelli di reportistica dei rischi;

- individuazione di momenti formalizzati di coordinamento;

- previsione di flussi informativi su base continuativa tra le diverse funzioni;

- condivisione nell’individuazione delle azioni di rimedio.

Per ciascuna funzione aziendale di controllo, la regolamentazione interna della banca

deve stabilire le responsabilità, i compiti, le modalità operative, i flussi informativi, la

programmazione dell’attività di controllo nonché i contenuti e la periodicità delle

relazioni annuali da presentare agli organi aziendali.

Ogni funzione riferisce per gli aspetti di rispettiva competenza, in ordine alla

completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del sistema dei controlli interni e

informano tempestivamente gli organi aziendali su ogni violazione o carenza rilevante

riscontrate. – assicura quindi che l’attività aziendale sia in linea

Il sistema dei controlli in generale -

con le strategie e le politiche aziendali e che sia improntata a canoni di sana e prudente

gestione

La funzione di risk management deve avere un ruolo - riconosciuto dalla 285 -

percepibile dalla struttura all’interno della quale è posta.

Questa funzione può avere accesso a tutte le informazioni a livello aziendale.

è più un semplice “controllore” dei livelli di rischio ed un

Il risk manager non

“produttore” di informazioni a beneficio del top management e del board, ma sta

diventando sempre di più un interlocutore autorevole nei processi di governance: egli,

MA

come detto, non si sostituisce a chi prende decisioni ha il compito di fornire la

propria visione sul rischio, fornendo pareri autorevoli e/o vincolanti.

Il “sistema è diviso in 3 livelli:

dei controlli interni” 106

-1 livello: sono i controlli diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni.

all’interno delle stesse strutture operative

Questi controllo sono generalmente effettuati

ovvero nell’ambito del back office.

-2 livello: sono i controlli diretti ad assicurare la corretta attuazione del processo di

gestione del rischio, del rispetto dei limiti operativi assegnati alle funzioni, della

conformità dell’operatività alle norme. Si individuano quindi funzioni separate

all’interno di questa fascia: risk management e compliance.

-3 livello: individua la funzione di auditing. Questa controlla di fatto che si siano svolti

correttamente i controlli di 1 e 2 livello: è quindi in un certo senso il garante del

funzionamento del sistema dei controlli interni.

I controlli di 2 e 3 livello, a differenza di quelli di 1 livello, dipendono direttamente dal

CDA: questo per far sì che queste funzioni abbiamo una certa autonomia ed

autorevolezza.

Questa tripartizione deve essere presente in TUTTE le banche, grandi o piccole.

“funzioni di controllo”

Con riferimento ai ruoli e alle responsabilità delle abbiamo:

- accesso ai dati aziendali e informazioni esterne, inclusi i dati dell’eventuale

outsourcer;

- risorse economiche eventualmente attivabili in autonomia;

- adeguatezza del personale per numero e competenze tecnico/professionali: la

normativa non prevede quindi numeri standard ma è la banca a valutare la

migliore organizzazione; 107

- valutazione periodica delle performance;

- competenze trasversali da acquisire con programmi di formazione e rotazione

delle risorse tra funzioni aziendali di controllo;

- formalizzazione di compiti e responsabilità, per chiarire chi fa cosa all’interno

della banca, in ottica integrata interna;

- separatezza organizzativa rispetto alle funzioni operative e tra le funzioni di

controllo;

- sistema di remunerazione coerente con le finalità della funzione;

- indipendenza, autorevolezza, efficacia delle funzioni;

- le funzioni di secondo livello sono sottoposte a verifica periodica da parte della

revisione interna.

Per ciascuna funzione aziendale di controllo, la regolamentazione interna della banca

deve stabilire le responsabilità, i compiti, le modalità operative, i flussi informativi, la

programmazione dell’attività di controllo nonché i contenuti e la periodicità delle

relazioni annuali da presentare agli organi aziendali.

Ogni Funzione riferisce per gli aspetti di rispettiva competenza, in ordine alla

completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del sistema dei controlli interni e

informano tempestivamente gli organi aziendali su ogni violazione o carenza rilevante

riscontrate. funzioni di “compliance e risk-management”

Con riferimento alle dovrà ovviamente

essere stabilito il programma di attività da portare avanti nel corso del tempo.

Saranno così identificati e valutati (in base alle rispettive competenze) i principali rischi

a cui la banca è esposta e sono programmati i relativi interventi di gestione, tenendo

conto sia delle eventuali carenze emerse nei controlli nel passato, sia di eventuali nuovi

rischi identificati. funzione di “internal audit”

Con riferimento alla anche questa dovrà stabile un piano

di audit che indichi le attività di controllo pianificate in ottica risk-based, tenuto conto

l’attività di revisione

dei rischi delle varie attività e strutture aziendali, inclusa del

sistema informativo.

Al termine del ciclo gestionale, le funzioni aziendali di controllo presentano agli organi

dell’attività svolta, che illustra le verifiche

aziendali una relazione effettuate, i risultati

emersi, i punti di debolezza rilevati e propongono gli interventi da adottare per la loro

rimozione. “processo di gestione dei rischi” si intende l’insieme

Quindi , ricapitolando, con delle

regole, delle procedure, delle risorse (umane, tecnologiche e organizzative) e delle

attività di controllo volte a identificare, misurare o valutare, monitorare, prevenire o

attenuare nonché comunicare ai livelli gerarchici appropriati tutti i rischi assunti o

108

assumibili (punto chiave : ottica ex-ante e non solo più ex-post) nei diversi segmenti,

a livello di portafoglio di impresa e di gruppo, cogliendone, in una logica integrata,

anche le interrelazioni reciproche e con l’evoluzione del contesto esterno.

“risk-management”

Con riferimento ora alla funzione di la stessa:

coinvolta nella definizione del livello di rischio accettato e nell’elaborazione

- È

delle politiche di governo dei rischi. Il risk-manager, ricordiamo, non fissa la

propensione al rischio, compito invece del CDA. all’assunzione delle varie

- È coinvolta nella fissazione dei limiti operativi

tipologie di rischio: il risk-manager potrebbe ad esempio fornire supporto al

CDA nel fornire un limite nel rapporto “cost-income”.

Verifica nel continuo l’adeguatezza di tutte le politiche definite.

-

- È responsabile dello sviluppo, della convalida e del mantenimento dei sistemi di

misurazione e controllo dei rischi assicurando che siano sottoposti a back-testing

periodici. È quindi responsabile dei modelli utilizzati per fare tutte le diverse

valutazioni.

- Sviluppa e applica indicatori in grado di evidenziare situazione di anomalia e di

inefficienza dei sistemi di misurazione e controllo dei rischi.

Analizza i rischi dei nuovi prodotti e servizi e di quelli derivanti dall’ingresso in

- nuovi segmenti operativi e di mercato: questo è un compito sicuramente

“nuovo”.

- Dà pareri preventivi sulla coerenza con la politica di governo dei rischi delle

operazioni

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Publisher
A.A. 2018-2019
114 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CosminCiobanu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi e gestione dei rischi degli intermediari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Leone Paola.