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4- ECCESSO DI INATTIVAZIONE DELL’INSULINA;
5- IPERATTIVITA’ DELL’INSULINASI EPATICA;
6- LEGAME AD ANTICORPI SPECIFICI;
7- DIFETTO DELLA RISPOSTA PERIFERICA ALL’INSULINA;
8- ALTERAZIONE DEI RECETTORI DI MEMBRANA.
Le modalità di insorgenza della malattia diabetica rivestono una particolare importanza perché la
loro conoscenza appare indispensabile per la tempestività della diagnosi. Molto di frequente la
diagnosi di diabete è posta per il riscontro occasionale di una glicemia elevata o di una glicosuria,
cioè in una fase di malattia ormai affermata e presente da tempo, anche se accompagnata da
pochi sintomi clinici evidenti. Infatti l’esordio della malattia diabetica, tranne in casi particolari di
diabete da pancreateatomia e pochi altri, non è mai un fenomeno improvviso, ma si verifica
insensibilmente nel tempo, dopo una fase anche lunghissima di potenzialità diabetica stabilita
dall’ereditarietà. Questa fase di malattia diabetica potenziale, definita PREDIABETE, è individuabile
soltanto dai dati anamnestici (familiarità diabetica, ecc.) o sospettabile da manifestazioni
aspecifiche (obesità, vascolopatia precoce), ma non dà sintomi clinici. Pur potendo rimanere tale
per tutta la vita, la fine di prediabete passa ad una seconda fase PRECLINICA non ancora segnata
da sintomi clinici evidenti né da iperglicemia a digiuno, ma sicuramente diagnosticabile attraverso
prove funzionali di laboratorio.
Si parla di Diabete Latente quando esiste un’anomalia, sia pure reversibile delle prove di tolleranza
al glucosio in condizioni particolari, quali la gravidanza, un periodo transitorio di obesità, una
malattia intercorrente. La diagnosi di diabete è conseguibile mediante le prove da carico di
glucosio potenziali da cortisone. Il successivo progredire della malattia diabetica è contrassegnata
da positività della curva da carico di glucosio e spesso da glicosuria post-prandiale e da glicemia a
digiuno spostata verso i limiti massimo-normale. Per tale motivo si parla in questi casi di diabete
chimico, poiché facilmente diagnosticabile con le ordinarie tecniche di laboratorio.
Infine, nella successiva fase di diabete clinico, la malattia è resa manifesta soprattutto
dall’iperglicemia a digiuno. È fondamentale la distinzione fra diabete giovanile (diabete magro,
insulino-dipendente o insulino-privo) e diabete dell’età adulta (diabete florido non insulino-
dipendente). Si parla di DIABETE CONPENSATO quando la disponibilità di insulina, ancorché
ridotta, non impedisce un ricambio energetico sufficiente per i consumi minimi ordinari.
Il DIABETE SCOMPENSATO è invece caratterizzato da un apporto insulinico insufficiente e da un
progressivo inevitabile deterioramento del ricambio intermedio fino all’impossibilità della 39
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sopravvivenza. Lo scompenso diabetico non tempestivamente corretto si estrinseca nel coma
iperglicemico cheto-acidosico, nel quale la perdita di coscienza e dei riflessi è accompagnata da
flaccidità muscolare, pallore, respiro grosso, alito acetonico, polso molle e frequente, ipertonia
endo-oculare, ipertensione arteriosa e, dal punto di vista laboratoristico, da cheto-acidosi,
alterazione elettrolitiche, iperglicemia e glicosuria.
I sintomi clinici del diabete sono:
Astenia;
Polifagia;
Polidipsia;
Poliuria;
Dimagrimento;
Prurito;
Dermatosi;
Facilità alle infezioni.
Attualmente la medicina distingue tre forme di diabete mellito:
- DIABETE DI TIPO 1: Un tempo chiamato diabete insulino-dipendente o diabete giovanile,
riguarda il 10% dei casi di diabete e si sviluppa prevalentemente a partire dall’infanzia o
dall’adolescenza. Nel diabete di tipo 1, la produzione di insulina da parte del pancreas
viene soppressa o fortemente ridotta a causa della distruzione delle cellule beta da parte
del sistema immunitario che le non le riconosce come appartenenti all’organismo, ma
come estranee e quindi nocive. Questa forma di diabete viene, quindi, classificata tra le
malattie autoimmuni, cioè legate a una reazione del sistema immunitario contro
l’organismo stesso. Le cellule beta sono deputate alla produzione di insulina, ormone
fondamentale per l’organismo perché regola l’ingresso e l’utilizzo del glucosio nelle cellule,
pertanto come conseguenza di questa patologia si manifestano valori della glicemia
anomali. Questa situazione è irreversibile, pertanto il paziente a cui è stato diagnosticato il
diabete di tipo 1 dovrà necessariamente assumere ogni giorno e per tutta la vita dosi di
insulina (di qui la definizione di diabete insulino-dipendente). Il sistema immunitario che si
auto-attiva nei confronti delle cellule beta in pazienti con diabete tipo 1, può, in una
piccola percentuale di casi, attivarsi anche contro altri organi. È stato notato, infatti, che
una un numero se pur minima di pazienti con diabete mellito tipo 1 è affetto anche da
celiachia o da tiroidite autoimmune. Le cause di questa malattia sono ancora sconosciute
ma, in quanto autoimmune, si ritiene sia scatenata da una concomitanza di fattori genetici
e ambientali. Alla base del diabete di tipo 1, infatti, vi è indubbiamente una
predisposizione genetica anche se non necessariamente ereditaria come nel caso del
diabete di tipo 2. Tra i sintomi più frequenti ci sono le urine abbondanti e frequenti, sete e
fame eccessiva, dimagrimento improvviso e immotivato.
- DIABETE DI TIPO 2: Rappresenta la forma di diabete più comune e interessa il 90% dei
casi. Si sviluppa prevalentemente a partire dai 40 anni di età e colpisce principalmente i
soggetti obesi o sovrappeso, è caratterizzato da un duplice difetto: non viene prodotta una
quantità sufficiente di insulina a soddisfare le necessità dell’organismo (deficit di
secrezione di insulina), oppure l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente
(insulino resistenza). Il risultato, in entrambi i casi, è il conseguente incremento dei livelli di
glucosio nel sangue (iperglicemia). Questi due difetti possono coesistere oppure
presentarsi separatamente e/o successivamente. L’insulino resistenza, tipica dei pazienti
obesi, consiste in una incapacità di alcuni organi a rispondere all’azione dell’insulina per cui
il glucosio non riesce ad entrare dentro le cellule, rimanendo quindi nel sangue dove 40
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determina l’aumento della glicemia. Le alterazioni del prodotto di secrezione della beta-
cellula (anomalie della molecola insulinica) generalmente riguardano:
- presenza di antagonisti dell’insulina (anticorpi, ormoni e farmaci controinsulari);
- alterazioni del bersaglio (anticorpi contro il recettore, modificazione dell’affinità del
recettore, patologia post-recettoriale).
A livello del bersaglio si distinguono difetti recettoriali e post recettoriali. La prima
evenienza consiste in un difetto di legame dell’insulina, per una modificazione anatomica e
funzionale dei recettori, per diminuzione numerica o per ridotta affinità. La seconda
circostanza si riferisce a tutte quelle condizioni in cui gioca un’alterazione dei segnali di
membrana ed intracellulari che seguono il legame.
Normalmente il pancreas cerca di superare questa resistenza producendo più insulina, ma
nel tempo questa iperfunzione porta ad un suo progressivo esaurimento funzionale, per cui
il pancreas produce sempre meno insulina. In genere, la presenza di diabete di tipo 2 può
non essere rilevata per molti anni in quanto l’iperglicemia si sviluppa gradualmente e non
comporta sintomi particolarmente evidenti come quelli del diabete di tipo 1. Le cause alla
base dell’insorgenza della malattia vanno generalmente ricercate in fattori ereditari ed
ambientali. Attraverso studi approfonditi si è evidenziato che esiste un fattore di
trasmissione ereditario, non ancora ben chiarito, che espone alcune popolazioni o
addirittura alcune famiglie a tale patologia. Alla ereditarietà si affiancano aspetti
caratteristici della persona quali l’obesità e fattori ambientali scatenati come vita
sedentaria, lo stress e alcune malattie: le cellule hanno bisogno di zucchero per vivere,
tanto maggiore è il numero di cellule da alimentare tanto maggiore sarà il fabbisogno di
insulina. Nelle persone obese, quindi, l’insulina viene prodotta ma non in quantità
sufficiente. Alcuni dei sintomi tipi del diabete di tipo 2 sono: sensazione di stanchezza,
frequente bisogno di urinare anche nelle ore notturne, sete inusuale, perdita di peso,
visione offuscata e lenta guarigione delle ferite. Alla poliuria consegue uno stato di
disidratazione e questo determina un senso di sete che è uno dei primi sintomi del diabete
e che costringe il paziente ad ingerire 2-3- litri di acqua al giorno (polidipsia). La mancata
utilizzazione del glucosio è causa di un accentuato senso di fame per cui il paziente è
spinto a mangiare quantità eccessive di alimenti (polifagia). I sintomi biochimici consistono
in un innalzamento della glicemia di varia entità, glicosuria, iperlipemia (eccessivo
contenuto di lipidi-grassi- nel sangue) e ipercolesterolemia. Nei casi di diabete
scompensato si ha un aumento dei corpi chetonici nel sangue, nonché l’istaurarsi di uno
stato di acidosi. L’alterato metabolismo dei glucidi e dei lipidi porta da un lato ad una
diminuita resistenza alle infezioni, e dall’altro è causa di una angiopatia che colpisce sia le
grosse arterie, con lesioni di tipo arterio-sclerotico, che i piccoli vasi, con alterazioni
degenerative-sclerotiche che si estendono a tutto il sistema vascolare. Conseguenti
all’angiopatia sono i disturbi circolatori che colpiscono con maggior frequenza gli arti
inferiori (giungendo fino alla gangrena), l’occhio (in particolare la retina), i vasi del
miocardio, predisponendo così all’infarto miocardico. La manifestazione più clamorosa del
diabete è costituita dal coma diabetico. Preceduto da malessere generale, inquietudine,
ipotensione, si ha una graduale perdita della coscienza fino ad uno stato di coma profondo.
Il quadro biochimico del coma diabetico è caratterizzato da un valore elevato della glicemia
(spesso superiore a 300mg/dl), da notevole aumento dei corpi chetonici, da abbassamento
del pH ematico. Quando la glicemia supera determinati valori, che usualmente si aggirano
intorno a 160-180mg/dl (soglia renale), il glucosio passa nelle urine trascinandosi dietro
acqua (poliuria) e Sali, e provocando, in tale modo, uno squilibrio e un depauperamento 41
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