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URINE
(appunto in più)
[
Il contenitore deve essere sterile solo se si vogliono fare analisi microbiologiche, ma non è essenziale nelle
analisi biochimico-cliniche.
Il campione estemporaneo è un campione random che si può ottenere in qualsiasi momento della giornata.
Se dovessimo riscontrare proteinuria nel campione random, si ripeterebbe la raccolta ma stando attenti
che questo sia la prima minzione. Se c’è comunque proteinuria bisogna indagare meglio, se non c’è allora è
collegabile alla proteinuria ortostatica.
Se invece dovessimo fare analisi microbiologiche, dobbiamo prendere la seconda minzione, perché la sosta
in vescica della prima minzione durante tutta la notte porta alla concentrazione ulteriore dell’urina grazie al
riassorbimento dell’endotelio delle cellule vescicali.
Un altro campione è quello temporeggiato che è l’urina che forma in un arco di tempo, quello più indicato è
nell’arco di 24h perché dà un’idea più appropriata delle oscillazioni cronobiologiche. L’inizio della raccolta
deve essere segnato, ad esempio 7 di mattina, il soggetto dovrà svuotare completamente la vescica e
buttarla e poi si andrà avanti a raccogliere le altre minzioni in un unico contenitore e alle 7 del giorno
successivo svuotare nuovamente la vescica e questa volta però unirla alle altre. Si raccomanda una buona
idratazione, anche 1.5L in più rispetto al consumo giornaliero abituale.
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Ci sono poi campioni da doppio svuotamento, sono sempre temporeggiati ma in un tempo minore.
Per la conservazione è sufficiente la refrigerazione, ma ci sono in commercio anche compresse che
]
contengono vari additivi.
L’urina è molto utilizzata perché è un campione che non produce disagi nel paziente, è una matrice più
facile da analizzare, quindi è molto utile come campione. L’analisi di questo campione è stata abusata nel
tempo e quando c’è possibilità di fare molte analisi spesso si esagera e quindi negli anni 90 era una prassi
fare queste analisi delle urine insieme a tanti altri esami. La tecnologia ha messo a disposizione dei sistemi
che analizzano l’urina velocemente per far fronte alle numerose richieste. Abbiamo quindi l’analisi per via
umida in cui si vanno a cercare strutturalmente i vari metaboliti.
In condizioni normali si ottiene tramite svuotamento della vescica attraverso l’atto della minzione. Non è
un prelievo ma una raccolta. Il prelievo viene fatto mediante catetere quando fisiologicamente il soggetto
non riesce nell’atto, ma questo porterebbe a delle complicazioni.
La procedura corretta per ottenere un campione urinario è l’utilizzo della parte centrale della minzione.
Cioè se questa minzione è di 100ml i primi 20 vengono scartati come anche la parte finale e si raccoglie solo
la parte centrale. Il motivo, per quanto riguarda le analisi chimico-cliniche, non è importante. Ma dal punto
di vista biologico, la prima parte lava le vie urinarie mentre invece la parte terminale è la parte che svuota
l’ultimo deposito di urina vescicale che è ricco di detriti cellulari e anche cellule di sfaldamento. Si prende la
parte centrale dove l’eventuale cellularità è in sospensione.
Distinguiamo tra un campione temporizzato e un campione qualsiasi della giornata. Il campione
temporizzato è raccolto in un determinato periodo di tempo, mentre un campione saltuario può essere
raccolto quando si vuole. Il campione estemporaneo (uno qualsiasi della giornata) che viene più utilizzato è
la prima minzione del mattino che corrisponde all’urina della notte che dal punto di vita chimico-clinico è il
campione più idoneo perché ad esempio è il campione più voluminoso, oppure perché è più concentrata
circa del 10 % il motivo è perché la sosta in vescica porta ad un maggiore riassorbimento di acqua dal
volume urinario, oppure anche perché questa urina viene prodotta in arco temporale molto lungo e quindi
può riflettere maggiori momenti della giornata. Il motivo principale è però che questa viene prodotta in un
momento in cui il soggetto è a riposo e la maggior parte del tempo lo ha passato non in posizione
ortostatica e senza fare attività fisica, questo perché esiste una proteinuria fisiologica in un percentuale del
3-5% della popolazione, da esercizio fisico, detta da ortostatismo, abbastanza elevata quando appunto si fa
esercizio fisico. La proteinuria è un sintomo che va indagato attraverso un campione temporizzato. La
seconda minzione è importante per indagini di tipo microbiologico e il motivo è la concentrazione dell’urina
per sosta in vescica. Se l’interesse è quello di indagare un sospetto di infezione delle vie urinarie, si prende
il campione e viene messo in coltura. La coltura ci dà un dato quantitativo sulla presenza dei batteri nel
campione. Siccome la prima minzione è più concentrata ci sarebbe un risultato di una quantità di batteri
nell’urina maggiorata da questo effetto di concentrazione, quindi, per togliere un effetto di concentrazione
è più fisiologico sapere quanto è la concentrazione di batteri presenti nell’urina appena prodotta.
Il recipiente è importante perché deve essere senz’altro sterile.
All’interno dell’urina può essere richiesta la presenza di additivi che dipendono dalla sostanza che vogliamo
analizzare.
Abbiamo i campioni temporizzati, per motivi di approfondimento, che vuol dire l’urina prodotta in un
determinato arco di tempo.
Viene richiesto un campione temporizzato per:
• L’indagine sulla proteinuria, se risulta alta in un campione qualsiasi della giornata allora questo
dato viene approfondito prendere un campione della prima minzione della giornata.
• L’approfondimento sulla GFR, se vediamo che un parametro di smaltimento renale è in aumento
questo non ci dice molto sulla funzionalità del rene, perciò, bisogna fare un test, clearance, ma per
questo serve un campione temporizzato.
• Il sapere il volume di urina prodotto
• Campione da doppio svuotamento, doppio svuotamento vuol dire che ci vuole uno svuotamento a
tempo zero, cioè quando inizia il test, il soggetto inizia la minzione. Si va avanti a raccogliere
campioni per due ore e allo scadere finisce il test. A quel punto si fa una raccolta dell’urina
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prodotta. È quindi il risultato di quello che succede durante il test. Doppio svuotamento può essere
anche utilizzato per valutare la capacità di concentrazione dell’urina.
Per quanto riguarda il campione temporizzato da ottimizzare per un test, la temporizzazione ideale sono le
24h perché in queste 24h facciamo tutto (riposo, lavoro, alimentazione ecc..) quindi questo è il miglior
campionamento. Come si effettua una raccolta delle 24h? Al tempo zero l’urina non c’è, quindi nel
momento in cui iniziamo la raccolta occorre svuotare la vescica ed eliminare l’urina prodotta, ma è anche
importante segnare l’orario al tempo zero, e poi tutte le minzioni successive vengono raccolte e messe in
un contenitore fino allo scadere delle 24h in cui svuotiamo l’ultima minzione e mettiamo tutto nel
contenitore.
Una volta raccolto il campione temporizzato le operazioni sono due:
1) Miscelamento
2) Quando questo è omogeneo abbiamo bisogno di sapere il volume e poi se ne prende una parte
rappresentativa del tutto
Il laboratorio di chimica analitica non ha mai dato un valore di clearance ma ha sempre fornito la
concentrazione di creatinina nell’urina e nel sangue di questo soggetto, perché la clearance necessita anche
del volume urinario che non è sotto controllo del laboratorio.
È molto importante la conservazione dell’urina in quanto sono 24h e quindi si potrebbe giungere allo
sviluppo di colonie batteriche e modificazioni del contenuto. Generalmente viene tenuto in frigorifero ma il
fatto della conservazione a freddo causa la precipitazione di Sali poco solubili che genera un effetto poco
bello da vedere. Perciò vengono utilizzate compresse contenenti batteriostatici, ad esempio acido borico,
che presenti direttamente nel contenitore ci consente di tenerla a temperatura ambiente.
Per la conservazione è indispensabile avere una rapida sieratura del campione di sangue, altrimenti la
conservazione ha questa tempistica, un campione può essere conservato per 10 giorni a temperatura
refrigerata, oppure via via tempi sempre più lunghi variando la temperatura.
Il modo più efficiente ed economico è la
liofilizzazione. Nel controllo di qualità occorre
effettuare analisi su un campione standard che è
ottenibile sul mercato come fiale liofilizzate e
vengono poi portate al volume originario
aggiungendo acqua fino al volume prescritto. La
liofilizzazione consiste nel passare dallo stato
solido allo stato gassoso e questo avviene con il
campione che mantiene la sua temperatura. Altri
modi di conservazione sono con opportuni
additivi. Per temperatura intendiamo 22-24 gradi
la temperatura ambiente, la refrigerazione con 4-
6 gradi, poi c’è il congelamento in refrigeratori in
cui la temperatura può arrivare a -80 gradi e poi
cellule che devono poi riprendere la loro
funzionalità vengono conservate a -140 gradi.
In funzione alla temperatura, sulla potassemia, se il campione viene mantenuto a temperatura refrigerata o
a temperatura ambiente per un periodo limitato non succede granché. Se in invece il campione viene fatto
in presenza di un glicostatico, certi parametri subiscono variazioni incompatibili con la fisiologia.
Al contrario il campione ottenuto anche a temperatura ambiente anche con un glicostatico, permette la
conservazione della concentrazione del glucosio che non subisce variazioni.
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Come additivi aggiunti per misurare la concentrazione del campione, si usa una modificazione del ph per
migliorare la conservazione nel tempo di alcuni analiti, perché abbassandolo o alzandolo aumenta la
solubilità di alcune sostanze presenti nel campione. Inoltre, a ph opportuni si mantiene la stabilità chimica
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di alcune sostanze, ad esempio le catecolamine o l’acido vinilmandelico. Ed infine per quanto riguarda gli
enzimi, questi necessitano del loro Ph ottimale (l’urina va alcalinizzata).
In alcuni casi occorre aggiungere dei reattivi che mantengono in buono stato i gruppi funzionali, come ad
esempio l’aggiunta di agenti riducenti (cisteina, glutatione ridotto, acetilcisteina, per mantenere la stabilità
conservativa di attività enzimatiche. L’ultima cosa importante