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Funzione continua

Sia f: X ⊂ R2 X ⊂ Rm e x0 ∈ X di accumulazione per X. Diciamo che f è continua in x0 se esiste

lim f(x) = f(x0) x → x0

f si dà continua su X ⊂ Rc se lo è in ogni suo punto.

Uniforme continuità e que proposto

Sia f: X ⊂ Rm X ⊂ Rm ΞX ⊂ X. n doi che f è uniformemente continua

Se ∀ ε > 0 ∃ δ > 0.... tale che |f(x1) - f(x2)| < ε ∀X1, x2 ∈ X |x1 - x2| < δ

1) la continuità uniforme implica la continuità; il inverso non vale.

Se f: X ⊂ Rm couguito allora f è uniformemente continua

Una funzione uniformemente continua è una funzione continua che: piccole variazioni della variabile indipendente x ensue piccole variazioni della immagine y

controesempio continua-!... R2

f(x,y) = x y ..√ (R2 - x21 + δ, ε _ )2 e coindenza

P√2 (-√ - (G/a + , √ (G/a

| F(c1) - f(c2) | = | - (d/2) + ε/2 ) = 3 ; ε + ..,

Teorema dei valon intermedi

Sia f: X → R, x ∈ Rm se f e continua ed x e ▯o ! cantpoto e convessa. allora

Esomme tutti valon tra ui ..e mínimo e miccnimo

Teorema di Weiestrass

Sia x ⊂ Rm capurguto cioe chiuso e limitato e sia F: X → R continua, allora,

F .,...nettete mínimo e massimo ossoluti ( ⬢ ...

F(x) = F(y) = F(z) ⟶ ∃ (x,x) F(x) ; ∀ x ∈ [X. e che

Diseguaglianza di Cauchy-Schwarz

Sia V uno spazio vettoriale e < , > un prodotto scalare su V allora

| (Cv = u * v) | ≤ √ <u, u> x <v, v>

Diseguaglianza di Young

...o, a, b, ≥ 0

p, q ∈ [ 1, +∞ ) t.c. (1/p) + (1/q) = 1 allora a b ≤ (ap/p + bq/q)

Teorema di esistenza degli zeri

Sia X un insieme connesso di Rm e f: X → R continua. Supponiamo che siano x1, x2 ∈ X tali che f(x1) < 0, f(x2) > 0. Allora esiste x ∈ X tale che f(x) = 0.

Definizione. Si dice che X ⊆ Rm è connesso per poligonali se ∀ x, y ∈ X esiste una poligonale P ⊆ X che li congiunge.

Dimostrazione

Supponiamo che f(x1) < 0, f(x2) > 0 e che esiste un segmento congiungente x1 e x2. La dimostrazione considera la restrizione di f al segmento 5 [x0,x 1] che di come variabile sia di-coordinata. Allora per il teorema di esistenza degli zeri in una variabile si ottiene che ∃ ξ ∈ S s.t. ξ ∈ X tale che f(ξ) = 0.

In generale, noi trovi un segmento meno una poligonale che li congiunge proseguito in questo modo:

  1. Se f(x) = 0 ho finito.
  2. Se f(x) ≠ 0 applicare i due precedute.
  3. Se f(x) vedo quadri ndevo poligonale.

Derivabilità

Diremo che f è derivabile in X0 se esistono tutte le derivate parziali al limite se ∀ i fi(x0), i = 1, ..., n = il limite delle rapporto incrementali deve essere univoco.

Diremo che f è derivabile in X se è derivabile in ogni suo punto.

Derivata direzionale

Sia f: X → R, X ⊆ Rn aperto e x0 ∈ X, consideriamo un v ∈ Rm tale che |v| ||0 definizione derivata una zionale di f in x0. Lung la derivate in se entra limitro il limite seguito:

Dvf(x0) = lim t→∞ {f(x0)+tv} - {f(x0)}/t

∇f(x) = gradf(x) = {fx1, fx2, … , fxm} ∈ Rm

Continuità ≠ Derivabilità Derivabilità ⟹ Continuità

Teorema del gradiente nullo

Se f: X ⊆ ℝn, X ∈ ℝm aperto e connesso, se ∇f(x)=0 ∀ x ∈ X allora

f(x) è costante su X

Dimostrazione

Sia x0 ∈ X fissato ∀ x1 ∈ X, supponiamo che ∃ r(t) regolare tale che

x0 = r(a) e x1 = r(b)

Poichè ∀ r(t): t ∈ [a, b] ∈ X allora f è differenziabile su X per il teorema delle

derivazione totale.

Considero f(t) = (f o r) (t) per il teorema precedente

∀t ∈ [a, b] allora f è costante in I allora

F(x0) = F(a) = F(b) = F(x1)

Per l'arbitrarietà di x1, f è costante su X

Teorema di ortogonalità delle curve di livello

Se f: x ⊆ ℝn aperto f è differenziabile, allora ∇f(x0) è ortogonale in ogni

punto alle curve di livello.

Dimostrazione

Ricordando che le curve di livello sono:

Lk = { (x,y) ∈ X : F(x,y) = k }, k ∈ ℝ

Supponiamo che esista una rappresentazione di Lk come curve regolare. Sia essa

r(t). Per il teorema di derivare delle funzioni composte

F'(t) = ∇F(r(t)), r'(t) ≠ 0 perciò le derivate di una costante è zero

per definizione di Lk F(t) = F(r(t)) = k con k ∈ ℝ

Teorema di Schwarz

Se F: X ⊆ ℝ n, X ⊆ ℝm aperto, supponiamo che per i, j = 1, ..., n le

derivate fxixj e fxjxi esistono e sono continue allora

fxixj = fxjxi

Condizione necessaria Minimi e massimi:

Sia f ∈ C2(X) f : X → ℝ x0 punto di massimo o minimo locale allora

Hf(x0) | x0 definito negativo o positivo

Ortogonalità del gradiente del vincolo nel punto di estremo Metodo diretto

Sia f: X → R | X < ℝ2 aperto con f continue consideriamo V ⊂ X chiuso e limitato dove | ⟩ = ® cioè una curva.

Borda particolarmente V | av| Sia γ(t) = (x(t), y(t)) con t ∈ I ⊂ ℝ tale per cui come insieme considero λ le funzioni F(t) = F(x(t), y(t)) e cerco i suoi punti di estremo.

Sia f regolare e differenziabile e scelta se t0 è di estremo per F(t) allora

f ( ⊂ ( - | ∇F (γ(t0)) a'(Ω) = | dunque µ

P0 = (x0, y0 t) ( ∇ γ) = (x0, y0) ∩ h : ∇F(℘) ∇ a' (t0)

Definizione di integrale doppio

Sia f: R → R, com R2 se R = [a,b] x [c,d] su rettangolo costituente R

f(x,y) = {f(x,y) se (x,y) ∈ I0 se (x,y) ∈ R \ I}

Se I risulta integrabile in R diremo che f è integrabile in I e porremo

I f(x,y) dxdy = ∬R f(x,y) dxdy

Teorema

Se I è continua in un rettangolo e porte un insieme di misura nulla allora è integrabile su ogni suo piarelago e ininsieme A di misura nulla |A|=0 serve quella che ∫∫|A dxdy=0.

Formule di riduzione per integrali doppi su domini semplici

Dominio y semplice

(Nornale rispetto ad x): D = {(x,y) ∈ R2 t.c. a < x < b, α(x) ≤ y ≤ β(x)}

∫∫D f(x,y) dxdy = ∫ab dx ∫α(x)β(x) f(x,y) dy

Dominio x semplice

(Normale rispetto ad y): D = {(x,y) ∈ R2 t.c. c < y < d, γ(y) ≤ x < δ(y)}

∫∫D f(x,y) dxdy = ∫cd dy ∫γ(y)δ(y) F(x,y) dx

Teorema

Se g ∈ C ([a,b]) dunque continua su un intervallo chiuso e limitato, ha misura nulla come sobainsieme di R1.

Dimostrazione

A = ∪h=1n (Th ∖ λ) πnσ (U∪^n (Th∖Rh )) | = tm−Sn

con Tm = somma integrale relativa ai Thcon Sm = somma integrale relativa agli Rh

per n→∞ allora Cm → ∫ab f(x)dx Sn → ∫ab β(x)dx

quindi Tm−Sm → 0 ossia più emme resa piccola a piacere dunque |(U∪^n (Th∖Rh )) | = 0.

Dettagli
A.A. 2019-2020
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SSD Scienze matematiche e informatiche MAT/05 Analisi matematica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher stefanoparisse di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi matematica 2 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Andreucci Daniele.