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PLURALISMO LIMITATO

L’esistenza di una coalizione dominante comporta da più attori (istituzionali e o

 sociali politicamente attivi, come esercito, burocrazia, l’eventuale partito unico, la

chiesa, gruppi industriali e finanziari, proprietari terrieri, sindacati, strutture

economiche transnazionali)

Sono attori che operano in assenza di competizione politica e che spesso

 acquistano un significato puramente simbolico, volto alla legittimazione di facciata

del regime.

La varietà di attori sta alle radici per cui quando parliamo di autoritarismo abbiamo diverse

forme > tassonomie ampie, combinazioni molteplici di attori.

Assenza di competizione > cristallizza il sistema, no confronto.

COALIZIONE DOMINANTE

Uso sistematico degli apparati di repressione poliziesca

 Ricordo, con chiari intenti di legittimazione, alle mentalità caratteristiche

 La coalizione dominante normalmente si mostra relativamente più coesa di una

 coalizione di governo di un regime democratico (soprattutto rispetto all’intesa

finalizzata all’emarginazione di gruppi e attori concorrenti).

Sebbene la coalizione dominante possa, nel corso del tempo, subire dei mutamenti

Gli apparati di repressione sono per lo più di tipo organizzato; la coesione è legata al fatto

che sono d’accordo su gruppi da tenere ai margini del potere, cioè sul nemico > rapporti

non legati al consenso, quindi sono più rigidi i rapporti tra gli attori. Salvaguardano

l’equilibrio di potere.

MENTALITA’ CARATTERISTICHE

Mentalità caratteristiche sono atteggiamenti di stampo intellettuale orientati alla

 evocazione di alcuni valori, più o meno ambigui, sui quali si ritiene sia piuttosto

facile ottenere il consenso di attori diversi. Valori quali dio, famiglia, ordine, nazione.

Sono largamente accettati anche da strati piuttosto ampi della popolazione,

 soprattutto in situazioni di crisi (come di solito sono quelle che precedono

l’instaurazione autoritaria).

SI parla di consenso generalizzato della società. Sono accettabili soprattutto in periodi di

crisi quando sono valori riduttori della complessità; costituiscono forme di identità primarie,

cioè rassicurano soprattutto sul piano cognitivo.

LITIMI DEL POTERE FORMALMENTE MAL DEFINITI

Prevedibili, sebbene nei limiti di regole ambiguamente intese; permettono a chi

 governa di esercitare il proprio dominio con una certa discrezionalità.

Differentemente da quanto accade, nei regimi democratici vige la certezza del

 diritto, nello stato totalitario è il leader e le sue strutture che imperversano con la

massima arbitrarietà.

Nei regimi democratici c’è la certezza del diritto (rule of law) mentre nei totalitarismi è il

leader che pongono arbitrarietà.

TOTALITARISMI

LE DIFFERENZE COI REGIMI TOTALITARI:

Totale assenza di pluralismo: monismo politico, governo del partito unico,

 occupazione pervasiva delle strutture dello stato da parte del partito > assenza di

pluralismo significa MONISMO POLITCIO, cioè c’è solo una posizione ammessa e

legittima. Il partito occupa lo stato e le sue strutture. Lo stato a sua volta si identifica

in una posizione politica.

Presenza di un’ideologia articolata e precisamente definita, finalizzata alla

 legittimazione del regime ed alla sua preservazione come unico orizzonte possibile

per la società > presenza di un’ideologia forte che modella la società. È ispiratrice

della modalità di mobilitazione dall’alto, finalizzata alla legittimazione del regime

garantendo la stabilità.

Mobilitazione dall’alto: ritualizzata, a sostegno del regime stesso, del partito e dei

 suoi leader > è ritualistica, legata a dei simboli che permettono la legittimazione del

potere. È chiamata anche ETERODIRETTA. Riti e simboli creano la retorica.

Presenza di un leader o di un piccolo gruppo al vertice del partito unico (stretta

 identificazione fra leader e partito unico, tra partito unico e stato) > l’identificazione

è meno forte negli autoritarismi

Assenza di limiti all’esercito del potere da parte del leader (universo

 concentrazionario e terrore totalitario) > è esercitato arbitrariamente. Se non ci sono

limiti, il potere è qualcosa che induce paura, perché qualunque cosa fai è sbagliata

e contro il regime  no confine al potere (assoluto).

Il totalitarismo distrugge le relazioni sociali. Si crea tramite delazione che rende latente il

rapporto sociale, che si destruttura.

In Italia, con l’affermazione del regime fascista si inizia a parlare di totalitarismo come

nuova forma di stato contrapposto allo stato liberale moderno. L’espressione viene

menzionata per la prima volta nell’enciclopedia italiana > fascismo. In Germania ebbe

poco seguito e si parlò invece di autoritarismo (autorità > Fuhrerprinzip). Il fascismo ai suoi

vertici non aveva solo il partito unico ma anche la corona > si parla quindi di regime

autoritario.

LA DEFINIZIONE DI TOTALITARISMO – FRIEDRICH E BRZEZINSKI, 1956

LA DEFINIZIONE DI TOTALITARISMO

Assenza di pluralismo e ruolo preminente del partito unico

 Ideologia articolata

 Altissima mobilitazione

 Leader o piccolo gruppo al vertice del partito unico

 Limiti non prevedibili al potere dei leader

Alle origini del concetto: la voce di totalitarismo, di Mussolini e Gentile > enciclopedia

italiana

Si pensi a Germania e URSS, quindi ideologia > nazismo e stalinismo.

Mobilitazione > monismo politico

Il leader al vertice > tendenzialmente leadership personale

Il termine totalitarismo nasce in Italia negli anni 30, in Germania invece l’idea era quella

del Fuhrerprinzip di base più autoritario.

ASPETTI PRINCIPALI:

IDEOLOGIA:

Nucleo progettuale [..] di trasformazione totale della realtà sociale

 Terrore totalitario: individua nemici potenziali, nemici oggettivi, autori possibili di

 delitti, traditori

Universo concentrazionario: elevata quantità di persone coinvolte: è una struttura

 politica di sradicamento del tessuto sociale (del resto, scopo dell’ideologia totalitaria

è anche l’annullamento della società nella politica del regime)

Il nucleo progettuale trasforma la società e la modella a somiglianza del regime; il terrore

totalitario individua nemici e traditori > veicolo di trasformazione della società.

IMPREVEDIBILITA’ DEL POTERE:

Nel regime totalitario la sanzione del potere è del tutto imprevedibile

 Può colpire qualsiasi aspetto della vita sociale, anche quelli che direttamente non

 sembrano implicare considerazioni di ordine politico.

Ogni cosa può diventare oggetto di un giudizio politico e ogni cosa può essere

 intesa dal leader e dal partito unico come uno strumento di sedizione e

sovvertimento del regime.

Colpisce qualsiasi aspetto della vita sociale, elimina le relazioni sociali (es: Corea)

 controllo arbitrario ed è ciò che rende pervasiva la capacità di controllo politico del

totalitarismo.

MOBILITAZIONE POLITICA

Mobilitazione politica alta, contraddistinta da eventi ritualizzati ad elevato contenuto

 simbolico e finalizzati alla legittimazione (quasi sacrale) del regime.

Gli obiettivi della mobilitazione, inoltre, sono di profonda trasformazione rispetto alla

 realtà precedente, ed è proprio in tal senso che si può parlare di

istituzionalizzazione del disordine rivoluzionario.

L’instabilità permanente serve al regime per ribadire lo stato di rivoluzione che si

 invera nella vita sociale quotidiana.

Alta, ritualistica, simbolica

 È veicolo dell’ideologia > istituzionalizzano il disordine/caos rivoluzionario, cioè

 danno per permanente la rivoluzione

Instabilità permanente > sempre in stato nascente.

REGIMI NON DEMOCRATICI Autoritari Totalitari

Pluralismo Limitato Inesistente

Ideologia Mentalità caratteristiche Forte

Mobilitazione Minimale Capillare

Leadership Capo fondatore Carisma politico

CASI DI TOTALITARISMO > il totalitarismo dell’URSS stalinista e il totalitarismo di destra

della Germania hitleriana.

URSS: contraddistinto da una cultura politica di stampo internazionalista, con obiettivi di

profonda trasformazione della società caratterizzata da un ricorso mitologico e strumentale

alla logica della democrazia popolare, priva di connotazioni xenofobe e o razziste

TERZO REICH: contraddistinto da una cultura politica di stampo nazionalista, con obiettivi

di limitata trasformazione sociale, pronta a sottolineare il ruolo carismatico del leader e

dell’élite di regime, con forti connotazione xenofobe e razziste, con un ruolo decisivo delle

organizzazioni di stampo paramilitare a sostegno del regime

TOTALITARISMO: ORGINI DI UN CONCETTO

metà degli anni 20, in Italia, all’indomani dell’affermazione del regime fascista

 si inizia a parlare di totalitarismo, come nuova forma di stato contrapposta in chiave

 apprezzativa, allo stato liberale moderno

l’espressione è presente nella voce “fascismo” dell’Enciclopedia italiana, sia nella

 parte scritta dal filosofo Gentile, sia in quella redatta personalmente da Mussolini

è definita come una forma di stato in cui un partito governa totalitariamente una

 nazione

SUL TOTALITARISMO: ARENDT

il totalitarismo è forma di dominio del tutto nuova, poiché non si limita a distruggere

 le capacità politiche dell’uomo ma tende alla distruzione anche di gruppi e istituzioni

intorno ai quali si realizza la sfera di vita privata dell’uomo stesso

il totalitarismo è una vera e propria trasformazione della natura personale umana,

 un fenomeno politico con il quale si genera un universo sociale e simbolico nuovo,

un mondo fittizio logicamente coerente in sé, che tende a plasmare ogni sfera

dell’agire fino a quelle più direttamente connesse all’esperienza personale di

stampo individuale

il terrore totalitario si esprime nel partito unico, le cui diramazioni funzionali operano

 la sincronizzazione ideologica di gruppi e istituzioni sociali, con la conseguente

politicizzazione anche delle aree più remote della politica (come sport e tempo

libero)

la polizia segreta, utilizzando la pratica della delazione del prossimo, genera una

 situazione pervasiva di totale sorveglianza della popolazione

le strutture amministrative dello stato si moltiplicano, dando luogo ad un intrico

 contraddistinto da assenza di struttura (da cui l’imprevedibilità del potere)

la volontà del capo è

Dettagli
A.A. 2017-2018
71 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FedericaMacchi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Fasano Luciano Mario.