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Illusione di poter normalizzare il fascismo

Questa era l'idea di Giolitti. Perché Mussolini accetta l'invito? Perché era scottato dalla precedente esperienza elettorale (1919). A Milano, i partiti del blocco interventista di sinistra avevano impedito la possibilità di arrivare ad una lista comune con Mussolini perché credevano che Mussolini non portava voti e infatti fu così: la lista del blocco interventista di sinistra aveva avuto nullo successo.

Mussolini era un imprenditore della politica, vede nella possibilità di agganciarsi al governo la possibilità di trasformare l'espansione del movimento in successo elettorale.

Prima crisi interna al partito: Per tutto il '21 Mussolini dovette fare i conti con fascisti interni che non erano d'accordo sull'accettare l'invito di Giolitti. Esponenti dello squadrismo provinciale, sindacalisti, arditi, legionari dannunziani concordavano su un punto: il fascismo era e

dovevarimanere una forza RIVOLUZIONARIA, sostenitrice di un nuovo ordine, eliminando il vecchio Stato e la vecchia classe politica. Infatti, rimproveravano a mussolini l’aver abbandonato il vecchio programma del ’19 di san sepolcro. I provinciali non intendevano porre fine alle violenze, che avevano determinato il successo fascista e lo garantivano da ritorni dei “rossi” e assicurando a tutti gli squadristi un certo prestigio politico e sociale. Avendo avuto sempre successo, erano convinti di poter sfidare le istituzioni e infatti nel 21 luglio 1921, fecero una spedizione a Sarzana che finì con morti e feriti. A questo punto mussolini decise di fare un patto con i socialisti nel 3 agosto 1921, per impedire l’isolamento e non rimanere intrappolato e fermo con Giolitti. Le elezioni del 1921 andarono bene ma non tanto da garantire maggioranza, quindi ancora oggi senza il sostegno dei socialisti e popolari non si va avanti. Vengono eletti fascisti (36) e

(11).Mussolini propone che il gruppo fascista si astenga dall'inaugurazione reale della camera perché c'era il re. Decise così per sottolineare che il fascismo rimaneva Repubblicano "noi diamo soddisfazione all'anima ribellista del movimento, segnaliamo a Giolitti che il nostro sostegno va contrattato". La maggioranza adotta la strategia di Mussolini ma almeno 10 fascisti decidono di partecipare lo stesso alla seduta dell'inaugurazione > per cui questo fa capire che il fascismo è ancora movimento difficilmente governabile. Ci sono dentro diverse anime e queste dannoin interpretazione diversa al fascismo: - anima di sinistra che trae origine dal sindacalismo rivoluzionario, dall'anarchismo, dal socialismo, dal repubblicanesimo (Balbo, Bottai), dal partito social riformista, l'unico membro che aveva precedenti più di destra che di sinistra era Dino Grandi. Poi altri non erano precedenti politici ma comunque.avevano come precedenti la guerra. anima di destra: De Vecchi un monarchico. 12- L'anima alternativista e ribelle, vedeva in Mussolini il leader naturale ma non il solo, guardavano a D'Annunzio. Infatti, la seconda crisi interna al fascismo scattò nell'estate dell'anno dopo. Estate 1921, il fascismo è forte soprattutto in Toscana e nella Valle Padana e si attira le accuse da parte di ex fiumani, di una parte della dirigenza milanese fascista (Mussolini), di essere un fascismo in mano agli agrari, parlano di "Schiavismo agrario". Dalla dirigenza fascista milanese c'erano state delle prove per rimediare a questo schiavismo ma senza risultati: il fascismo padano era ricchissimo perché i proprietari lo finanziavano molto, mentre il fascismo "primigenio" cioè quello delle città come Milano, avevano pochi finanziamenti. Allora Mussolini decide di finirla: il pericolo bolscevico non c'è più, e

c'è pericolo che il fascismo passi come fenomeno di schiavismo agrario. La paura poi è che si formi un governo antifascista e finire nel penale. patto di pacificazioneAllora Mussolini il 3 agosto 1921 firma un coisocialisti per impedire l'isolamento del fascismo: dicono di finire con la violenza e riprendiamo regolare vita nazionale.Seconda crisi interna: i fascisti ribellisti, intransigenti non ci stanno, chi ha tradito, gridano al tradimento, slogan dei fascisti bolognesi "tradirò". E lungo il mese di agosto 1921 il fascismo ebbe nuova crisi interna rischiando di spaccarsi perché i fasci ribelli, che sono poi i fasci padani che (quelli toscani non accettano il patto ma si rifiutano di andare contro Mussolini) che decidono di andare da D'Annunzio, l'altro pacificatore, possibile leader. Esso, che voleva essere il aspirava a mettere tutti d'accordo in un grande governo di concordia nazionale allora ricorre al non presentarsi.

Per questa ragione, ai fascisti padaninon resterà che prendere atto dell'inesistenza di alternative a Mussolinicome leader nazionale, visto il defilarsi d' D'Annunzio.Mussolini allora, constatata l'impossibilità di insistere sulla "tendenzialità di sinistra" senza provocare una vera e propriaspaccatura nel fascismo, si affrettò a fare marcia indietro, per puntarepiuttosto a una "tendenzialità di destra", e cioè a una collaborazionecon nazionalisti e liberali salandrini.Mussolini dunque rinuncia al patto di pacificazione in cambio dellatrasformazione del movimento dei Fasci di Combattimento inpartito.Si arriva al terzo congresso fascista a Roma novembre 1921: discorsodi Grandi in cui rivendica la sua impostazione movimentista e "nostro è fascismo ideale, riconosciamodannunziana ma distingue ilche questo è il momento del fascismo pratico (quello di Mussolini)".Ragion

pura-ragion pratica. Riconosce che la situazione imponeva un atto di realismo. Mussolini infatti si riavvicina alla destra con una rinnovata apertura al Vaticano e con atteggiamento liberista (in materia economica).

Il patto di pacificazione risulta sepolto e i fasci italiani di combattimento si trasformano nel partito fascista. Illusione di Mussolini con il nuovo PNF: controllare meglio il fascismo. Illusione di Balbo e Grandi: creare degli organi collegiali che garantiscano una collegialità decisionale.

Per Mussolini il fascismo si identifica con lui, e dall'altra parte invece il siamo noi fascismo (con anche Mussolini).

Il PNF non è come gli altri partiti "normali" perché nasce come partito armato (partito-milizia): c'è organo politico, organo militare (squadre), organo sindacale e i gruppi di competenza (strumenti di governo corporativo dell'economia). Si dichiara partito alternativo agli altri perché si definisce partito

della nazione. Se il fascismo prevalse, fu anche colpa degli antifascisti che non capirono che quello non era il tempo di fare processo alla guerra, alla monarchia; quello era solo il tempo di eliminare i fascisti. Iniziarono i tentativi di aprire la strada del governo con l'offensiva squadristica, ma tali azioni portano una cattiva luce all'immagine del PNF, tanto che Mussolini iniziò ad avere paura che: - il governo li sciogliesse, perché aveva tutte le carte per farlo e anche per farli finire in tribunale. - Aveva paura della formazione di un governo antifascista. Il 13-14 agosto 1922 a Milano, la direzione del partito ipotizza la via legalitaria e quella insurrezionale per la conquista del potere: - Farinacci-Rocca-Baroncini dissero che l'insurrezione ci sarebbe stata solo in caso di rifiuto governativo di sciogliere la camera dei deputati e indire nuove elezioni; intanto, a Baldo, De Vecchi, De Bono, era stato affidato il compito di ristrutturare, disciplinare e.
Marcia su Roma
Mussolini non partecipò alla marcia e rimase a Milano perché continuava a considerare la mobilitazione delle squadre come un ruolo sussidiario, volto a facilitare il rapido bloccarsi della crisi, e la sua primaria iniziativa politica rimaneva quella. Tanto che Grandi, Ciano e De Vecchi furono mandati a Roma per avviare le trattative con il Palazzo ad entrare in una normalizzazione del fascismo e si dichiara pronto ad accettare la condizione di 1) avere una propria semplice partecipazione al governo, 2) il posto di ministro dell'Interno (che gli verrebbe dato con lo scopo di fargli

disciplinare il fascismo) se Salandra diviene Presidente del Consiglio. In realtà Mussolini non accettò nessuna di queste condizioni, perché?

Saputo che Vittorio Emanuele III non aveva firmato lo stato d'assedio (come invece gli era stato suggerito dal Presidente del consiglio Facta, che infatti si dimise), Mussolini dichiarò superate le richieste e pretese per sé la presidenza del consiglio. Il re quindi affida a Mussolini l'incarico di fondare un nuovo governo e andare al parlamento per chiedere fiducia (Mussolini invece chiederà di sciogliere prima le camere ma il re dirà di no perché vuole far rispettare le procedure costituzionali).

crisi di governo:

Questa:

  • Non poteva definirsi normale perché era stata creata da un atto armato, ovvero la marcia su Roma.
  • Tuttavia, è una crisi che si risolve in maniera costituzionale perché Mussolini non aveva conquistato il potere con l'insurrezione ma
suincarico conferito dal capo dello stato, con l'obbligo di presentarsi davanti al parlamento per ottenere la fiducia. Lezione 4 La Marcia su Roma si era nei fatti risolta in un compromesso di potere fra la vecchia classe dirigente e Mussolini: in cambio del governo il "Duce" avrebbe dovuto normalizzare la vita politica italiana, restaurando l'ordine, costituzionalizzando il fascismo, tenendo a bada le sinistre. Governo mussolini di coalizione (4 ministeri ai fascisti, 2 ai popolari, 4 fra liberali e democratici, 1 nazionalista, 2 militari). Ministero degli Interni e degli Esteri > mussolini; Ministero della giustizia > Oviglio; ministero delle finanze > De Stefani; ministero delle Terre Liberate > Giurati; Questo governo di coalizione non piacque ai fascisti. Mussolini non poté indicare il socialista riformista Baldesi per il ministero.
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A.A. 2020-2021
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camillavanni2 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Nello Paolo.