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Il sogno della gabbia

Zeno parla di esso come un "mezzo sogno": non si tratta di un puro sogno notturno, ma viene sempre provocato da delle immagini fornite dal dottore, immagini sempre molto luminose, che quindi vengono dall'infanzia.

Ancora appare l'immagine fatta da un bambino che sente di poter andare con naturalezza verso l'oggetto strano che si vede davanti agli occhi, o pensa che l'oggetto possa andare a lui. Dimensione in cui gli oggetti si avvicinano senza sforzo.

Questo oggetto (cioè la gabbia) ha insieme caratteristiche di leggerezza e pesantezza, è un oggetto paradossale: è lontano, murato su basi solidissime, pieno di aria pura e profumata, pieno di luce, non ha porte né finestre ma l'aria circola al suo interno. In questa gabbia c'è un solo mobile e una sola donna: una donna attraente, che sembra quasi riprendere tutti gli stereotipi dell'immagine della donna bella e attraente (è una).

donna formosa, bionda, con gli occhi azzurri, un vestito nero e delle scarpe laccate).“Tutto era lei”: frase che lascia intravedere una sfumatura romantica, come se ci fosse un coinvolgimento totale, e anche una sfumatura di carattere divino, come se fosse un’immagine divina.

[Testo “Il Matriarcato”: testo che Svevo poteva aver letto. Tratta dei miti legati alle figure femminili provenienti da tutte le culture.]

L’immagine della donna nella gabbia può anche essere letta come una figura irraggiungibile: si trova in una gabbia murata, ma è una donna che si trova lì solo per lui.

Negli altri sogni ci sono sempre altri personaggi che intervengono o interrompono la scena (Augusta nel sogno di Ada e sempre Augusta nel sogno di Carla, per esempio): qui, invece, ci sono soltanto il bambino e questa immagine femminile, che è una donna in qualche modo catturata. È un’immagine di possesso esclusivo.

Il bambino sa di poterne

mangiare dei pezzettini, al vertice e alla base: non ci sono figure che intervengono a censurare questo gesto. Come nel sogno di Carla ci si trova di fronte all'ambito del cannibalismo, del nutristi di un corpo. In questo sogno si usano dei diminutivi ("pezzettini"), poiché il protagonista rimane pur sempre un bambino.

CONTINUAZIONE DEL (MEZZO) SOGNO DELLA GABBIADel sogno della gabbia c'è una sorta di continuazione: continuazione che non è né un sogno né una sorta di sogno provocato da alcune immagini. Questo sogno è frutto della pura immaginazione di Zeno che, non essendo in grado di produrre altri sogni, decide di inventarne una continuazione.

In questo sogno, Zeno racconta come avviene il gesto dell'avvicinarsi alla donna in gabbia e come il bambino mangia questo corpo. A partire da questo sogno, il medico inizia a dare la sua interpretazione dei sogni. Fino a questo sogno, Zeno raccontava i suoi sogni e utilizzava spesso

Delle formule che ricorrono e che sono dubitative: non sa dare una spiegazione ai suoi sogni bizzarri.

Nel capitolo della psicoanalisi, il dottore è presente, ascolta il racconto dei sogni e inizia a interpretare quei simboli, fa una sorta di diagnosi e inizia a dire a Zeno qualcosa della sua malattia.

Come interpreta questi sogni? La diagnosi del medico inizia col far coincidere le figure femminili dei sogni con la figura materna: dopo il sogno della gabbia, chiede a Zeno di sua madre, se era bionda e formosa. Fa una domanda diretta che fa capire che nella sua testa si erano già create delle idee e delle sovrapposizioni.

Zeno vede questa interpretazione come un'accusa che il medico gli rivolge:

  • L'interpretazione infatti arriva per il paziente nel momento sbagliato, come se andasse a confermare ciò che si era già intravisto in alcuni punti.
  • Il medico, come era stato inopportuno nella prefazione dicendogli di scrivere le sue memorie, che lui poi avrebbe pubblicato.
anche qui interviene in un modo inopportuno, dando al paziente una diagnosi troppo presto e in modo troppo diretto e brutale, con l'associazione che fa tra la donna bionda e la madre. Il medico chiama in causa il complesso di Edipo, ovvero la forma di attrazione verso la figura materna che c'è sempre in età infantile, e che in età adulta viene elaborata e sostituita da altre forme di attrazione. L'attrazione, però, può rimanere costante in età adulta e può disturbare le relazioni e i comportamenti adulti. Il complesso di Edipo comporta anche l'odio del bambino verso il genitore dello stesso sesso, il desiderio di ucciderlo per poter rimanere solo con la madre, per poter sposare la propria madre (come dicono i bambini). Questa diagnosi così diretta fa sì che Zeno da un lato rifiuti tutto ciò e dica di non aver mai odiato il padre, e dall'altro lo porta ad inventare una piccola storia e coda di.quel sogno che può compiacere il medico. Quindi inventa questo particolare della donna in grado di violare lo stanzino chiuso, donna che mette fuori il piede sinistro per farlo succhiare e mangiare dal bambino. Questo particolare del piede sinistro per noi lettori rimane misterioso, poiché rimanda ad una simbologia difficile da interpretare se non secondo i canoni sveviani. Svevo veniva da una famiglia ebraica, quindi la simbologia cristiana della destra come retta via e sinistra come via del male, non è detto che sia giusta. Molte delle immagini di questi sogni rimangono irrelate: non ne viene data una vera interpretazione, e non si ritrovano queste immagini in altri punti del testo, si fatica ad avere un termine di paragone che permetta un'interpretazione. Ci si affida a congetture, possibilità dei richiami delle immagini, e si deve vedere che equivalenti si possono avere nella storia della letteratura, con le letture che Svevo può aver fatto. Unadelle associazioni è quella con il mondo dei simboli religiosi, dove si capisce dove la gabbia è comparsa. Con il procedere della narrazione, i sogni di Zeno si fanno sempre più indecifrabili, con un tasso di simbolismo che accentua l'oscurità e il mistero. Sogno di Basedow: malattia incarnata in un personaggio. I simboli in questo sogno sono interpretati come una simbologia a sfondo sessuale: la scala che percorrono ad esempio, è una sorta di fuga di Zeno da Ada, un allontanamento che dice anche la paura che in età adulta subentra rispetto alla malattia. Augusta nel sogno appare ancora come una figura sempre benevola e protettiva, che protegge l'integrità del sognatore. I sogni raccontati al dottore nell'ultima parte del manoscritto: l'ultima parte vede medico e paziente nel setting analitico (presenza del paziente nello studio del medico e dialogo tra di loro). Qui inizia a venire qualche dubbio sul fatto che Freud sial'intero periodo di sonno, ma durante il processo di addormentamento o di risveglio. Queste immagini sono spesso molto vivide e possono essere accompagnate da sensazioni fisiche, come la sensazione di cadere o di volare. Le immagini ipnagogiche sono state oggetto di studio da parte di molti psicologi e studiosi del sonno, tra cui anche Sigmund Freud. Freud ha teorizzato che queste immagini siano il risultato di desideri inconsci che emergono durante il sonno. Secondo Freud, i sogni sono la via di accesso all'inconscio e possono rivelare desideri repressi o conflitti psicologici. Tuttavia, Svevo sembra avere un'interpretazione diversa delle immagini ipnagogiche. Per lui, queste immagini non sono tanto il risultato di desideri inconsci, ma piuttosto dei ricordi dell'infanzia. Svevo sostiene che queste immagini siano come dei ricordi richiamati alla memoria e rivissuti. Sono immagini che riportano in vita l'infanzia e che hanno ancora il profumo di quel periodo. Inoltre, Svevo fa un interessante paragone tra le immagini ipnagogiche e le rose del maggio. Le immagini ipnagogiche sono come le rose del maggio che sbocciano fuori stagione, ma che conservano ancora il profumo e la bellezza di quelle rose. Svevo suggerisce che queste immagini ipnagogiche siano come dei ricordi che vengono riportati in vita, anche se fuori tempo. In conclusione, le immagini ipnagogiche sono un fenomeno interessante e complesso che ha attirato l'attenzione di molti studiosi. Svevo, con la sua interpretazione delle immagini ipnagogiche come ricordi dell'infanzia, offre una prospettiva diversa e affascinante su questo fenomeno.

La fase notturna ma in uno stato di dormiveglia. Nel racconto di questi sogni, che sono un compromesso tra immagini di sogno e ricordi di infanzia, si ritrova lo Zeno bambino (sogno della scuola e sogno della gabbia).

Sogno della gabbia. La donna è anche una sorta di divinità, con un ricordo delle apparizioni di Atena nella tragedia greca, apparizioni che avvenivano all'interno di uno spazio che si definiva sancta sanctorum, un piccolo tempio all'interno del tempio, che era collocato in alto, spesso su una colonna, ed era uno spazio sacro a cui si rivolgevano preghiere e nel quale la dea talvolta appariva.

Le apparizioni di Atena erano anche accompagnate dal profumo e dalla luce: simbologie che appartengono alla storia della letteratura, alla tragedia greca. Svevo aveva una formazione che riguardava soprattutto l'antichità greca e latina, oltre ai grandi autori della letteratura italiana.

Molto probabilmente Svevo era venuto a contatto con questi testi, che

forse erano anche entrati nel suo immaginario al momento di costruire questo sogno. La coda del sogno Questo sogno ha una coda, che viene inventata da Zeno: è una delle tante bugie che Zeno inventa. Chiede alla donna di porgergli il piede sinistro per poterlo mangiare. Zeno, nel tentativo di elaborare quella diagnosi che rifiuta, rielabora artisticamente quella diagnosi: nell'inventare la cosa del sogno cerca di fingere quel meccanismo che era già esplicito in altri sogni, cioè il meccanismo di compensazione, ovvero il tenere qualcosa per sé e lasciare qualcosa per l'altra figura (che costituisce il ruolo della censura nel sogno). Anche qui, come nel sogno di Carla e nel sogno del caffelatte, c'è uno scambio: Edipo che mangia il piede sinistro della madre, lasciando il destro al padre. Questa coda viene aggiunta dopo che il medico ha dato la sua diagnosi e ha comunicato in modo troppo diretto e in modo brutale la sua opinione sulla malattia di.Zeno: il complesso di Edipo. Zeno rifiuta la sua interpretazione e il medico lo rassicura dicendogli di non preoccuparsi, perché succede anche nelle migliori famiglie: nella teoria di Freud questa è una condizione normale, e fa parte delle fasi della crescita e della maturazione, fase che riguarda tutti i bambini. La differenza è che l'individuo sano ad un certo punto supera la fase edipica, mentre il malato o il nevrotico o psicotico continua a desiderare le donne come figure materne. Questo costituisce non la fase edipica naturale, ma il complesso di Edipo, un nodo patologico che Zeno rifiuta e non sente proprio: dà quindi delle spiegazioni razionali, dicendo di aver amato sempre suo padre. Si allontana da questa visione ma si allontana anche dalla cura: il manoscritto in qualche modo si chiude, perché nell'ultimo capitolo si chiude il manoscritto di memorie che gli consegna. ULTIME PAGINE: PAGINE DI DIARIO Le ultime pagine sono costruite in altro formato.modo: sono pagine di diario, il manoscritto di memorie
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A.A. 2019-2020
51 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aeea11 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Palmieri Nunzia.