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La sfida al labirinto e Una pietra sopra

La sfida al labirinto e Una pietra sopra, sono due romanzi, scritti entrambi negli anni '60.

La sfida al labirinto prende in considerazione alcuni dei grandi autori (Borges, Kafka, Joyce, Beckett..) della contemporaneità che hanno messo al centro della loro opera la figura simbolo dellabirinto, la figura di un mondo intricato, senza uscita, rappresentazione ricorrente nel mondo contemporaneo.

Umberto Eco aveva distinto tre tipologie di labirinto:

  1. Labirinto unicursuale = labirinto dell'età classica, quello a cui si pensa con il mito del Minotauro. È un labirinto che mette in difficoltà chi si trova all'interno ma che ha comunque una via d'uscita.
  2. Labirinto manieristico = labirinto che ha più uscite, ha diverse possibilità di accesso e di uscita.
  3. Forma rizomatica = forma con molte biforcazioni, riproduce la forma della radice. Deleuze e Guattari hanno definito il mondo contemporaneo come un mondo che ha

Le città invisibili

La prima copertina, quella originaria, era un quadro di Magritte: un enorme masso con alla sommità un castello, una fortificazione che rappresenta una figura paradossale.

Calvino l'aveva scelta per gli opposti: pesantezza della materia e leggerezza data dalla sua collocazione in cielo. C'era un forte contrasto di materia, di colore (colore cupo in primo piano e bianco e azzurro sullo sfondo), e presenza degli elementi aristotelici: aria, acqua e terra.

Con le città invisibili Calvino comincia da una scrittura occasionale, con qualche descrizione di città, forse a partire dalla città di Venezia, e poi fa tutto un lavoro sulla disposizione dei frammenti, in un tentativo di dare ordine e forma a questi frammenti.

Nell'archivio di Calvino ci sono molti schemi in cui comincia ad ideare una forma per l'opera, che contiene ad esempio delle rubriche,

che si ritrovano poi nell'indice del libro (città e la memoria, città e la forma, città e desideri..). Le città e la forma, ad esempio, è una rubrica che viene scartata: sono delle prove, in cui a ogni rubrica corrisponde un nome di città. Le città hanno tutte dei nomi di donna che Calvino decide di dare; inizia a pensare a come riunirle in degli insiemi che stiano all'interno di una struttura. Vicino a ogni città inizia anche a mettere dei numeri. Oltre alle rubriche compaiono anche delle disposizioni che ricordano delle figure geometriche: disposizione a triangolo ad esempio. Con le città invisibili ci si trova di fronte ad uno schema: un indice che obbliga a porsi delle domande. Numeri romani: si trovano alcuni numeri romani, fino al 9, che si possono considerare delle sezioni. Se esso fosse un romanzo in senso classico, le nove sezioni sarebbero il numero dei nove capitoli. Puntini di sospensione: dopo il numeroromano si trovano dei puntini di sospensione, che corrispondono ad una scrittura in corsivo. Con questa scrittura vengono riportati i dialoghi tra Marco Polo e l'imperatore Kublai Kan. Ai dialoghi tra i due è dedicata la cornice, perché si ritrovano all'inizio e alla fine di ogni sezione. In tutto ci sono quindi 9 sezioni, 11 rubriche (che man mano si inseriscono e si combinano in modo diverso) 10 città nel primo capitolo, 10 nell'ultimo, e 5 città in tutti i rimanenti capitoli: in tutto sono 55 descrizioni di città. Ogni città ha un nome di donna che non si ripete mai. Nell'indice Calvino non inserisce i nomi delle città neanche alla fine della rubrica: Calvino ha spiegato il motivo in un'intervista. Quando noi ci muoviamo tra una città e l'altra, questo muoverci tra le città contemporanee per noi è sempre un po' una forma di disorientamento: Calvino voleva che questosenso di disorientamento facesse parte anche della lettura del libro. Ci si deve arrendersi, è una lettura che dà anche un senso di vertigine che obbliga a muoversi in uno spazio di cui non si riconoscono tutti gli aspetti, che non si riesce a etichettare e a definire in modo compiuto. È un libro che ha tanti ingressi, tante possibilità di lettura: ci si può muovere liberamente all'interno della descrizione delle città, si può entrare e uscire a proprio piacimento. Ci sono varie possibilità di lettura e modalità diverse di approccio a questo testo. È stato un libro che ha incuriosito e interessato, anche al di fuori della cerchia degli intellettuali: ha interessato ingegneri, architetti, ha stimolato fantasia in ambiti molto diversi. La cornice rappresenta il caso di un imperatore che si trova di fronte un impero così vasto da diventare incontrollabile e inconoscibile: è un impero con tutte le sue sfaccettature e complessità.caratteristiche dell'esotismo con cui un europeo guarda ai territori. Disegno sottile, la metafora del filo del racconto che è così sottile da sfuggire alla corruzione del tempo: immagine di salvezza posta nella parte finale e che consente l'utopia della narrazione come ultima possibilità di aggrapparsi alla vita. La città di Diomira: in questa descrizione c'è un grado altissimo di freddezza, quasi di distacco. È una descrizione in cui è difficile immedesimarsi: si fa quasi fatica a seguire il filo delle immagini. Questo non è casuale: Calvino sceglie di non dare una connotazione precisa alla voce narrante, una voce molto impersonale, che rimane sospesa tra l'io e il noi, in un tentativo di distanziarsi dal soggetto che racconta. Questo senso di freddezza e distacco dal testo è dato anche dalla presenza di materiali che sono quasi tutti metalli pesanti e freddi, bronzo, stagno, cristallo, oro: è una

città fredda. Tutto è narrato un po’ al condizionale. La città di Isidora: procedimento analogo a quello di Diomira. Qui è presente una terza persona, ma essa non ha un nome, è soltanto un pronome, è un uomo senza nome che arriva a Isidora. Sipuò immaginare che sia un vecchio, ma tutto è solo un’ipotesi, perché il narratore non lo dice, sappiamo solo che il suo è un sogno di città in cui rivedersi giovane. Essa è una città della memoria, una città del passato, in cui ci si rivede in un’epoca passata.

Le città invisibili Letteratura a carattere combinatorio: un numero finito di elementi che può dar vita a storie infinite. Questa modalità di scrittura prosegue anche nella scrittura delle città invisibili. Nelle prime due città si nota un volontario desiderio di distanziamento: Calvino non vuole che il lettore si immedesimi subito, ma introduce una

terza persona. Spesso, inoltre, la sua è unanarrazione ipotetica. La città di Dorotea (città e il desiderio) Carattere metanarrativo: si racconta riflettendo sulle modalità possibili di scrittura di un testo. È un romanzo sul romanzo, una scrittura che parla di se stessa: questo carattere di metanarrazione è la cifra del contemporaneo postmoderno, l'idea di fare arte riflettendo sui modi possibili che l'arte ha di darsi un'espressione, arte che riflette sui propri mezzi di espressione. La narrazione ci dice quali sono le diverse possibilità che uno scrittore ha per descrivere la città. Con la città di Zaira si ha un procedimento analogo: scrittura che si affida a delle ipotesi, non narrazione di primo grado. La città di Anastasia (città e il desiderio): oltre alla questione della narrazione ipotetica, c'è anche quella della parte del lettore. L'io tende a sfumare, non si ha un

Soggetto ben determinato, ma un soggetto che non si mostra. All'interno della narrazione, compare la presenza del "tu": potrebbe essere un tu impersonale, che non vuole identificare un ruolo preciso, potrebbe essere Kublai Kan o il lettore, le possibilità sono molte, ma Calvino non ce lo spiega. Questa caratteristica della scrittura in seconda persona diventa una caratteristica di Calvino, utilizzata anche per Se una notte d'inverno un viaggiatore, in cui la descrizione ipotetica si nota già dal titolo del romanzo: una narrazione formata da tanti inizi di racconti di romanzi. È una narrazione in seconda persona, si rivolge a un "tu": la voce narrante si rivolge al lettore con un "tu" dando una serie di prescrizioni di lettura del libro che ha tra le mani. È un tipo di narrazione anomala, raramente si trovano romanzi in seconda persona. Calvino poi rompe questo tipo di narrazione, inserendo gli inizi di alcuni libri.

che i protagonisti iniziano a leggere: libri che lui inventa ma che ogni volta interrompe. La difficoltà di comunicazione tra i personaggi. La cornice delle città invisibili è il luogo in cui Marco Polo e Kublai Kan cercano dei sistemi per poter comunicare: non parlano la stessa lingua, e Marco Polo fa fatica ad esprimersi attraverso le parole. Marco Polo si esprime con gesti, con suoni, o con oggetti che dispone davanti a sé come il gioco degli scacchi: compare per la prima volta la figura degli scacchi, figura intorno a cui ruota la narrazione, e che ritorna in varie opere di Calvino. Testo fatto di immagini che il lettore si incarica di interpretare. Le descrizioni di città sono degli emblemi: gli emblemi sono degli stemmi, in cui compare di solito una figura. Figure che hanno un significato e vanno interpretare: così si possono intendere le città, che rimangono in mente, non si possono dimenticare, ma il loro significato è.

incerto. Quella che Calvino offre è una visione del mondo come un caos di dati che noi non possiamo interpretare in maniera definitiva, un mondo in cui gli opposti coincidono, un mondo votato al caos.

Man mano che si procede nella lettura, i dialoghi tra i due presentano diverse posizioni sul mondo: questa è solo una possibile visione, quella del mondo come caos, ma ci sono anche posizioni diverse sul mondo, tra cui anche la possibilità di tracciare una mappa.

Disposizione delle rubriche e dei numeri che accompagnano le rubriche

Molti studiosi hanno provato a fare degli schemi.

Schema Milanini: fa uno schema simile ad uno di quelli che aveva fatto Calvino.

Schema Lavagetto: mette in sequenza lettere e numeri come compaiono nelle rubriche, fino a formare una sorta di trapezio isoscele, una figura geometrica. Calvino scrive poi una lettera a Lavagetto, dicendo che lui era riuscito.

Schema Ossola: schema più vicino all'idea del parallelepipedo di Calvino, formato da 4.

triangolicombinati.Creare questi schemi era un modo per dare un senso alla successione di numeri e lettere nelle

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
13 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aeea11 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Palmieri Nunzia.