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STATO PATRIMONIALE AZIENDA B
Attivo Passivo
Capitale netto: yy
Le partecipazioni nell’attivo dell’azienda madre rappresentano in tutto o in
parte il capitale netto/capitale sociale della società partecipata Se sommo
.
semplicemente gli stati patrimoniali delle due società avrò:
STATO PATRIMONIALE AGGREGATO
Partecipazioni xx Passività (B)
Attività (B) Capitale Netto: xx + yy
Questo non è un corretto bilancio consolidato perché è un bilancio
sovrastimato sia dal punto di vista patrimoniale sia dal punto di vista
reddituale: nel momento in cui sommo il capitale netto xx, il quale
comprende anche le partecipazioni xx (che rappresentano il capitale netto
dell’azienda B e quindi la differenza tra attività e passività), con il capitale
netto di B yy, andrò a 1) sovrastimare il capitale netto complessivo e a
sommare 2 volte il capitale netto yy La stessa cosa vale per gli asset in
.
quanto si stanno sommando le partecipazioni xx con le attività dell’impresa B,
ma le attività dell’impresa B comprendono già le partecipazioni xx
(quest’ultime sono la differenza tra attività e passività) 2) ho quindi un
doppione nelle attività.
Per avere un bilancio consolidato corretto devo rimuovere alcune voci:
STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO
Attività (B) Passività (B)
Capitale netto: xx
Devo togliere le Partecipazioni xx. Devo togliere il Capitale netto yy
Complicando un po’ la situazione, se la società madre ha un Credito zz nei
confronti della partecipata B:
STATO PATRIMONIALE AZIENDA MADRE
Partecipazioni xx /
Credito zz Capitale netto: xx
STATO PATRIMONIALE AZIENDA B
Attività Passività
Debito zz
Questo credito/debito compare nei bilanci delle due società ma dal punto di
vista del gruppo non è un credito/debito , perché non è un incremento di
ricchezza per il gruppo. Sarebbe un credito/debito se l’azienda madre o
l’azienda B avessero un rapporto con terze economie. Gli scambi tra il
gruppo, dal punto di vista infragruppo non esistono e devono essere
eliminati.
Il BILANCIO CONSOLIDATO elimina i doppioni patrimoniali e reddituali
mediante procedura di consolidamento, inoltre, esso ha lo scopo di evidenziare
i rapporti di natura economica e patrimoniale fra il gruppo e le terze economie.
Gruppo Aziendale e Approcci Teorici (e non) sul
Gruppo
Dato che si parla di bilancio consolidato di gruppo bisogna innanzitutto definire
il concetto di GRUPPO AZIENDALE:
un gruppo aziendale è l’oggetto del BILANCIO CONSOLIDATO e in
particolare è un insieme di aziende giuridicamente distinte che operano in
stretta coordinazione tra loro nell’interesse dell’unità sovra-aziendale
unitariamente intesa. Ciascuna delle imprese redige un proprio bilancio, pur
mantenendo una coordinazione con le altre e questo nell’interesse sovra-
aziendale. In sostanza c’è una pluralità di soggetti giuridici e unicità di
soggetto economico.
In Italia non c’è una vera e propria definizione di gruppo aziendale ma la
definizione la si ricava dalla logica aziendale ed economica.
Perché le società in generale tendono a creare gruppi? Ci sono diverse
:
MOTIVAZIONI
Motivazioni finanziarie.
La leva azionaria è un meccanismo tale per cui la società A controlla B
(60%), B controlla D (30%) e, a seguito di ciò, A riesce a controllare la
società D con solamente il 18% (60%*30%=18%) del capitale di rischio.
La leva azionaria è quindi la capacità di controllare il 100% delle risorse
(intesa come capacità di prendere decisioni o come socio di
maggioranza) avendo investito una percentuale di capitale di rischio il
più ridotta possibile. Un vantaggio è quindi quello di ridurre il rischio.
Questo meccanismo è tipico del capitalismo italiano. L’aspetto
negativo è che:
- se a produrre utili è la società a livello più basso , i dividendi non
arrivano direttamente ad A, ma devono passare per ogni livello,
allungando le tempistiche per poter usufruire i dividendi: i dividendi
vengono distribuiti una volta all’anno, quindi la società A dovrà
aspettare un numero di anni pari al numero di livelli prima di aver
accesso ai dividendi della società a livello più basso.
Motivazioni di Risk Management: un altro aspetto vantaggioso è la
mitigazione del rischio in caso di fallimento di una delle società
del gruppo: una società del gruppo può fallire senza trascinare con sé
tutto il gruppo.
Motivazioni fiscali: nei diversi stati ci sono diversi regimi fiscali
vantaggiosi, con aliquote molto più basse rispetto a quelle vigenti in
Italia. Il meccanismo, chiamato Transfert Pricing, consiste nel far
apparire l’utile del gruppo in una delle società del gruppo con sede in un
paese a regime fiscale vantaggioso: ad esempio il 31/12
improvvisamente la società con sede nel paese a regime fiscale
vantaggioso fa molte consulenze alle altre società del gruppo in modo
tale da far fluire i ricavi nella società con sede in un paese a regimi fiscali
vantaggiosi.
Motivazioni strategico-commerciali: se un’azienda vuole vendere il
proprio prodotto in un altro paese, si potrebbe decidere di creare una
società in questo paese.
Motivazioni operative: spesso in un gruppo, le varie società che lo
compongono corrispondono a diversi momenti dell’attività, ad esempio
una società si occupa degli acquisti, una della produzione, una della
vendita, ecc. Se ci fosse un’unica società le responsabilità non sarebbero
del tutto chiare, dividendo le funzioni invece si ha un quadro chiaro delle
responsabilità di ogni società del gruppo.
Una volta data la definizione di gruppo bisogna individuare
l’INTERPRETAZIONE specifica di tale definizione (la quale può contenere più
interpretazioni) perché a seconda di quale interpretazione viene data, cambia il
modo di redigere il bilancio consolidato.
Teoria Della Proprietà Pura: è un’ interpretazione, nata negli Stati Uniti
all’inizio del 900, che considera il gruppo come estensione della
capogruppo, cioè il gruppo è la proprietà estesa della capogruppo. Ciò che
è di proprietà della capogruppo fa parte del bilancio consolidato, ciò che
se A controlla B al
non è di proprietà non entra nel bilancio consolidato:
60% significa che il 40% del capitale di B non è di proprietà di A, quindi non
entrerà nel bilancio consolidato; entreranno in bilancio solamente il 60%
delle attività e il 60% delle passività di B. La teoria della proprietà pura è
quindi legata alla tecnica di consolidamento proporzionale, cioè si
considereranno le risorse delle controllate nella misura in cui sono di
proprietà della capogruppo. Questa teoria della proprietà pura è utilizzata
oggi soprattutto dalle joint venture (creazione di una società a controllo
paritetico).
- Teoria della Capogruppo: nel corso degli anni 30 negli Stati Uniti
cominciò ad emergere una teoria della proprietà meno “forte/pura”. La
teoria della capogruppo è un ramo della teoria della proprietà. In questa
interpretazione più morbida il gruppo viene sempre considerato l’insieme
delle risorse a disposizione della capogruppo però il bilancio consolidato
dovrà rappresentare il 100% delle risorse e non solo il 60%, e quindi
se A
anche le risorse apportate da quelli che non sono parte del gruppo:
controlla B al 60%, non vuol dire che A non dispone dell’altro 40%,
perché A comunque è in grado di influenzare il 100% della proprietà,
perché la controlla. Le società controllate vengono considerate come
delle filiali che operano secondo le disposizioni della capogruppo.
Utilizzerò quindi una tecnica di consolidamento integrale (ovviamente
evitando le duplicazioni del bilancio aggregato).
Teoria Dell’Entità: è un’ interpretazione del gruppo inteso come singola
entità economica. La cosa prevalente è l’entità economica che racchiude
tutte le società e non la società capogruppo. Il bilancio consolidato viene
considerato come il bilancio dell’entità gruppo complessivamente intesa.
Utilizzerò quindi una tecnica di consolidamento integrale dell’entità,
diversa però da quella precedente. Questa teoria, le cui origini sono
riconducibili agli Stati Uniti degli anni 40, negli ultimi 15 anni è stata
adottata anche dai grandi standard setter internazionali come lo IASB e il
FASB e ad oggi è la teoria vincente.
Un’ultima interpretazione del gruppo, che non è un’interpretazione basata
su una visione teorica (a differenza delle precedenti), è la Teoria
Modificata della Capogruppo: è una fusione tra la teoria della proprietà
e la teoria dell’entità. Si fondono anche le tecniche di consolidamento
(quella proporzionale, quella integrale della capogruppo e quella integrale
dell’entità). La teoria modificata della capogruppo nasce, dalla
Commissione Europea, come compromesso (per questo non segue un filone
teorico ben preciso) tra inglesi e tedeschi, per quel che riguardava la IV e la
VII direttiva. Sono state raccolte opzioni tecniche un po’ dall’Inghilterra e un
po’ dalla Germania ma nei fatti non c’è una interpretazione unitaria di
gruppo. La teoria modificata della capogruppo diventa l’approccio seguito
per la VII direttiva.
SOCIETA’ CONTROLLATA E SOCIETA’ COLLEGATA
In Italia non c’è una nozione giuridica di gruppo. Tuttavia, all’ART.2359 C/C
(modificato dal DLGS 127/1991) viene data la nozione di società controllata e
società collegata.
Parliamo di una SOCIETÀ CONTROLLATA quando:
1)la società A controllante dispone della maggioranza dei voti (e non
necessariamente maggioranza delle azioni) nell’assemblea ordinaria;
quando si vanno a calcolare i voti della controllante bisogna conteggiare
anche i voti che spettano tramite le controllate (i cosiddetti voti per via
Ad esempio se A controlla B al 100% e B controlla C al 40%
indiretta).
bisogna considerare anche la % di controllo indiretto di A su C.
2)una società A controllante dispone di voti sufficienti per esercitare
un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria (ha