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D)
Nella categoria debiti sono elencate, tutte le forme di finanziamento attive al momento della
redazione dello stato patrimoniale.
- Obbligazioni: Debiti obbligazionari emessi dalla società, a esclusione dei debiti obbligazionari
convertibili;
- Obbligazioni convertibili: Obbligazioni che al momento della scadenza possono essere, a scelta
dell'investitore, rimborsate o convertite in azioni;
- Debiti verso soci per finanziamenti da parte loro;
- Debiti verso banche: Raccoglie tutti i debiti verso le banche, sia di breve termine (ad esempio, lo
scoperto di conto corrente), sia di medio lungo termine (ad esempio, i mutui );
- Debiti verso altri finanziatori: Debiti verso finanziatori diversi dalle banche come società finanziarie
o persone fisiche;
- Acconti: Anticipi ottenuti da clienti a fronte di future forniture di merci o servizi;
- Debiti verso fornitori: Fatture passive ancora da pagare a fronte della fornitura di merci o servizi
già acquisiti;
- Debiti rappresentati da titoli di credito: Debiti che hanno come supporto giuridico una cambiale o
altro titolo di credito;
- Debiti verso imprese controllate;
- Debiti verso imprese collegate;
- Debiti verso imprese controllanti;
- Debiti tributari: Debiti verso l'amministrazione dello stato diversi dal fondo imposte (a esempio,
saldo delle tasse di competenza dell'anno, IVA da versare);
- Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale: Debiti maturati nei confronti di enti
previdenziali e assistenziali per la parte di oneri sociali a carico dell'impresa e per le ritenute
effettuate nei confronti dei dipendenti;
- Altri debiti: Voci che non hanno riscontro tra quelle precedentemente elencate;
13
Ratei e Risconti Passivi
E)
Un rateo passivo è la quota di un costo di competenza dell'esercizio ma la cui manifestazione
finanziaria avverrà nell'esercizio successivo.
Esempio Rateo Passivo
Ipotizziamo che un'impresa in data 15/09 prenda in affitto un capannone pagando un canone
semestrale di 12.000. Il canone viene pagato posticipatamente alla scadenza del semestre, ovvero
il 15/03.
L'impresa ha sostenuto un costo che darà luogo ad un'uscita di cassa nell'esercizio successivo.
Il costo però è in parte di competenza dell'esercizio corrente ( per la parte che va dal 15/09 al 31/12
) e in parte è di competenza dell'esercizio successivo per la parte che va dal 01/01 al 15/03.
Occorre quindi determinare la quota di costo di competenza dell'esercizio corrente, che deve essere
rilevata al 31/12.
12.000 : x = 181 : 107 -> rateo passivo = 7094
Al 15/03 si rileva l'uscita in AVERE l'uscita di 12.000, e in DARE come contropartita si rileva:
- il fitto passivo di competenza del periodo ( 12.000 - 7094 = 4906 )
- si chiude il rateo passivo di 7094
Un risconto passivo è un ricavo percepito nell'esercizio ma di competenza di esercizi successivi.
Esempio Risconto Passivo 10.000€
Ipotizziamo che un'impresa in dato 01/11 conceda un prestito ad un cliente per l'importo di
da restituirsi in due anni. Il tasso di interesse concordato è del 4%. Il pagamento dell'interesse
avviene anticipatamente ogni trimestre.
In data 01/11 l'impresa ha incassato l'interesse trimestrale pari a:
10.000 x 4% = 400 interesse annuo : 4 trimestri = 100 interesse trimestrale.
Tuttavia solo una parte dell'interesse è di competenza dell'esercizio corrente ( e concorre a formare
il reddito dell'esercizio ) mentre la restante parte è di competenza dell'esercizio successivo a cui
deve essere rinviata.
Occorre quindi determinare la parte di ricavo da rinviare all'esercizio successivo, ovvero bisogna
determinare il risconto passivo:
100 : x = 92 ( giorni che compongono il trimestre ) : 31 ( giorni che vanno dal 01/01 al 01/02 )
rateo passivo = 33 14
Conto Economico
La IV direttiva emanata dalla CEE ( oggi Unione Europea ), impone che il CE delle società debba
essere redatto, per quanto riguarda rispettivamente la forma e la classificazione dei costi, nel
seguente modo:
- FORMA -> Scalare
-> Sezioni Divise e Contrapposte
- Classificazione dei Costi -> Per Natura
-> Per Destinazione
Lo schema scelto dal legislatore nazionale per la redazione del CE privilegia lo schema in forma
scalare con i costi classificati per natura.
La forma scalare evidenzia in un unica colonna e con andamento progressivo il modo in cui è stato
prodotto il risultato d'esercizio.
In particolare, lo schema prevede 5 macro classi, contraddistinte da lettere maiuscole, ed
evidenzia oltre al risultato finale, due risultati intermedi di rilevante valore informativo.
Ciascuna macro classe è articolata in livelli di dettaglio contraddistinti da numeri arabi e da lettere
maiuscole.
Giova notare, inoltre, che questo schema fornisce importanti informazioni anche di tipo gestionale.
In linea di massima, infatti, lo schema distingue quattro livelli della gestione aziendale.
1. Gestione Ordinaria -> si ricollega alle prime due macro classi dello schema di CE ( valore della
produzione e costo della produzione ) legati all'operatività aziendale; la gestione ordinaria può
essere ulteriormente scissa in :
- Gestione Caratteristica -> relativa ai redditi generati dall'attività tipica dell'impresa, che
definisce il processo di produzione economica principale;
- Gestione Accessoria -> relativa ai redditi generati da tutte quelle attività che si affiancano
stabIlmente all'attività tipica, pur non rientrandovi; definisce tutti i
processi produttivi minori, attivati dall'impresa in funzione del
Principio della convenienza economica
15
2. Gestione Finanziaria -> riguarda il costo delle fonti di finanziamento utilizzate e i proventi
generati dagli investimenti delle disponibilità liquide ( macro classe E )
3. Gestione Straordinaria -> è costituita dalle componenti di costo e di ricavo generati dalle attività
estranee a quella ordinaria e che l'impresa svolge in maniera non
ricorrente
4. Gestione Fiscale -> indica la quota di profitto assorbita dalle imposte sul reddito
Valore della produzione
A)
Il valore delle produzione rappresenta il valore contabile di tutto ciò che è stato prodotto dall'impresa,
o che sia stato venduto, o che sia rimasto come patrimonio dell'impresa.
Contabilmente la produzione venduta viene valorizzata al prezzo di vendita quella non venduta al
costo.
1. Ricavi delle vendite e delle prestazioni
Rappresentano i ricavi acquisiti a seguito della vendita di prodotti o della fornitura di servizi. I valori
vanno espressi al netto di resi, abbuoni, sconti o altro.
2. Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e prodotti finiti.
Questa voce è quantificata dalla differenza tra il valore delle rimanenze alla fine dell'esercizio
corrente (come risulta dall'attivo dello stato patrimoniale dell'anno cui il bilancio fa riferimento) e il
valore delle rimanenze alla fine dell'esercizio precedente. La voce riguarda solo i prodotti in corso di
lavorazione, i semilavorati e i prodotti finiti, ossia quegli elementi sui quali l'impresa ha svolto una
qualche attività di trasformazione. Essa non riguarda, pertanto, le rimanenze di materie
prime, sussidiarie, di consumo e di merci che sono inserite nelle variazioni dei costi di produzione
(punto 11). La voce può risultare positiva, e in tal caso l'impresa ha prodotto più di quanto ha venduto
e l'eccedenza è stata riversata nel magazzino, o negativa, e in tal caso il
"più" venduto è stato prelevato dal magazzino.
3. Variazioni di lavori in corso, su ordinazione:
È una voce analoga alla precedente, quantificata dalla differenza tra il valore dei lavori in corso su
ordinazione alla fine dell'esercizio corrente e il valore degli stessi alla fine dell'esercizio precedente.
Le rimanenze riguardano lavori in corso su commessa.
4. Incrementi di immobilizzazioni tramite lavori interni ( prodotti in economia )
Si tratta di quegli investimenti, non acquistati, ma prodotti dalla stessa impresa servendosi di
attrezzature, macchinari, manodopera già a disposizione per le normali attività produttive.
I costi così generati possono non essere considerati come componenti negativi di reddito per
l'esercizio corrente ma essere capitalizzati nell'attivo di stato patrimoniale ( voce Immobilizzazioni
materiali in corso e acconti ) e dare luogo a costi frazionati nel tempo attraverso il processo di
ammortamento. L'impresa rileverà nella voce di costo " ammortamenti e svalutazioni " la quota di
costo di competenza dell'esercizio 16
5. Altri ricavi e proventi.
Si tratta di una voce che raccoglie i proventi che non rientrano nelle precedenti voci
B) Costi della produzione
Raggruppa il valore contabile di tutte le risorse consumate nell'esercizio per produrre tutti gli elementi
che concorrono alla voce A).
6. Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci.
Questa voce rappresenta la somma degli acquisti di materie prime, componenti sussidiari, materiale
di consumo e merci effettuati dalla società durante l'esercizio.
7. Costi per servizi.
È il valore dei sevizi acquistati dalla società; possono essere di tipo industriale (lavorazioni esterne,
manutenzioni, collaudi, certificazioni), commerciale (organizzazione di mostre e fiere, pubblicità,
realizzazione di eventi, ricerche di mercato), amministrativi (consulenze fiscali, consulenze
finanziarie, ricerca di risorse umane) o concernenti i servizi tecnici interni (per gli impianti idraulici,
elettrici e civili, i traslochi, le pulizie, la mensa, la portineria, la vigilanza).
8. Costi per il godimento di beni di terzi.
Raggruppa le voci relative all'utilizzo , da parte dell'impresa, di beni non di proprietà: ad esempio,
affitto di locali o capannoni, beni acquistati in leasing.
9. Costi del personale.
Comprende gli stipendi, gli oneri sociali, gli accantonamenti per il TFR.
10. Ammortamenti e svalutazioni.
L'ammortamento esprime il grado di deperimento di un bene in seguito al suo utilizzo nel corso
dell'esercizio.
Le svalutazioni corrispondono ad una perdita di valore delle immobilizzazioni, dipendente da fattori
esterni (andamento del mercato, abbandono di produzioni, obsolescenza) e, pertanto, non legato al
loro impiego all'interno dell'impresa.
11. Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci.
Rappresenta la differenza tra il valore delle rimanenze all'inizio dell'esercizio, ( come risulta dall'attivo
dello stato patrimoniale dell'anno precedente ), e il valore contabile delle stesse alla fine
dell'esercizio, ( come risulta da