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LE RIVISTE DEL SECONDO '900
La seconda parte degli anni Cinquanta è dominata dal dibattito di soluzioni di tipo sperimentale (Pasolini) e invece quelle più radicali di avanguardia del Gruppo '63.
Il secondo novecento è caratterizzato dalla nascita di molte riviste, di tipo culturale e letterario - essi sono gli anni di massima fioritura delle riviste, perché c'è voglia di ricostruire un tessuto culturale e anche voglia di poter discutere nuovamente in modo libero di letteratura, cultura, storia e altri temi, reagendo agli anni bui di oscurantismo della dittatura fascista. Nonostante ciò, negli anni fascisti si hanno alcune pubblicazioni, ad esempio "Le occasioni" e alcune poesie della "Bufera" e altro di Montale oppure il "Sentimento del tempo" di Ungaretti. Continua l'attività di Saba e altri. Gli anni delle due guerre in realtà sono molto densi e, sul finire di questo periodo (ultimi anni del 1930 e i primi del 1940), sono.
Gli anni in cui a Firenze si sviluppa l'Ermetismo. Esso è collegato ad un recupero della grande tradizione del simbolismo europeo, anche con una precoce ricezione del simbolismo. Si sviluppa intorno alla rivista e poi prosegue con la pubblicazione di una serie di opere e di raccolte come "Campo di Marte" di Bigongiari e altre opere di Alessandro Parronchi. Il movimento porta avanti una concezione di poetica incentrata sul linguaggio e sulla parola. Si tratta di una poesia molto difficile. Però le riviste principali che fanno i conti con quello che è successo prima e dopo il conflitto mondiale: - "Officina" - Bologna, 1955-1959. Giovani redattori: Francesco Leonetti, Pier Paolo Pasolini, Roberto Roversi; collaboratori fissi: Angelo Romanò, Gianni Scalia, Franco Fortini). È la prima che tenta un bilancio e offre una possibile nuova linea di sviluppo. - "Il Verri" - Milano, 1956-in attività. Direttore: Luciano Anceschi; collaboratori: A. Porta.N. Balestrini, A. Giuliani, A. Guglielmi, F. Curi, U. Eco (teorico del gruppo Opera aperta importante per che assume una funzione quasi copernicana nel secondo novecento), R. Barilli = essi formeranno il gruppo ‘63.- Il Menabò - Torino, 1959-1967. Direttori: I. Calvino, E. Vittorini. Questa riprende la promozione di Officina ossia la declinazione di una linea sperimentale. Le prime due si confrontano con gli anni precedenti e successivi alla guerra e cercano di farne un bilancio e poi iniziano a prendere posizione. Quest'ultima caratteristica è funzionale a delineare nuove linee di sviluppo per la narrativa e la poesia. Officina Ragazzi di vita. A questa altezza cronologica Pasolini ha 33 anni, pubblicherà di lì a poco Le ceneri di Gramsci (1955), i componimenti de La meglio gioventù (1957) e gli scritti saggistici di Passione e ideologia (1960). La rivista ha una tiratura limitata e una diffusione d’élite. Il titolo fa riferimento a tutt’altro ossia al
laboratorio artigianale in cui si batte il ferro e ci si sporca.Officina è la prima rivista che in maniera organica imposta immediatamente il discorso da un lato sulla revisione della tradizione ermetico-novecentesca (neo novecentismo) e dall'altro del neorealismo.
La critica al novecentismo passa attraverso un discorso critico rigoroso, tanto che nella rivista saranno ospitati anche componimenti di Luzi e Ungaretti (colpito dal e dalla Il monologhetto), poesia privilegiando questa linea piuttosto che quella Montale- Sereni, analogamente la critica all'impegno neorealista non porta al disimpegno ma all'individuazione di una diversa responsabilizzazione ideale e civile della letteratura.
La proposta di Pasolini è quella dell'elaborazione di una linea sperimentale che passa attraverso il recupero di autori della tradizione come Pascoli e un'attenzione particolare per la prosa come quella di Gadda. In questa prospettiva Gadda e Pascoli hanno
Incomune l'uso del plurilinguismo, l'uso di più registri linguistici per certi aspetti anche un recupero sperimentale del dialetto (diverso dal dialetto del neorealismo usato come testimonianza storica. Qui è usato in maniera creativa).
L'ipotesi mediana che viene portata avanti è quella di un disegno storicistico-realistico (i riferimenti sono Croce e Gramsci, con un rifiuto del marxismo organico del PCI) fondato su un'idea di cultura come mediazione necessaria tra poesia e realtà. La chiave di volta è individuata nello sperimentalismo, in favore di una innovazione fondata non già sulla rottura della tradizione ma semmai sul recupero di modelli prenovecenteschi, sulla lezione dei dialetti in poesia e di Gadda in prosa, recuperando anche l'impegno dei vociani. In particolar modo Pasolini si collega alla linea di Spitzer e Contini, facendo propria la nozione di plurilinguismo. Questo è particolarmente evidente nel
Saggio su La Pascoli pubblicato nel primo numero del 1955, ma anche e soprattutto nell'articolo libertà stilistica del 1957, seguito dalla famosa polemica tra Sanguineti e Pasolini (emergono le visioni contrastanti tra una linea più sperimentale e una più tradizionale rappresentata dalle avanguardie). Tanto è vero che tra gli ospiti si distinse per qualità e quantità delle presenze, proprio Gadda, ma vi compaiono anche Volponi, Pagliarani e Sanguineti.
La libertà stilistica
Citazioni tratte da che illustrano cosa sia lo sperimentalismo connesso all'idea di libertà stilistica, intesa come indipendenza da qualsiasi posizione ideologicamente determinata.
"Nello sperimentare dunque, che riconosciamo nostro [...] persiste un momento contraddittorio o negativo: ossia un atteggiamento indeciso; problematico e drammatico, coincidente con quella indipendenza ideologica cui si accennava, che richiede il continuo, doloroso sforzo"
del mantenersi all'altezza di un'attualità non posseduta ideologicamente, come può essere per un cattolico, un comunista, un liberale". Non si ha una soluzione certa da proporre ma si ha l'idea di voler portare avanti una visione problematica del presente, si vuole mettere in questione il presente. Ne on assumendo una ideologia come "formula magica che possa spiegare la realtà" ecco che la realtà diventa qualcosa da indagare in maniera indipendente da qualsiasi visione precostituita e libera ma allo stesso tempo carica di dubbi e incertezza. "Ma vi incide anche un momento positivo, ossia l'identificazione dello sperimentare con l'inventare: con l'annessa opposizione critica e ideologica agli istituti precedenti, ossia un'operazione culturale idealmente precedente l'operazione poetica". L'operazione poetica e narrativa è preceduta da un'azione culturale cheVerso un'indagine libera da ideologie e vincoli precostituiti della realtà. Lo sperimentalismo è un modo, da un punto di vista letterario, per comprendere e rappresentare la realtà che si ha davanti in maniera aperta e problematica.
Lezione 9 - 13 maggio 2020
PIER PAOLO PASOLINI
Vita
- Bologna (5 marzo 1922 - Roma, 2 novembre 1975)
- 1942 Poesie a Casarsa (dialetto friulano della madre). La produzione in dialetto è "La meglio gioventù" poi raccolta ne "Le ceneri di Gramsci"
- 1957 "Passione e ideologia"
- 1960 "Poesie in forma di rosa"
- 1964 - in questa raccolta le poesie recuperano la tradizione del carme figurato e si dispongono "a forma di rosa, croci"
Le ceneri di Gramsci
Sin dal titolo si capisce la centralità del pensiero di Gramsci. Di fatto, la raccolta ha al suo centro, quantomeno convocata in assenza e problematizzata, la figura di Gramsci, che si pone come termine di confronto anche per condurre una riflessione sul proprio.
ruolo di intellettuale.Le ceneri di Gramsci è costituito di una serie di poemetti quasi tutti in terzine; già questo dà la misura sperimentale dell’opera di Pasolini che riprende una forma codificata dalla tradizione come quella del poemetto (ampiamente usato da Pascoli) ma la rinnova.
Il poemetto che dà il titolo alla raccolta fu pubblicato nel 1954. L’occasione che genera la poesia è la visita al cimitero acattolico di Roma, dove si trovano l’urna funeraria di Gramsci e i resti dei poeti inglesi Shelley e Keats. La visita alla tomba di Gramsci conduce il poeta a una riflessione sul presente storico e sulla sua esperienza di intellettuale, sulla qualità e il tipo di impegno ideologico, politico e civile che è ancora possibile nella società attuale.
La cifra del poemetto è costituita dalla crisi esistenziale e storica dell’intellettuale della nuova società che si sta delineando.
In questo momento si
Può realmente parlare della nascita di una società di massa che si concretizzerà poi negli anni del "boom economico". Nasce il concetto di "cultura di massa" strettamente legato allo sviluppo dei mass media, rappresentato ad esempio dalla televisione. La tv da un punto di vista linguistico arriva là dove non era arrivata la scuola, nonostante la alfabetizzazione di massa del secondo dopoguerra. La tv è ciò che riesce a livellare veramente la lingua parlata in Italia che va a sostituire le particolarità dialettali collegate alle diverse regioni. Ecco i dialetti recedono a favore dell'affermazione di una lingua italiana standardizzata. Pasolini vede nel livellamento linguistico anche un livellamento culturale che è indotto da chi detiene i mezzi di comunicazione e che neutralizza la diversità specifica dei territori e delle diverse identità culturali italiane.
Il pianto della scavatrice
Si tratta di un
Poemetto di 400 versi diviso in 6 parti. Il poemetto racconta di una sera estiva a Roma in cui il poeta medita sul proprio passato; narra poi del suo ritorno a casa e della notte trascorsa insonne, fino all'alba e al riprendere della vita, rappresentata dal rumore proveniente dal vicino cantiere edile.
Predilezione per la raffigurazione di personaggi umili appartenenti al sottoproletariato, in cui si manifestano più apertamente l'istinto e la sensualità. Qui si possono cogliere ancora elementi di autenticità e vitalità.
I quartieri più periferici di Roma sono l'ambientazione tipica e topica dell'opera pasoliniana da quella narrativa a quella filmica.
Durante l'alba il poeta sente arrivare un rumore dal vicino cantiere edile, ossia il rumore della scavatrice. In questo punto della narrazione si ha una riflessione sul cambiamento urbanistico delle città - la campagna viene sempre più erosa a favore di un
ampliamentoindi