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Il passivo e il patrimonio netto
Il passivo comprende queste 5 classi, le passività sono rappresentate dai due fondi, dai debiti e dai ratei e risconti passivi. La differenza tra passivo e passività è che il passivo comprende il patrimonio netto ed è dato da queste 5 classi; le passività non comprendono il patrimonio netto, ma solo le altre 4 classi: quindi, le passività saranno sempre inferiori al passivo. Il patrimonio netto è dato dalla differenza tra l'attivo e le passività.
Il patrimonio netto è formato idealmente da tre parti:
- Capitale sociale, che corrisponde al valore nominale delle azioni o quote sottoscritte dai soci;
- Riserve;
- Utili o perdite d'esercizio e, se ci sono, quelle di altri esercizi se non sono ancora stati distribuiti (utili) o coperti (perdite).
Il patrimonio netto potrebbe comprendere anche dei conferimenti, come stabilito all'Art. 2424, se tra le attività si inserisce il credito verso soci, per la parte di capitale sottoscritto.
Il capitale sociale è quel capitale posto a garanzia dei terzi creditori, in presenza di inadempienza della società il capitale sociale serve a fare garanzia di pagamento di quei debiti. Il capitale sociale può essere soggetto a riduzione in caso di particolari riduzioni, come in caso di perdite che comportano assorbimento di riserve e non vi sono altre possibilità, si va a diminuire il capitale sociale, però andando a ricostituirlo successivamente (nel breve termine). Le diverse tipologie di forme di società hanno requisiti minimi diversi di capitale sociale, che può non essere interamente versato al momento della costituzione, ma c'è l'obbligo di versarne la parte. Se così non facessi non potrei scrivere nella documentazione formale della società la parola "int. vers." sotto al capitale sociale, in quanto non interamente versato. La quota minima che si deve versare è 25% del capitale sociale. Ogni qual voltaVediamo che il capitale sociale è rilevante dal punto di vista nominale ma non vediamo Int.vers. vuol dire che probabilmente non è interamente versato. Ma se quel capitale dovesse essere necessario, ad esempio per soddisfare i terzi creditori, allora sorgerebbe l'obbligo di versarlo interamente.
Quando costituiamo una società di capitali e siamo in sede notarile quest'ultimo ci chiede il versamento, ad alcuni basta vedere un assegno circolare non ancora versato, dando per scontato che poi verrà versato nel brevissimo termine. Tuttavia, la società si ritiene costituita quando il notaio ha concluso le sue attività. Alcuni notai accettano anche un versamento bancario. Ma quelli più rigidi richiedono la prova dell'effettivo pagamento.
Si procede alla registrazione in camera di commercio, all'iscrizione e a questo punto si va in banca lasciando l'atto costitutivo e la somma precedentemente versata come capitale sociale viene restituita alla società.
Riserve (A.2)
Per quanto riguarda le riserve possiamo avere diversi criteri di classificazione. Possiamo classificare le riserve in base alla destinazione: queste possiamo distinguerle in riserve disponibili e non sono disponibili. Possiamo classificarle anche in base alle origini: in riserve di utili e riserve di capitale.
Riserve di capitale:
- da sovraprezzo azioni;
- da rivalutazione.
Riserve di utili:
Legale (Art. 2430): “(1) Dagli utili netti annuali deve essere dedotta una somma corrispondente almeno alla ventesima parte di essi per costituire una riserva, fino a che questa non abbia raggiunto il quinto del capitale sociale. (2) La riserva deve essere reintegrata a norma del comma precedente se viene diminuita per qualsiasi ragione. (3) Sono salve le disposizioni delle leggi speciali”.
Statutarie: quando i soci, con l’atto costitutivo, intendono limitare la loro libertà di scelta, in occasione della riunione dell’assemblea ordinaria per
L'approvazione del bilancio e per la destinazione dell'utile di esercizio, imponendo di devolvere una parte dell'utile conseguito nell'esercizio ad una riserva che assume pertanto la denominazione di riserva statutaria.
Altre riserve distintamente indicate.
5. Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi.
6. Altre riserve (diverse dalle precedenti).
7. Utili (perdite) portati a nuovo.
8. Utili (perdite) dell'esercizio.
9. Riserva negativa per azioni proprie in portafogli.
10. Ogni qualvolta la società detenga azioni in portafoglio, deve accantonare un valore corrispondente a riserva. La riserva costituita per coprire il valore delle azioni che essa detiene non è disponibile, perché è a presidio del valore delle azioni che detengo in portafoglio. Questa indisponibilità, data dall'Art. 2357, vale finché rimane la condizione che ha generato di accantonare a riserva questa disponibilità, cioè fino a che ho azioni proprie in.
portafoglio. Ma se poi ci si libera di queste azioni, la quota parte accantonata diventa disponibile in relazione al rapporto azioni-riserve.Se voglio utilizzare quella riserva devo diminuire le azioni proprie detenute in portafoglio, così da liberare parte di quella riserva e avere disponibilità della parte liberata. Fondo per rischi e oneri (B) Innanzitutto, abbiamo i fondi diArt. 2357 (acquisto di azioni proprie): "La società non può acquistare azioni proprie se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato. Possono essere acquistate soltanto azioni interamente liberate. L'acquisto deve essere autorizzato dall'assemblea, la quale ne fissa le modalità, indicando in particolare il numero massimo di azioni da acquistare, la durata, non superiore ai diciotto mesi, per la quale l'autorizzazione è accordata, il corrispettivo minimo ed il corrispettivo massimo."
trattamento di quiescenza (da non confondere con il trattamento di finerapporto): una società può creare fondi per un trattamento di quiescenza da dare ad alcuni dipendenti in virtù di alcune qualifiche, quindi per dare qualcosa in più al momento dell'assegnazione del TFR (o nel momento della pensione o perché si è licenziato). Sono accantonamenti che assumono una valenza premiale, che sono oggetto di un riconoscimento economico finanziario. È chiaro che se ho questo tipo di fondo dovrò trovare una spiegazione in nota integrativa.
Poi si ha il fondo per imposte anche differite: in questo fondo metto somme che andranno utilizzate per imposte anche differite. È un accantonamento prudenziale a copertura di queste imposte, naturalmente in nota integrativa spiegherò quali sono le imposte che prevedo di dover pagare.
Vi sono poi strumenti finanziari derivati passivi e Altri fondi (es. contenzioso legale). 23Art. 2424 bis: (3) "Gli accantonamenti per rischi"
"ed oneri sono destinati soltanto a coprir perdite o debiti dinatura determinata, di esistenza certa o probabile, dei quali tuttavia alla chiusura dell’esercizio, sonoindeterminati o l’ammontare o la data di sopravvenienza."
In teoria, abbiamo detto che potremmo usarlo anche per prevedere un costo futuro, in pratica quel costofuturo sarà un debito.
Tutti questi fondi sono accomunati dal fatto che devono essere finalizzati a coprire solamente perdite edebiti. Ma è in contrasto con i fondi di trattamento di quiescenza? No, perché quando dovrò corrisponderequesto denaro assumerà la forma di debito nei confronti del dipendente.
Questi fondi devono avere una natura determinata. Le situazioni sottostanti devono avere un’esistenzacerta o probabile, e di cui ne sia indeterminato l’importo oppure la data di sopravvenienza.
Fondo TFR (C)
L’articolo di riferimento è l’Art. 2120.
La remunerazione del lavoro subordinato è determinata dalla legge e
All'aumento dell'indice dei prezzi al consumo, è incrementato, su base composta, al 31 dicembre di ogni anno, con l'applicazione di un tasso predeterminato. Questo fondo l'azienda lo può utilizzare o no? Stanno nella disponibilità aziendale, ma l'azienda non ne ha la proprietà. In altri termini, la quota parte viene calcolata dal consulente del lavoro ma non la eroghi, la destini al fondo. La puoi utilizzare per sostenere l'attività dell'impresa, ma sapendo coscientemente che non è tua. Per assurdo, se tutti i dipendenti dovessero dimettersi, la banca dovrebbe consegnare tutti questi TFR all'atto della liquidazione dell'ultima busta paga, si vede liquidato anche l'intero TFR. Tuttavia, nella prassi, non sempre all'atto della distribuzione finale il TFR viene distribuito interamente in un solo momento. La società potrebbe avere una difficoltà di liquidità, temporanea, per un mismatching temporale del cashflow.
aziendale. Potrebbe essere quindi richiesto un tempo di smobilizzo, la prassi ci porta a vedere tanti casi in cui, difronte all'uscita del lavoratore, l'azienda si prende sino a tre mesi per fare il calcolo della dimensione del TFR dovuto. Si assiste poi ad una convocazione del dipendente, con cui si accorda su un'erogazione del seguente (tempi e modalità di erogazione). Le variazioni in aumento o in diminuzione devono avere descrizione in nota integrativa.
Debiti (D)
I debiti non si suddividono in relazione alle operazioni di prestito e di regolamento, ma presentano una sola articolazione e notevolmente ampia: vengono raggruppati secondo il criterio della categoria dei creditori e della forma in cui viene costituito il debito, consentendo il rispetto del principio della rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria della società.
Siamo nelle passività in senso stretto, la voce è suddivisa in questo modo:
- Obbligazioni:
rappresentano un debito verso terzi, che andrà sviluppato annualmente.
2. Obbligazioni convertibili: possono essere convertibili in azi