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SAPERE TUTTI I RAMI CHE VANNO A FORMARE CIRCOLO ANASTOMOTICO DELL’ANCA,
CHE PARTONO DA ILIACA INTERNA, ESTERNA E DA FEMORALE.
A livello di articolazione del ginocchio rami derivano da arteria femorale, da poplitea, da
tibiale anteriore e da tibiale posteriore.
Arto superiore: arteria ascellare si porta in regione ascellare, vascolarizza spalla, articolazione
scapolo-omerale, ghiandola mammaria, muscolo succlavio, loggia anteriore e posteriore del
braccio. Arteria ascellare origina dal margine laterale delle coste e termina in corrispondenza
della parte inferiore laterale del grande pettorale. È suddivisa in tre tratti, il primo tra margine
laterale di coste e margine mediale di piccolo pettorale, tratto intermedio passa dietro al
piccolo pettorale, ultimo tratto da margine laterale di piccolo pettorale fino a margine laterale
del grande pettorale. Qui arteria si continua come arteria brachiale. Lungo il suo decorso
l’ascellare emette diversi rami: l’arteria toracica suprema nel primo tratto, la toraco-acromiale
e la toracica laterale nel secondo tratto, l’arteria sottoscapolare e le arterie circonflesse
dell’omero anteriore e posteriore nel terzo tratto che vanno ad avvolgere l’articolazione
scapolo-omerale. Rami che originano da secondo tratto emettono rami che vanno a
vascolarizzare articolazione sternoclaveare. Rami che derivano da ultima porzione circondano
collo chirurgico dell’omero, muscolo grande dorsale e grande rotondo. Come ramo terminale
c’è arteria brachiale che decorre in loggia anteriore in corrispondenza del margine mediale del
bicipite brachiale e arriva fino a fossa. Nel suo decorso è accompagnata dal nervo mediano e
come rami terminali fornisce lateralmente l’arteria radiale, medialmente l’arteria ulnare.
Posteriormente ha rapporto col muscolo tricipite e con il nervo ulnare. È abbastanza
superficiale infatti è uno dei punti di rilevamento della pressione arteriosa. Ha rapporto con
muscolo coracobrachiale. Dà come rami collaterali rami che vascolarizzano cute, muscoli e
ossa del braccio, poi dà un ramo anastomotico per l’articolazione della spalla. Rami del
braccio sono l’arteria nutritizia dell’omero, l’arteria profonda del braccio, poi arterie collaterali
ulnari che si dirigono verso l’articolazione del gomito. Vasi che partecipano a circolo
anastomotico della spalla sono l’arteria succlavia e l’arteria ascellare che fanno un circolo e
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l’altro circolo è fornito da arteria ascellare e da arteria brachiale. A livello di mano vasi
derivano da arteria radiale e ulnare. Arteria radiale dà un ramo ricorrente che si porta verso
l’articolazione del gomito e tre rami: carpico palmare, carpico dorsale e palmare superficiale
che va ad anastomizzarsi col corrispondente ramo palmare che proviene dall’arteria ulnare.
Ramo carpico palmare radiale si anastomizza con ramo carpico palmare ulnare, ramo carpico
dorsale radiale si anastomizza con ramo carpico dorsale ulnare. Ramo palmare superficiale va
a dare arcata palmare superficiale, rami carpici danno invece arcata palmare profonda. Arteria
ulnare decorre molto vicino alla membrana interossea e fornisce rami per questa che si
chiamano arterie interossee comune, anteriore, posteriore, ricorrente, fornisce poi rami
carpali e dei rami ricorrenti. Circolo anastomotico del gomito: arterie che partecipano sono
rami dell’arteria brachiale, della ulnare e della radiale. A livello di mano si hanno tre arcate
anastomotiche: una palmare superficiale, una palmare profonda e una dorsale del carpo.
Circolo venoso è satellite del circolo arterioso, vene sono omonime, hanno stesso nome e
stesso decorso rispetto alle corrispondenti arterie, tranne che in testa, collo e arti. In arti
abbiamo sia un circolo profondo satellite all’arterioso che un circolo superficiale, questi due
circoli sono in anastomosi tra loro. Vene come vasi di capacitanza perché hanno lume molto
ampio, arterie come vasi di resistenza. Vene portano sangue refluo di tutto nostro organismo
da periferia a cuore. Ci sono vene cardiache minime che sboccano direttamente nell’atrio
destro tramite piccoli forellini. Sangue refluo da testa, da arto superiore e da torace viene
drenato in atrio di destra da vena cava superiore. Tutto territorio sottodiaframmatico è
competenza di vena cava inferiore. Vena cava superiore origina per la confluenza di due
tronchi brachiocefalici (vene brachiocefaliche o anonime). I tronchi originano da confluenza di
vena giugulare interna e vena succlavia. Vena giugulare interna sta scendendo da testa con
sangue refluo, è analogo di carotide interna, quindi di porzione encefalica e orbitaria della
testa. Vena succlavia è arteria satellite di arteria succlavia. Vena succlavia lungo suo decorso,
prima di confluenza con giugulare interna raccoglie sangue refluo da giugulare esterna che
drena sangue di pareti della testa. Unico affluente di vena cava superiore è vena azigos che si
butta in vena cava superiore prima che questa entri nell’atrio di destra raccogliendo il sangue
refluo della porzione destra del torace. Per drenaggio venoso di porzione di sinistra del torace
c’è vena emiazigos e ci possono essere emiazigos accessorie. Le emiazigos confluiscono nella
azigos che poi si getta nella vena cava superiore.
Drenaggio venoso della testa: a livello delle meningi, dura madre che è la più esterna si
sdoppia accogliendo all’interno delle strutture venose particolarmente discontinue con un
endotelio ma senza una tonaca media e con membrana basale discontinua, queste strutture si
chiamano semivenosi della dura madre, contenuti nello sdoppiamento della dura madre. Seno
sagittale superiore origina da frontale, si porta a parietale e arriva fino a occipitale, raccoglie
quindi tutto sangue di entrambi gli emisferi. Poi c’è seno sagittale inferiore che origina a fondo
cieco e va a finire a seno retto. Seno sagittale superiore poi si continua in un seno pari e
simmetrico per ogni antimero che è il seno trasverso che si continua a pieno canale con la
giugulare interna. Tutto sangue drenato da seni della dura madre viene raccolto da vena
giugulare interna. Altri seni pari sono un seno cavernoso e uno petroso che va a sboccare in
seno trasverso. Seno cavernoso in prossimità di cavità orbitaria. Seni cavernosi comunicano
tra loro con un seno intercavernoso che sbocca nel seno petroso superiore mentre il seno
petroso inferiore si continua poi con il seno trasverso. La giugulare interna decorre nel fascio
vascolonervoso del collo insieme alla carotide comune e al nervo vago. Inizia con un calibro
inferiore e verso la fine si dilata. In corrispondenza della sua unione con la succlavia c’è un
bulbo della vena giugulare che fa sì che il suo calibro aumenti e c’è valvola che impedisce il
reflusso del sangue verso la testa. Vena giugulare esterna è l’analogo della carotide esterna e
va a sboccare in vena succlavia. A livello di faccia inferiore della clavicola c’è solco di arteria
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succlavia e solco di vena succlavia. Nel punto di confluenza della giugulare interna sinistra
con la succlavia di sinistra che ha drenato giugulare esterna va a sboccare il dotto toracico
che è struttura linfatica. Arto superiore: circolo superficiale e circolo profondo satellite di
arterie. Principali vene di circolo superficiale sono la vena basilica mediale e la vena cefalica
laterale. Queste due vene sono legate tra loro in corrispondenza di fossa cubitale del gomito
da vena cubitale mediana che è quella in corrispondenza della quale vengono effettuati i
prelievi venosi. Ci sono anastomosi tra circolo superficiale e profondo, i due si ricongiungono
in corrispondenza della vena ascellare. Vena azigos decorre lungo la faccia laterale destra dei
corpi vertebrali toracici. Emiazigos e emiazigos accessoria hanno sbocco indipendente a
livello della azigos. La accessoria non c’è in tutti gli individui. La emiazigos inizia come
continuazione a livello di diaframma di vena lombare ascendente di destra, la vena lombare
ascendente di sinistra va a confluire in quella di destra prima dell’orifizio diaframmatico,
caudalmente a questo. La vena azigos prende questo nome una volta che oltrepassa l’orifizio
diaframmatico. Lungo decorso di vena azigos viene drenato sangue di vene intercostali, a
livello di T8 raccoglie sangue di vena emiazigos che sta drenando porzione toracica di sinistra,
continua sua porzione ascendente e a livello di T4 la vena azigos compie un arco che scavalca
il bronco di destra. Vena cava inferiore origina dalla confluenza delle due vene iliache comuni
di destra e sinistra, ma confluenza delle due vene iliache avviene più caudalmente rispetto a
biforcazione di due arterie iliache, qui siamo a livello di L5, per le arterie di L4. In vena cava
inferiore arriva sangue refluo da arti inferiori e da porzione sottodiaframmatica. Confluenza di
vene iliache comuni è posteriore rispetto a quella di arterie iliache. Vena sacrale corrisponde
all’arteria sacrale mediana come ramo terminale di aorta addominale, va a confluire in cava
inferiore. Confluenza di vena iliaca esterna e interna. A livello di fegato c’è interruzione di
drenaggio venoso sistemico per interferenza di vena porta che raccoglie il sangue refluo dalle
vene mesenteriche (superiore e inferiore a livello dell’intestino), poi vena splenica o lienale.
Questo ricorda il tripode celiaco anche se vasi che partecipano non sono gli stessi. Tre vene
costituiscono vena porta che porta a fegato sangue refluo da intestino che deve essere
analizzato, ricco di nutrienti e da cui possono essere estratti componenti che servono al
fegato. Interruzione perché vena porta entra nel fegato ma non in cava inferiore. Vene
epatiche invece si gettano nella vena porta. Vena porta si ricongiunge tramite vene epatiche a
sistema di vena cava inferiore. Sistema di vene porte accessorie che vanno a drenare il
sangue direttamente nel fegato e possono sostituirsi alla vena porta nel caso di patologie.
Vene porte accessorie sono le vene cistiche; le vene del legamento gastroepatico, del
falciforme e del coronario sono mezzi di fissità del fegato, le vene nutritizie dei condotti
biliferi, rami di vena o arteria epatica, vene ombelicali. Arto inferiore: due grossi vasi fanno
parte di circolazione superficiale di arto inferiore sono le safene, la grande safena
medialmente e la piccola safena lateralmente. La grande safena decorre fino a confluire nella
femorale, la piccola safena si ferma in corrispondenza di articolazione del ginocchio e va a
confluire nella poplitea. Vene varicose: situazione in cui vene hanno parete che non è più
contenitiva, colpiscono di più la grande safena, cura è asportazione di grande safena. Arcata
venosa del dorso del piede: da margine laterale origina piccola safena e da margine mediale
grande safena. Vene sono caratterizzate da pres