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DERIVATE SECONDE DI UNA FUNZIONE IN PIÙ VARIABILI
Teorema di Schwarz
Se allora
All’insieme delle derivate seconde di una funzione si associa una matrice, detta matrice hessiana:
matrice hessiana in per la funzione è la matrice
Osserviamo che se allora e è simmetrica.
Def. Se si dice differenziale secondo di in la funzione:
Il differenziale secondo applicato all’incremento assume la forma:
Se si può scrivere la formula di Taylor al secondo ordine con resto di Peano:
MINIMI E MASSIMI DI UNA FUNZIONE IN PIÙ VARIABILI
Data una funzione
Def. Si dicono estremi liberi della funzione gli estremi assunti in punti interni ad .
Teorema di Fermat
Data una funzione con aperto, se:
è un punto di minimo o massimo relativo
- è derivabile in
-
Allora e i punti che annullano il gradiente si dicono stazionari o critici.
Il teorema di Fermat ci dice che, per funzioni derivabili, gli estremi del dominio sono punti stazionari.
Def. Un punto stazionario che non è punto di massimo o di minimo relativo si dice punto di sella o colle.
Es. è un punto di minimo assoluto poiché
quindi è un punto stazionario.
Consideriamo la funzione del paraboloide iperbolico
Determiniamo i punti stazionari: è un punto stazionario.
soddisfa la condizione di Fermat, ora dobbiamo valutare se è un estremo del dominio.
Per farlo è necessario considerare:
Se allora è minimo della funzione
Se allora è massimo della funzione
Se non si verifica nessuna di queste due condizioni allora è un punto di colle.
In questo caso e in cui il segno di sia costante, quindi è un punto
di sella.
Abbiamo quindi dimostrato che la condizione di Fermat è necessaria ma non sufficiente.
Ora osserviamo che in se la funzione è due volte derivabile e è un punto stazionario, allora:
Se allora e è punto di minimo
Se allora e è punto di massimo
Teorema
Data una funzione con aperto e e :
1) Se allora è un punto di minimo
2) Se allora è un punto di massimo
3) Se il caso è dubbio ed è necessario studiare il segno della funzione
4) Se allora è un punto di sella
Es. Determinare gli estremi liberi di .
Per prima cosa determiniamo i punti stazionari:
La prima soluzione per è , quindi sostituiamo nella prima equazione e otteniamo:
La seconda soluzione per è , quindi sostituiamo nella prima equazione e otteniamo:
Abbiamo determinato 3 punti stazionari:
In
Per verificare che sia un punto di minimo o di massimo utilizziamo la matrice hessiana:
quindi è punto di minimo.
Verifichiamo se e sono punti di massimo o minimo: quindi è un punto di sella.
quindi è un punto di sella.
DERIVATE SECONDE DI UNA FUNZIONE IN PIÙ VARIABILI
Teorema di Schwarz
Se allora
All’insieme delle derivate seconde di una funzione si associa una matrice, detta matrice hessiana:
matrice hessiana in per la funzione è la matrice
Osserviamo che se allora e è simmetrica.
Def. Se si dice differenziale secondo di in la funzione:
Il differenziale secondo applicato all’incremento assume la forma:
Se si può scrivere la formula di Taylor al secondo ordine con resto di Peano:
MINIMI E MASSIMI DI UNA FUNZIONE IN PIÙ VARIABILI
Data una funzione
Def. Si dicono estremi liberi della funzione gli estremi assunti in punti interni ad .
Teorema di Fermat
Data una funzione con aperto, se:
è un punto di minimo o massimo relativo
- è derivabile in
-
Allora e i punti che annullano il gradiente si dicono stazionari o critici.
Il teorema di Fermat ci dice che, per funzioni derivabili, gli estremi del dominio sono punti stazionari.
Def. Un punto stazionario che non è punto di massimo o di minimo relativo si dice punto di sella o colle.
Es. è un punto di minimo assoluto poiché
quindi è un punto stazionario.
Consideriamo la funzione del paraboloide iperbolico
Determiniamo i punti stazionari: è un punto stazionario.
soddisfa la condizione di Fermat, ora dobbiamo valutare se è un estremo del dominio.
Per farlo è necessario considerare:
Se allora è minimo della funzione
Se allora è massimo della funzione
Se non si verifica nessuna di queste due condizioni allora è un punto di colle.
In questo caso e in cui il segno di sia costante, quindi è un punto
di sella.
Abbiamo quindi dimostrato che la condizione di Fermat è necessaria ma non sufficiente.
Ora osserviamo che in se la funzione è due volte derivabile e è un punto stazionario, allora:
Se allora e è punto di minimo
Se allora e è punto di massimo
Teorema
Data una funzione con aperto e e :
5) Se allora è un punto di minimo
6) Se allora è un punto di massimo
7) Se il caso è dubbio ed è necessario studiare il segno della funzione
8) Se allora è un punto di sella
Es. Determinare gli estremi liberi di .
Per prima cosa determiniamo i punti stazionari:
La prima soluzione per è , quindi sostituiamo nella prima equazione e otteniamo:
La seconda soluzione per è , quindi sostituiamo nella prima equazione e otteniamo:
Abbiamo determinato 3 punti stazionari:
In
Per verificare che sia un punto di minimo o di massimo utilizziamo la matrice hessiana:
quindi è punto di minimo.
Verifichiamo se e sono punti di massimo o minimo: quindi è un punto di sella.
quindi è un punto di sella.
INTEGRALI DOPPI
Richiamiamo alcuni concetti dell’analisi di funzioni in una variabile:
Suddividiamo l’intervallo in sottointervalli di uguale ampiezza ,
a questo punto si ha la somma di Cauchy:
Se in allora l’integrale definito è l’area sottesa dalla
funzione in . Quest’area si dice trapezoide. Se non è sempre
positiva l’area risulta essere:
Per quanto riguarda gli integrali doppi, suddividiamo il loro studio in due casi:
Primo caso: la funzione è definita su un rettangolo con i lati paralleli agli assi cartesiani.
Con dominio .
Dividiamo in sottointervalli di uguale ampiezza e in intervalli
di ampiezza : in questo modo il rettangolo di dominio è diviso in rettangoli
. Scegliendo un punto in , in particolare il più lontano dall’origine, si ha che:
Osservazione: per gli integrali doppi valgono le stesse proprietà degli integrali semplici (linearità, additività,
monotonia, teorema della media ecc.)
Es. Calcolare mediante la definizione il seguente integrale:
Significato geometrico dell’integrale doppio:
Dato che è l’area di ogni singolo rettangolo , significa che
rappresenta il volume del parallelepipedo avente per base
e per altezza . A questo punto è chiaro che la sommatoria
rappresenta il volume del solido avente per base
il dominio e sotteso dalla funzione stessa. Se la funzione non è
sempre positiva in , allora l’area di detto solido è calcolata con
Secondo caso: la funzione è definita su un sottoinsieme di
Def. Si dice y-semplice un insieme del tipo: con e definite e continue su .
Si dice x-semplice un insieme del tipo: con e definite e continue su .
Def. Un sottoinsieme di si dice regolare se lo si può esprimere come unione di un insieme finito di insiemi
semplici.
Es. 1 Il dominio rappresentato in figura è un insieme sia x-semplice che y-semplice:
Es. 2 Il dominio rappresentato in figura è y-semplice: ma non è x-semplice,
infatti si hanno 2 regioni: una in cui ed un’altra in cui
Es. 3 Il dominio rappresentato in figura non è y-semplice, ma è regolare,
poiché può essere scritto come unione di più insiemi
y-semplici: dove
Il dominio è anche x-semplice:
Teorema
Se
Def. Un insieme limitato si dice misurabile se la funzione costante pari a 1 è integrabile in . La
misura di è:
Es. y-semplice
CALCOLO DEGLI INTEGRALI DOPPI
Teorema di riduzione
Se e è integrabile, allora:
Osservazione: nell’integrale più interno la variabile che non si integra si comporta come una costante.
Nel caso di funzioni del tipo: anche l’integrale si fattorizza:
Es. Calcolare il seguente integrale:
Teorema di Fubini
Se è y-semplice e è continua in , allora
Se è x-semplice invece:
Se è sia x-semplice che y-semplice valgono entrambe le formule. Se l’insieme è regolare, cioè
Es. e il dominio è sia y-semplice che x-semplice.
Risolviamo l’integrale doppio della funzione in entrambi i modi che il
teorema di Fubini ci suggerisce. Primo modo: è y-semplice.
Secondo modo: x-semplice.
Cambiamento di coordinate
Ricordiamo che per le funzioni in una variabile la sostituzione di variabile nell’integrale avveniva così:
Per le funzioni in più variabili il procedimento è analogo:
Es. Consideriamo un dominio e svolgiamo l’integrale:
Passaggio a coordinate polari nel piano
La sostituzione da effettuare per il passaggio a coordinate polari è la seguente:
Es. Svolgere un integrale del genere è complicato, quindi passiamo alle coordinate
polari, data la simmetria del dominio. rappresenterà la distanza dall’origine,
l’angolo tra la retta e il vettore .
I punti della circonferenza hanno , quindi il dominio si può esprimere come:
PROPRIETÀ DI SIMMETRIA DEGLI INTEGRALI DOPPI
1) Se il dominio di integrazione è simmetrico rispetto all’asse e è dispari in , cioè
allora:
2) Se è simmetrico rispetto all’asse e è dispari in , cioè , allora:
3) Se è simmetrico rispetto all’asse e è pari in , cioè , allora:
Essendo il dominio
4) Se è simmetrico rispetto all’asse e è pari in , cioè , allora:
Essendo il dominio
Es. Calcolare attraverso un integrale doppio l’area di un cerchio generico di raggio .
Es. Calcolare il seguente integrale sul dominio in figura:
INTEGRALI DOPPI GENERALIZZATI
Calcoliamo il volume sotteso dalla superficie gaussiana :
Dove è l’area sottesa dalla curva gaussiana in una variabile . Ma allora .
Calcoliamo quindi per conoscere anche l’area sottesa dalla curva gaussiana in una variabile. Per farlo
utilizziamo una restrizione del dominio ad un cerchio di centro l’origine e raggio . Facendo il limite per
tendente ad infinito di tale integrale otterremo il valore cercato.
E allora
INTERPRETAZIONE GEOMETRICA DEGLI INTEGRALI DOPPI
L’integrale doppio
rappresenta il volume del cilindroide a generatrici parallele all’asse compreso tra il grafico della funzione e
il dominio .
Es. Calcolare il volume del cilindroide