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Appunti analisi generale Gerusalemme Liberata: personaggi, lingua, unità Pag. 1
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Unità, Materia e Meraviglioso nella poesia

Occorre allora rivedere il concetto di "unità": non più un movimento narrativo unico e chiuso, contrapposto alla moltitudine delle cose, ma un intreccio aperto ad "amori, cavallerie, venture ed incanti, e in somma invenzioni più vaghe e più accomodate alle nostre orecchie". Ecco dunque la "varietà" nell'"unità" che rende il poema "quasi in un picciolo mondo". Il poema diventa così un universo e l'autore un demiurgo che attraverso l'unità di un disegno può riprodurre l'armonia multiforme del reale.

Per quanto riguarda la materia da trattare occorre scegliere una storia "cristiana od ebrea" la cui collocazione temporale (non troppo recente né troppo antica) appaia verosimile affinché la poesia diventi pienamente imitazione della storia.

L'uso del "meraviglioso" (operazioni

magiche ed eventi soprannaturali inclusi) potrà essere così inglobato nella sfera del "verosimile cristiano". In questa cornice storica (con il Concilio di Trento che si è concluso da pochi anni) si attesta la figura del "perfetto cavaliero" il quale, pur non rinnegando i valori cortesi dell'etica cavalleresca, potrà meglio incarnare le rinnovate esigenze etiche spirituali del tardo Rinascimento.

GERUSALEMME LIBERATA. UNA NUOVA COMPLESSITÀ PSICOLOGICA

AMBIENTAZIONE: L'azione del poema, rievocando la stagione vittoriosa dell'Europa cristiana, si colloca alla fine della prima crociata, durante la fase di assedio di Gerusalemme (1099). La fonte storica principale, integrata da altre cronache medievali, è la Historia di Guglielmo di Tiro. Questa scelta fa sì che il fantastico e il meraviglioso possano ben integrarsi con la realtà dei fatti storici. Ma la Gerusalemme liberata è anche una storia

Di affetti e di sentimenti in cui i protagonisti manifestano una complessità psicologica assai più profonda rispetto agli eroi del romanzo cavalleresco. E l'alternanza tra la globale visione divina e i vari punti di vista emotivi dei personaggi, "in soggettiva", imprime un ritmo nuovo alla narrazione tassiana.

L'AZIONE E GLI EROI: "L'ASPRA TRAGEDIA DE LO STATO UMANO"

La presa di Gerusalemme sembra imminente, ma l'ultimo assalto dell'esercito cristiano viene ostacolato dagli "inganni" malefici ispirati da Satana. Da un lato le arti magiche e seduttive di Armida disgregano il campo crociato, dall'altro il mago Ismenos barra l'avanzata cristiana incantando la selva di Saron, necessaria per la costruzione delle macchine d'assedio e ora posseduta da "innumerabili, infiniti / spirti"

EROI POSITIVI:

Tra gli eroi cristiani, un rilievo particolare è riservato ovviamente a Goffredo

diBuglione (modellato sull'Enea virgiliano). Il suo universo etico prevede che le emozioni e i desideri siano subordinate al senso del dovere che consiste nella priorità dellamissione da portare a termine: la presa di Gerusalemme. Goffredo non dovrà affrontare solamente l'esercito musulmano ma, sul fronte interno, gestire e contenere l'anarchica e "cavalleresca" spinta al molteplice dei suoi soldati «erranti» sui quali agisce la fascinazione del molteplice romanzesco. Emblematico è il caso di Rinaldo, giovane eroe votato all'azione e alla gloria, che fugge dal campo crociato e viene sedotto dalla maga Armida nel suo giardino incantato sulle Isole Fortunate, in un luogo esotico lontano da Gerusalemme e dalla storia. Solo quando recupererà lo spirito e il ruolo di eroe cristiano Rinaldo potrà ricondurre i suoi impulsi nella sfera dell'ordine e annullare la magia di Ismeno, liberando la selva di Saron e consentendo

Ai crociati diprocurarsi il legname necessario per costruire le macchine belliche. Tancredi vive invece il dramma dell'amore non corrisposto. Il dramma diventa poi tragedia quando Tancredi affronta Clorinda in un duello, carico di un'ambigua sensualità che si risolve nella morte della guerriera. Ma è solo dopo averla mortalmente ferita che Tancredi scopre l'identità della nemica amata e perduta per sempre. Con la morte di Clorinda, battezzata dallo stesso Tancredi, muore anche qualcosa del guerriero che continua a patire ancora nella selva incantata dove gli appare il fantasma di Clorinda.

Apparentemente marginale e slegato è l'episodio di Olindo e Sofronia. Se la donna appare più virile del suo innamorato, Olindo a sua volta ha l'ardore e la forza di compiere la scelta assoluta che li conduce entrambi un destino condiviso incontro alla morte. Sofronia è poi l'anti-Armida, la femminilità che ignora la seduzione consapevole.

La sua bellezza pura e senza artifici mista a un pudore originario ma conuna tempra decisa, può essere letta come il tentativo del Tasso di realizzare una cristianizzazione dell'eros dove il desiderio si converte nell'aspirazione al martirio. I PROTAGONISTI MUSULMANI Ma alle debolezze cristiane si avvicendano e si contrappongono, quelle dei musulmani cui si associa però un elemento tragico, cioè la consapevolezza della sconfitta e dell'abbandono divino. L'elegia infelice di Erminia, innamorata senza speranza di Tancredi, è quanto mai sottile e complessa. Le passioni che la dilaniano la rendono un personaggio tenero e vibrante, estranea al mito della guerra, ma pronta all'avventura notturna, dopo aver indossato la corazza sottratta furtivamente a Clorinda, che la porta lontano dal campo di battaglia, nell'arcadia serena dei pastori. Erminia vive così di una passione non corrisposta, nella gentilezza di un animo nobile e puro.

Inerme e, se necessario, avventuroso. Armida, la maga, è l'incarnazione della femminilità narcisistica che incanta e incatena. La sua magia diviene fascino e seduzione. L'amore non è per lei che una tecnica di guerriglia, una trappola in cui far cadere i guerrieri cristiani traviati per deviarli dalla missione crociata. Ma la sorte (o la Provvidenza?) le ritorce contro le sue stesse armi e anche Armida conoscerà la sofferenza ardente della passione. E quando Rinaldo, tornato in sé, decide di abbandonarla, Armida, da conquistatrice, gli si offre come serva. Sul versante maschile, ecco invece Argante con la sua violenza rabbiosa e selvaggia che diventa autodistruzione. Ma è soprattutto Solimano, il titano solitario e senza potere, a vivere sino in fondo la visione tragica di una realtà abbandonata da Dio. La sua profonda autenticità si afferma, prima che Rinaldo lo uccida, mentre contempla "quasi in teatro od in agone".

l'aspra tragedia de lo stato umano". Qui Solimano comprende la sconfitta e l'imminenza della morte: segni enigmatici del comune destino umano. È la verità dei vinti.

UNITÀ E MOLTEPLICE: UN MONDO DI PASSIONI E DI IMPULSI CENTRIFUGHI

Con la Liberata Tasso mira a conciliare la problematicità della storia con il senso angoscioso per le sorti dell'essere umano entro una struttura certa e coerente che conferisca unità a un mondo di passioni e di impulsi centrifughi. [Impiego dell'entrelacement] Diversamente dalla tecnica narrativa ariostesca dell'entrelacement, i personaggi e le vicende della Liberata vengono fondamentalmente ricondotti a due "unità" narrative: un'azione (la conquista di Gerusalemme) e un protagonista (Goffredo). Ciò che importa è far coesistere l'unità con un complesso intreccio di digressioni. A partire da un nucleo centrale da cui si dipartono gli episodi

secondari legati ai vari personaggi, si sviluppa l'orchestra di una sapiente partitura di sequenze e di storie che diventano tensione e al contempo equilibrio dinamico del racconto. Ma l'unità ha anche un valore ideologico rispetto alla "molteplicità" confusa. Attraverso la nomina divina di Goffredo a capo degli eserciti cristiani all'inizio del poema viene accreditato il valore di un sacro ordine verticale. Stato e poema in qualche modo coincidono e costituiscono una sorta di "organismo vivente" in accordo con la nozione aristotelica di gerarchia ordinata. Ma il molteplice resta una sfida, una tentazione, un ostacolo all'interno della trama narrativa che diviene anch'esso parte della trama.

MERAVIGLIOSO E VERISIMILE La "verisimiglianza" include anche il "meraviglioso" della magia e del soprannaturale. È il "meraviglioso cristiano" che dà spazio alle apparizioni demoniache, ai

Riti notturni dell'immaginario collettivo. La magia diventa così uno strumento espressivo per esplorare la vita interiore e gli impulsi più oscuri dell'uomo. Nella Liberata assistiamo a un diverso uso della magia rispetto alle modalità più libere e ingenue della tradizione cavalleresca. Questo "meraviglioso cristiano" permette a Tasso di motivare la presenza di forze occulte anche all'interno di un ordine divino e provvidenziale, e che può quindi avvalersi di quelle categorie di origine ermetico-platonica quali, ad esempio, la distinzione tra magia naturale e magia cerimoniale, impersonate rispettivamente dal mago d'Ascalona e da Ismeno. La poesia tassiana mira non solamente a razionalizzare l'universo dell'occulto ma a insinuare una nuova e più moderna funzione dell'elemento demoniaco. E così nel concilio infernale del canto IV Satana rivendica la propria dignità tragica di ribelle.

condannato alla sconfitta e al fallimento. Non è ancora il Satana del Paradise Lost dell'inglese John Milton, ma ha già il pathos drammatico di un destino che diviene storia, coscienza lucida del negativo e del disordine come forza vitale. Anche il XIII canto, il centro del poema, può definirsi alla fine un canto "diabolico". La selva che viene occupata dagli spiriti infernali grazie alle operazioni magiche di Ismeno diventa uno spazio di allucinazioni e di ombre diaboliche: una proiezione onirica di chi vi si addentra. LA LINGUA DEL POEMA: Oltre che di una nuova lingua epica e di dispositivi retorici adeguati, l'universo verbale del Tasso si avvale di una parola che riesce a fondere gli elementi pittorici con le emozioni dei suoi personaggi. L'ottava della Liberata cerca sempre di visualizzare gli eventi e i pensieri per farli diventare spettacolo, messa in scena e centro visibile di affetti e passioni. Così, impiegando le immagini e leloroassociazioni emotive, Tasso inventa una sorta di montaggio patetico che scandisce l'anarrazione attraverso un "parlar disgiunto", una struttura che alterna momenti di lirismo e momenti di drammaticità.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisa.15 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Baffetti Giovanni.